lunedì 18 giugno 2012

(Scheda 66) 2ª Parte - Gli ANTIOSSIDANTI e i PROBLEMI OSTEO-ARTICOLARI.

      ANTIOSSIDANTI E PROBLEMI OSTEO-ARTICOLARI
a cura del Dott. Giovanni Turchetti
Articolo informativo di Giuseppe Pinna per S. O. S. - “Osteomielitici d’Italia” - Onlus  «Centro Servizi Informativi 
On-line per Osteomielitici e Pazienti dell’Ospedale CODIVILLA-PUTTI di Cortina d’Ampezzo».
2ª Parte 

EQUILIBRIO ACIDO-BASICO: IL FATTORE pH
IL CONCETTO DI FEBBRE INTERNA 
IN NATUROPATIA E OSTEOPATIA
SAMe: UNA MOLECOLA DALLE MOLTEPLICI PROPRIETA'
GLI ENZIMI
L’ESSENZA DELLA VITA 1: GLI ENZIMI
L’ESSENZA DELLA VITA 2: ALIMENTAZIONE 
INTEGRAZIONE ENZIMATICA
IL CAMPO D'AZIONE DELLE MEDICINE NATURALI
                                 
EQUILIBRIO ACIDO-BASICO: IL FATTORE pH
Un fattore chiave per far regredire le malattie è mantenere uno equilibrio acido-basico in tutto il corpo.
Quando questo equilibrio è mantenuto il corpo è in un ambiente ben ossigenato.
L’acido è una sostanza caustica, acre ed erosiva che ha una carica elettropositiva. 
Un corpo acido, o in Acidosi, ha sangue viscoso che iper-coagula e non ossigena in modo appropriato.
Le cellule non possono disfarsi dei propri prodotti di scarto, per cui l’abilità di guarirsi o di mantenersi in salute è molto ridotta.
Questo indebolimento è caratterizzato da sangue morboso, cellule malate, infiammazione, eccesso di grasso corporeo e funzioni immunitarie soppresse. 
L’acidità del sangue blocca l’assorbimento delle vitamine e priva l’organismo di nutrienti essenziali, in-crementa formazioni tossiche nelle cellule intasate, rallenta le funzioni organiche e ci fa sentire deboli e pigri, previene una digestione appropriata e crea eccesso di gas e gonfiore addominale, causa sovrap-peso e obesità, accelera il processo di invecchiamento e molto altro.
Queste condizioni sono ideali per contrarre e sviluppare vari microrganismi patogeni, come virus, bat-teri, funghi, lieviti e parassiti. 
Qualsiasi tipo di infezione può prosperare in un corpo in acidosi. 
Un sistema immunitario indebolito comporta un’abbassata resistenza alle infezioni.
La conclusione è che nessuna malattia può essere curata senza una disintossicazione controllata, elimi-nando gli eccessi di scarti acidi dall’organismo.
Il termine pH significa potenziale di Idrogeno, e misura l’acidità o l’alcalinità di una soluzione rappresentata in una scala da 0 a 14. 
Le soluzioni alcaline sono uguali a 7 nella scala del pH
Più basso è il valore del pH (o più vicino a 0), più la soluzione è acida. 
Più è alto (o più vicino a 14), più la soluzione è alcalina. per es., un pH 3 è più acido di un pH 5 e un pH 9 è più alcalino di un pH 6.
Il pH normale dei tessuti e fluidi del corpo umano (tranne lo stomaco) è leggermente alcalino. 
Il valore di pH più critico è quello del sangue. 
Tutti gli altri organi e fluidi oscilleranno nei loro range in maniera da mantenere il sangue in valori di pH ristretti tra 7.35 e 7.45 (leggermente alcalino). 
Il corpo crea costantemente aggiustamenti nel pH di tessuti e fluidi per mantenere questo strettissimo range di pH del sangue.
Le conseguenze di una troppa acidità (o anche alcalinità) nell’organismo sono diverse.
Se, ad esempio, il sangue va in acidosi:
1) il sangue richiamerà alcuni degli elementi che formano alcalinità dagli enzimi nell’intestino te- nue, per rimanere nei valori normali. 
L’intestino tenue diventerà quindi troppo acido per digerire alimenti in maniera ottimale. 
Il pancreas, la colecisti ed il fegato saranno forzati a rimediare questa deficienza per metaboliz-zare gli alimenti appropriatamente. 
Tutto ciò avrà un’influenza diretta sulla produzione degli enzimi metabolici, che sono coinvolti in ogni reazione biochimica nell’organismo. 
Il risultato è l’abbassamento del sistema immunitario, squilibri ormonali, malassorbimento, proble-mi digestivi etc.
2) le ossa cedono/dissolvono il calcio, il minerale più alcalino. 
Questo può portare ad una riduzione dell’assorbimento di minerali supplementari e problemi di densità ossea.
3) I livelli di insulina aumentano ed il grasso viene immagazzinato invece di essere metabolizza- to. 
Questo in effetti mima uno stato di malnutrizione o di morir di fame e ciò porta il corpo in aci- dosi. 
Come misura di sicurezza, l’insulina è prodotta in eccesso così che tutte le calorie disponibili sa- ranno immagazzinate come grasso. 
Ne consegue sovrappeso e rende difficile la perdita di peso.
4) Avvengono gli squilibri elettrolitici che hanno influenza diretta sul “sistema di trasporto dei fluidi”
Gli elettroliti sono fondamentali nel mantenere il potenziale di membrana, specie nelle cellule ner- vose, cardiache e muscolari.
5) Reni, colecisti, pancreas ed altri organi subiscono stress aggiuntivi. 
Problemi simili possono avvenire quando l’organismo diventa troppo alcalino, anche se è poco probabile che ciò possa succedere.
I sintomi di acidosi includono, tra altre cose: sovrappeso, difficoltà a perdere peso, metabolismo rallentato, deficienze minerali, costipazione, fatica, offuscamento mentale, urinazione frequente, ipoglicemia, squilibri ormonali, muscoli dolenti, bruciori di stomaco, reflusso gastro-esofageo, in- digestione etc.
I fattori che contribuiscono all’Acidosi possono essere i seguenti: stress, inquinamento ambien-tale, poco o eccessivo esercizio fisico, ed il fattore più importante, la dieta. 
Più cibo acido mangiamo più acidi diventiamo; più cibo alcale mangiamo più alcali diventiamo. 
In generale, frutta e verdura creano alcalinità, mentre carne, zuccheri, caffeina, fagioli, prodotti caseari e grani sono più acidi.
Gabriel Cousins, nel suo libro “Conscious Eating”, chiama l’attenzione alla complessità di questo punto. 
La sua ricerca ha dimostrato che circa il 30% delle persone, che sono state consigliate da lui in termini nutrizionali hanno risposto in maniera esattamente opposta, cioè, alcune verdure e frut-ta li hanno resi più acidi. 
Quindi si deve determinare individualmente quali alimenti sono adatti per ogni soggetto.
Il pH dell’urina
Il miglior modo per determinare il pH corporeo medio è attraverso l’analisi del pH delle urine, uti-lizzando dei misuratori del pH (cartine tornasole), che forniscono informazioni sul pH generale organico. 
Infatti, uno dei modi più efficaci e semplici del nostro corpo di mantenere l’equilibrio acido-basi co è attraverso l’eliminazione acida dai reni.
Un corpo in acidosi eliminerà l’acidità in eccesso attraverso le urine. 
Questo renderà il sangue più alcalino, così il pH dell’urina sarà acido. 
L’urina è quindi un eccellente indicatore per determinare se la nostra dieta è ricca di cibo che ci rende acidi o alcalini.
L’ideale è controllare il pH delle urine nelle 24 ore almeno in tre momenti della giornata: seconde urine del mattino (la prima tende spesso all’acidità); prima del pasto di mezzogiorno; prima di ce na. 
E’ bene ripetere questo test per 5-6 giorni, così da poter determinare quali alimenti o bevande ci rendono più acidi o alcalini, e dunque, realizzare gli aggiustamenti necessari per un pH equili-brato attraverso cambiamenti dietetici.
Il pH urinario ottimale è tra 6 e 7 sulla scala del pH
Alla fine, si farà la media dei diversi indicatori: una continua presenza di pH urinario sotto il valo re di 6 è segno di tendenza all’acidosi generale organica. 
Se la media è sopra 7 si è troppo alcalini. 
Ad ogni caso, si deve comunque realizzare dei miglioramenti nello stile di vita per sostenere un appropriato pH per l’organismo.
Il pH della saliva
Grazie ai nostri sistemi tampone riusciamo costantemente a mantenere tale equilibrio acido-ba sico, ma spesso rischiamo di depauperare le nostre riserve di preziosi minerali alcalini come il cal cio, il magnesio, il potassio ed il sodio.
Molti autori concordano nel fatto che il pH salivare è un indicatore della riserva alcalina e della condizione del pH delle cellule. 
Il corpo non crea alcalinità, ma ha una riserva minerale alcalina basata sull’assunzione di cibi al- calini.
Un pH salivare normale, testato appena svegli la mattina o a stomaco vuoto, è tra 6.2 e 7.2.
Dopo un pasto, dovrebbe diventare ancora più alcalino.
Una teoria è che se il pH è tra 5.8 e 6.2 il corpo è in acidosi con poca riserva alcalina rimasta.
Se il pH mattutino è sotto 5.8, ed il primo pomeriggio, dopo i pasti, non va oltre questo valore, vuol dire che non c’è nessuna riserva alcalina rimasta, e quindi significa che il corpo è estrema- mente acido.
In conclusione...
...Dieta equilibrata e stile di vita sano sono probabilmente i cambiamenti più importanti da intra-prendere. 
Evitare il consumo eccessivo di carne, alcol, soft drink, caffeina, caffè, la maggior parte delle no ci, uova, aceto, acido ascorbico, latte pastorizzato, formaggio, zucchero bianco e farmaci in ge nere. 
Aggiungere inoltre abbondante frutta matura, vegetali, semi di soia, germogli di soia, acqua, lat-te crudo, cipolle, fichi, carote, barbabietole, miso, citrato di calcio e vitamina K alla propria die-ta.

Queste attenzioni alimentari, abbinate a esercizio fisico moderato e costante nel tempo, se se- guite costantemente, possono aiutare a migliorare lo stato generale psico-neuro-endocrino-im munologico. 
L’attività fisica eccessiva può, invece, contribuire ad un ambiente acido nell’organismo, dovuto alla produzione eccessiva dell’acido lattico.
IL CONCETTO DI FEBBRE INTERNA 
IN NATUROPATIA E OSTEOPATIA
*tratto liberamente dal libro di Manuel Lezaeta Acharan.
La febbre, dal punto di vista naturopatico, può essere definita come un fenomeno di natura infiammatoria e congestiva. 
S’origina per reazione nervosa e circolatoria, quando i nervi sono irritati o sottoposti ad un lavoro mag- giore del normale. 
Il calore febbrile, quindi, è l’effetto della reazione nervosa e circolatoria.
La malattia, secondo questo concetto, non può quindi essere opera di microrganismi patogeni, bensì de- ve essere considerata un'anomalia funzionale prodotta dalla febbre interna, che va ad alterare il funzio-namento di tutti i visceri e organi, tra cui l'apparato digerente e la pelle, organi preposti alla digestione ed eliminazione e che sono influenzati da un buon equilibrio fra temperatura interna ed esterna del corpo. 
Lo stato d'infermità suppone la febbre interna (o febbre gastrointestinale), ed è proprio questa che al- tera la salute, perché denutre, intossica l'organismo e trasforma in putrefazione il contenuto intestinale, al- terando anche le funzioni di nutrizione e di eliminazione dei polmoni e della pelle.
Secondo il concetto sopra esposto, la febbre interna trova origine in due cause:
• congestione dell'apparato digerente a causa dei continui sforzi giornalieri che gli alimenti inadeguati esi-gono per essere digeriti;
• indebolimento della pelle per mancanza del conflitto con gli agenti atmosferici dovuto a vestiari inadatti (p.es. tessuto sintetico etc.).
Più debole è la temperatura della pelle, maggiore è il calore delle mucose all'interno del ventre.
L'indebolimento della pelle ricarica il lavoro delle mucose, ed è in queste che si dirigono le sostanze tos- siche non asportate dai pori per la deficiente irrorazione sanguinea della superficie corporea. 
Le mucose, forzate a realizzare un lavoro straordinario, s’irritano per reazione nervosa e circolatoria e congestionano progressivamente, producendo la febbre. 
Questo spiega la comparsa di raffreddori, catarri, polmoniti e tutte le infiammazioni interne in generale.
Il termometro, nei casi di febbre interna, non è il modo ideale per conoscere la temperatura interna del- l'organismo. 
Per es. in infermi cronici, estremamente indeboliti, e spesso intossicati da eccesso di farmaci, è possibile vedere che il termometro sotto il braccio accusi 35° C, mentre la febbre interna è all'incirca sui 40° C.
Invece, il polso è una guida importante per comprovare la temperatura del corpo.

Secondo la Naturopatia Classica, esiste una relazione stabile fra l'attività del cuore e la temperatura interna del corpo. Man mano che la temperatura aumenta all'interno del ventre, accelera proporzionalmente l'attività del cuore, che si manifesta con un polso sempre più rapido, anche quando il termometro ascellare non registra aumento di temperatura.
Per concludere, la febbre interna deve essere curata in tutti i casi di malattie, perché essa da' origine alla manifestazione microbica.
L'eliminazione attiva della pelle dell'infermo e, specialmente, la “refrigerazione” interna del ventre, sono condizioni indispensabili per evitare le putrefazioni intestinali, presente in tutte le malattie. 
Il “riscaldamento” interno produce una vasodilatazione negli organi, influendo la mobilità e motilità fisio- logica dei visceri, e conseguentemente rallentando l'intero funzionamento degli organi.
Il corpo umano possiede tre vie per incorporare le sostanze di cui necessita per vivere: i polmoni, la pelle e l'apparato digerente. 
La nutrizione si divide in polmonare, cutanea ed intestinale. 
Per queste stesse vie, e per quelle renali, il corpo espelle i residui del consumo organico.
La febbre interna che, in grado variabile è comune in tutte le malattie, congestiona, indebolisce e dan-neggia gli organi, alterando ed ostacolando le importanti funzioni di eliminazione degli organi emuntori.
Le infermità sono quasi sempre costituite da un'alterazione, maggiore o minore, delle funzioni di nutri- zione e di eliminazione, causate dalla febbre interna.
Secondo la Naturopatia, l'alterazione della salute può essere acuta o cronica:

- acuta: sforzo attivo che l'energia vitale produce per ristabilire la normalità organica alterata o perduta da una vita innaturale. 
Può essere considerata una crisi curativa che, se favorita e non soffocata, ristabilisce la salute integrale del corpo. 
E' il caso dei bambini e degli adulti robusti.
- cronica: l'energia vitale è insufficiente a reagire ed operare una crisi curativa, cioè, il processo di puri- ficazione. 
Il soggetto deve convivere con il disordine funzionale. 
Questo tipo predomina nella vecchiaia e negli individui indeboliti per denutrizione e/o intossicazione.
Solo l'infermità acuta può sanare, perché essa manifesta naturalmente le difese naturali del corpo, capaci di eliminare le impurità che alterano il suo normale funzionamento. 
Per sanare l'infermità cronica, è necessario convertirla in acuta, cioè nell'infermo devono riapparire i sin- tomi della malattia soffocati in antecedenza con medicamenti o altro mezzo.
Nelle crisi acute, lo stato febbrile appare alla superficie del corpo, mentre nei mali cronici la febbre, in grado variabile, si trova sempre rifugiata all'interno del ventre. 
La febbre esterna è il segno della difesa organica e la febbre interna denuncia l'incapacità difensiva dello organismo, ragione per cui si definisce questa febbre come compagna inseparabile dell'infermo senza sin tomi.
La febbre esterna può essere rivelata dal termometro posto sotto il braccio, però la febbre interna si con stata solo per mezzo del polso e tramite l'investigazione dello stato dell'infermo, perché essa si raccoglie nell'interno delle viscere.
La febbre curativa si provoca “attaccando” la pelle con il freddo, costringendola a sviluppare del calore che si produce tramite una reazione nervosa e circolatoria. 
Esponendo la pelle al conflitto con il freddo dell'aria e dell'acqua, obblighiamo l'organismo a sviluppare del calore esterno per difendersi dall'attacco del freddo stesso, asportando dall'interno delle viscere tutto quel sangue che qui si trova a causa della congestione.
L'azione del sole e del vapore, oltre ad aumentare il calore sulla pelle, producendo, quindi, febbre curati va, offre il vantaggio di eliminare, attraverso i pori, tutte le materie malsane dell'interno del corpo.
Questo stesso effetto si ottiene con le reazioni di calore che il freddo dell'aria e dell'acqua producono sulla pelle.
Per quanto riguarda la febbre locale, che è quella che colpisce una zona o un organo determinato del cor po, è necessario agire sopra la parte o l’organo colpito, rinfrescando localmente, asportando attraverso i pori le impurità accumulate a causa dell'infiammazione febbrile.
Nelle applicazioni fredde e calde, abbiamo i disinfiammanti adeguati per trattare la febbre localizzata in congestioni, irritazioni, ferite o ulcere. 
Per i casi cronici e con pelle fredda, si indicano le applicazioni calde e, nelle infiammazioni acute con pel- le calda, si raccomandano applicazioni locali fredde.
Le malattie o affezioni localizzate si possono spiegare in questo modo: i tessuti che ospitano le sostanze estranee si irritano per l'azione acida e caustica di esse; trascurando questo processo infiammatorio, la congestione diventa cronica, genera una cattiva irrigazione sanguinea, indebolisce gradualmente la vitalità e la resistenza dei tessuti affetti, fino a produrre la morte per denutrizione ed intossicazione delle cellule.
SAMe: 
UNA MOLECOLA DALLE MOLTEPLICI PROPRIETÀ

Ultimamente il mondo scientifico sta prendendo maggiormente in considerazione l’importanza di mante- nere livelli ottimali di certi composti biologici, di cui la natura ci ha fornito, come chiave essenziale per la prevenzione e anche per la cura di alcune patologie.
Il SAMe è una molecola dalle proprietà molto interessanti. 
Conosciuta già da molti anni per i suoi effetti antidepressivi, fu scoperta nel 1952 dall’italiano G. L. Cantoni
Il SAMe, che sta per S-Adenosil-Metionina, sta riscuotendo sempre più credibilità non solo nel trat- tamento della Depressione, ma anche come Disintossicante Epatico, per l’Osteoartrite, per il Morbo di Parkinson, per la Fibromialgia e la Sindrome di Gilbert etc., e sempre di più stanno uscendo nuovi studi clinici a riguardo.
Parliamo di “composti biologici” proprio perché il SAMe altro non è che una molecola biochimica che si trova in ogni cellula vivente, e che prende parte a numerose reazioni biochimiche nel corpo umano; fra l’altro, il SAMe è considerato un composto fondamentale per la salvaguardia della cartilagine.
Il corpo umano di un adulto ne produce giornalmente 6-8 gr., la maggior parte dei quali viene prodotta dal fegato. 
Il SAMe è vitale per produrre e mantenere i composti di neurotrasmettitori come la serotonina, la nore- pinefrina, la dopamina e la fosfatidilserina. 
Esso prende parte in un processo biochimico chiamato Metilazione.
METILAZIONE
La Metilazione è il processo di aggiungere un gruppo metile, che è composto da un atomo di carbonio e tre atomi di idrogeno, a proteine, enzimi, DNA, aminoacidi etc.
La Metilazione è un processo cruciale per numerose funzioni biologiche, essa è coinvolta nel mante- nere il DNA, nel metabolizzare i grassi, nel proteggere il sistema nervoso, nel disintossicare il fegato e perfino è utile per inibire le infezioni virali.
Quindi, la Metilazione è il modo con il quale il corpo sintetizza la cartilagine e la biochimica del cer- vello, si disintossica da sostanze nocive etc.
Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che il processo di Metilazione decresce con l’avanzare dell’età, ciò ci porta ad un maggiore rischio di malattie degenerative man mano che invecchiamo.
Tutto ciò avviene a livello cellulare; per fare ciò la metilazione si poggia sulla presenza di certi nutrienti che forniscono le basi per i gruppi Metile.
I gruppi Metile, con i loro appropriati enzimi, sono ben conosciuti per il loro ruolo di convertire, ad es., l’Omocisteina, un acido tossico, in Metionina, un amminoacido benefico e fondamentale per l’orga- nismo umano.
Il SAMe fornisce la maggior parte dei gruppi Metile al corpo, ed è normalmente prodotto dall’orga- nismo dall'amminoacido Metionina. 
La Metionina, interagendo con altri nutrienti come l’acido folico, la vitamina B12 e la Colina, produce il SAMe.
Ovviamente, di pari passo, come i livelli di SAMe diminuiscono anche la Metilazione diminuisce, così di conseguenza diminuisce l’abilità del corpo di auto-disintossicarsi. 
In aggiunta, la produzione di composti biochimici vitali all’organismo poggia sulla donazione dei gruppi Metile
Ecco quindi l’importanza di tale processo di Metilazione.
Il SAMe è di fondamentale importanza per il metabolismo degli acidi nucleici e delle poliamine, per la struttura e la funzione delle membrane cellulari e come precursore del glutatione. 
Questi processi sono, spesso, seriamente alterati in vari stati patologici, ma non possono essere riparati amministrando semplicemente la metionina, ma necessitano, come abbiamo detto prima, della coope- razione di altri nutrienti (enzimi, vitamine etc.) per far sì che ciò possa essere portato a compimento.
Il SAMe è il principale donatore di Metile ad una varietà di accettori che comprendono gli acidi nuclei- ci, i fosfolipidi, le proteine e le amine biologiche. 
Il SAMe è anche il precursore dei gruppi aminopropile e del glutatione nel fegato; regola inoltre le atti- vità di vari enzimi, chiave biochimica essenziale per la nostra salute.
Concludendo, il SAMe partecipa in 3 tipi di reazioni biochimiche importanti: la Transmetilazione, la Transulfurazione e l’Aminopropilazione. (leggere nota in fondo l'articolo).
CAMPI D’AZIONE DEL SAMe
Il SAMe è già da tempo conosciuto per i suoi effetti benefici nel trattamento della depressione.
Numerose evidenze cliniche hanno dimostrato che il SAMe può essere efficace anche nel trattamento dell’Osteoartrite, nelle condizioni di algie dovute alla Fibromialgia eppure nel Morbo di Parkinson.
OSTEOARTRITE
Mentre gli scienziati sono i primi ad ammettere che non si sa esattamente come il SAMe funzioni nel curare l’Osteoartrite, di fatto, è risultato essere molto efficace nel trattarla. 
Numerose evidenze scientifiche supportano l’uso del SAMe per trattare l’osteoartrite
Il SAMe si è dimostrato tanto efficace nel trattare questa patologia quanto i farmaci normalmente utilizzati; in più, si è dimostrato capace di proteggere la cartilagine dall’usura.
Uno studio pubblicato da scienziati spagnoli, nel 1997, suggerisce che il SAMe è efficace nel protegge- re le cellule dal TNF (fattore di necrosi tumorale), che senza livelli adeguati di SAMe andrebbe a danneggiare sia le cellule sinoviali che la produzione della proteina matrice nelle articolazioni. 
Questi due fattori sono coinvolti intrinsecamente nel processo artritico che colpisce le cartilagine arti- colare.
La conclusione di questo studio è che il SAMe potrebbe proteggere le articolazioni contro gli effetti dan nosi di sostanze come il TNF.
Un altro studio, svolto nell’Istituto Konig di Medicina Generale in Germania e condotto per 2 anni, ha coinvolto 108 pazienti affetti da Osteoartrite
Lo studio ha portato i seguenti risultati:
Il SAMe ha presentato una buona efficacia clinica ed è stato ben tollerato dai pazienti. 
Il miglioramento dei sintomi clinici, durante la terapia, era già evidente dopo le prime settimane di tratta- mento e ha continuato fino alla fine del 24° mese. 
Gli effetti collaterali sono stati minimi nel corso dello studio, vi è stato un evidente miglioramento di stati depressivi spesso associati all’Osteoartrite e, infine, la malattia non è progredita.
Degli studi svolti in Italia, su circa 22 mila pazienti in 5 anni, hanno suggerito che la somministrazione di SAMe esercita attività analgesiche e antiflogistiche e stimola, inoltre, la sintesi di proteoglicani benefici ai condrociti (cellule della cartilagine articolare) con pochi o nessuno effetti collaterali sul tratto gastroin testinale e/o altri organi. I risultati sono stati, nuovamente, l’efficacia clinica e l’alta tollerabilità associata all’assunzione di SAMe.
Basati in questi studi, il SAMe potrebbe essere proposto come un prototipo di una nuova classe di far- maci sicuri per il trattamento dell’Osteoartrite.
FIBROMIALGIA
La Fibromialgia è uno dei più comuni disturbi che vengono riscontrati dai reumatologi. 
Questo disturbo appartiene alla famiglia delle patologie caratterizzate da una iper-reazione a ciò che è con- siderato uno stimolo normale, così come l’insonnia, il colon irritabile, l’emicrania etc. 
La Fibromialgia è un disturbo tipico della civiltà occidentale ed è spesso collegata alla sindrome della fatica cronica.
Vi sono quattro studi realizzati a doppio cieco sul SAMe, tre dei quali hanno dimostrato l’efficacia di questa molecola nel trattare questo disturbo. 
Quelle persone che hanno assunto il SAMe, in confronto con quelle che hanno assunto il placebo, hanno avuto dei risultati incoraggianti nel migliorare il dolore a riposo, la fatica, la rigidità mattutina ed il migliora- mento del tono dell’umore, tipici di questa patologia sconcertante.
L’American Journal of Medicine ha concluso che il trattamento con il SAMe è valido nei pazienti affetti da Fibromialgia perché migliora lo stato depressivo e riduce il numero dei trigger point (i punti dolorosi specifici e tipici di questa patologia); per questo motivo viene considerato come una sana terapia nella gestione della Fibromialgia primaria, portando non solo benefici anti-depressivi.
Comunque a tutt’oggi non è ancora chiaro se l’effetto del SAMe nel confronto della Fibromialgia sia do- vuto solo al suo effetto sulla depressione, o se abbia altri meccanismi d’azione ben più mirati.
MORBO DI PARKINSON
Vari studi clinici si stanno svolgendo nello studiare il SAMe come trattamento di supporto nel Morbo di Parkinson. Uno studio italiano del 1990 suggerisce che ilSAMe può ridurre lo stato depressivo comunemente associato a questa malattia. Inoltre, si è riscontrato che la molecola levodopa, usata per la cura del Morbo di Parkinson, depaupera il corpo di SAMe.
Un altro studio riafferma la sua efficacia nel trattare questa malattia, non solo per ridurre la Depressione, ma anche per i suoi effetti benefici sui tremori muscolari e sui disturbi ansiosi associati al Morbo di Parkinson, dovuto alla donazione di gruppi metile ai neuroni, aiutando, di conseguenza, nella disintossicazione cellulare.
Inoltre, il SAMe si è dimostrato essere ben tollerato in questi pazienti ed ha avuto pochi o nessuno effetto collaterale. Tutto ciò ci suggerisce che il SAMepuò essere di ausilio per il trattamento di questa malattia.
IL SAMe ED IL FEGATO
Il fegato è l’organo principale in assoluto della nostra salute. 
Esso ricopre oltre 1500 funzioni biochimiche ed è l’organo primario coinvolto nel liberare il nostro organismo dai veleni. 
Il SAMe gioca un profondo ruolo nel processo di disintossicazione, il SAMe è il maggiore composto naturale lipotropico che possiamo trovare nel fegato.
In uno studio famoso, fatto in Nuova Zelanda, svolto su pazienti malati di cirrosi epatica, si è riscontrato che il loro fegato era incapace di convertire la metionina in SAMe
A causa di ciò questi pazienti hanno dovuto assumere questa molecola per normalizzare tutte le altre funzioni epatiche.
Si è dimostrata anche l’efficacia in altre problematiche epatiche croniche, come p.es. danni epatici da assun- zione di droghe, acetaminofene, steroidi, alcool e tossine di varia natura.
Nel fegato non troviamo solo il SAMe, che aiuta a disintossicarlo, ma anche un’altra sostanza importante, il glutatione, che è un composto formato da tre aminoacidi (cisteina, acido glutammico e glicina).
Il fatto che sia liposolubile o lipotropico spiega perché può aiutare il corpo a liberarsi di molti veleni e tossine a base grassa, come ad es. molti solventi e pesticidi. 
Queste tossine sarebbero riassorbite se il glutatione non le convertisse in composti idrosolubili, permettendo, così, all’organismo di liberarsene attraverso la via renale. 
Il SAMe sembra potenziare l’azione del glutatione che è cruciale nel migliorare la funzionalità epatica.
Ribadiamo che è bene non auto-prescriversi il SAMe, pur essendo una sostanza naturale e sicura, senza il consiglio e la supervisione del medico o dello specialista.
NOTE DI SICUREZZA
Il SAMe si è dimostrato essere molto sicuro, l’effetto collaterale più comune è un lieve distress digestivo.
Comunque, il SAMe in realtà non danneggia lo stomaco.
Come altre sostanze con attività antidepressiva, il SAMe può innescare un episodio maniacale in persone con Disturbo Bipolare (detto anche disturbo maniaco-depressivo). 
Quindi, persone con questo disturbo ne evitino l’assunzione.
Non si è ancora stabilito se il SAMe è sicuro nei bambini, donne incinte o in fase di allattamento.
Il SAMe può interferire con l’azione dei farmaci levodopa, per il Morbo di Parkinson. 
Inoltre, ci potrebbero essere dei rischi coinvolti in abbinare il SAMe con gli antidepressivi classici. 
Per questo motivo, si dovrebbe evitare di assumerli contemporaneamente, salvo sotto supervisione medica.
INTERAZIONI CON FARMACI
Se si assumono:
• I classici antidepressivi, inclusi gli inibitori MAO, gli SSRI ed i triciclici: non assumete il SAMe tranne che sotto il consiglio medico.
• Levodopa per il Morbo di Parkinson: il SAMe può aiutare ad alleggerire gli effetti collaterali di questo far- maco. 
Tuttavia, se assunto nel tempo, può ridurre anche la sua efficacia.
NOTA:
Transmetilazione: è un processo per mezzo del quale i gruppi metilici (CH3 ) sono trasferiti da una molecola ad un'altra.
Transulfurazione: è un processo biologico tramite il quale vengono creati dei composti solforati fisiologici tipo: cisteina, taurina, glutatione, CoA, ecc.
Aminopropilazione: è un processo di produzione di poliamine, composti organici essenziali per lo sviluppo cellulare, stimo- lano la sintesi proteica, la sintesi di DNA e RNA e la divisione cellulare. 
Sono composti stabilizzatori della struttura fosfolipidica delle membrane cellulari; fattori di crescita cellulare; regolatori del- l'omeostasi glucidica, del Ca++ intracellulare; agenti anti-catabolici. 
GLI ENZIMI
Scienziati della Università di Toronto hanno dimostrato che la vita corre il suo corso in diretta proporzione con il tasso catabolico, che è la misura della rapidità del logorio del corpo o il tasso della distruzione tis- sutale. 
Ciò è in diretta proporzione con il processo di invecchiamento. 
Questa distruzione del tessuto è realizzata dagli enzimi; quanto più veloce è la distruzione, più enzimi sono consumati.
Dr. Howell dichiara che "Gli enzimi sono delle vere e proprie unità di misura della vitalità. 
Gli enzimi offrono un importante mezzo per calcolare l’energia vitale di un organismo. 
Quello che chiamiamo energia, forza vitale, energia del nervo e forza può essere un sinonimo di attività enzi matica”.
La logica ci dice che la costruzione e la distruzione dei tessuti sono realizzate dagli enzimi. 
In altre parole, il nostro metabolismo è mantenuto dall’attività enzimatica. 
Quando il nostro livello enzimatico è abbassato, il nostro metabolismo è abbassato, e così è anche il livello della nostra energia.
Quindi, si può affermare che vi è una correlazione tra i livelli di enzima e la giovinezza dei tessuti di un organismo e i suoi livelli di energia.
Le investigazioni hanno dimostrato che in alte temperature, gli enzimi sono consumati più rapidamente che in quelle basse. 
Quando gli enzimi digerenti dell’amido sono addizionati all’amido della patata e messi in una ambiente ad una temperature di 26.70 gradi Centigradi, questo amido è digerito molto più rapidamente dell’amido con enzimi messi ad una temperatura di 4.40 gradi Centigradi. 
Come la temperatura aumenta, gli enzimi lavorano più duramente e si consumano più velocemente.
L’idea comunemente prevalente è che gli enzimi non vengano affatto consumati, ma molti test effettuati in laboratorio hanno dimostrato invece che vari enzimi sono stati trovati nell’urina, feci e sudore dopo febbri e attività atletiche, insieme alle altre sostanze consumate come: proteine, grassi, carboidrati, vitamine e mine- rali etc.
Sotto osservazione clinica, è stato dimostrato che quando si prende vitamine combinate in capsule, insieme ad enzimi, sono necessarie minori quantità di vitamine e minerali.
Un buon esempio di questo fenomeno è stato visto in un paziente che aveva bisogno di 70 mg. diari di zin- co per superare una grave deplezione. 
Quando il zinco è stato abbinato a certi enzimi, il paziente ha avuto bisogno di soltanto 3 microgrammi diari – una riduzione drastica.
A quanto pare, sembra che il nostro corpo abbia bisogno di quantità minori di vitamine e minerali quando combinati con gli enzimi.
Concludendo, la cosa migliore è assumere ciò che la natura ci offre, sfruttando al massi- mo il famoso “effetto orchestra”, giammai riproducibile in laboratorio, lasciando l’intelli- genza intrinseca del nostro organismo decidere quali e quali quantità di nutrienti ha biso gno in quel preciso momento; piuttosto che prendere molecole separate di enzimi, vita- mine, minerali etc.
L’ESSENZA DELLA VITA 1: GLI ENZIMI
Il nostro corpo compie quotidianamente oltre 200 milioni di processi biochimici; ogni singolo processo viene gestito da un enzima specifico prodotto dall’organismo stesso. 
La vita è l’interazione costante di tutti i processi realizzati dagli enzimi nell’organismo umano, e non solo: sen- za enzimi, i semi non germoglierebbero, la frutta non maturerebbe, le foglie non cambierebbero di colore, gli esseri viventi non si riprodurrebbero etc.
Gli enzimi sono la forza lavoro dell’organismo, forza lavoro di costruzione e di pulizia. 
Una deplezione, o peggio ancora, una mancanza di alcuni enzimi porta a invecchiamento, malattia e perfino al la morte. 
Potremmo dire che la malattia è l’interferenza nell’interazione armonica degli enzimi.
La scarsità di enzimi viene vista comunemente in pazienti sofferenti di malattie croniche: allergie, intolleranze alimentari, disturbi cutanei, obesità, malattie cardiache, cancro etc. 
Molti ricercatori sono convinti che, potenzialmente, tutte le malattie sono ricollegabili ad una mancanza enzi- matica; senza enzimi il corpo non può funzionare adeguatamente e questo accade specialmente a livello cellu- lare, poiché i nutrienti essenziali non possono essere portati dove se ne ha bisogno.
 
ENZIMI
Gli enzimi sono proteine biologicamente attive, che agiscono come catalizzatori per accelerare le reazioni bio chimiche. 
Gli enzimi ospitano un carrier (trasportatore) proteico ricco di energia vitale; le proteine negli enzimi ser- vono semplicemente come “trasportatori” di fattori di attività enzimatica. 
Le potremmo paragonare alle batterie dell’auto, che sono fatte di lamine di metallo caricate con corrente elettrica.
Il nostro livello di vitalità, immunità e longevità dipende, principalmente, dal mantenere una produzione di en- zimi a livelli ottimali. 
Sicuramente, una parte di ciò dipende dalla nostra ereditarietà genetica, ma non tutto è nel DNA; altro fat- tore di fondamentale importanza è l’alimentazione.
Durante il periodo di gestazione ed allattamento ogni neonato riceve una grossa provvista di enzimi endoge- ni per la sua Vita.
La salvaguardia della qualità della nostra salute dipende, direttamente, dal non impoverimento di questa riser- va di enzimi, che può essere garantita da un’alimentazione sana e assumendo enzimi dal cibo crudo.
In questo modo, noi riforniamo l’organismo degli enzimi necessari per la vitalità e la salute senza depau- perarlo dai propri. 
Il problema è che noi mangiamo cibo “morto”, cioè che ha subito processi di lavorazione, che è stato ar- ricchito di inibitori enzimatici - i conservanti - tutti fattori che indeboliscono il rifornimento enzimatico del nos- tro corpo.
A peggiorare la situazione vi è il fatto che mangiamo troppo cibo cotto rispetto a quello crudo. 
Cucinare i cibi con temperature al di sopra dei 56°C distrugge completamente gli enzimi degli alimenti. 
Il cibo conservato in scatola è il peggiore di tutti. 
La pastorizzazione, la sterilizzazione, la conservazione, la radiazione, il cucinare a microonde, il surgelamen- to sono tutti processi che rendono inattivi gli enzimi degli alimenti e ne alterano le strutture.
Il cibo crudo non stimola la secrezione endogena enzimatica come quello cucinato; meno acidi dello stomaco vengono secreti e questo permette agli enzimi degli alimenti di operare per un periodo più lungo nella parte alta dello stomaco, che è quella enzimatica. 
In questo modo, la maggior parte della digestione avviene grazie agli enzimi degli alimenti.
Al contrario, il cibo cotto costringe l’organismo ad utilizzare non gli enzimi degli alimenti – perché ormai so- no stati completamente distrutti – ma gli enzimi endogeni che, in realtà, dovrebbero essere risparmiati, per servire come riserva per tante altre funzioni.
Gli enzimi hanno, anche, bisogno dei cosiddetti precursori per poter portare a compimento il loro compito: sono i coenzimi, che derivano da vitamine e minerali fondamentali. 
Gli enzimi, inoltre, vengono attivati da cariche elettriche contenute negli oligoelementi e macroelementi.
Gli enzimi iniziano, accelerano e terminano il processo metabolico grazie ad un’azione catalitica. 
Il catalizzatore è una sostanza che inizia una reazione chimica, in questo caso biochimica.
Si può affermare che “l’essenza della vita è la catalisi. 
La vita è qualcosa che è stata costruita dagli enzimi, si potrebbe dire che essa è il corolla- rio dell’attività enzimatica” (L.T. Troland, Harvard University).
Tutti gli organismi viventi producono enzimi, ed ogni enzima svolge una funzione propria e specifica nell’orga nismo; questa funzione è determinata dalla combinazione di aminoacidi e dalla distribuzione dell’energia che ogni enzima contiene. Inoltre, il quadro enzimatico è geneticamente diverso da razza a razza.
Alcuni enzimi decompongono i nutrienti grandi in piccole molecole, per la digestione e l’assimilazione; altri enzimi sono responsabili per le funzioni respiratorie, riproduttive, per la vista e per il rilascio ed immagaz-zinamento dell’energia.
Enzimi specifici si legano con molecole e svolgono reazioni chimiche come: sintetizzare, unire, dividere e du- plicare le molecole.
Tutti gli enzimi sono sensibili all’ambiente e funzionano all’interno di uno specifico range di pH (Pondus Hy- drogenii) e di temperatura: ciò significa che solo il corretto pH (vedere sotto) ed una corretta temperatura innescano l’azione enzimatica.
Per esempio, alcune Proteasi, che sono gli enzimi preposti alla scissione delle proteine, funzionano solo in un ambiente molto acido, con pH che va dal 1.0 al 4.0. 
Se l’ambiente non fosse acido abbastanza, queste Proteasi non funzionerebbero propriamente.
Ogni Enzima ha:
• Un range di pH dove è attivo.
• Un pH ottimale dove è più attivo.
A differenza di tutti gli altri tipi di nutrienti (vitamine, minerali etc.) che vengono misurati per il peso (mg.- UI), gli enzimi vengono misurati per la loro attività. 
La forza e la potenza della miscela enzimatica determinerà quanto correttamente essa scinderà il cibo che si mangia, e permetterà benefici ottimali con il minimo distress digestivo. 
L’unità di misura è il FCC (Food Chemical Codex).
Le principali attività regolate dagli Enzimi del nostro organismo sono:
1. Legame e rimozione di tutte le sostanze tossiche ed i radicali liberi.
2. Riduzione dell’invecchiamento da arteriosclerosi.
3. Qualità del flusso sanguigno, ossia, rendono il sangue più fluido.
4. Liberano il circuito delle conduzioni nervose bloccate.
5. Hanno un effetto analgesico ed un’attività riparatrice delle ferite.
6. Sono coinvolti nell’equilibrio acido-basico.
7. Aiutano a regolare il sistema ormonale.
8. Migliorano l’equilibrio gastro-intestinale.
9. Aiutano a combattere malattie infettive virali o batteriche.
10. Riconoscono e distruggono le cellule tumorali.
I segni più comuni di una Deficienza Enzimatica comprendono:
- Bruciore di stomaco.
- Gas intestinale e gastrico.
- Gonfiore addominale.
- Reflusso acido.
- Mal di testa.
- Fatica cronica.
- Mal di stomaco.
- Costipazione.
- Infezioni da lieviti.
- Sovrappeso ed obesità.
- Tutti i tipi di deficienze nutrizionali.
Purtroppo, essendo questi sintomi molto comuni e generici, la gente pensa che sia normale soffrir- ne, ma niente di più sbagliato!
LA SCALA DI MISURA DELL'ACIDITA': il pH
Il nostro corpo deve mantenere uno specifico equilibrio acido/basico per sopravvivere, e ciò è ancora più importante in certe parti del nostro corpo rispetto altre.
Il nostro corpo, tranne lo stomaco, è alcalino
Mantenere la corretta alcalinità è essenziale per la vita, salute e vitalità.
Uno squilibrio dell’alcalinità crea le condizioni che incoraggiano la crescita di batteri, lieviti, virus ed altri mi- crorganismi, creando condizioni non adeguate per la corretta attività enzimatica; potremmo dire che lo stato di Acidità è uno stato di malattia.
Il pH ottimale del nostro sangue deve essere mantenuto tra 7,365 e 7,45, il minimo squilibrio crea disturbi e malattie. 
Il nostro organismo deve fare dei grossi sacrifici per mantenere tale equilibrio, al punto tale di danneggiare altri tessuti e sistemi.
Il corpo è per l’80% di acqua, a causa di ciò il livello di pH dei fluidi ha profondi effetti sulla biochimica, salute e malattia del nostro organismo.
Il livello del pH è così importante che l’organismo ha sviluppato strette misure per monitorare l’equilibrio aci- do/basico in ogni cellula e sistema biologico.
Un corretto pH:
1. Crea l’ambiente ottimale per l’attività enzimatica.
2. Riduce lo stress agli organi e ghiandole endocrine.
3. Mantiene i corretti livelli di Insulina e minerali.
Nel tempo, uno squilibrio del pH corrode tutti i tessuti del corpo e lentamente scinde i circa 100.000 km delle nostre vene ed arterie. 
Tutte le attività e funzioni dell’organismo sono interrotti. 
Per combattere l’acidità, il sangue prenderà minerali tipo sodio, potassio, calcio, magnesio dagli altri tessuti.
Ad es., il calcio viene estratto dalle ossa ed il magnesio dai muscoli.
Quando il corpo è in acidosi eccessiva, produrrà cellule grasse per trasportare via gli acidi dagli organi e così proteggerli. 
I livelli di insulina aumentano ed il corpo incomincia ad immagazzinare grassi mentre il metabolismo rallenta.
Inoltre, quando l’organismo diventa troppo acido, simula lo stato di “morir di fame” per preservare il me- tabolismo dei grassi, e questo non farà altro che mantenerci in sovrappeso od obesi.
I batteri nocivi prosperano in un ambiente acido, e le scorie che producono sono altrettanto acide. 
Pensate che vi è un batterio capace di vivere nell’Acido Solforico, l’acido più potente conosciuto. 
Quando il corpo riguadagna lo stato alcalino i lieviti, i batteri, i virus, i funghi etc. diventano innocui, e le loro possibilità di infezione sono grandemente ridotte.
La microflora (cioè, i probiotici) è cruciale per la digestione ed il benessere generale. 
Tuttavia, senza il giusto pH, i probiotici non funzioneranno adeguatamente; e quando vi è un loro squilibrio in- sorgono i problemi.
Le tossine prodotte da un organismo acido riducono la capacità di assorbimento delle proteine, dei minerali e di altri nutrienti che, a loro volta, impoveriscono la capacità dell’organismo di produrre enzimi.
Alcune tossine arrivano perfino a distruggere gli enzimi, riducendo così l’energia cellulare ed il rifornimento dei nutrienti. 
Per esempio, quando le cellule del Pancreas sono avvelenate dalle tossine, esse smettono di produrre enzimi ed insulina, ormone fondamentale per il controllo degli zuccheri nel sangue.
Le cause dello squilibrio del pH, conosciuto come Acidosi, sono:
- alimentazione
- stress
- inquinamento ambientale
- la troppo poca od eccessiva attività sportiva.
Sicuramente l’Alimentazione è il fattore più importante.
I cibi che generano Acidità sono
carne, uova, noci, granaglie, frutta non matura, legumi, alcool, caffè, soft drink, zucchero...
Mentre i principali cibi alcalinizzanti sono: vegetali, alghe, frutta matura etc.
Siccome ogni persona è un universo a sé, ognuna risponderà con delle differenze.
Quindi è bene che ognuno monitori la propria reazione individuale al cibo consumato.
Ad ogni modo più cibo alcalinizzante assumiamo più aiutiamo il nostro corpo.
L’ESSENZA DELLA VITA 2: 
ALIMENTAZIONE E INTEGRAZIONE ENZIMATICA
In questo articolo riportiamo:
- LE TRE CLASSI DI ENZIMI 


Vi sono tre classi di enzimiMetabolicidegli Alimenti Digestivi.

ENZIMI METABOLICI
Gli enzimi metabolici si trovano in tutte le cellule viventi, sono le scintille di Vita, con trollano tutte le funzioni del nostro corpo eccetto la digestione; sono inoltre capaci di accelerare tutte le reazioni biochimiche, in modo tale che il nostro corpo possa ope- rare e sostenere la vita.

Tutti i nostri organi e tessuti sono attivati e regolati dagli enzimi metabolici, che in-teragiscono con le proteine, i grassi ed i carboidrati, e li elaborano per formare e man- tenere il nostro organismo in salute. 
Ciascun organo e tessuto ha una serie di enzimi metabolici specializzati ognuno in una finzione specifica. 
Uno studio ha portato alla luce che, solo nelle arterie, vi sono ben 98 differenti enzimi, ognuno con un compito diverso. 
Senza abbastanza enzimi, il processo metabolico delle nostre cellule rallenterebbe al punto tale che le nostre cellule morirebbero, ed il nostro organismo smetterebbe di fun zionare.
ENZIMI DEGLI ALIMENTI
Gli enzimi degli alimenti si trovano naturalmente in tutti i cibi crudi e non raffinati.
Tuttavia, il cibo crudo manifesta solamente abbastanza enzimi per digerire se stesso, non abbastanza per essere immagazzinati nel corpo per usi successivi.
Possiamo paragonare il nostro organismo ad una banca enzimatica che, con una corret ta alimentazione a base di cibi crudi, può mantenere “il suo conto nella banca enzimatica” ad un livello ottimale. 
Contrariamente, con l’assunzione di cibi cotti, elaborati, raffinati, conservati, pieni di additivi chimici etc. il corpo deve cedere i suoi enzimi per attivare un certo processo di digestione ed assimilazione, impoverendo così il “conto corrente”.
Recenti ricerche hanno dimostrato che si può ripristinare, mantenere ed incrementare un alto livello enzimatico nel sangue, alimentandosi con cibi ricchi di enzimi, fermentati o crudi, così come anche prendendo degli integratori enzimatici.
ENZIMI DIGESTIVI.
Gli enzimi digestivi ci permettono di estrarre i nutrienti dal cibo che mangiamo per creare energia per il nostro organismo. Oltre a facilitare e completare la digestione, gli enzimi ci aiutano ad eliminare i rifiuti, le tossine ed altre scorie.                    
Sapevate che la digestione usa fino all’80% della nostra energia?
Ecco perché talvolta ci sentiamo affaticati o stanchi dopo un pasto abbondante.
Gli enzimi digestivi hanno tre obbiettivi principali: digerire le proteine, i carboidrati ed i grassi.Quattro sono i maggiori gruppi di Enzimi Digestivi: 
1. Proteasi: sono enzimi preposti a idrolizzare e scindere le proteine in piccoli peptidi    e aminoacidi. 
2. Lipasi: sono enzimi preposti a scindere i grassi ed i lipidi in acidi grassi essenziali.
3. Carboidrasi (amilasi): sono gli enzimi preposti a scindere carboidrati in zuccheri più semplici.
Questo gruppo include cellulasi, emicellulasi, invertasi e lactasi e molti altri ancora.

4. Cellulasi: sono enzimi unici, insieme ad altri pochi, in quanto il nostro corpo non è in grado di produrli attraverso la digestione.
Essi sono prodotti dalla microflora del tratto intestinale.
Essi sono preposti alla scissione della cellulosa, che spesso viene riferita come fibra.
Tecnicamente la Cellulasi è una forma di Carboidrasi.

Tra questi quattro gruppi, la Proteasi (vedi sotto) è quella che ha una maggiore atti vità per la nostra salute; essa è efficace nel supportare il sistema immunitario e ripulire da infezioni, tossine e patogeni. (vedi Proteasi sotto)
La Natura ha fatto in modo che gli enzimi degli alimenti aiutino gli enzimi digestivi nel loro lavoro.
Se vengono meno gli enzimi degli alimenti, il nostro organismo deve dare fondo ai propri enzimi digestivi, e questo porta ad una serie di problemi biochimici, che sono alla base di molti disturbi e malattie di oggigiorno. 

Vi è una forma di “competizione” tra le due classi enzimatiche: quella metabolica e quella digestiva.
Se il nostro organismo deve dedicare una buona parte del suo potenziale enzimatico per produrre enzimi digestivi, ecco che avverrà un calo nella produzione di enzimi metabolici, che non saranno adeguati in qualità e quantità per svolgere il loro lavoro e proteggerci dalle malattie e dall’invecchiamento precoce. 

Questo processo segue la cosiddetta Legge della Secrezione Adattativa degli En- zimi Digestivi, scoperta nel 1943 nel Laboratorio della Northwestern University degli Stati Uniti.
Essa afferma che il nostro organismo ritiene i suoi enzimi digestivi preziosi, e quindi non ne produrrà più di quanti necessari per digerire il cibo mangiato. 

Tale legge ha lo scopo di prevenire lo spreco eccessivo di enzimi dovuto ad una iper- secrezione.
Un’altra scoperta importante è che il 
cardias, il primo tratto (quello più in alto) dello stomaco, è addetto alla secrezione enzimatica.
Il cardias è preposto alla predigestione dei cibi prima del loro passaggio nello stomaco (dove avviene la digestione con i potenti succhi gastrici) e, in seguito, nell’intestino te nue (dove si svolge l’assimilazione).
 
Le Fasi del Processo Digestivo:
1. Attraverso l’olfatto, che stimola le reazioni chimiche nel corpo.
2. Avviene in bocca con la lenta masticazione e l’insalivazione del cibo che, così, viene elaborato dall’amilasi (ptialina).
3. Attraverso la prima parte dello stomaco, quello enzimatico, dove il cibo permane me diamente 45 minuti.
4. Avviene nella parte mediana e finale dello stomaco, per poi passare nell’intestino te- nue attraverso il duodeno, dove fegato e pancreas inviano i loro enzimi per comple- tare il processo di digestione ed iniziare quello di assimilazione. 
Negli animali selvatici l’integrazione enzimatica avviene continuamente attraverso l’ali- mentazione; nell’uomo, i miliardi di cellule dell’intero organismo vengono coinvolte a sup plire, purtroppo, le carenze enzimatiche, in quanto il nostro rifornimento enzimatico esogeno è praticamente nullo.
Studi internazionali hanno dimostrato che, quando si mangia cibo crudo, non avviene un’aumentata produzione e mobilizzazione dei leucociti (globuli bianchi); altresì, con la assunzione di cibo cucinato ad alte temperature, vi è un’aumentata produzione di glo-buli bianchi, tanto quanto durante un’infezione od una malattia acuta. 
Il nostro sistema immunitario viene iper-forzato al lavoro, per ripulire il nostro organis-mo dai rifiuti tossici e patogeni dei nostri pasti.
Ciò significa che il nostro sistema immunitario viene, di fatto, attivato inutilmente ad ogni pasto.
Questo processo può portare, nel tempo, a numerosi disturbi: allergie, intolleranze ali-mentari, artrite reumatoide etc. 

Le molecole mal digerite, derivanti da proteine e grassi dei nostri pasti, sono piccole a sufficienza per entrare nel flusso sanguigno, ma troppo grandi per entrare a livello cellu lare.
Tali molecole vengono definite
complessi immunitari fluttuanti e stimolanti del sis tema immunitario, e saranno considerate dal nostro organismo come sostanze tossi- che, anziché come nutrienti. 
PROTEASI  
Sapevate che tutto ciò che ci fa ammalare ha o utilizza una matrice proteica: Virus, Batteri, Funghi, Parassiti, Cancro, Coaguli Sanguigni, Tossine da Metalli pesanti etc.?
Siccome molti patogeni hanno, per l’appunto, una matrice proteica di una qualche sor-ta, la 
Proteasi Terapeutica è capace di disimpegnare la matrice proteica e di non per mettere ai microbi di sopravvivere, replicarsi, riprodursi e prosperare. 
La Proteasi agisce in questo modo: estratta dal cibo che assumiamo, la Proteasi - di origine vegetale - viene assorbita intatta nel flusso sanguigno.
Gli enzimi sono attivamente trasportati attraverso le pareti intestinali e possono so-pravvivere all’ambiente acido dello stomaco. 

Una volta nel flusso sanguigno, la Proteasi si lega con un componente del sistema im-munitario, la glicoproteina Alpha-2-Macroglobulina (A2M).
In seguito, l’A2M protegge la Proteasi dall’essere disattivata e rimossa dal corpo.
L’A2M poi dirige la Proteasi in ogni area dell’organismo che richieda guarigione o che sia sotto l’attacco da patogeni.
La Proteasi è capace di dissolvere tutte le proteine morte, danneggiate o non apparte nenti alle normali e sane cellule viventi. 

Nella famiglia delle Proteasi vi è un enzima dalle incredibili proprietà – la Nattokinasi.
La Nattokinasi è capace di scindere i coaguli di sangue già formati e di prevenire la formazione di coaguli fibrinici.

L’eccesso di Fibrina può formare coaguli di sangue che possono portare a delle conse guenze molto gravi per tutto il sistema cardio-circolatorio. 
CHE COS’E’ LA FIBRINA? 
La Fibrina è una proteina appiccicosa che coagula il sangue, evitandone la fuoriuscita dall’organismo.
La Fibrina si forma nel sangue dopo un trauma o una ferita per prevenire un’emorragia eccessiva.
La Fibrina si forma in risposta ad una reazione antinfiammatoria causata da batteri, funghi, virus etc.
Possono contribuire ad un eccesso di Fibrina: pillola anticoncezionale, diabete, obesi- tà ed infezioni. 

La Fibrina:
• Rallenta il flusso sanguigno rendendo più viscoso il sangue.
• Aumenta la pressione arteriosa.
• Aumenta il rischio di ictus e di infarto del miocardio.

Di seguito ci sono tre esempi di disturbi strettamente collegati alla deficienza enzimati- ca nell’organismo: Infiammazione Cronica, Candidosi e Osteoporosi.

            
INFIAMMAZIONE CRONICAL’infiammazione è un processo naturale del corpo umano ed è costituito di tre fasi. Se, in un qualsiasi momento di queste tre fasi, vi è un’interruzione dell’attività degli enzimi vitali, la rigenerazione completa può non avvenire, e questo spesso prepara il terreno per lo sviluppo dell’Infiammazione Cronica. (vedi articolo Infiammazione Cronica: il killer silenzioso della nostra salute).

Le tre fasi dell’Infiammazione:
• Reazione
• Riparazione
• Rigenerazione

REAZIONE. Subito dopo un trauma od una ferita i capillari vicino ed intorno alla zona in causa si dilatano, creando un gonfiore; questo gonfiore dei tessuti è dovuto alla "imbibizione" con fluidi contenenti una grande quantità di cellule immunitarie per la gua rigione. 
Questo movimento dei fluidi avviene anche con i caratteristici segni di calore e ros- sore.
L’attività stimola anche l’affluenza di leucociti, piastrine e linfociti nell’area con il pro- posito di pulire la zona dei tessuti danneggiati.

Le cellule rapidamente stabiliscono una “linea di confine”, sigillando la ferita dai tessuti interni creando la Fibrina (vedi sopra).
La fase di Reazione di solito dura dai pochi minuti al massimo di 72 ore (dipende dalla severità del problema). 

RIPARAZIONE. La fase di Riparazione può durare fino a 6 settimane, dipende dalla se- verità del danno e dalla salute generale dell’individuo.
Durante questo periodo, la circolazione viene ripristinata nelle aree danneggiate appor- tando nuove cellule e fluidi. 

Il calore associato con l’infiammazione rimane, mantenendo così l’attività enzimatica cellulare al suo massimo.
Questa ripresa della circolazione e della sua attività permette la scissione e la rimozio-ne dei tessuti morti e permette altresì ai materiali di ricostruzione e di nutrimento di en trare in gioco.

RIGENERAZIONE. Durante la fase di Rigenerazione, le nuove cellule vengono formate per riempire e ricostruire formalmente le aree danneggiate. 
A questo punto l’infiammazione diminuisce ed il corpo guarisce.
CANDIDOSI
Un altro esempio di patologia associata ad una mancanza o ipoproduzione enzimatica è la Candidosi, che molti hanno definita l’”epidemia del XX secolo”.
E’ un disturbo che diventa sempre più diffuso, specialmente nelle civiltà industrializza-te, colpendo persone di entrambi i sessi e di tutte le età.

La Candida è un lievito o fungo che risiede in armonia come un membro della nostra flora enterica sana.
La candida diventa un problema quando aumenta a dismisura e irrita questo equilibrio delicato.
Ciò accade normalmente dopo il consumo di antibiotici che uccidono tutti i batteri nel corpo, quelli buoni e quelli cattivi.

La cellula della Candida ha due componenti fondamentali: la membrana esterna, che è composta di una struttura simile alla cellulosa, chiamata chitina, ed il nucleo proteico.
La moltiplicazione della Candida ha caratteristiche simili a quelle dei lieviti.
La Candida sviluppa strutture simili a tentacoli che possono essere dannosi per le pa-reti intestinali.
Purtroppo ciò accade molto spesso e con estrema facilità. 

Possono contribuire alla crescita smisurata ed alla proliferazione della Candida: l'ec- cessivo consumo di zuccheri, la digestione incompleta dei carboidrati, lo squilibrio del pH, l’assunzione indiscriminata di certi farmaci etc.
I sintomi della Candidosi includono:
- Malassorbimento
- Costipazione o diarrea
- Mente offuscata
- Depressione
- Infezioni vaginali
- Infezioni sotto le unghie
- Affaticamento
- Cambiamenti di umore
- Attacchi di Panico
- Eruzioni cutanee
- Afta, mughetto

OSTEOPOROSI
L’Osteoporosi, o demineralizzazione ossea, è una malattia che porta ad un aumen to del rischio di fratture gravi (per es. crolli vertebrali, fratture femorali).
Nell’Osteoporosi, la densità minerale ossea si riduce drasticamente, portando ad un deterioramento del tessuto osseo nel tempo. 
L’Osteoporosi è una patologia di base metabolica, collegata all’equilibrio acido/ba- se e ad una deficienza enzimatica specifica.
Il tessuto osseo è la principale fonte di minerali nel corpo. 
Nell'Osteoporosi spesso vi è un pH altamente acido: l'organismo si trova in uno stato di Acidosi, dove il corpo, per cercare di tamponare tale stato, deve sottrarre minerali preziosi dalle ossa per rendere il pH più basico e aiutare l’organismo a ritornare al suo stato alcalino naturale (pH 7.4). 
Quindi, la demineralizzazione ossea è il modo in cui il corpo cerca di mantenere il de licato equilibrio del pH.
Nell'Osteoporosi manca, inoltre, l'enzima specifico che porta il Calcio a bersaglio. 
Nei paesi Occidentali già assumiamo Calcio in abbondanza dall'alimentazione (per es. latte, formaggi, alici etc.); manca l'enzima, non il Calcio! 
L'ntegrazione con supplementazione di Calcio può essere anche pericolosa, perché nel tempo il Calcio non va a fissarsi nelle ossa - mancando l'enzima - ma va a depositarsi sui tessuti molli, ad es. le arterie coronarie, con tutte le gravissime conseguenze ormai conosciute. 
Per approfondimenti su questo argomento, vedere l'articolo OSTEOPOROSI.
CONSIGLI Vi sono vari modi per incrementare l’efficienza metabolica ed aumentare il benessere:

1. Digiuno
2. Diminuzione dell’apporto calorico
3. Mangiare cibi crudi
4. Integrazione enzimatica

Si possono aggiungere anni alla nostra vita mangiando più cibi crudi giornal-mente.
Mangiare cibi crudi permette al nostro organismo di risparmiare energia e l’attività pan-creatica. 
Una delle principali funzioni del pancreas è quella di secernere enzimi digestivi; fino a 26 enzimi digestivi possono essere rilasciati ogni volta che mangiamo. 
Questo richiede una grande quantità di energia digestiva e metabolica.
Ogni giorno richiedete al vostro corpo insulina; più zuccheri, carboidrati, granaglie man giamo giornalmente, più duramente deve lavorare il nostro pancreas per produrre ques to vitale ormone che regola lo zucchero nel sangue. 
Tuttavia se noi, quando mangiamo, assumiamo cibi ricchi di enzimi, il pancreas rimane a riposo perché non ha bisogno di produrre grandi quantità di enzimi digestivi.
              

INTEGRAZIONE CON ALIMENTI E PRODOTTI ENZIMATICI
Alimenti e prodotti ricchi di enzimi:
- Germogli freschi vari (si può comprare un germogliatore e germogliare dei semi a casa);
- Centrifugati freschi di Frutta e Verdura cruda; 
- Cibi fermentati: Il simbionte Kombucha, Kefir, Kimchi, Tamari, Tofu, Miso, Umebos- hi, Labneh, Raita, Tsatsiki, etc. 
- Frutta: banana, mango, ananas, datteri, uva, avocado;
- Zenzero;
- Miele biologico;
- Semi oleaginosi (noci, mandorle, pistacchi etc.);
- Burro non pastorizzato; 
- Alghe: Spirulina, Blue-green Alga,Clorella;
- Hydrilla verticillata; 
- Aspergillus niger, Aspergillus Oryzae.
IL CAMPO D'AZIONE DELLE MEDICINE NATURALI
Il concetto di TERRENO e di COSTITUZIONE
Al posto di studiare alimentazione e disintossicazione del corpo umano, abbiamo de dicato lo studio ai germi. 
Il mondo si trova in un cammino errato. 
Liberiamo il corpo dalle tossine. 
Alimentandolo correttamente, sarà fatto il miracolo della salute. Dr. Arbuthnot Lan
Chi non si occuperà della propria salute, dovrà prima o poi occuparsi della malat- tia. Lao Tseu
La noxa è niente, il terreno è tutto. S. Hahnemann
Qualsiasi disturbo che l’organismo manifesta sotto diversi nomi o etichette ha una base comune - il terreno
Il terreno è inteso come il substrato psico-anatomo-fisiologico su cui agiscono le noxe patogene. 
Un terreno in equilibrio è un terreno sano e, quindi, refrattario alle malattie.
COSTITUZIONE
Le diverse manifestazioni patologiche, invece, sono spesso legate alla costituzione individuale:
La costituzione è la risultante morfologica, fisiologica e psicologica variabile su ba- se individuale, delle proprietà di tutti gli elementi cellulari ed umorali del corpo, non- ché della loro combinazione in un tipo speciale di fabbrica corporea, con una data capacità di adattamento e rispettiva maniera di reagire agli stimoli dell’ambiente. (Prof. Pende)
Ergo, sulla base di un patrimonio genetico ereditato dalle famiglie di origine, identi- fichiamo vari aspetti:

Intellettivo: attenzione, memoria, intuizione, intelligenza, logica, immaginazione, pensiero analitico e sintetico.
Morale: istinto, sentimento, emotività, senso critico, auto-controllo.
Dinamico-umorale: gruppo sanguigno, formula endocrina, energia funzionale,      stato neuro-vegetativo, diatesi morbosa dominante.
Morfologico: massa corporea, proporzioni, stenia-ipostenia, caratteri razziali.

Da tutti questi aspetti si percepisce il valore generale caratteriale, dato dal tempe- ramento, resistenza vitale, peculiarità neuromuscolari, attitudini intellettive o ma- nuali, valori sociali etc.
Dal TERRENO alla MATRIX
Il concetto di “terreno” fu coniato dall’istologo Claude Bernard nel 19° secolo; esso si riferiva all’ambiente strutturale e fisiologico della cellula. 

La qualità e la funzionalità della cellula è direttamente correlata alla purezza del suo ambiente circostante, essendo questa l’area da cui assume nutrimento ed energia ed in cui deposita i suoi prodotti di scarto.
Lo stesso Pasteur, scopritore dei microrganismi nella medicina moderna, fece riferi- mento a Claude Bernard, affermando che un’infezione batterica è per lo più legata ad una modificazione del terreno interno del paziente, piuttosto che alla presenza di un batterio o un altro microrganismo.
Nel 1945, l’istologo Pischinger incomincia a definire e classificare i componenti del compartimento extra-cellulare. 

Il suo lavoro è divenuto la base per quell’intero campo che oggi viene definito medi- cina funzionale, ma che corrisponde tranquillamente ai parametri della Naturopatia. 
Pischinger chiamò “compartimento extra-cellulare” la matrice extra-cellulare, a causa sia della sua complessità, sia per le relazioni interattive delle sue parti com- ponenti. 

Egli giunse a dire che “le malattie organiche originano da disfunzioni della matrice e dalle sue connessioni in ogni parte dell’organismo”.
Nella moderna Istologia il “terreno” viene oggi denominato Matrice Vivente, Matrix o anche Sistema di regolazione del terreno (SRT) composto da diver- si componenti: extra-cellulare, intra-cellulare ed intra-nucleare.


La Matrix
Nella terminologia moderna si può affermare che la Matrice tradizionalmente chia mata “terreno”, è composta dal Tessuto Connettivo + Matrix (che compren- de i liquidi extra ed intra-cellulari).
L’Organismo Umano è un insieme di cellule che fluisce e sopravvive con i principi e gli schemi del funzionamento della cellula, la quale funziona per mezzo dei giusti rapporti fra l'ambiente esterno (liquido extra-cellulare) e quello interno (liquido in- tra-cellulare), che sono determinati, in primis, dai rispettivi pH, regolati nei loro giusti rapporti di processi acido-basico e dalla loro carica ionica – bio-elettronica rH - e dal ro' (resistività e/o conducibilità) extra ed intra-cellulare, cioè, dal tipo di potere ossido-riduttivo della Matrice.
In biologia, la Matrice Extra-cellulare (ECM) è la parte extra-cellulare del tes-suto animale, che tra altre funzioni, provvede al supporto strutturale delle cellu- le. 

Possiamo definirla il fondamento del tessuto connettivo. 
L’ECM comprende la matrice interstiziale e la membrana basale. 
La matrice interstiziale è presente tra le cellule, cioè negli spazi intercellulari.
Le sostanze gelatinose, formate da polisaccaridi e proteine fibrose, riempiono gli spazi interstiziali ed agiscono come tampone di compressione contro gli stress ap plicati sull’ECM

Le membrane basali sono come guaine di deposito di ECM su cui le varie cellule epiteliali riposano.
La Matrice Extra-Cellulare è un’area di trasmissione tra tutti i sistemi di regola- zione e la cellula. 

Nervi, capillari, vasi linfatici etc. terminano o iniziano nell’ECM
Nessuno di essi termina o origina nella cellula. 
Le interazioni tra i diversi sistemi (Nervoso, Circolatorio, Immunitario, struttura di base etc.) avvengono attraverso scambi di mediatori altamente differenziati che governano la ECM.
In questo modo, la cellula è direttamente correlata alla matrice extra-cellula- re, e la qualità della funzione e delle strutture cellulari dipendono dalla purezza della ECM e dalle sue capacità di trasmissione.
Questa matrice è costituita da una rete tridimensionale a maglie sottili di proteo glicani e glicosaminoglicani (mucopolissacaridi)

Un proteoglicano è costituito da una molecola di acido ialuronico sulla quale, con nessa da proteine di legame, è fissata la proteina centrale. 
Orizzontalmente, in questa struttura a forma di albero, sono fissate proteine tras versali che veicolano complessi di zuccheri tipo condroitinsolfato.
                
Le funzioni della Matrix
La Matrix per le cellule è di fondamentale importanza; le cellule necessitano d’es sere in contatto con la Matrix
Se questo contatto o comunicazione viene meno, si sviluppano le malattie cellu-lari, come i tumori.
Questo Sistema di Regolazione del Terreno connette tutte le cellule del corpo attraverso un tessuto complesso di polimeri avanzati gluco-proteici. 

Il trasferimento dei nutrienti e dell’ossigeno dalle arterie alle cellule dipende da questo sistema. 
Il rifornimento nervoso alle cellule e l’escrezione degli scarti cellulari dalle cellule stesse dipendono dal buono stato di salute del SRT.
La Matrix è preposta anche all’immagazzinamento delle tossine, che si legano ad alcune delle proteine presenti nella stessa. 
Essa può rimanere lì per anni e causare ad es. autoimmunità, o malattie cellulari.
Il SRT si riferisce a cinque funzioni della matrice e degli altri componenti dei fluidi interstiziali interconnessi alle funzioni bio-regolatorieco-coordinate. 

La coordinazione è orchestrata dalla scarsamente capita e conosciuta forza vita- le (Qi, prana, Vis Medicatrix Naturae etc.), è quel “quid” che rende unità vi-vente un individuo.
Le cinque funzioni della Matrix sono:
1. Nutrizione
2. Escrezione
3. Produzione di anticorpi e fagocitosi
4. Coagulazione
5. Conduzione di segnali di informazione a tutto il corpo.

La qualità spugnosa del SRT, oltre a permettere di accumulare tossine, agisce co me tampone per prevenire il danno ai tessuti vitali. 
Una pesante offensiva di tossine può essere immagazzinata nella Matrix e rila- sciata in quantità adeguate in modo tale che gli organi deputati alla disintossica-zione possano gestirle. 
Questo riduce lo stress a fegato e reni, tanto quanto altri tessuti sensibili alle tos sine come la tiroide, il pancreas ed il sistema nervoso.
Questo sistema regolatore può essere danneggiato da un carico eccessivo di tos sine proveniente dall’ambiente e da una mancanza di nutrienti di supporto. 

In entrambi i casi, i colpevoli principali sono l’ossidazione da radicali liberi e l’in- fiammazione cronica
Quando la capacità della Matrice d’immagazzinare tossine svanisce, come anche il sistema tampone, le tossine incominciano a impregnare i vari tessuti, gli organi vengono danneggiati, i processi metabolici cellulari si alterano e compare lo stres s ossidativo cellulare.
La Matrix è la prima linea difensiva nella lotta contro le tossine. 

Se il sistema auto-regolatore non è in grado di eliminare le scorie tossiche, il cor- po accumulerà le tossine nel tessuto connettivo o nel tessuto adiposo, fino ad un altro tentativo di eliminazione da parte della Matrix
Una volta che il processo si altera, non è facile ripristinarlo, e le tossine possono rimanere nell’organismo per anni, se non per tutta una vita, se la disintossicazio-ne non viene facilitata.
Uno degli scopi di un programma di disintossicazione sarà quindi quello di suppor-to, pulizia e rimozione delle tossine depositate nella Matrix.

    
La Matrice Extra-Cellulare

Dal punto di vista Biologico, a causa della sua diversa natura e composizione, la Matrice Extra-Cellulare (ECM) è coinvolta in diverse funzioni, come provve-dere supporto e sostegno alle cellule, separare i tessuti uno dall’altro e regolare la comunicazione intercellulare. 
L’ECM regola il comportamento dinamico delle cellule, in aggiunta, essa sequestra un ampio range di fattori di crescita cellulare, e agisce come un deposito locale di essi.
Cambiamenti nelle funzioni fisiologiche possono innescare attività della proteasi che causa un locale rilascio di codesti depositi. 

Questo permette l’attivazione veloce e locale mediata dal fattore di crescita delle funzioni cellulari, senza innescare una nuova sintesi.
Dal punto di vista Chimico, la forma tipica dell’ECM è quella che viene trovata nel tessuto connettivo, che è una mistura di cellule ed ECM localizzata ovunque nel corpo. 

Il tessuto connettivo è circondato da un’ECM specializzata, chiamata lamina ba- sale, che giace sotto le cellule epiteliali.
Le cellule immunitaria sono anch’esse spesso presenti, ma esse non sono lì per di fesa nemmeno per generare l’ECM: il tessuto connettivo è principalmente gene- rato dai fibroblasti. 

I fibroblasti specializzati comprendono i condroblasti (che secretano tessuto car- tilagineo), osteoblasti (che secretano tessuto osseo) etc.
L’ECM è composta da una miscela di acqua, proteine e carboidrati. 

I principali componenti macromolecolari sono i glicosaminoglicani (GAG); proteine come collagene, elastina, fibronectina e laminina; e proteoglicani, che sono pro- teine a cui i GAG si legano covalentemente.
Dal punto di vista Fisico, la superficie della membrane cellulare, che ha eccel-lenti proprietà dielettriche, è chiamata glicocalice. 

Ogni cellula del nostro corpo è un generatore che crea energia elettro-magnetica spiraliforme sotto l’influenza dei segnali elettro-magnetici provenienti dalla mente, cervello e sistema nervoso autonomo. 
I messaggeri chimici risonanti mediano questi segnali elettro-magnetici, che por-tano informazione materiale o non materiale, gestendo i segnali simile a onde ra-dio.
I messaggeri chimici (ormoni) sono costituiti da catene di amminoacidi, a loro riso nanza che può vibrare a frequenze coerenti e che portano segnali d’informazione codificata scarsamente conosciuta. 

Questi segnali di informazione biologica attraverso la Matrix rapidamente, ad una velocità maggiore della conduzione nervosa, alla frequenza della banda d’onda del la luce. 
Una matrice in salute contiene acqua, elettroliti e fibrina solubile, ed ha eccellen ti qualità conduttive e dialettriche. 
Ed è perciò un ottimo conduttore elettrico di segnali bio-energetici.
I segnali funzionano stimolando i recettori alla fine delle membrane cellulari degli organi e dei nuclei cellulari nell’attività fisiologica. 

Essi possono partire tramite un pensiero (che è un segnale d’informazione riso- nante e coerente esso stesso), o tramite un segnale di informazione dai controlli regolatori interni del corpo stesso (attività del sistema nervoso autonomo riguar do il controllo dell’appetito, regolazione della temperatura etc.).
Questi segnali innescano i sistemi enzimatici intracellulari nelle varie attività, co-me ad esempio producendo enzimi digestivi o mediando movimenti muscolari vo-lontari. 

Essi possono causare anche un output di neurotrasmettitori che influiscono sulla mente, come l’ACTH, le beta-endorfine, produttore dalla porzione anteriore della ghiandola pituitaria, o miglioramento dell’u more grazie alla produzione di seroto-nina dal cervello.
Cilindri di Heine

La Matrice Vivente è un compartimento singolo “dalla testa ai piedi”, raggiun- gendo ogni insenatura e fessura del corpo, estendendosi dentro ogni cellula, e perfino i nuclei ed il materiale genetico di ogni cellula. 
La Matrix corre parallela, appena al di sotto, della superficie cutanea, lungo tutti i muscoli. 
In aggiunta, essa si proietta perpendicolarmente alla superficie esterna della pelle in varie localizzazioni attorno al corpo, attraverso i Cilindri di Heine.
Cilindri di Heine sono i punti di accesso alla Matrice vivente, accessibili per specifiche correzioni a scopi terapeutici. 

Molte di queste proiezioni, è ora stato scoperto, corrispondono ad alcuni punti dei meridiani dell’Agopuntura. 
Vi sono comunque più Cilindri di Heine che agopunti; essi sono inoltre correlati con punti neuro-linfatici, neuro-vascolari, punti trigger e mio-punti. 
I naturopati tedeschi chiamano i Cilindri di Heine “la finestra al comparti- mento della Matrice Extra-Cellulare”.
Nel 1987, il professore di Anatomia e Fisiologia H. Heine spiegò la funzione della fascia superficiale riguardo i punti dell’Agopuntura. 

Egli scoprì che in più del 80% dei punti classici dell’Agopuntura la fascia è perfo- rata da un fascio neuro-vascolare delle dimensioni che vanno dai 3 ai 9 mm. di spessore.
Nell’area di perforazione, i nervi sono avviluppati in maniera concentrica da alme- no due fine pareti di cilindri di collagene, riempiti da tessuto connettivo morbido.
Egli descrisse come la Matrice si allunga dalle profondità alla superficie nella for- ma di fasci neuro-vascolari che penetrano la fascia, portando un cilindro fatto di proteoglicani della Matrice extra-cellulare con loro. 

I cilindri sono circondati da uno strato più spesso di proteoglicani, e presentano una parte larga e concentrata della sostanza di matrice a stretto contatto con la superficie del corpo.
Heine suggerì le seguenti caratteristiche dei cilindri:
• Meccanicamente v’è un sistema viscoelastico che assorbe la pressione.
• La rete di proteoglicani è capace di rispondere agli stimoli che hanno proprietà magnetiche ed elettromagnetiche.
• I proteoglicani reagiscono a molti tipi di stimoli e possono trasmettere queste reazioni a catena nel sistema della Matrice a grandi distanze, permettendo la continuità primaria dell’informazione rilasciata da un punto a regioni distanti del corpo.

• I punti possono essere influenzati dalle tensioni muscolari a causa di fasci neu ro-vascolari che passano lungo tutto la fascia, e ogni cambiamento di tensione al tera il flusso dinamico.

                          
Alla luce dei concetti sopra esposti, gli obiettivi terapeutici delle Medicine Naturali, tra cui la Naturopatia, l'Osteopatia e tutte le Etnomedicine (Ayur- veda, MTC etc.) che hanno come primo obiettivo il rispetto dell'organismo corpo-mente e della sua energia vitale, possono essere riassunti come segue:
-Prevenzione delle malattie, mantenendo uno stile di vita salutare, un’alimen-tazione sana, biologica e nutritiva, esercizio fisico, igiene mentale ed un ambien-te sano.
-Disintossicazione dei sistemi organici, p.es. da farmaci, additivi alimentari, metalli pesanti etc.
-Rigenerazione dei sistemi organici, tramite l’introduzione di formulazioni spe-cifiche e mirate sull’individuo stesso, atte a stimolare un’ottima funzionalità orga-nica.
-Gestione dei sintomi, sia mantenendo uno stato migliore di salute, e in caso di malattie croniche a lungo termine, supportando sistemi organici e rallentando il progredire della malattia.
                                                                                         Dott. Giovanni Turchetti                                                  


Dott. Giovanni Turchetti DO
Membro della British Osteopathic Association (BOA)
Membro del Australian Osteopathic Association (AOA)
Membro del Deutscher Verband für Osteopathische Medizin (DVOM)
V.le Nervi 154 04100 LATINA - Tel. 0773/606316 339/6641830 
- Email: info@osteopata.it 


          downloadman  Fine 2ª Parte 
Pubblicato su Blogger oggi 18 Giugno 2012 alle ore 12,35 da: Giuseppe Pinna de Marrubiu