Osteomielite
Utilizzo della Metodica di Ilizarov
uso del Fissatore Esterno
correzione di deformità ossee
e guerra alle Infezioni muscolo-scheletriche
Articolo informativo di Giuseppe Pinna per S. O. S. - “Osteomielitici d’Italia” - Onlus «Centro Servizi Informativi On-line per Osteomielitici e Pazienti dell’Ospedale CODIVILLA-PUTTI di Cortina d’Ampezzo».
Introduzione all'Ilizarov
Il fissatore esterno ''ILIZAROV''
per uso ortopedico in Italia
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Il fissatore esterno “Ilizarov” è stato ideato e perfezionato in Russia dal Professor Gavril Abramovich Ilizarov dal 1951 al 1992.
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La metodica di Ilizarov consiste nell’applicazione all’arto affetto dalla patologia di una struttu-ra cilindrica costituita da cerchi in acciaio (omega) ai quali sono collegati i terminali di fili o di viti inseriti nel tessuto osseo.
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Ecco l'autore di queste schede nel giardino di casa sua in compagnia di ("Braccino di Ferro" detto an-che "Rambo")
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e..., qui di seguito sul terrazzo del Vittorio Putti di Cortina D'Ampezzo (BL), il giorno dopo l'intervento per il posizionamento dell'apparato ILIZAROV composto da 5 cerchi "Omega" sulla tibia e da 2 "mez- ze lune" sulla caviglia-piede per complessivi 32 fili; in questa circostanza non si è trattato di allunga- mento del l'arto tibiale, ma di funzione di contenimento-stabilizzatore della gamba per via del trapianto osso del 1° distale tibiale e, dell'aggiustamento del piede cosiddetto "Pendulo - Cadente - Equino".
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e..., qui di seguito sul terrazzo del Vittorio Putti di Cortina D'Ampezzo (BL), il giorno dopo l'intervento per il posizionamento dell'apparato ILIZAROV composto da 5 cerchi "Omega" sulla tibia e da 2 "mez- ze lune" sulla caviglia-piede per complessivi 32 fili; in questa circostanza non si è trattato di allunga- mento del l'arto tibiale, ma di funzione di contenimento-stabilizzatore della gamba per via del trapianto osso del 1° distale tibiale e, dell'aggiustamento del piede cosiddetto "Pendulo - Cadente - Equino".
A loro volta i cerchi sono distanziati da viti che permettono un preciso posizionamento ed un progressivo allungamento dell'osso stesso.
Ecco l'esempio ravvicinato del posizionamento dell'apparato ILIZAROV su gamba e piede
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E... dopo 10 mesi di ILIZAROV, (tolto il 04 luglio 2012) questo è il risultato che ha consentito l'attecchimento del trapianto osseo tibiale e del piede ed... OGGI L'ARTO SI PRESENTA COSI'.
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Ilizarov pensò di sfruttare le capacità rigenerative del corpo, dimostrando che quello era il modo migliore per stimolarne la ricrescita ossea.
L'apparato di Ilizarov e le esperienze del Prof. Ilizarov hanno dimostrato che sotto lo stimo-lo di trazione il callo osseo, su fratture opportunamente prodotte chirurgicamente, può es-sere modellato per produrre allungamento e raddrizzamento delle ossa lunghe degli arti su periori ed inferiori.
L’applicazione dell'apparato di Ilizarov è consigliabile per le fratture pluriframmentarie chiu-se, le fratture esposte con o senza interessamento articolare e le fratture esposte con perdi-ta di sostanza ossea.
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I vantaggi sono notevoli: prima di tutto la stabilità, che è maggiore rispetto ai fissatori monola-terali.
Nello stesso tempo, grazie all'elasticità dei fili dell'apparato, i micromovimenti provocati da ca rico favoriscono una più rapida consolidazione del focolaio di frattura.
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In secondo luogo il rispetto della vascolarizzazione dei frammenti di frattura, un altro fattore molto importante in quanto, non aprendo il focolaio di frattura, c'è meno possibilità di inquina-mento batterico con conseguente eventuale Osteomielite.
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Evitando una vera e propria operazione cruenta ci sono quindi anche minimi rischi operatori e non restano vistose cicatrici.
Altro punto a favore di questa metodica è la concessione di carico, con stampelle, dal primo giorno dopo l'intervento, che agevola così il buon "effetto pompa" sul focolaio di frattura e incrementa il circolo venoso e linfatico di ritorno, prevenendo l'edema e l'osteoporosi.
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Indicazioni terapeutiche
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PATOLOGIE DI ORIGINE TRAUMATICA
Il fissatore Ilizarov è indicato per le patologie traumatiche che coinvolgono gli arti superiori ed inferiori in tutte le patologie che richiedono trazione meccanica trascheletrica, evitando lun ghe degenze e le complicazioni articolari conseguenti all'immobilizzo, consente al paziente di riprendere in pochi giorni le proprie attività usuali con un minimo impedimento dovuto preva-lentemente all'ingombro del fissatore.
Il fissatore Ilizarov è indicato per le patologie traumatiche che coinvolgono gli arti superiori ed inferiori in tutte le patologie che richiedono trazione meccanica trascheletrica, evitando lun ghe degenze e le complicazioni articolari conseguenti all'immobilizzo, consente al paziente di riprendere in pochi giorni le proprie attività usuali con un minimo impedimento dovuto preva-lentemente all'ingombro del fissatore.
Particolarmente per fratture esposte, pluriframmentarie, anche con perdita di sostanza os- sea.
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PATOLOGIE A SEGUITO DI INTERVENTI CHIRURGICI
Le patologie in seguito a infezioni dell'osso con asportazione chirurgica della parte interes-sata possono essere curate attraverso l'uso del fissatore Ilizarov anche senza interventi di trapianto o di autotrapianto di frammenti di osso:
PATOLOGIE NELLA CRESCITA DELLE OSSA
Il fissatore Ilizarov dopo operazione di opportuno taglio dell'osso permette di rimodellare l'arto e stimola la corretta crescita del callo osseo permettendo la correzione delle defor-mità e l'allungamento.
Sono curabili le seguenti patologie:
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Patologie in esiti di varie malattie:
- Achondroplasia o nanismo
- Displasie ossee
- Emimelia dell’arto inferiore con ipoplasia o aplasia del perone
- Turner sindrome
- Artrogripposi
- Ipoplasie ossee dell’arto superiore o aplasia del radio
- Malformazioni congenite del piede: piede torto congenito, piede valgo
- Malformazioni congenite della mano
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Patologie in esiti di varie malattie:
- Artrosi con deformità degli arti
- Esiti di poliomielite
- Esiti di tubercolosi ossea
- Spina bifida
- Alcuni casi di paresi spastica e miopatie
Note tecniche sul F.E. (Fissatore Esterno)
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Illizarov Frame on Model Tibia
1990 AD
Object Social History
Tibia is bone of the lower leg.
Gavril Abramovich Ilizarov was a Russian orthopaedic surgeon.
He treated patients who had diseased or broken bones.
Working with metal and bicycle spokes he designed a wire frame.
The frame was fitted to a broken leg.
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La fissazione di segmenti ossei per mezzo di fili incrociati e fermati su supporti circolari "Omega", permette, sia di esercitare una compressione O una distrazione longitudinale do-sata conservando la voluta posizione dei frammenti ossei, sia di modificare la reciproca po-sizione dei segmenti ossei in qualsiasi direzione.
Il fissatore di Ilizarov è formato da anelli e archi metallici di vari diametri, "Omega" e "Mezze lune" e, da placche forate per il bloccaggio dei fili, ed avvitabili sul supporto circo lare, vi sono i morsetti tenditori dei fili, aste filettate o telescopiche di giunzione.
Il fissatore di Ilizarov è formato da anelli e archi metallici di vari diametri, "Omega" e "Mezze lune" e, da placche forate per il bloccaggio dei fili, ed avvitabili sul supporto circo lare, vi sono i morsetti tenditori dei fili, aste filettate o telescopiche di giunzione.
La struttura è realizzata con due o più anelli o archi che presentano un foro ogni 10° di cir- conferenza per l'infissione di tre o più aste di giunzione.
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I fili d’acciaio sono fissati sugli anelli per mezzo di bulloni scanalati per il passaggio del filo e serrati con dado sull'anello, i fili sono messi in tensione dall'azione di compressione-distra zione, oppure, da apposito morsetto tendifilo.
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I fili d’acciaio sono fissati sugli anelli per mezzo di bulloni scanalati per il passaggio del filo e serrati con dado sull'anello, i fili sono messi in tensione dall'azione di compressione-distra zione, oppure, da apposito morsetto tendifilo.
La tensione massima esercitabile in estensione o compressione è di 250 kg., i fili singoli sopportano una tensione di 150 kg.
Il diametro interno degli anelli per tibia e arti superiori varia da 80 a 140 mm., quello degli anelli per la coscia va da 150 a 220 mm., la circonferenza degli archi varia da 90° a 120°.
I fili di acciaio sono introdotti abitualmente in un piano perpendicolare all'asse diafisario.
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Nella parte alta di femore e omero si utilizzano per comodità le viti filettate di diametro più grosso, perché sono fissate solo da parte esterna.
A livello delle articolazioni (anca, gomito, spalla, polso ecc.) gli anelli sono sostituiti da ar-chi in modo da permettere il movimento, per lo stesso motivo, l’infissione dei fili deve com-portare a livello dell'articolazione un adeguato spostamento della cute in modo che non sia sottoposta a trazione durante l'escursione articolare.
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Introdotto il filo «in croce» gli anelli devono essere applicati in posizione identica in rappor- to ai frammenti ossei, posizionando le aste di giunzione, se l’applicazione è corretta, la distanza tra ciascuna asta e l’asse longitudinale dell’osso deve essere uguale.
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A seconda del tipo di frattura per ottenere la stabilizzazione, si attua una compressione longi-tudinale, laterale o combinata mediante aggiunta dei sistemi di traslazione esterna.
Il diametro interno degli anelli per tibia e arti superiori varia da 80 a 140 mm., quello degli anelli per la coscia va da 150 a 220 mm., la circonferenza degli archi varia da 90° a 120°.
I fili di acciaio sono introdotti abitualmente in un piano perpendicolare all'asse diafisario.
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Nella parte alta di femore e omero si utilizzano per comodità le viti filettate di diametro più grosso, perché sono fissate solo da parte esterna.
A livello delle articolazioni (anca, gomito, spalla, polso ecc.) gli anelli sono sostituiti da ar-chi in modo da permettere il movimento, per lo stesso motivo, l’infissione dei fili deve com-portare a livello dell'articolazione un adeguato spostamento della cute in modo che non sia sottoposta a trazione durante l'escursione articolare.
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Introdotto il filo «in croce» gli anelli devono essere applicati in posizione identica in rappor- to ai frammenti ossei, posizionando le aste di giunzione, se l’applicazione è corretta, la distanza tra ciascuna asta e l’asse longitudinale dell’osso deve essere uguale.
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A seconda del tipo di frattura per ottenere la stabilizzazione, si attua una compressione longi-tudinale, laterale o combinata mediante aggiunta dei sistemi di traslazione esterna.
Fine 2ª Parte
Pubblicato su Blogger oggi 07 dicembre 2012 alle ore 12,57 da: Giuseppe Pinna de Marrubiu
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