PROTESI TOTALE ANCA
Articolo informativo di Giuseppe Pinna de Marrubiu per S. O. S. - “Osteomielitici d’Italia” - Onlus «Centro Servizi Informativi On-line per Osteomielitici e non».
La sostituzione del Cotile della Protesi d'Anca
La sostituzione di cotile d’una protesi totale di anca è un intervento che deve essere eseguito in una struttura specializzata.
L'équipe di cui argomentasi, utilizza più frequentemente la via d'accesso postero laterale.
Nei casi semplici, l'incisione rispetterà la cicatrice precedente salvo necessità.
Come tutti gli interventi, anche la sostituzione di protesi totale di anca può presentare delle complicanze.
Sostituzione protesi d'anca: parziale o totale
La sostituzione di una protesi totale di anca può essere necessaria quando:
1. sopravviene una frattura del femore in cui è impiantata una protesi;
mobilizzazione di cotile e stelo
2. esiste l'usura delle componenti articolari, più spesso il cotile (70%);
usura polietilene su protesi 17 annie
usura polietilene su protesi 17 annie
3. sopravviene la mobilizzazione di una o più componenti fissate al tessuto osseo;
mobilizzazione di cotile e stelo
mobilizzazione di cotile e stelo
4. sopravviene un'infezione ossea (Osteomielite) sulla protesi.
In questi casi particolari può essere necessario effettuare la sostituzione in due tempi.
Il primo tempo consiste nella rimozione della protesi, la realizzazione di prelievi batteriologici ed il posizio na mento di uno spaziatore di cemento con antibiotici.
Il trattamento antibiotico sarà guidato dai risultati dei prelievi batteriologici e dovrà essere proseguito in ogni caso per 6 mesi con controlli biologici periodici.
Il secondo tempo verrà realizzato a distanza di 2 o 3 mesi, una volta che si saranno normalizzati i parametri di flogosi, e consiste nella rimozione dello spaziatore e nel re-impianto di una nuova protesi.
L'evoluzione delle tecniche chirurgiche e degli impianti protesici permette attualmente di ridurre notevolmen te il peso di questo tipo di interventi.
Il materiale per la sostituzione della protesi d'anca: il cotile
Quando è necessario realizzare una sostituzione di cotile su protesi d'anca spesso ci troviamo davanti a gravi danni ossei dovuti al riassorbimento osseo intorno all'impianto mobilizzato.
Il primo tempo consiste nella rimozione della protesi, la realizzazione di prelievi batteriologici ed il
posizionamento di uno spaziatore di cemento con antibiotici.
Dopo un'anestesia loco-regionale (salvo contro-indicazione) effettuata nella sala anestesiologica, il pazien te verrà trasferito in sala operatoria dove il personale medico e paramedico procederà alla preparazione dell'intervento e quindi verrà posizionato per questo (decubito laterale sulla parte sana).
Posto il paziente in decubito laterale destro, si incide l'anca sinistra
L'équipe delimiterà, dopo un'accurata disinfezione, il campo operatorio (zona dell'incisione) attraverso dei teli sterili. La zona dell'incisione verrà quindi ricoperta da una pellicola in plastica adesiva sterlile che sarà incisa insieme alla pelle e che serve per isolare la cicatrice.
Si impiantano cotile, testina e collo medio
Dopo l'incisione della capsula articolare, la protesi già posizionata verrà lussata rispettando il più possibile l'apparato muscolare.
Si realizzano diversi prelievi batteriologici e in seguito l’iniezione endovenosa di antibiotici.
Si procederà quindi alla rimozione della testina e in seguito del cotile e del suo eventuale cemento.
La cavità cotiloidea verrà preparata con frese di taglia crescente per ricreare una cavità corretta, poi si posizionerà il nuovo cotile da revisione, la cui stabilità verrà assicurata, se necessario, da viti metalliche e, al bisogno, da un'innesto osseo.
Una nuova testina sarà posizionata sullo stelo precedente e si articolerà con il nuovo insert cotiloideo.
Un emostasi accurata e dei lavaggi pulsati ripetuti sono realizzati durante l’intervento.
Il materiale di base utilizzato attualmente per questo tipo di interventi è composto da:
* un cotile a doppia mobilità (prevenzione della lussazione) preferibilmente non cementato, che può, a seconda dei casi, essere stabilizzato con delle viti metalliche periferiche;
* una testina compatibile con lo stelo femorale in sede.
Procedendo al posizionamento di un sistema di drenaggio intra articolare (prevenzione degli ematomi) e alla sutura per piani (capsula, muscoli, tessuto sotto cutaneo e pelle) della cicatrice.
Dopo una medicazione in compressione, il paziente verrà riportato in posizione sdraiata sulla schiena, con un cuscino tra le gambe sulla lettiga; verrà trasportato in sala di risveglio e controllato dagli anestesisti.
Il tecnico radiologo effettuerà una radiografia che i chirurghi provvederanno a visionare prima di trasferirla in camera.
Il trattamento antibiotico sarà guidato dai risultati dei prelievi batteriologici e dovrà essere proseguito in ogni caso per 6 mesi con controlli biologici periodici.
Il secondo tempo verrà realizzato a distanza di 2 o 3 mesi, una volta che si saranno normalizzati i parametri di flogosi e consiste nella rimozione dello spaziatore per poi procedere nel re-impianto di una nuova protesi.
L'evoluzione delle tecniche chirurgiche e degli impianti protesici permette attualmente di ridurre notevol mente il peso di questo tipo di interventi.
La durata del ricovero nel reparto di chirurgia è di 10 giorni, salvo complicazioni, la ripresa del carico parziale avviene dopo 3-4 giorni ed il ritorno alla normalità è previsto per la fine del terzo mese post operatorio.
Questo intervento necessita di una diagnosi precisa che è resa possibile grazie agli esami radiogafici di base e agli esami para-clinici come la scintigrafia ossea e l'esame TC.
I rischi relativi a questo tipo di intervento sono controllati previ esami preoperatori completi e grazie alla scelta di una tecnica chirurgica e al materiale più adatto alla situazione del paziente.
Il secondo tempo verrà realizzato a distanza di 2 o 3 mesi, una volta che si saranno normalizzati i parametri di flogosi e consiste nella rimozione dello spaziatore per poi procedere nel re-impianto di una nuova protesi.
L'evoluzione delle tecniche chirurgiche e degli impianti protesici permette attualmente di ridurre notevol mente il peso di questo tipo di interventi.
La durata del ricovero nel reparto di chirurgia è di 10 giorni, salvo complicazioni, la ripresa del carico parziale avviene dopo 3-4 giorni ed il ritorno alla normalità è previsto per la fine del terzo mese post operatorio.
Questo intervento necessita di una diagnosi precisa che è resa possibile grazie agli esami radiogafici di base e agli esami para-clinici come la scintigrafia ossea e l'esame TC.
I rischi relativi a questo tipo di intervento sono controllati previ esami preoperatori completi e grazie alla scelta di una tecnica chirurgica e al materiale più adatto alla situazione del paziente.
Il cotile a doppia mobilita è concepito per ridurre al massimo il rischio di lussazione della protesi (la complicazione più frequente).
Esiste in due modelli: con fissazione diretta in pressione detta “press-fit”, confissazione “press-fit” e viti periferiche per migliorare la stabilità primaria.
I cotili con interfaccia macroporosa sono una soluzione alternativa alla cementazione
Il cotile a doppia mobilità cementato è la soluzione d'eccezione per i casi particolari
La costante evoluzione del materiale e della tecnica chirurgica permette attualmente di realizzare protesi d'anca di revisione con un materiale meno invasivo e più duraturo dell'impianto precedente.
Nelle seguenti immagini una protesi cementata (cotile e stelo) con viti di rinforzo e coppia di frizione me tallo-polietilene è stata sostituita dopo 19 anni da una protesi non cementata press-fit con coppia di fri- zione ceramica-ceramica. (A)
(B)
La sostituzione del cotile nella protesi d'anca
La sostituzione di cotile d’una protesi totale di anca è un intervento che deve essere ese-guito in una struttura specializzata. L'intervento è preceduto da esami preoperatori completi e da una pianificazione preoperatoria.
La Trocanterite si manifesta con dolore sulla sporgenza del grande trocantere, e quindi sul fianco. Questa localizzazione permette di distinguerla chiaramente dal dolore articolare dell'anca, che viene avvertito prevalentemente all'inguine e al gluteo.
In genere, negli ultimi tempi, si utilizza più frequentemente la via d'accesso postero laterale.
Nei casi semplici, l'incisione rispetterà la cicatrice precedente salvo necessità.
I legamenti ileo-femorale(fascio superiore e inferiore), pubo-femorale e ischio-femorale limitano i movimenti dell’anca.
Via d'accesso postero laterale mininvasiva.
I glutei determinano l’oscillazione del bacino, ed è evidente durante il passo in quanto impediscono la caduta del bacino "controllo lateralmente". La linea glutea anteriore sulla superficie laterale dell’ileo segna il confine tra questi due muscoli.
Dopo un'anestesia loco-regionale (salve contro-indicazione) effettuata nella sala anestesiolo gica, il paziente verrà trasferito in sala operatoria dove il personale medico e paramedico pro cederà alla preparazione dell'intervento e quindi verrà posizionato per questo (decubito laterale sulla parte sana).
L'équipe delimiterà, dopo un'accurata disinfezione, il campo operatorio (zona dell'incisione) attraverso dei teli sterili.
La zona dell'incisione verrà quindi ricoperta da una pellicola in plastica adesiva sterlile che sarà incisa insieme alla pelle e che serve per isolare la cicatrice.
Dopo l'incisione della capsula articolare, la protesi già posizionata verrà lussata rispettando il più possibile l'apparato muscolare.
Si realizzano diversi prelievi batteriologici e in seguito l’iniezione endovenosa di antibiotici.
Si procederà quindi alla rimozione della testina e in seguito del cotile e del suo eventuale ce mento.
La cavità cotiloidea verrà preparata con frese di taglia crescente per ricreare una cavità cor
retta, poi si posizionerà il nuovo cotile da revisione, la cui stabilità verrà assicurata, se necessario, da viti metalliche e, al bisogno, da un'innesto osseo.
Una nuova testina sarà posizionata sullo stelo precedente e si articolerà con il nuovo insert cotiloideo.
Un emostasi accurata e dei lavaggi pulsati ripetuti sono realizzati durante l’intervento.
Il materiale di base utilizzato attualmente per questo tipo di interventi è composto da:
un cotile a doppia mobilità prevenzione della lussazione preferibilmente non cementato, che può, a seconda dei casi, essere stabilizzato con delle viti metalliche periferiche;
una testina compatibile con lo stelo femorale in sede.
Si procederà al posizionamento di un sistema di drenaggio intra articolare (prevenzione degli ematomi) e alla sutura per piani (capsula, muscoli, tessuto sotto cutaneo e pelle) della cicatrice.
Dopo una medicazione in compressione, il paziente verrà riportato in posizione sdraiata sulla schiena, con un cuscino tra le gambe sulla lettiga; verrà trasportato in sala di risveglio e controllato dagli anestesisti.
Il tecnico radiologo effettuerà una radiografia che i chirurghi provvederanno a visionare prima del trasferimento in camera.
Come tutti gli interventi, anche la sostituzione di protesi totale di anca può presentare delle complicanze.
La principale preoccupazione, per ogni equipe medica, è quella di assicurare la prevenzione (esami pre e post operatori) e di ridurre al minimo le conseguenze attraverso uno screaning precoce e il controllo periodico dei pazienti.
La protesi viene presentata nel suo contenitore
Le protesi tradizionali non cementate possono essere una buona soluzione nel paziente giovane quando si abbinano ad accoppiamenti a bassa usura delle componenti deputate al movimento, come gli accoppiamenti metallo su metallo con teste di grande diametro.
Anche in questo caso, le teste femorali di grandi diametro e l’accoppiamento metallo-metallo comportano gli stessi vantaggi che abbiamo già menzionato in precedenza.
Pubblicato su Blogger oggi 04 dicembre 2012 alle ore 14,46 da: Giuseppe Pinna de Marrubiu
Nessun commento:
Posta un commento