sabato 17 marzo 2012

(Scheda 2) Quale certezza nella Sicurezza da manuale in sala operatoria?.

Senza tanti altri preamboli di sorta "poiché su questo BLOG e nelle sue schede si argomenterà principalmente di malattia OSTEOMIELITICA, sui suoi contorni e quant'altro"; iniziamo subito senza mezzi termini, parlando un poco della “Sicurezza da manuale in sala operatoria”.
                     
Articolo informativo di Giuseppe Pinna de Marrubiu per S. O. S. - “Osteomielitici d’Italia” - Onlus 
«Centro Servizi Informativi On-line per Pazienti Osteomielitici e non»; che ci addentra in un percorso 
storico, narrandoci che "durante il corso dei secoli la medicina ha attraversato diversi stadi che, secondo 
gli storici vecchi e nuovi, sono i seguenti: medicina istintiva, medicina sacerdotale, medicina magica, 
medicina empirica, medicina scientifica".

                                           OSTEOMIELITE
Dunque si vorrebbe iniziare col dire che “Trattandosi di una patologia causata dallo sviluppo di infezioni
 a livello delle ossa e del midollo osseo, di solito di natura batterica, conseguenza di interventi chirurgi
 ci e di eventi traumatici", sicuramente a nostro modesto avviso, le politiche sanitarie dovrebbero basarsi,
 oltre che sulla valutazione degli standard organizzativi, anche e soprattutto sulla appropriatezza delle proce
 dure diagnostiche e terapeutiche e sui risultati finali degli interventi. 
E' chiaro che sarebbe necessario intervenire concretamente con un approccio assistenziale che tenda a garantire
 e organizzare servizi, con elevati livelli di efficacia, tempestività, appropriatezza, ponendo al centro del percorso
 la persona malata. 
Una prima concreta risposta a tale approccio rappresenterebbe il giusto input per dare inizio ad una elaborazione
 ed attuazione di alcuni percorsi clinico assistenziali condivisi tra territorio ed ospedale che utilizzino linee
 guida da scientificare, inventare, validare e pian pian estendere e condividere; che soprattutto vedano realizzati
 interventi multiprofessionali e multidisciplinari di futura routine.
                                      
Considerando la necessità di ridurre l'incidenza di tali patologie e di migliorare la tutela dei pazienti, non vi è
 dubbio che le strategie di intervento debbano interessare la prevenzione della patologia, attraverso la riduzio
ne  dei fattori di rischio, nonché il trattamento dell'Infezione Osteo-articolare e la prevenzione della disabilità.
Per quanto riguarda il primo punto, la linea strategica si deve avvalere di uno strumento per il migliora mento della
 qualità dei trattamenti per i pazienti, qual è il Governo clinico (GC) - Clini cal Governance, con lo scopo di favorire
  sistemi di eccellenza, all'interno dei quali venga implementata la partecipazione e la responsabilità dei vari professionisti.
                 
                 
Per quanto riguarda il trattamento e la prevenzione delle disabilità il Ministero ha proposto l'inserimento delle
osteomieliti croniche  nell'elenco delle patologie croniche, allegato alla pro posta di aggiornamento del DPCM
 sui livelli di assistenza. 
Tale riconoscimento consentirà a questi pazienti, in esenzione dalla quota di partecipazione, l'utilizzo di prestazioni
 specialistiche, utili per effettuare un corretto follow-up della malattia al fi ne di prevenire le complicanze e le disabilità”.
La patologia è, nella maggior parte dei casi, conseguenza di interventi chirurgici e di eventi traumatici. 
Nella chirurgia traumatologica sono importanti entità e durata dell'esposizione, l'inquinamento ambientale delle
 ferite, l'energia del trauma e le fratture comminute con maciullamento dei tes suti molli
Oltre che nei politraumatizzati le complicanze settiche sono frequenti negli incidenti stradali, con fratture esposte.
Pertanto la prevenzione va attuata con la tempestività dei soccorsi, con la correttezza del trattamento e con una
 adeguata organizzazione e sicurezza nelle sale operatorie
In riferimento a quest'ultima è stato predisposto da questo Ministero il "Manuale per la sicurezza in sala operatoria:
 Raccomandazioni e checklist" che contiene delle raccomandazioni sulla sicurezza la operatoriaelaborata sulla
  base della Raccomandazione prodotta dall'OMS ed adattata al contesto nazionale.
Tale manuale si pone l'obiettivo di rafforzare i processi preoperatori, intraoperatori e post-operatori, anche tramite
 l'adozione della specifica Checklist per la sicurezza in sala operatoria. 
Il documento è rivolto alle Direzioni strategiche aziendali, agli Uffici di Qualità, ai Direttori di Dipartimento Chirurgico
 e di Anestesia e Rianimazione, ai Dirigenti Infermieristici, a tutti i Res ponsabili coinvolti nell'organizzazione e
 nella gestione delle sale operatorie e a tutti i componenti delle equipe chirurgiche. 
Inoltre va tenuto presente che i nuovi ceppi di agenti patogeni multiresistenti aumentano molto più delle nuove classi
 di antibioticiper cui sicuramente non sarà mai possibile azzerare l'in cidenza di tali infezioni. 
Nonostante ciò è necessario implementare quei documenti che riguardano "le raccomandazioni sulla profilassi antibiotica
 in chirurgia", modificandoli e integrandoli per rendere sempre più ade guata la profilassi  antibiotica.
 
Se è vero che la principale cura di questo fenomeno è la prevenzione, servirebbe una adeguata campagna di informazione. 
Ci si rende conto che c'è il solito problema dell'esiguità di risorse finanziarie. 
Si ritiene che sia utile e possibile avviare una prima azione informativa coinvolgendo anche i medici di famiglia, che sono
 capillarmente presenti sul territorio e che spesso firmano gli atti che precedono l'intervento chirurgico! 
In genere le Regioni spesso non riescono (?) a provvedere, ad esempio, ad una efficace rete di prevenzione delle complicanze
 diabetiche, fra cui il piede diabetico e la cancrena
Pochi centri, poi, si sobbarcano i "costi" e il "peso" di curare questi casi.
                                                                          Programma Piede Diabetico
 
 Piede Diabetico
                
C'è una facile tendenza ad amputare, anche perché il sistema sanitario regionale rimborsa 10 mila euro al
 chirurgo per ogni arto amputato.
 



Una attenta osservazione della profilassi abbinata alla osservazione particolare del paziente in una struttura 
sanitaria convenzionata col Servizio Sanitario Nazionale, ci da ragione di credere che tecniche alternative a 
vari standard darebbero come risultato il recupero e la piena efficienza dell'arto evitandone l'amputazione
La lunga terapia ha il costo di appena tremila euro.
Insomma, si preferisce spendere di più per la menomazione di un soggetto, piuttosto che risparmiare sull'in
tervento, sulle protesi, sugli ausili successivi e per salvare l'autonomia motoria dell'individuo.
Ma cosa si aspetta dal Ministero della Salute ad intervenire su questo paradosso? 
“Il diabete rappresenta un problema sanitario, umano e sociale.
Questa consapevolezza ha indotto il Ministero, con i Piani Sanitari 2003-2005 e 2006-2008 ad impegnare for
temente il Servizio Sanitario Nazionale nei confronti di questa malattia.
Inoltre le complicanze del diabetetra cui il piede diabetico, in particolare, sono tra le aree di intervento 
prioritarie previste dai Piani di prevenzione che hanno previsto la realizzazione di progetti regionali finaliz
zati, nel caso del diabete, a prevenirne le complicanze tramite l'adozione di programmi di "disease manage
ment" (gestione integrata della malattia).
Nell'ambito del progetto IGEA (Integrazione gestione e assistenza) si sta, quindi, realizzando un insieme di
azioni volte a favorire il  miglioramento dell'assistenza al paziente diabetico”.
L'utenza Nazionale, ovvero i pazienti o che dir si voglia gli "ammalati cronici", possono di certo contare
nel Nord Italia, su alcuni centri di riferimento per la cura dell'infezione osteoarticolare.
Anche se i centri che rispondono agli standard ottimali di prevenzione in sala operatoria sono ancora pochi,
quasi nessuno nel Sud Italia
Come si pensa di intervenire?
“Considerando che la maggior parte delle osteomieliti croniche sono conseguenza di interventi chirurgici e
traumatici è indispensabile che le strutture ospedaliere rispondano a degli standard che riducano al minimo
l'incidenza di tali patologie, migliorando gli aspetti organizzativi e la sicurezza delle camere operatorie.
Dovranno essere le Regioni, a cui per legge è devoluta l'organizzazione dell' assistenza ospedaliera, indivi
duare eventualmente dei centri dedicati, qualora lo ritenga necessario”.
Cosa dire al cittadino che deve sottoporsi a impianto di protesi
Come fidarsi?
“Nella chirurgia elettiva le protesi articolari, con il loro notevole incremento, costituiscono una voce impor
tante nel campo delle complicanze infettive.
Fra gli interventi di riprotesizzazione, specie se secondari a sepsi periprotesiche, la percentuale dei falli
menti sale sino al 20%.
Pertanto l'infezione di un artroprotesi è un'evenienza non rara data anche l'alta prevalenza di interventi di 
protesizzazione, ma è riconosciuto dal mondo scientifico che per ridurne l'incidenza (sostiene) che è neces
sario che il Comitato infezioni ospedaliere studi l'incidenza e la prevalenza dei germi, che indichi e lavori
sull' adeguamento della profilassi antibiotica nella chirurgia ortopedica maggiore in base alla meticillino-
resistenza degli agenti infettanti, siano ben organizzate e sicure le sale operatorie.
Di conseguenza è necessario disporre di linee guida specifiche individuandone le carenze formative e program
mare interventi sul territorio, in maniera capillare per settore e categoria specialistica.
Le Società Scientifiche possono di certo giocare un ruolo importante sia nella informazione, nella formazione,
che nella redazione di protocolli che rendano uniformi i comportamenti”.
“Lo stato di salute di una popolazione, del singolo cittadino, è fortemente legato non solo alle capacità del
Sistema Sanitario Nazionale e Regionale di organizzarsi, ma anche all'influenza che su di esso esercita la rete
di relazioni che lega tutti i protagonisti del mondo della salute impegnati nel settore, quali l'innovazione e la
produzione, la ricerca, nonché il volontariato, l'assistenza, l'etica, la comunicazione, il no profit.
Pertanto si ritiene fondamentale la creazione di gruppi di lavoro raccoglitori tra le Associazioni di pazienti per
 gruppo patologico per il contributo che ciò può e dovrebbe dare per migliorare il processo decisionale attraver
so la valorizzazione e l'utilizzazione di esperienze e conoscenze dirette, poiché è dimostrato che il loro coinvol
gimento nel percorso assistenziale, consentendo la reciproca conoscenza e la collaborazione mirata, aumentan
do l'efficacia e l'efficienza degli interventi.
Considerando quindi più che positiva la necessità di ridurre l'incidenza e la prevalenza della patologia e fornire
risposte concrete alle necessità di questi pazienti, ci si auspica l'istituzione di tavoli di lavoro, che sappiano,
coinvolgere vari interlocutori, comprese le varie Associazioni dei pazienti, poiché noi ci si è posto l'obiettivo di
fornire informazioni che rendano omogenei i comportamenti a livello di procedure chirurgiche; individuandone
le carenze informative e formative, per fornire sia allo specialista che al medico di medicina generale, tutti gli
strumenti conosciuti e idonei per la prevenzione e il corretto approccio terapeutico; creando alleanze profes
sionali e specialistiche con altri dicasteri per il miglioramento della qualità di vita dei pazienti, anche in relazio
ne alla vita familiare e al contesto sociale e lavorativo”.
---------------------------------------------
Appunti: Prevenzione, adeguamento delle strutture, terapia e riabilitazione, rimborsi e assistenza. 
Come riassumere l'azione del Governo di un Paese come l'Italia nei confronti di questa piaga sociale?  
“Possiamo noi tentare di proporre e riassumere l'azione necessaria nelle varie attività già illustrate ai precedenti punti?
Lavori del tavolo istituito presso il Ministero della Salute.
- Proposta di aggiornamento d.m. 329/99n e succ. modifiche.
- Implementazione del "Manuale sulla sicurezza in camera operatoria".
- Implementazione di "Raccomandazioni sul miglioramento della compliance farmacologia e sull'adeguamento della profi
  lassi antibiotica".
- Progetto Igea per la prevenzione delle complicanze, compreso il piede diabetico.
- Nuovo Piano Sanitario Nazionale, in riferimento alla continuità assistenziale e all'integrazione fra ospedale e territorio,
 con la formazione dei medici di medicina generale e degli specialisti attraverso l'azione delle Società Scientifiche.
- Informazione ai pazienti attraverso il lavoro delle Associazioni dei pazienti"
              
                           
Pubblicato su Facebook il 06 Marzo 2012, ore 22,09
Pubblicato su Blogger oggi 17 Marzo 2012 

1 commento:

  1. Attenzione: - Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge N°62 del 07/03/2001. Parecchie immagini sono tratte da internet quale frutto di una costante ricerca documentale, altre sono pervenute da privati e molteplici in disponibilità personali dell’autore, ma se il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del blog che provvederà alla loro pronta rimozione. L'autore dichiara di non essere responsabile dei commenti lasciati nei post. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze, il cui contenuto fosse ritenuto non idoneo alla pubblicazione verranno insindacabilmente rimossi.

    Per segnalazioni: sos.osteomielitesardegnaeoltre@gmail.com

    RispondiElimina