mercoledì 5 dicembre 2012

(Scheda 192) Cosa non sappiamo sulle Fratture Articolari!

Parliamo un po' delle Fratture Articolari!
Articolo informativo di Giuseppe Pinna per S. O. S. - “Osteomielitici d’Italia” - Onlus «Centro Servizi Informativi On-line per Pazienti Osteomielitici».
                            
La rima di frattura attraversa l'osso fino a raggiungere la superficie di una articolazione e il suo rivestimento interno di cartilagine che si spacca. 
Di qui i problemi per il futuro: tanto bene guarisce l'osso, tanto male guarisce la cartilagine
Così anche se la rima di frattura viene ricomposta ad arte, la superficie interna dell'articolazio ne risulta interrotta da un solco o un piccolo gradino di cartilagine danneggiata in modo irre-versibile. 
Tanto basta ad avviare la degenerazione dell'articolazione fino alle estreme conseguenze: l'artrosi
Una diagnosi che spesso sorprende l'infortunato a distanza di anni. 
Guarita la frattura e riprese in pieno le comuni attività quotidiane comprese quelle sportive do po un periodo più o meno prolungato di benessere compaiono i primi disturbi. 
L'articolazione si gonfia, sembra scricchiolare e fa male. 
Con il tempo, oltre al dolore, compare anche la limitazione al movimento.

                                
         

             
                                      
  
Le radiografie mostrano con chiarezza il problema: 
una brutta artrosi che si è sviluppata da prima intorno alla rima di frattura articolare e poi si è allargata fino a coinvolgere l'intera articolazione. 
C'è naturalmente una proporzione tra il danno della cartilagine articolare, il gradino o il solco che la frattura ha prodotto all'interno della artticolazione infortunata e la velocità con cui l'ar-ticolazione sviluppa i sintomi della degenerazione artrosica
Minore è il danno residuo dopo la guarigione della frattura e più lentamente l'articolazione an drà incontro a sofferenza. 
                         
Fratture scomposte a più frammenti che non vengono ridotte in modo soddisfacente vanno in contro a problemi pressoché immediati, mentre quelle perfettamente ricomposte e saldate possono restare prive di sintomi per decenni.
Di qui gli sforzi degli ortopedici per ricomporre la frattura articolare il più fedelmente possibile all'anatomia normale utilizzando anche viti, chiodi e placche di metallo per immobilizzare i frammenti della frattura e ridurre al minimo solchi e gradini all'interno dell'articolazione. 
               
È opinione comune tra gli specialisti che in articolazioni come il ginocchio anche una incon- gruenza cartilaginea inferiore al millimetro sia capace di portare negli anni allo sviluppo di artrosi.
         
            
                    
                       
                  
   
                       

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                      Fine
Pubblicato su Blogger oggi 05 dicembre 2012 alle ore 22,40 da: Giuseppe Pinna de Marrubiu

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