venerdì 11 maggio 2012

(Scheda 42) LE INFEZIONI OSTEOARTICOLARI ASPETTI MEDICI E SOCIALI.


LE INFEZIONI OSTEOARTICOLARI  
ASPETTI MEDICI E SOCIALI
Di Giuseppe Pinna per S. O. S. - “Osteomielitici d’Italia” - Onlus  «Centro Servizi Informativi On-line per Osteomielitici e Pazienti dell’Ospedale CODIVILLA-PUTTI di Cortina d’Ampezzo».


CONGRESSO A.N.I.O. II EDIZIONE 


09 / 10 OTTOBRE 2009 HOTEL SAN MICHELE CALTANISSETTA - Via Fasci Siciliani

Il tema delle infezioni ossee ed articolari rappresenta la complicanza più temuta da tutti gli Ortopedici. Infatti nonostante il miglioramento delle tecniche chirurgiche, della asepsi e della profilassi, la percentuale di infezioni ha un trend in salita.
In in Italia la situazione è drammatica, la A.N.I.O.- O.N.L.U.S. ha censito in un anno 16.000 casi circa e ne gestisce il triplo accumulati in tanti anni di attività svolta nel territorio.
La necessità di formazione specifica è assoluta e, per nostra esperienza, ci permettiamo di sostenere che all’aspetto medico va associato quello sociale. 
Le infezioni ossee sono un grande problema che coinvolge sia il settore salute che la realtà sociale, visto la complessità e multidisciplinarità che necessità per la gestione.
Gli argomenti trattati toccano sia gli aspetti sociali, direttamente affrontati dai responsabili delle istituzioni ed esperti del settore sociale e legale; che gli aspetti di natura medica, presentati dai massimi esperti in Italia e non solo.
La scelta della location siciliana è stata voluta sia per l’impatto epidemiologico che per i risultati che dalla pri- ma edizione si sono apprezzati ad oggi. 
Altro aspetto fondamentale della scelta della regione è la centralità che essa ha nel bacino del mediterraneo; dall’antichità la sua posizione geografica era apprezzata sia per il suo punto strategico che per la sua virtuo-sità.
“LE INFEZIONI OSTEOARTICOLARI 
ASPETTI MEDICI E SOCIALI”

Esprimendo ai discenti i risultati raggiunti dal 2006 ad oggi. 
A distanza di soli tre anni da quell’evento abbiamo visto le società scientifiche e le istituzioni del Welfare insieme per univoci obiettivi prendendo atto di una grave patologia che ha un enorme impatto sociale con conseguenze devastanti. 
Oggi, ANIO, con la S. O. S. - “Osteomielitici d’Italia” - Onlus  «Centro Servizi Informativi On-line per Osteomielitici e Pazienti dell’Ospedale CODIVILLA-PUTTI di Cortina d’Ampezzo», rappresentano il paziente e facen- dosi carico delle necessità intrinseche alla patologia, stimolano la ricerca e il confronto tra gli specialisti e lavorano ogni giorno con dedizione e professionalità avanzando alle istituzioni le criticità che gli stessi indivi-dualmente riscontrano.
OSTEOMIELITE POST-ESTRATTIVA TRATTATA CON OZONOTERAPIA (Dr. Antonio SCUCCIMARRA)

Foto di Giuseppe Pinna per S. O. S. - “Osteomielitici d’Italia” - Onlus


Il Presidente Naz. della A.N.I.O.- O.N.L.U.S.
Girolamo Calsabianca
Il Presidente del Congresso
Dott. Giuseppe Petrantoni

*********************************
1° Sessione
 

Le osteomieliti croniche nei livelli di assistenza

Dott.ssa PAOLA PISANTI
DIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA
Ministero del Lavoro, Salute e Politiche Sociali

L’introduzione dei livelli essenziali di assistenza costituisce l’avvio di una nuova fase per la tutela sanitaria: garantire ai cittadini un servizio sanitario omogeneo in termini di qualità e quantità delle prestazioni erogate, dotandosi al tempo stesso di uno strumento di governo dell’assistenza. 
Il Piano Sanitario Nazionale 2006-2008 evidenzia l’importanza della riorganizzazione delle cure primarie, dell’integrazione tra i diversi livelli di assistenza, esaltando al tempo stesso il ruolo del cittadino e della società civile nelle scelte e nella gestione del Servizio Sanitario nazionale. 
Precedentemente già il Piano Nazionale 2003-2005 poneva la necessità di soddisfare una domanda crescen te di assistenza di natura diversa caratterizzata da nuove modalità di erogazione dell’assistenza sanitarie basa ta sulla sinergia coordinata delle diverse figure professionali formate al tipo di assistenza.
Con gli ultimi provvedimenti nazionali generali si pone quindi la necessità di soddisfare una domanda cre-scente di assistenza di natura diversa basata sulla integrazione tra prestazioni sanitarie e sociali e sulla conti-nuità delle cure per periodi di lunga durata.
Già da qualche anno la Direzione Generale della programmazione del Ministero del Lavoro, Salute e Politi- che Sociali è impegnata in un programma di lavoro volto a migliorare la tutela dei cittadini affetti da patologie croniche e invalidanti al fine di favorire percorsi che garantiscano uniformità di risposte e continuità di tutela al paziente.
Con i nostri interventi intendiamo sottolineare quanto programmi sanitari coordinati, con il coinvolgimento di tutti i livelli di assistenza, siano preziosi per ridurre morbilità, invalidità, e mortalità e che l'assistenza ottimale si ha quando si realizza una gestione integrata che conta sull’attività del medico di medicina generale, dello specialista e di tutti gli operatori sanitari e non coinvolti nella tutela del malato
Il sistema sarà tanto più efficace quanto più gli ambiti di assistenza saranno coordinati e comunicanti tra loro e quanto più esso sarà basato su un modello organizzativo in cui il malato è il protagonista nella lotta alla malattia e il medico è lo strumento della scienza che lavora accanto al malato in una sorta di alleanza tera-peutica.
Un breve cenno, tra le attività che la Direzione generale della Programmazione sta portando avanti, meritano i lavori di Aggiornamento del Decreto Ministeriale n. 329/99 e succ. modifiche, emanato in attuazione del- l'art. 5, comma 1, lettera (a) del decreto legislativo 29 aprile 1998, n.124. e i lavori della Commissione sulle Osteomieliti che avrà il compito di formulare indicazioni per la prevenzione delle Osteomieliti croniche.
Con l’approvazione della proposta di aggiornamento sarà possibile per la persona con Osteomielite cro-nica avere il riconoscimento del diritto all’esenzione dalla partecipazione alla spesa, per le prestazio-ni di specialistica ambulatoriale efficaci ed appropriate per il follow up della patologia e per la preven-zione delle complicanze.
Le indicazioni formulate dalla Commissione, una volta implementate, potranno essere uno strumento utile per ridurre l’incidenza di tali patologie.
*********************************
“Diritti e benessere dei cittadini di fronte alla crisi del welfare state” con particolare riferimento alla valutazione dei requisiti ed ai benefici previsti nell’indennità di accompagnamento e nell’indennità di frequenza.
Di fronte alla crisi economica globalizzata e che sta interessando tutti i paesi dell’area occidentale e che sem-pre più coinvolge tramite processi di riconversione, di reindustrializzazione, di crisi di settore, il mondo del la-voro con conseguenti ricadute negative per i lavoratori e per i loro familiari ; bisogna chiedersi quali e quanti riflessi negativi si avranno nei confronti di un sistema di sicurezza sociale che già presentava di per sé anche nel nostro paese delle eclatanti carenze strutturali. 
Eppure il bisogno di salute, la salvaguardia dei soggetti che si trovano in stato di bisogno e tutte le conquiste di carattere sociale non solo sono garantite dai dettami costituzionali e da un sistema costruito con la convin-ta adesione delle più rappresentative tra le parti istituzionali, sindacali e sociali in causa, ma c’è stata negli ulti mi anni una sempre più forte richiesta di interventi “Erga Omnes”.
Tale domanda deve essere aderente a giusti dettami di legalità, equità, ragionevolezza, rapidità della risposta, eliminazione di criticità e di inutili ripetitività ed in ultimo di una profonda razionalizzazione di tutto il sistema di sicurezza sociale che permetta altresì di ampliare l’area della tutela e nello stesso tempo di determinare possi bili risparmi.
*********************************
Patologie croniche e invalidità: il punto di vista delle Organizzazioni dei pazienti”
di Tonino Aceti
Responsabile Nazionale Coordinamento Nazionale Associazioni Malati Cronici-Cittadinanzattiva

INTRODUZIONE
L’ampia diffusione delle patologie croniche nella popolazione italiana (39,2%) e la loro incidenza in termini di costi sulla spesa pubblica socio-sanitaria (70%) dimostrano la necessità crescente di adottare ulteriori e spe-cifiche Politiche Sanitarie Nazionali sulla cronicità, nonché l’effettiva implementazione di quelle già esistenti.
In tal senso, il contributo che può essere fornito dalle Associazioni di Malati Cronici e Rari è molto im- portante, poiché conoscono i punti di forza e le criticità del nostro Servizio Sanitario Nazionale, nonché i nuovi bisogni socio sanitari emergenti.
A tal fine il Coordinamento Nazionale Associazioni Malati CroniciCittadinanzattiva, ha effettuato una ricognizione che ha interessato 30 Organizzazioni di pazienti affetti da patologie croniche e rare, di cui 3 Federazioni e 27 Associazioni
Obiettivo di tale attività è stato monitorare il grado di accesso alle prestazioni socio-sanitarie, verificando lo stato di applicazione di uno dei 14 diritti della Carta Europea dei Diritti del Malato e cioè il diritto all’accesso:
“Ogni individuo ha il diritto di accedere ai servizi sanitari che il suo stato di salute richiede. 
I servizi sanitari devono garantire eguale accesso a ognuno, senza discriminazioni sulla base delle risorse finanziarie, del luogo di residenza, del tipo di malattia o del momento di accesso al servizio.”
CONTENUTI
Dal Rapporto emerge che i malati cronici e/o rari in Italia, per curarsi, sostengono ingenti costi privati per supplire a quanto non garantito dal servizio pubblico e operano quotidianamente un braccio di ferro con la burocrazia per ottenere quanto invece è riconosciuto dalla legge e dal Servizio Sanitario Nazionale
La spesa media mensile sostenuta dal paziente e dalla sua famiglia è di 1.760,00 euro, con in testa i costi legati alla badante che ammontano a 986 euro al mese.
Quasi il 57% delle associazioni afferma che il diritto all’accesso alle prestazioni socio-sanitarie è per nulla o poco rispettato. 
Le conseguenze? 
Disastrose sui portafogli e sulla salute: aumento dei costi privati, aumento delle complicanze della malattia, conseguente peggioramento dello stato di salute e aumento dei ricoveri per complicanze.
CONCLUSIONI
Rispetto alle Politiche Socio-Sanitarie, le principali proposte formulate dalle Organizzazioni di pazienti sono:
- prevedere forme di partecipazione delle organizzazioni civiche ai processi decisionali. 
Ad esempio: istituendo presso l’Inps un organismo permanente di consultazione composto da rappresen- tanti delle organizzazioni civiche che possa esprimersi sulle criticità esistenti e avanzare proposte di miglio ramento. 
Un organismo analogo potrebbe essere istituito presso l’Aifa per migliorare l’accesso ai farmaci; ed ancora le organizzazioni dovrebbero essere coinvolte nel monitoraggio dei Lea, in particolare nelle Regioni con i Piani di rientro;
- revisionare ed integrare l’elenco delle patologie croniche invalidanti e l’elenco delle patologie rare;
- revisionare il Nomenclatore Tariffario delle Protesi, garantendo qualità, innovazione e personalizza- zione;
- garantire l’accesso ai farmaci di fascia C, innovativi, orfani, parafarmaci, integratori alimentari, necessari e insostituibili per la cura e la gestione delle complicanze delle patologie croniche e rare, attualmente a carico dei cittadini;
- promuovere procedure di riconoscimento dell’invalidità civile e dell’handicap in grado di rispondere meglio alle necessità dei cittadini; in tal senso ad esempio sarebbe auspicabile procedere con specifiche attività di semplificazione amministrativa.
********************************* 
L’Assistente Sociale nell’ottica del lavoro di rete con il paziente Osteomielitico
La rete di lavoro attorno al paziente osteomielitico
di Francesca Cusimano

Questa breve relazione, nasce da una sintesi e da una rielaborazione di quanto finora è stato scritto e detto sul concetto di RETE. 
Nello specifico si parlerà dell’integrazione tra il sociale e il sanitario, attraverso la realizzazione di un per- corso che garantisca aiuto, risposte e determini la messa in campo di interventi professionali e l’attivazione di risorse territoriali e organizzative, pubbliche e private, in rapporto ai bisogni e alle necessità del paziente Osteomielitico
Il superamento dei servizi settoriali a favore dei servizi integrati, nasce dalla necessità, ormai, di considerare la persona nella sua globalità, in tutte le sue dimensioni soprattutto in riferimento ai sui problemi, alle sue pa- tologie basate su componenti psicologiche, sociali, familiari, lavorative, sugli stili di vita e sui fattori ambien- tali. Tutto ciò rende necessario una cooperazione e una integrazione che sia di contrasto ai molti fattori di disagio, introducendo una nuova cultura della salute e nuove metodologie di intervento, capaci di riunire i diversi apporti di natura sociale, sanitaria ed educativa. 
Parola chiave di questa relazione diviene CONTINUITA', ovvero la necessità che i servizi, pubblici e pri- vati, in cooperazione con le istituzioni, divengano nodi di una rete in grado di integrare servizi sociali e sani- tari ed offrire le prestazioni necessarie con assiduità nei diversi passaggi da un nodo all'altro.
Questo significa porsi l'obiettivo di ridurre lo stato di “abbandono” del paziente Osteomielitico (a se stes- so e alla famiglia) sviluppando invece la possibilità di ricevere il sostegno indispensabile per potere affron- tare il proprio malessere e il disagio che vive. 
Il malato di Osteomielite vive un'esperienza di malessere cosiddetto autologico, uno stato cioè di frustra- zione e disagio che coinvolge tutti gli strati della personalità, che troppo spesso porta anche alla perdita del lavoro. (...malattia lunga.....). 
Quindi diviene basilare fornire indicazioni riguardo ai diritti del malato, tra questi ricordiamo per esempio il rimborso delle spese per gli spostamenti presso i Centri specializzati di Osteomielite, previsto da alcune regioni italiane (la Sardegna in PRIMIS da anni e in perfetta totale solitudine al 100% - Giuseppe Pinna per S. O. S. - “Osteomielitici d’Italia” - Onlus). 
O trovare strade alternative come per esempio usufruire dei contributi offerti dai Servizi Sociali, dalle ASL o dalla Regione per far fronte a situazioni di emergenza.
La “presa in carico” dell’ammalato presuppone la volontà di affrontare tutte le necessità per la risoluzione dei suoi problemi; essa non deve, dunque, costituire un insieme di interventi ma una modalità di gestione inte- grata ed unitaria dell’intervento stesso, come requisito fondamentale per l’identità del servizio offerto. 
In questa ottica l’integrazione diventa una metodologia che necessita dell’incontro e dell’individuazione di di- verse responsabilità:
Professionale - da parte di ciascuno operatore; 
Interprofessionale - da parte di professionalità diverse che operano sulla base di un obiettivo comune (èquipe); 
Di servizio - al fin di garantire una sistematicità tecnica e istituzionale dell’intervento; 
Fra i servizi - quando la complessità del caso lo richiede (rete); 
Istituzionale - a garanzia del diritto dell’utente; 
Comunitaria - vale a dire la pluralità di soggetti hanno la stessa responsabilità per la soluzione del problema.

Entrando nello specifico del profilo professionale, si può affermare che il ruolo dell’assistente sociale è quello di “ponte” tra le due forme di assistenza, ovvero quella sociale e sanitaria. 
Essa diviene l’ancora di salvataggio da cui trarne speranze, informazioni, saperi e diritti.
L’assistente sociale incontra, anche attraverso la conversazione telefonica, con l’ascolto e la comunicazione, l’utente e i suoi familiari al fine di conoscere i bisogni sociali e psicologici, fornire Informazioni e individuare quelle risposte e quelle risorse che mantengono possibilmente inalterati i punti di riferimento di costoro (con- testo ambientale e relazionale); l’incontro avviene all’interno di un clima il più possibile accogliente e rassi-curante, uno spazio che funga da contenitore privilegiato all’interno del quale dare sfogo ad ansie, paure, rab bia…
Per concludere questa breve relazione, si può affermare che l’integrazione è soprattutto una conquista cultu-rale, che richiede più coinvolgimento empatico da parte di tutti i soggetti e non una mera indicazione istitu-zionale. 
Un invito a tutti, a partire dalle istituzioni, ai responsabili dei servizi, ai medici di medicina generale, agli ope-ratori e agli utenti: credere e sostenere questa metodologia di intervento, “costruire” la cultura dell’integra-zione soprattutto attraverso il lavoro di rete al fine di garantire una nuova cultura della salute basata sulla qualità.


Pubblicato su Blogger oggi 11 Maggio 2012 alle ore 18,38 da: Giuseppe Pinna de Marrubiu








































Nessun commento:

Posta un commento