venerdì 31 agosto 2012

(Scheda 87) Francesco CENTOFANTI - il medico in guerra contro le Infezioni Ossee. (Intervista ad uno dei più importanti ortopedici italiani).

Un medico aquilano in guerra contro le infezioni ossee

(Intervista ad uno dei più importanti ortopedici italiani).
Francesco Centofanti
Articolo informativo di Giuseppe Pinna per S. O. S. - “Osteomielitici d’Italia” - Onlus  «Centro Servizi Informativi On-line per Osteomielitici e Pazienti dell’Ospedale CODIVILLA-PUTTI di Cortina d’Ampezzo.
 L’AQUILA. Personaggi aquilani che si sono fatti onore fuori Regione con le loro storie e i loro legami con la terra d’origine. 
Uno di questi è Francesco Centofanti, tra i più importanti chirurghi ortopedici d’Italia, nato all’Aquila da una famiglia di commercianti molto nota. 
Il musicologo Francesco Sanvitale, suo amico da anni, ne racconta la storia fra passato e presente.

Articolo originale di Francesco Sanvitale* 
- ripreso e adattato da Giuseppe Pinna de Marrubiu per S. O. S. - “Osteomielitici d’Italia” - Onlus

Francesco Centofanti pur restando tra i maggiori chirurghi ortopedici italiani si dedica sempre più ormai al “Quinto cavaliere dell’Apocalisse”: linfezione ossea, nelle sue varie e subdole forme.

Il Professor Francesco Centofanti, aquilano, classe 1945, è il Primario dell’Istituto Codivilla-Putti di Cortina d’Ampezzo: il centro italiano di eccellenza per la cura delle malattie infettive dell’apparato scheletrico e centro di alta chirurgia ortopedica e di interventi per traumatologia, riconosciuto dal Ministero della Salute e soprat- tutto disposto in una rete internazionale con le sue ricerche ed apprezzatissimo nel mondo accademico per la sua gloriosa storia di studi e sperimentazioni legati al sistema osteoarticolare.
Centofanti, che proviene da una facoltosa famiglia di commercianti abruzzesi (con radici, le sue, all’Aquila e a Lanciano, legate con il ramo dei celebri musicisti attivi per oltre un secolo nel mondo delle bande musicali), ebbe da ragazzo le idee chiare: fare il medico. 
In questo sostenuto appieno dal padre, don Vittorio, un’istituzione all’Aquila almeno tra gli ultracinquantenni.
Era un affermato imprenditore nel settore del commercio alimentare di alta qualità: torrefazione, panificio, bar e caffè come il Gran Caffè Eden e poi il celebre negozio di “droghe e coloniali” sotto i portici della Cassa di Rispar- mio con un angolo per la mescita soprattutto della celebre “China Centofanti” versata con amichevole ritualità da don Vittorio e che era parte di un’altra fiorente attività: la distillazione di liquori come centerbe o punch.
I Centofanti erano perfettamente inseriti in quel notabilato di provincia, fiorente agli inizi del 900 e spazzato via dalla nuova organizzazione sociale sorta in Italia alla fine degli anni 60. 
I notabili erano professionisti, proprietari terrieri e immobiliari, alti funzionari dello Stato, gli ufficiali delle guarnigio- ni cittadine, i superstiti delle famiglie aristocratiche e i commercianti ma da un certo livello in su. 
Frequentavano il Circolo Aquilano, non ostentavano ma contavano. 
Don Vittorio non era pago dei guadagni e del raggiunto status sociale ed economico. 
Intuiva che gli affari fiorenti non dovessero soltanto servire ad accumulare i danari, né ad assicurare l’agiatezza di una vita sicura, ma dovevano far crescere il prestigio familiare attraverso il sapere, la conoscenza: insomma non essere schiavi del danaro ma asservirlo al miglioramento, non solo materiale, della famiglia. 
Dunque, studiare. 
E così il nostro Francesco, che altro non cercava, dopo la maturità conseguita nel celeberrimo Liceo-Ginnasio “Cotugno”, andò via verso l’Alma Mater Studiorum dove conseguirà la laurea a spron battuto e a pieni voti nel luglio del 1969.
  


Subito si avvia alla specializzazione in ortopedia, specialità di cui seguiva le lezioni già dal quinto anno. 
Intanto sorge il dubbio se tornare o meno specializzato all’Aquila
Ma il dubbio è risolto dal servizio militare: prima l’Accademia di Sanità di Firenze, poi il servizio come sotto- tenente comandante della Sezione di Sanità della Brigata Alpina Cadore a Belluno
Quando si dice il destino. 
Mentre continua a studiare, consolida anche un’esperienza straordinaria, benché dolorosa dal punto di vista umano, facendo il medico condotto a Longarone i cui superstiti dal disastro del Vajont di qualche anno prima vivono esistenze distrutte.
Affetti, abitazioni secolari, tradizioni, lavoro e ogni esperienza di vita: tutto è svanito. 
Nel 1972 vince il concorso come aiuto all’Ospedale di Castelfranco Veneto ed è l’aiuto più giovane di un ospedale italiano. 
Ma non basta, deve saperne di più. 
E va a studiare negli Stati Uniti vincendo borse di studio e specializzandosi in tre anni in tre diverse università. 
Nel 1982 approda al Codivilla-Putti di Cortina come aiuto, e già nel 1990 è responsabile del servizio di ar- troscopia.                                        Notturno innevato dell'Istituto Codivilla  
                        
In quegli anni è il medico dei vip. 
Passano per il Codivilla Edda Ciano, Sandro Pertini, Alberto Moravia, Mario Sironi, Indro Montanelli, Paolo Fraje se, Ias Gravonsky, Paolo Villaggio, Adriano Celentano, Pierferdinando Casini, Giorgio Napolitano. 
E tanti altri.                   Notturno innevato dell'Istituto Vittorio Putti     
                        
Ma la ricerca non si abbandona: dopo aver usato tra i primi l’artroscopia, nel 1984 impianta il primo legamen- to artificiale in goretex per la ricostruzione del legamento crociato anteriore, intervento che risolve egre- giamente una delle più diffuse e invalidanti conseguenze da incidenti con gli sci. 
Nel 1994 preparandosi ad assumere la direzione dell’Istituto Codivilla consegue presso l’Università Bocconi di Milano il diploma di manager ospedaliero. 
Nel 1998 il Presidente della Repubblica Ciampi lo nomina Commendatore dell’Ordine al Merito della Repub blica Italiana
Giorno dopo giorno i suoi interessi trasmigrano dagli interventi per i vip alla cura dei nip: (cioè) verso quelle perso- ne che di importante hanno solo una malattia ...(le infezioni ossee) cui il nostro Francesco Centofanti ha dichiarato guerra da trenta anni, e nella quale ogni vittoria vale la pena di tante sconfitte. 
Attualmente insegna all’Università di Trieste. 
Ai suoi giovani colleghi insegna tutto ciò che sa, ma soprattutto che a volte il senso d’impotenza non è segnale di sicura sconfitta. 
Tra gli altri cura i carcerati con infezioni ossee da ferite per incidenti... professionali. 
La sua disponibilità è leggendaria ma senza smancerie, discreto, quasi timido e senza presunzione tiene i senti- menti per sé, ma un sorriso complice, uno sguardo dolce dice al paziente che combattono la stessa battaglia.
Non gli chiedo nulla perché ho raccontato la sua storia come le altre: senza interviste ma dopo lunghi e numerosi colloqui: esercizi di memoria comune per capire e poi raccontare. 
Se gli facessi una domanda so che mi risponderebbe e saprei anche la risposta. 
Rimpianti? 
...«Non aver fatto molto come medico per la mia terra».
Non sentiresti un’inflessione veneta anche se parlasse per ore. 
E questo è il segno che le radici non sono né dimenticate, né tantomeno recise.
                                                      *Musicologo e Direttore Onorario dell’Istituto Tostiano

                          

 

Il Messaggero Bellunese, 5 dicembre 2005


PADIGLIONE CODIVILLA
ORTOPEDIA TRAUMATOLOGIA Iˆ   E SEZIONE DI RIABILITAZIONE
ORTOPEDIA TRAUMATOLOGIA IIˆ  E SEZIONE DI RIABILITAZIONE

 


Padiglione Vittorio Putti
per la cura delle Infezioni Osteoarticolari
ORTOPEDIA – OSTEOMIELITE
                                           
                    Vista frontale del primordiale Padiglione Vittorio Putti di Cortina d'Ampezzo 

 



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In questo padiglione, sorto dal 1936 al 1939 per volere di Vittorio Putti, allora medico cortinese dell'Istituto Rizzoli di Bologna e a lui dedicato alla sua morte avvenuta nel 1940, ha sede il Reparto delle infezioni osteoarticolari.
L'Istituto vanta la più grande casistica italiana, ed una della maggiori d'Europa, di pazien ti trattati per infezioni al sistema scheletrico e a quello delle articolazioni.
E' specializzato per accertamento e cura di patologie settiche dell’apparato loco- motore:
  • Spondilisciti specifiche e aspecifiche
  • Osteoartriti e osteomieliti
  • Artroprotesi infette
  • Pseudoartrosi infette (metodica Ilizarov)
  • Plastiche cutanee ricostruttive e di copertura
  • Piede diabetico
  • Piaghe torpide
  • Camere isobariche


L'Amico del Popolo, 16 dicembre 2005
Veduta dell'eliporto dei Padiglioni CODIVILLA-PUTTI di Cortina d'Ampezzo 


Particolare della Cartina Stradale per raggiungere il complesso Ospedaliero Istituto CODIVILLA-PUTTI di Cortina d'Ampezzo                                                                                








  CARTA DEI SERVIZI E INFORMAZIONI SANITARIE
Amministratore Delegato è il Dott. Massimo Miraglia.
Direttore Amministrativo è la Sig.ra Maria Lucia Cella De Dan.
Direttore Sanitario è il Dott. Carlo Brusegan.
Primario del Complesso Ospedaliero Codivilla-Putti è il Prof. Francesco Centofanti.

Lo Sportello Amico della S. O. S. - Osteomielitici d’Italia - Onlus «Centro Servizi Informativi On-line per Osteomielitici e Pazienti dell’Ospedale CODIVILLA-PUTTI di Cortina d’Ampezzo», qui presente e su Facebook, EVIDENZIA che i numeri telefonici utili sono:
Centralino  0436 883111
Centro Unico Prenotazioni  0436 883215

Studio Medici del Vittorio PUTTI  0436 883384 dalle 13,00 alle 14,00 dal lunedì al Ven.
Capo Sala - Infermiere Coordinatore Esperto, Signora Lena Nerella  0436 883358 
                    Fax 0436 883289 dalle ore 13,00 alle ore 14,00 dal lunedì al Ven.
Infermieri:  0436 883291 dalle 13,00 alle 14,00

L'istituto è dotato di un sito internet: www.codivillaputti.it
...e di un'indirizzo di posta elettronica all'e-mail: info@codivillaputti.it
Mentre gli uffici Amministrativi sono informatizzati.

L'indirizzo postale è: Istituto Codivilla Putti di Cortina Spa
Via Codivilla, 1
32043 - Cortina d'Ampezzo (BL)        
                                       Fine
Pubblicato su Blogger oggi 31 Agosto 2012 alle ore 2,09 da: 
Giuseppe Pinna de Marrubiu

giovedì 30 agosto 2012

(Scheda 86) Osteomielite: sintomi, cause, cure e prevenzione.

Osteomielite: sintomi, cause, cure e prevenzione
Articolo informativo di Giuseppe Pinna per S. O. S. - “Osteomielitici d’Italia” - Onlus «Centro Servizi Informativi On-line per Osteomielitici e Pazienti dell’Ospedale CODIVILLA-PUTTI di Cortina d’Ampezzo.
INFORMATIVA dell'AUTORE ASSEMBLATORE
Un’infezione di osteomielite costa ca. 40.000-50.000 € (senza costi sociali!)
Le infezioni ossee e articolari colpiscono decine di migliaia di Italiani ogni anno e costituiscono una delle eve- nienze di più difficile trattamento in ortopedia e traumatologia.
L'infezione si può manifestare con dolore, arrossamento, secrezione dalla ferita, febbre. 
A volte però i segni dell'infezione ossea sono molto attenuati e solo gli esami del sangue e altri esami specifici possono permettere una corretta diagnosi allo Specialista. 
Le infezioni possono colpire l'osso e le articolazioni in seguito a traumi (fratture esposte, ferite contaminate, schiacciamenti, ecc.), in seguito ad interventi chirurgici (protesi articolari, sintesi di fratture, osteotomie, ecc.) oppure possono verificarsi senza alcuna apparente causa, per la presenza di batteri che hanno si sono localizzati nelle ossa e nelle articolazioni, di solito partendo da un altro focolaio infettivo (infezioni ematogene).
Le infezioni posso colpire tutte le ossa, ma sono più frequenti a livello della tibia, del femore, dell'omero, della mano, piede e della colonna vertebrale.
Relativamente frequenti sono poi le infezioni che colpiscono alcune articolazioni, tra cui l'anca, il ginocchio, la spalla, la caviglia.
Le infezioni ossee richiedono spesso trattamenti complessi, lunghi e difficili, che vengono eseguiti preferen- zialmente in Centri specializzati.
Di solito prima si esegue la diagnosi e si inizia una terapia specifica, più sono le speranza di ottenere la guarigio- ne. Più a lungo dura il processo infettivo, più è difficile controllarlo e guarire.
Le infezioni osteo-articolari sono nettamente favorite da alcune condizioni:
  • Fumo di sigaretta
  • Diabete
  • Artrite reumatoide e altri disordini del sistema immunitario
  • Terapie con immunosoppressori e cortisonici
  • Epatopatie
  • Abuso di alcol o di sostanze stupefacenti, ecc.
Scopo di questo SCHEDA e del relativo BLOG cui essa è inserita, è quello di diffonde- re le conoscenze nel campo delle infezioni osteo-articolarioffrendo una panoramica delle possibili soluzioni e dei nuovi campi di ricerca medico-chirurgici.
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L'osteomielite è una infezione dell'osso, che può comparire spontaneamente o in seguito a traumi o dopo interventi chirurgici sulle ossa e articolazioni

Le infezioni ossee, articolari e protesiche (anca, ginocchio, spalla, ecc.) colpiscono decine di migliaia di per- sone in Italia ogni anno e rappresentano una delle patologie di più difficile e complesso trattamento in ortopedia e traumatologia, richiedendo spesso il trattamento in Centri specializzati. 
I grandi progressi ottenuti negli ultimi 15 anni nei Centri specialistici, hanno tuttavia reso possibile ottenere una remissione duratura o la vera e propria guarigione in più del 90 % dei casi.
Naturalmente questi miglioramenti richiedono un continuo sforzo nell'aggiornare e perfezionare i sistemi di preven- zione, di classificazione, di diagnosi precoce e differenziale, i metodi di monitoraggio e quelli di trattamento, che spesso è combinato medico-chirurgico e fisico. 

Questo BLOG e il suo relativo GRUPPO S. O. S. - “Osteomielitici d’Italia” - Onlus   ha come obbiet- tivo quello di divulgare le conoscenze sul trattamento delle infezioni osteo-articolariprotesiche, met- tendo in contatto gli esperti del settore (chirurghi ortopedici dedicati alle infezioni, microbiologi, infetti vologi, immunologi, farmacologi) e Pazienti.
Classificazione osteomieliti (v. anche la pubblicazione su Eur Orthop Traumotol)
Il trattamento delle artriti infettive nell'adulto, mediante protesi di anca (testo in inglese)
Scopri la teletermografia per la diagnosi delle infezioni osteo-articolari (testo in inglese) 
Gli spaziatori in cemento preformato per il trattamento delle protesi infette
I trattamenti biofisici per la stimolazione dell'osso
I sostituti ossei addizionati di antibiotico
Le infezioni correlate agli impianti (testo in inglese)
Osteomielite fatti
  • L'osteomielite è un'infezione del tessuto osseo.
  • Osteomielite può verificarsi in qualsiasi fascia di età.
  • Il trattamento di osteomielite può includere antibiotici, splintaggio, o interventi chirurgici.
  • Un ritardo nella diagnosi o il trattamento di osteomielite può portare a deficit permanenti.

Che cosa è l'osteomielite?

L'Osteomielite è un'infezione all'osso.
L'Osteomielite può verificarsi in neonati, bambini e adulti. 
Diversi tipi di batteri in genere influenzano le diverse fasce di età. 
Nei bambini, l'osteomielite si verifica più frequentemente alle estremità delle ossa lunghe delle braccia e delle gambe, che colpisce i fianchi, ginocchia, spalle e polsi. 
Negli adulti, è più comune nelle ossa della colonna vertebrale (vertebre), piedi, o nella pelvi.
Quali sono le cause osteomielite?
Ci sono diversi modi per sviluppare l'infezione ossea di osteomielite. 
Il primo è per i batteri di viaggiare attraverso il flusso sanguigno ( batteriemia ) e diffuso alle ossa, cau-sando un'infezione. 
Questo accade spesso quando il paziente ha un'infezione in altre parti del corpo, come polmonite o infezione del tratto urinario, che si diffonde attraverso il sangue all'osso.
Una ferita aperta su un osso può portare a osteomielite. 
Ciò accade più comunemente con sottostante malattia vascolare perifericaneuropatia periferica, o diabete. 
                                    
Con un open frattura (frattura composta), l'osso che perfora attraverso la pelle è esposta a batteri. Questo aumenta il rischio di osteomielite.
Un recente intervento chirurgico o iniezione intorno ad un osso può anche esporre l'osso ai batteri e portare a osteomielite.
I pazienti con condizioni o che assumono farmaci che indeboliscono il loro sistema immunitario sono a più alto rischio di sviluppare l'osteomielite. 
I fattori di rischio includono il cancro, cronico uso di steroidil'anemia falciformeil virus dell'immunodefi- cienza umana (HIV), il diabete, l'emodialisi, per via endovenosa tossicodipendenti, e anziani.
Sintomi di osteomielite
L'Osteomielite acuta sviluppa rapidamente in un periodo di sette a 10 giorni. 
I sintomi di osteomielite acuta e cronica sono molto simili e comprendono:
  • Febbre, irritabilità, stanchezza
  • Nausea
  • Tenerezza e gonfiore attorno all'osso interessato
  • Perso gamma di movimento
L'Osteomielite nella vertebra si fa conoscere attraverso il dolore lombare intenso, soprattutto di notte.
FONTE: WebMD Medical - Inviato da William C. Shiel Jr.

Osteomielite: sintomi, cause, cure e prevenzione

Osteomielite è il termine medico usato per descrivere per un'infezione in un osso
Le infezioni possono raggiungere un osso viaggiando attraverso la circolazione sanguigna o la diffusione da tessuti circostanti
L'osteomielite può anche iniziare nello stesso osso se un infortunio espone l'osso ai germi.
Nei bambini, l'osteomielite più comunemente colpisce le ossa lunghe delle gambe e del braccio, mentre negli adulti si hanno maggiori probabilità di sviluppare l'osteomielite nelle ossa che compongono la spina dorsale (vertebre)
Le persone che soffrono di diabete possono sviluppare l'osteomielite nei piedi se hanno ulcere del piede.
            
Una volta era considerata una condizione incurabile, ma oggi l'osteomielite può essere trattata con successo.
Sintomi
Segni e sintomi di osteomielite sono:
  • Febbre o brividi
  • Irritabilità o letargia nei bambini piccoli
  • Dolore nella zona del contagio
  • Gonfiore, calore e rossore su tutta l'area del contagio
A volte l'osteomielite non provoca segni e sintomi o si hanno segni e sintomi che sono difficili da distinguere da altri problemi.                                                          batteri
                    
Consultare il medico se si verificano peggioramento del dolore osseo insieme con la febbre.
Se si è a rischio di infezione a causa di una condizione medica o un intervento chirurgico, consultare il medico immediatamente se si notano segni e sintomi di un'infezione.
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Cause
La maggior parte dei casi di osteomielite sono causati da batteri stafilococco, un tipo di germe che si trova comunemente sulla pelle o nel naso anche in individui sani.
I germi possono entrare in un osso in una varietà di modi, tra cui:
  • Attraverso il flusso sanguigno. I germi in altre parti del corpo - ad esempio da polmonite o infezione del tratto urinario - possono viaggiare attraverso il flusso sanguigno verso un punto debole.
  • Da una infezione nelle vicinanze. Se una ferita si infetta, i germi possono diffondersi all'osso vicino.
  • Contaminazione diretta. Ciò può verificarsi se si è rotto un osso così gravemente che una parte di esso è sporge attraverso la pelle.
Fattori di rischio
Le ossa sono normalmente resistenti alle infezioni
Affinchè l'osteomielite si verifichi una situazione che rende le ossa più vulnerabili deve essere presente.
Ferita recente o chirurgia ortopedica
Una frattura grave o una ferita profonda crea la situazione ottimale affinchè l'infezione si verifichi. 
Un intervento chirurgico per riparare le ossa rotte o sostituire articolazioni usurate può anche accidentalmente aperire un percorso per i germi.
Problemi di circolazione
Quando i vasi sanguigni sono danneggiati o bloccati, il corpo ha difficoltà a distribuire le cellule che combattono le infezioni
Ciò che inizia come un piccolo taglio può progredire a un'ulcera profonda che può esporre i tessuti profondi alle infezioni.
  
Malattie che compromettono la circolazione del sangue sono:
  • Diabete
  • Malattia arteriosa periferica, spesso legata al fumo
  • Malattie epatiche
Tubi medicali
Questi tubi sono spesso una necessità medica, ma possono anche servire come superstrade per i germi.
L'utilizzo di questi tubi medici mette a rischio di infezioni, e in generale, può portare a osteomielite.
Gli esempi includono:
  • Macchine per la dialisi
  • Cateteri urinari
  • Cateteri venosi a volte chiamati linee centrali, che possono rimanere impiantati nel corpo per mesi o anni.
Sostanze per via endovenosa
Le persone che fanno uso di droghe per via endovenosa hanno più probabilità di sviluppare l'osteomielite, perché in genere utilizzano aghi non sterili.
Complicazioni
Le complicazioni possono includere:
  • Osteonecrosi. Un'infezione nell'osso può impedire la circolazione del sangue all'interno dell'osso, con con- seguente necrosi delle ossa. L'osso può guarire dopo un intervento chirurgico per rimuovere piccole sezioni di osso necrotico. Se una grande sezione di osso è perduto, tuttavia, può essere necessario amputare l'arto per prevenire la diffusione dell'infezione.
  • Artrite settica. In alcuni casi, l'infezione può diffondersi all'interno delle ossa.
  • Crescita ridotta. Nei bambini, il luogo più comune per l'osteomielite è nelle aree di accrescimento ovvero le cartilagini. Una crescita normale può essere interrotta nelle ossa infette.
  • Il cancro della pelle. Se l'osteomielite ha provocato una ferita aperta che sta creando pus, la pelle cir- costante è a più alto rischio di sviluppare il cancro a cellule squamose.
Diagnosi
Il medico può ordinare una combinazione di test e procedure per diagnosticare l'osteomielite e per determinare quale germe causa l'infezione.
Gli esami del sangue
Esami del sangue possono rivelare elevati livelli di globuli bianchi e altri fattori che possono indicare che il corpo sta combattendo un'infezione
Se l'osteomielite è stato causata da un'infezione nel sangue, i test possono rivelare a carico di quali germi. Tuttavia, le analisi del sangue danno solo indizi che il medico usa per decidere ulteriori test e le procedure da adottare.
Esami radiografici
  • Raggi-X. I raggi X possono rivelare danni al tessuto osseo. Tuttavia, i danni potrebbero non essere visibili fino a quando l'osteomielite è acuta.
  • Tomografia computerizzata (TAC).
  • La risonanza magnetica (MRI).
Biopsia ossea
La biopsia ossea è il gold standard per la diagnosi di osteomielite, perché può anche rivelare il particolare tipo di germe che ha infettato il tessuto osseo. 
Conoscere il tipo di germe consente al medico di scegliere un antibiotico che funziona particolarmente bene per quel tipo di infezione
Una biopsia richiede l'anestesia e la chirurgia per accedere all'osso. 
In alcune situazioni, un chirurgo inserisce un lungo ago attraverso la pelle per fare una biopsia. 
Questa procedura richiede anestetici locali per intorpidire la zona in cui è inserito l'ago.
osteomielite acuta1.jpgTrattamenti e cure
I trattamenti più comuni per l'osteomielite sono antibiotici e intervento chirurgico per rimuovere porzioni di osso che sono infetti o in necrosi.
Farmaci
Una biopsia ossea rivelerà che tipo di germe causa l'infezione, per cui il medico potrà scegliere un antibiotico che funziona particolarmente bene per quel tipo di infezione. 
Gli antibiotici sono solitamente somministrati attraverso una vena del braccio per almeno sei settimane. 
Gli effetti collaterali possono includere nausea, vomito e diarrea.
Chirurgia
A seconda della gravità dell'infezione, la chirurgia dell'osteomielite può includere una o più delle seguenti procedure:
  • Drenare la zona infetta. L'apertura dell'area intorno alla osso infetto consente al chirurgo di eliminare ogni pus o liquido che si è accumulato in risposta alle infezioni.
  • Togliere l'osso e il tessuto malato. In una procedura chiamata sbrigliamento, il chirurgo rimuove la mag- gior quantità di osso malato possibile, prendendo un piccolo margine di osso sano per assicurarsi che tutte le aree infette siano state rimosse.
  • Ripristinare il flusso di sangue all'osso. Il chirurgo può riempire qualsiasi spazio vuoto lasciato dalla procedura di sbrigliamento con un pezzo di osso o altri tessuti, come pelle o  muscoli, da un'altra parte del corpo. A volte filler temporanei vengono inseriti in questa tasca finché non si è abbastanza sani da sotto- porsi a un trapianto osseo o ad un innesto di tessuto. L'innesto aiuta l'organismo a riparare i vasi sanguigni danneggiati e a formare nuovo tessuto osseo.
  • Rimuovere eventuali corpi estranei. In alcuni casi, corpi estranei, come le placche chirurgiche o viti pos- te nel corso di un precedente intervento chirurgico, possono essere rimosse.
  • Amputare l'arto. Come ultima risorsa, i chirurghi possono amputare l'arto interessato per evitare che l'infe- zione si diffonda ulteriormente.
Prevenzione
Ridurre il rischio di infezione riduce anche il rischio di sviluppare l'osteomielite
In generale, prendere precauzioni per evitare tagli e graffi, questo è il modo in cui i germi hanno un facile accesso al corpo. 
Se ci si taglia o graffia, pulire l'area immediatamente e applicare un bendaggio pulito. 
Controllare le ferite frequentemente per eventuali segni di infezione.
referenze - Fort GG, et al. Osteomielite. In: Ferri FF. Advisor Clinica Ferri 2010. Philadelphia, Pa.: Mosby Elsevier, 2009. Letta 26 MARZO 2010.
Chihara S, et al. Osteomielite. Malattia-un-mese. 2010; 56:6.
Lalani T. Panoramica di osteomielite negli adulti. http://www.uptodate.com/home/index.html. Letta 26 MARZO 2010.
Infezioni. American Academy of Orthopaedic Surgeons. http://orthoinfo.aaos.org/topic.cfm?topic=A00197. Letta 26 MARZO 2010.
Berbari EF, et al. Osteomielite. In: Mandell GL, et al. Mandell, Douglas e Bennett Principi e Pratica di Malattie Infettive. 7a ed. Philadelphia, Pa.: Churchill Livingstone Elsevier, 2009. Letta 29 MARZO 2010.
Dabov DB. Amputazione di osteomielite. In: Canale S., et al. Campbell Operativa Ortopedia. 11 ° ed. Philadelphia, Pa.: Mosby Elsevier, 2007. Letta 29 MARZO 2010.
                     Osteomielite

L'osteomielite è una infezione dell'osso
I germi che più frequentemente causano le osteomieliti sono gli stafilococchi, ma esistono anche infezioni da altri tipi di batteri.

La particolare struttura dell'osso rende molto difficile la sua guarigione dalle infezioni.

 I tipi più frequenti di osteomielite o osteite sono:

  • Osteomielite post-traumatica, dovuta alla penetrazione nell'osso di batteri in seguito a traumi (fratture esposte, schiacciamenti, ferite penetranti, colpi da arma da fuoco, ecc.);
  • Osteomielite post-chirurgica, dovuta alla contaminazione dell'osso in seguito ad interventi chirurgici;
  • Osteomielite ematogena: l'osso è attaccato da batteri che si trovano nel sangue e provenienti da altri focali infettivi (infezioni dei denti, polminiti, infezioni delle vie urinarie, ecc.).
Per un breve estratto sulla classificazione delle osteomielitivisualizza qui.
quadro TAC
Scintigrafia ossea
quadro operatorio
riempimento chirurgico











Osteomielite ematogena di una giovane donna. 
 Il quadro T.A.C., la scintigrafia ossea, il reperto    chirurgico ed il riempimento con materiali contenenti antibiotici.
La diagnosi ed il trattamento è effettuato in Centri specialistici.   

Osteomielite

L'Osteomielite è una infezione ossea sostenuta da germi patogeni o, meno comune comunemente, da miceti o clostridi
Si distingue in: 
Osteomielite Acuta (OMA) 
Osteomielite Cronica (OMC) 
Osteomielite Acuta (OMA)
Si distingue in: 
osteomielite acuta ematogena
osteomielite da inoculazione diretta o per contiguità
I sintomi sono propri di una infezione acuta: dolore, febbre, tumefazione locale, compromissione funzionale locale e generale.
Terapia dell’Osteomielite Acuta (OMA)
Eventuale conferma istologica con biopsia. 
Identificazione dell’agente patogeno tramite: tampone, ago-TAC o ago-aspirato. 
Antibioticoterapia (ABT) mirata. 
Svuotamento chirurgico, drenaggio della cavità ascessuale e lavaggio continuo post-operatorio con antisetti- ci. 
Antibioticoterapia postoperatoria mirata per 4-8 settimane. 
Utile associazione di OssigenoTerapia Iperbarica (OTI).
Osteomielite Cronica (OMC)
Si distingue in: 
osteomielite cronica secondaria 
osteomieliti croniche “ab initio” 
Quelle ab-initio si distinguono in “ascesso centrale di Brodie” e “osteomielite eburneizzante di Garrè”
I sintomi sono di una infezione profonda con caratteri di cronicità: presenza saltuaria o ciclica o permanente di fistole con secrezione purulenta. 
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Distrofia e discromia cutanea. 
Dolore gravativo saltuario o permanente locale spesso pulsante. 
Tumefazione dura. 
Febbre di scarsa entità. 
Periodi di completo benessere. 
Deformazione diafisaria tibiale nelle forme croniche da anni.
Terapia della Osteomielite Cronica (OMC) 
Stadiazione della Osteomielite Cronica secondo la classificazione di Cierny-Mader 
Terapia medica 
Terapia chirurgica della Osteomielite Cronica 
Stadiazione della Osteomielite Cronica (OMC)
Stadiazione della Osteomielite Cronica secondo la classificazione di Cierny-Mader (UTMB)
I Pazienti con Osteomielite Cronica sono distinti in “gruppi” che definiscono la situazione clinica generale e locale (Fig.1) ed in “stadi” relativi alla situazione anatomopatologica della Osteomielite Cronica (Fig.2).
Gruppo A: condizioni generali e immunitarie nella norma.
Gruppo B S/L : il gruppo B è compromesso da patologie sistemiche (S) o locali (L). 
Le compromissioni sistemiche più comuni sono: tabagismo, alcolismo, immuno-depressione, patologie d’orga no, ipossia cronica. 
Le locali interessano l’arto sede di Osteomielite Cronica: arterite, stasi venosa, stasi linfatica, fibrosi da rag gi, estese cicatrici.
Gruppo C: pazienti non suscettibili di trattamento chirurgico per età avanzata, lunga cronicità dell’infezione, stati particolarmente debilitati, complessità di trattamento, alto rischio di insuccesso terapeutico.
Fig. 1: Raggruppamento dei pazienti con osteomielite cronica
Stadio Iosteomielite midollare
Monocompartimentale: l’infezione interessa esclusivamente la cavità midollare di un segmento osseo.
Stadio IIosteomielite superficiale
Monocompartimentale: la necrosi settica ossea interessa una frazione della corticale ossea e non raggiunge lo spazio midollare.
Stadio IIIosteomielite localizzata
La Osteomielite Cronica è diffusa nello spazio midollare e corticale a tutto spessore.
Stadio IVosteomielite diffusa
Analogo al III ma più esteso. 
Sono incluse le pseudoartrosi e le protesi infette.
I gruppi definiscono la strategia terapeutica medica, gli stadi sono relativi alla indicazione chirurgica. 
La percentuale di guarigione è relativa ai gruppi: percentuale più alta per il gruppo A, più bassa per il gruppo B, molto sfavorevole per il gruppo C.
Fig. 2: Stadiazione della Osteomielite Cronica

Terapia medica dell'Osteomielite Cronica (OMC)

  • Immunoterapia di Stimolazione Batterica (ITSB). Indicata per i gruppi A, B e C. Venne introdotta dal dott. Enrico Savoini negli anni ’60, nell’Istituto Codivilla Putti Cortina d’Ampezzo.
  • Ossigenoterapia Iperbarica (OTI). Indicata per i gruppi A,B e C. La Ossigenoterapia Iperbarica potenzia l’efficacia di gruppi di antibiotici e aumenta l’efficacia macrofagica sotto stimolazione della Immunoterapia di Stimolazione Batterica.
  • Reclutamento di tutte le risorse mediche per migliorare le condizioni generali del paziente OMC. Indicato per i gruppi B e C. Fra queste la più comune è cessare il consumo di sigarette, alcool e sostanze voluttuarie in gene re.
  • Terapia Antibiotica Soppressiva. Indicata nel gruppo C.
La Stadiazione della Osteomielite Cronica secondo la classificazione di Cierny -Mader (UTMB) puntua- lizza che la percentuale di guarigione è massima nei pazienti OMC di gruppo A. 
Decresce nei BL, nei BS e ulteriormente nei combinati BL-S. 
E’ bassa nei C. 
Su un piano teorico, i provvedimenti medici dovrebbero “trasformare” i pazienti OMC di gruppo C nel gruppo B e quelli B nel gruppo A, aumentando per ciascuno di essi la percentuale di successo terapeutico.

Terapia chirurgica dell’Osteomielite Cronica (OMC)

E’ successiva alla terapia medica.
Stadio I: pulizia dello spazio midollare, prelievi per ABG, eventuale contro-apertura del canale midolla- re, lavaggio continuo postoperatorio per 3 gg con antisettici, ABT generale e, con l’esito dell’ABG, ABT mirata per 4/8 settimane, possibilmente associata a Ossigenoterapia Iperbarica.
Stadio II: pulizia chirurgica dei tessuti ossei necrotici e dei tessuti molli atrofici infetti. 
L’alta incidenza di estese superfici di compromissione cutanea rendono frequente la collaborazione con la Chirurgia Plastica per innesti muscolari vascolarizzati di copertura.
Stadio III: pulizia chirurgica dei tessuti ossei necrotici e dei tessuti molli atrofici infetti. 
La maggiore estensione della Osteomielite Cronica può far adottare provvedimenti specifici per evita- re il rischio di fratture patologiche.
Stadio IV: procedimento analogo allo stadio III. 
Quando vi è una pseudoartrosi infetta, i fissatori esterni rappresentano la risorsa chirurgica più affida- bile. 
La metodica ed il fissatore di Ilizarov sono di frequente le scelte più indicate.
Autore: Dr. Giovanni Gualdrini, dirigente medico della Struttura Semplice Dipartimentale di Chirurgia ortopedica conser vativa e tecniche innovative, Istituto Ortopedico Rizzoli.  Scheda informativa revisionata il: 14 novembre 2011.
 Contenuto aggiornato il 15/11/2011 - 16:37
Ferite infette
Le ferite infette o contaminate sono una evenienza che può far seguito a:
  • Traumi
  • Schiacciamenti
  • Ustioni
  • Diabete
  • Vasculopatie
  • Neuropatie periferiche
  • Piaghe da decubito
Spesso le ferite che non guariscono sono legate alla presenza di una infezione profonda, che, in molti casi, inte ressa l'osso. 
In queste situazioni è importante la consulenza dello specialista ortopedico, perché agire solo sulla ferita, senza bonificare l'osso e gli altri tessuti profondi, può essere inutile o controproducente.
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Le ferite difficili possono essere dovute e traumi con infezioni croniche e pseudoartrosi settiche, come in questo giovane Paziente.
Pseudoartrosi infette e infezioni dopo osteosintesi
L'infezione può complicare una frattura. 
Ciò può succedere in almeno 3 situazioni:
  1. dopo fratture esposte (fratture nelle quali l'osso sporge dalla pelle);
  2. nelle fratture con grave schiacciamento dei tessuti sovrastanti;
  3. dopo interventi chirurgici di fissazione della frattura stessa con viti, placche metalliche, chiodi o fissatori esterni.
Quando l'infezione complica una frattura, la guarigione dell'osso fratturato è, di solito, ritardata e, talvolta può non avvenire.
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Se non vi è saldatura tra le ossa fratturate dopo otto mesi dalla frattura si parla di "pseudoartrosi"
Se la mancata saldatura avviene in presenza di infezione ossea, si parla di "pseudoartrosi settica"
Questa condizione è molto grave e di difficile e lungo trattamento.
Pseudoartrosi settica di tibia, in trattamento con fissatore esterno
Pseudoartrosi settica di tibia
In questo caso il rischio di infezioni dell'osso stesso, lesione ossea che consiste in una soluzione di continuo, com pleta o incompleta, con o senza spostamento dei frammenti che ne residuano. 
Segue più comunemente a traumi, ma sono possibili anche fratture spontanee, da fragilità ossea, come in corso di osteoporosi e in alcune forme neoplastiche
In caso di frattura va immediatamente valutata la presenza di lesioni nervose o vascolari profonde che richiedono un in- tervento d'urgenza, necessario anche in presenza di frattura esposta, cioè con i monconi ossei in evidenza
In questo caso il rischio di infezioni dell'osso stesso (osteomielite) è molto elevato, e va assicurata una pronta disin- fezione locale e una terapia antibiotica adeguata. 
Radiografia di frattura. 
Frattura. 
Le due radiografie permettono di diagnosticare una grave frattura scomposta della tibia dovuta a un trauma.
           
Raffigurazione di diverse fratture.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                             Frattura.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                   Le fratture sono la conseguenza di un trauma diretto o indiretto che colpisce le ossa e le articolazioni.                                                                                                                                                                                                                                                               Possono essere di varia gravità, come mostrato nella figura.

Spesso le infezioni ossee ed articolari provocano danni fisici gravi e permanenti
Infezioni e protesi articolari
Ogni anno in Italia sono impiantate circa 150.000 protesi articolari (anca, ginocchio, spalla, gomito, caviglia).


Una percentuale variabile di pazienti, 0.5 - 4 %, può sviluppare una infezioni post-chirurgica.

Non sempre la diagnosi è semplice e viene di preferenza effetuata presso Centri specializzati.
Esistono infatti casi che si presentano con i segni dell'infiammazione acuta (arrossamento, calore, dolore, febbre) o con secrezione dalla ferita chirurgica, nei quali la diagnosi è quasi ovvia, ma spes so vi sono delle situazioni in cui l'unico dato è il dolore a livello dell'articolazione colpita. 
Prevenire le infezioni delle protesi, le ostiomieliti e la complicanza del rigetto di protesi 

 

Le sale operatorie a flusso laminare sono considerate lo standard in gran parte dei paesi europei in caso di chirurgia protesica. 
In uno studio multicentrico su 8.000 sostituzioni totali di anca e ginocchio sotto flusso laminare verticale, Lidwell e Al.
*Hanno confrontato l’influenza sui tassi delle infezioni del sito chirurgico (ISS) profonde con il flus so turbolento e con il flusso laminare:il tasso di ISS in seguito a operazioni in cui era usato il flusso laminare si riduceva di 80 % rispetto ad interventi con flusso turbolento. 
Le sale operatorie a flusso laminare sono ormai considerate lo standard in gran parte dei paesi eu- ropei (Francia, Austria, Germania, Svizzera, Inghilterra, Olanda etc.) in caso di chirurgia protesica (UNI EN ISO 14644). 
* Lidwell O.M. Air, antibiotics and sepsis in replacement joint. J Hosp Infect 1988 (Suppl): 18-40

 Toul portaferri mantiene la sterilità degli strumenti, del materiale protesico e dei tessuti dei pazienti
Se avviene una contaminazione batterica durante la preparazione della protesi o durante l'impian- to della protesi o successivamente, può svilupparsi un'infezione: in tal caso è necessario rimuove- re la protesi al fine di risolvere completamente l'infezione. 
I dispositivi medici non causano infezioni, tuttavia, è noto che contribuiscono al potenziamento delle infezioni stesse. 
Una volta che un dispositivo medico è colonizzato, i batteri sono meno suscettibili al trattamento antibiotico, a causa della formazione del biofilm. 
In queste condizioni, il numero di microrganismi in grado di trasmettere le infezioni è più basso ed 
il dispositivo impiantato funziona come veicolo per la diffusione del batterio ai tessuti circostanti. 
Per ridurre i rischi di complicanze è fondamentale l’assoluto rispetto della sterilità del campo opera torio e degli strumenti.
 La carica batterica in una sala operatoria convenzionale può variare da un minimo di 50 fino ad ol- tre 200 UFC/m3 (in relazione al numero delle persone presenti e alla durata dell’intervento), men- tre il nuovo sistema TOUL crea un “FLUSSO LAMINARE DI ARIA ULTRAPULITA” che riduce la carica batterica sul sito chirurgico e/o sul tavolo porta strumenti fino a 95%. 
Sono proprio gli strumenti che veicolano i microrganismi all’interno della ferita nella profondità del- l’organismo provocando infezioni anche a distanza di anni. 
Toul portaferri mantiene la sterilità degli strumenti, del materiale protesico e dei tessuti dei pazi- enti (ad es. i legamenti) indipendentemente dalla durata dell’ intervento e dalle persone presenti in sala operatoria attraverso un flusso d’ aria ultra-pulita ottenuta con la filtrazione a filtri HEPA.

Infezioni e protesi articolari
Prevenire le infezioni delle protesi, le ostiomieliti e la complicanza del rigetto di protesi 

Esistono infatti casi che si presentano con i segni dell'infiammazione acuta (arrossamento, calore, dolore, febbre) o con secrezione dalla ferita chirurgica, nei quali la diagnosi è quasi ovvia, ma spesso vi sono delle situazioni in cui l'unico dato è il dolore a livello dell'articolazione colpita.

Protesi totale di ginocchio settica

 Prelievo di liquido articolare
Protesi totale di ginocchio infetta e mobilizzata. 
Si preleva il liquido articolare,  per confermare la diagnosi e isolare il germe.


Anche il trattamento di una infezione peri-protesica è spesso complesso e può ri- chiedere terapie antibiotiche prolungate ed interventi chirurgici di rimozione e di reim- pianto della protesi infetta.
Vedi la recente pubblicazione (in inglese) sul trattamento delle protesi di ginocchio infette .
Vedi la recente pubblicazione (in inglese) sul trattamento delle protesi di spalla infette
Vedi una breve presentazione sulle protesi di anca settiche (attenzione alla presenza di immagini cruente)

Le infezioni di protesi di ginocchio più gravi possono a volte richiedere un intervento di "artrodesi". 
Questo intervento blocca il ginocchio in estensione, consentendo di risolvere l'infezio- ne in più del 90% dei casi e permettendo di camminare senza dolore, con un bastone per le lunghe distanze. 
Una svolta per la ricerca nel campo della diagnostica delle infezioni ossee e articolari con la teletermografia, recentemente pubblicata su prestigiose riviste internazionali (v. anche Journal of Orthopaedics and Traumatology)
 T01098IRT01098VB










Protesi di ginocchio dolorosa, infetta (ginocchio destro).
La teletermografia dimostra l'aumentata temperatura nella regione di infezione protesica. 
Pubblicato uno studio sul trattamento delle artriti infettive dell'anca nell'adulto ante spaziatori antibiotati e protesi totale di anca.
Fig1   

Gli antibiotici per il trattamento dell’osteomielite cronica 
negli adulti
L’Osteomielite è una infiammazione delle ossa e del midollo osseo causata da germi che formano pus, micobatteri o funghi. 
Tutte le infezioni ossee di lunga durata, si chiamano osteomieliti croniche
Gli antibiotici possono essere somministrati sia per via orale o parenterale (cioè da qualsiasi altra via che utilizzi la bocca o l’intestino)
Questa revisione ha identificato otto piccoli trials randomizzati che hanno presentato i risultati su un totale di 228 pazienti, la maggior parte dei quali hanno segnalato di aver subito la rimozione chirurgica del tessuto infetto (debridement) prima di iniziare la terapia antibiotica.
Vi erano quattro comparazioni, ma il raggruppamento dei risultati è stato possibile solo per il confronto della somministrazione di antibiotici orali contro quella parenterale. 
I risultati aggregati dei tre studi non hanno mostrato differenze statisticamente significative nel numero di persone che erano senza sintomi (in ‘remissione’) a 12 mesi o più di follow-up, né in numeri con effetti negativi o con superinfezione (un’altra infezione non è sensibile all’anti0bioti co utilizzato). 
Questa evidenza suggerisce che il metodo di somministrazione dell’antibiotico non ha un ef- fetto sul tasso di remissione della malattia se i batteri che causano l’infezione sono sensibili al- l’antibiotico utilizzato. 
Tuttavia, è necessaria una conferma. 
Non c’erano evidenze o quelle presenti erano insufficienti per dare delle indicazioni sulla dura-ta ottimale della terapia antibiotica e sui tipi di antibiotici.
Background:
L’osteomielite cronica è generalmente trattata con antibiotici e sbrigliamento chirurgico, ma può persistere per anni in modo intermittente con frequenti fallimenti terapeutici. 
Nonostante i progressi sugli antibiotici e sul trattamento chirurgico, i tassi di recidiva a lungo termine restano pari al 20% – 30%.
Obiettivi:
Determinare gli effetti dei diversi regimi di trattamento sistemico con antibiotici per il  tratta- mento dell’osteomielite cronica negli adulti.
Strategia di ricerca:
Abbiamo cercato sul  Cochrane Bone, Joint and Muscle Trauma Group Specialised Register (ottobre 2008). 
Cochrane Central Register of Controlled Trials (The Cochrane Library 2008, Issue 3).
MEDLINE (Gennaio 1966 a ottobre 2008). 
EMBASE (gennaio 1980 all’ottobre 2008). 
LILACS (ottobre 2008) e sugli elenchi di riferimento di articoli rilevanti.
Criteri di selezione:
Trials randomizzati e controllati  o quasi randomizzati che fornissero informazioni sulle moda- lità con cui affrontare gli effetti dei diversi trattamenti antibiotici dopo debridementchirurgico per l’osteomielite cronica negli adulti.
Raccolta dati e analisi:
Due autori, hanno analizzato in modo indipendente i documenti per l’inclusione, estratto i dati e valutato la qualità degli studi. 
Quando appropriato, hanno riunito i dati utilizzando il modello a effetto fisso.
Principali risultati:
Abbiamo incluso otto trials di piccole dimensioni (257 partecipanti in totale, con i dati dispo-nibili da 228). 
La qualità degli studi era inadeguata: in particolare, il concealment of allocation(occultamento dell’allocazione) non è stato confermato e c’era un’assenza di cecità nella valutazione dell’out- come. 
I regimi antibiotici, la durata del trattamento e il follow-up variavano tra i trials. 
Cinque studi hanno confrontato gli antibiotici per via orale contro quelli per via parenterale.
Non c’era differenza statisticamente significativa tra i due gruppi nel tasso di remissione a 12 mesi o più,  dopo il trattamento (risk ratio 0,94, intervallo di confidenza al 95% 0,78-1,13; 3 studi). 
Il trattamento antibiotico per l’osteomielite è stato associato ad eventi avversi moderati o gra- vi nel 4,8% dei pazienti allocati nel gruppo degli antibiotici per via orale e al 15,5% dei pazienti allocati nel gruppo con gli antibiotici per via parenterale (risk ratio: 0,40, intervallo di confiden-za al 95% 0,13-1,22; 4 studi). 
Singoli trials con pochissimi partecipanti, non hanno trovato differenze statisticamente signifi- cacative nella remissione o negli eventi avversi per le seguenti tre comparazioni: parenterale più orale versus la sola somministrazione parenterale, 
due regimi di antibiotici per via orale e due regimi di antibiotici per via parenterale. 
Non ci sono studi che abbiano confrontato tempi diversi nel trattamento antibiotico per l’osteo- mielite cronica o regolato il tasso di remissione delle specie batteriche o della gravità della malattia.
                                   
Conclusioni degli autori:
Evidenze limitate suggeriscono che il metodo di somministrazione degli antibiotici (per via orale versus parenterale) non influenza il tasso di remissione della malattia se i batteri sono sensibili all’antibiotico utilizzato. Tuttavia, questo dato e la mancanza di differenze statisticamente significative in termini di effetti avversi necessitano di conferme. Non esistono evidenze e quelle presenti sono insufficienti per analizzare altri aspetti della terapia antibiotica per l’osteomielite cronica.
Conterno LO, da Silva Filho CRodrigues. Luglio 2009
                                          downloadman

                                                           
                     Fine
                        A me è piaciuto moltissimo.dieta
Pubblicato su Blogger oggi 30 Agsto 2012 alle ore 11,16 da: Giuseppe Pinna de Marrubiu