domenica 7 luglio 2013

(Scheda 257 - 18/ ALTO o PIENO MEDIOEVO - 1ª parte) STORIA della MEDICINA - NASCONO LE UNIVERSITA'.

         LA MEDICINA NELL'ALTO O PIENO MEDIOEVO
                                  
Articolo informativo di Giuseppe Pinna de Marrubiu per S. O. S. - “Osteomielitici d’Italia” - Onlus «Centro Servizi Informativi On-line per Pazienti Osteomielitici»; che ci addentra in un percorso storico narrandoci che: "durante il corso dei secoli la medicina ha attraversato diversi stadi che, secondo gli storici, sono i seguenti: medicina istintiva, medicina sacerdotale, medicina magica, medicina empirica, medicina scientifi ca".
Alonso de Sedano: il miracolo dei santi Cosma e Damiano, 1495 - Burgos, Spagna In questo affresco viene descritto il miracoloso intervento di trapianto di gamba eseguito dai santi. I mantelli rossi e i cappelli richiamano quelli utilizzati dai medici del XVI secolo. 

L'astrologia giocò un ruolo importante nella medicina medioevale, ai medici più istruiti si insegnava ad usare almeno le basi dell'astrologia nella pratica clinica.
             
STORIA DELLA MEDICINA 
ANTICA, MEDIEVALE E MODERNA
Ippocrate (a destra) e Galeno in un affresco appartenente ad una cappella dell'Ordine di San Benedetto di Anagni (Lazio), a sud di Roma. (Secolo XII)
La Medicina nell'Alto o Pieno Medioevo 
Non mi è semplice indicare una data più o meno precisa per denotare l’inizio di un periodo storico così complesso e multivariegato come il Medioevo
Così come non trovo sia corretto definire con quella data una identità comune a molte nazio ni e popoli che in circa un millennio hanno sì condiviso guerre o terribili epidemie, rinnova menti e retrocessioni, scoperte e misteri, grandi evoluzioni o inaspettati silenzi se non pro prio sparizioni dalla faccia della terra, ma ognuno per sé, non necessariamente allo stesso tempo, nello stesso luogo o per gli stessi motivi e meno ancora con la stessa frequenza di mutamenti.
Questo Medioevo (secondo chi scrive) ha visto, inaspettatamente forse, anche lo sviluppo delle arti mediche, della «medicina», ma, lo ripeterò ancora, non sempre con le modalità che ora ci possano apparire ben definite o ben comprensibili. 

A tal scopo principalmente, se non esclusivamente, sistematico, dividerò la esposizione della medicina medievale in due grandi sezioni: ALTO MEDIOEVO (fino all’anno 1000 d.C.) e BASSO MEDIOEVO (dall’anno 1000 d.C.). 

Sono certo che questa suddivisione (per altro non certo mia in origine) potrebbe non trovare consenzienti buona parte degli storici, e non solo (con l’obiezione, ad esempio, della mancan za di una seconda data per ciascun periodo, così da dimensionarlo più accuratamente), oppu re uomini di scienza (qui comprendendo anche l’economia), i quali non scorgeranno nell’an no 1000 d.C. un reale limite culturale che possa vedere un «prima» e un «dopo».

Si potrebbe anche considerare che una questione geografica o etnica abbia più propriamente segnato l’inizio o la fine di tale età di mezzo, per singole popolazioni o aree territoriali e che quindi la medicina abbia risentito di tali diversità che, definirei insite nella natura dell’uo mo, quasi a dare una impronta o un suggello di identità.

Starà quindi, di certo, alla nostra capacità culturale odierna, a distanza di secoli, nonché alla nostra obiettiva, quasi pertinace, modestia e sincerità di giudizio, apporre o meno, il marchio «Medicina medievale» a ciò che potremo distinguere in divenire, in evoluzione.

Si potrebbe forse concludere che «Tutto» sia quindi in Medioevo

E perché no?
Ad onor del vero, per dirla tutta, d'un sol fiato, ciò non mi coglierebbe alla sprovvista e certa-mente aumenterebbe la mia fiducia nella ricorrente rinascita dell’uomo.

La medicina medievale in Europa Occidentale fu una mistura di:
  • idee preesistenti fin dall'antichità (Ippocrate e Galeno),
  • un generale concetto filosofico per cui anima (immateriale) e corpo (mortale, creato e materiale) siano indissolubili,
  • una globale rinuncia al godimento nella vita sociale e del corpo in genere
  • influenze religiose.

In questa era non esisteva ancora alcuna tradizione di scienza e le osservazioni andavano mano a mano con influenze spirituali.
Nell'Alto Medioevo, a seguito della caduta dell'impero romano, la conoscenza medica standard era basata principalmente sui testi sopravvissuti greci e romani, preservati in monasteri.
Le idee circa le origini di cure e malattie non erano comunque puramente secolari ma comunque basate su una visione della vita in cui il destino, il peccato, e le influenze astrali giocavano un grande ruolo.
L'efficacia di una cura era più correlata alle credenze del paziente e del medico, piuttosto ad una evidenza empirica, cosicché i remedia physicalia (rimedi fisici) erano spesso subordinati ad interventi spirituali.

Parallelamente ho fatto in modo che ad un ordinato/cronologico susseguirsi di eventi ed in formazioni storicamente accreditabili, che avranno quindi tutto il valore connesso ad una ric ca e quasi inesauribile documentazione bibliografica, pertanto vorrò qui di seguito proporre specifici argomenti che, sì, si siano mostrati agli occhi sicuramente vigile di storici e uomini di cultura, ma che possano anche sfuggire, per via di una trasversalità di interessi, non essendo solo cronologicamente identificabili.
Ovviamente tutti questi punti saranno correlati direttamente con il tema complessivo. 
Se, a volte, a chi legge, potrà sembrare che il testo possa uscire dal tema «Medioevo e medi cina», faccio affidamento al lettore, con l'augurio che non me ne voglia e abbia ancora più la pazienza di attendere un ritorno allo schema di seguito indicato.
Per favorire ciò, presento di seguito un Indice preliminare.
Tale questo è considerato in quanto riassume gli argomenti principali che saranno trattati. 
Principali, appunto, in quanto altro verrà approfondito via via che se ne presenterà l’occasio ne, la necessità o anche la curiosità.
La «medicina», quale attività umana e indice dell’evoluzione della scienza, sarà certamente al centro dell’attenzione, ma mi sento di escludere che verrà trattato ogni aspetto e che verrà citata ogni possibile fonte di informazione.
Posso però solamente e onestamente prevedere che verrà ampliato il mio campo di osserva zione e sarà aumentata la mia conoscenza. 
Ciò mi basta e mi conforta.
                                                                                   Giuseppe Pinna de Marrubiu
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 è sicuramente necessario sapere a quale periodo si faccia riferimento. 
Le date contano, certamente, ma raramente sono significative a sé stanti, non tenendo con to, ad esempio, delle località e delle popolazioni a cui fanno riferimento.
Guy de Chauliac, chierico, è considerato il più importante chirurgo medievale   -  Nacque a Chaulhac tra il 1280 ed il 1300 -   Lione23 luglio 1368 in un piccolo paese nella zona sud ovest del Massiccio Centrale nella contrada di Malzieu en Lozere (Fancia).

                 

     NASCONO LE UNIVERSITÀ        

        

Nelle nostre ricerche, abbiamo accertato che verso la fine del XII secolo si apre quella che potrebbe definirsi la fase pre-universitaria della Medicina in Italia e in Europa, la quale precede la costituzione delle prime università medioevali.
Dalle scuole claustrali e vescovili, la medicina si evolve soprattutto nella Scuola di Sa lerno, un vero ponte teso nello spazio di secoli tra il mondo classico e quello medioevale. 
E' qui che la medicina si laicizza. 
E, quel che più conta, vede il riformarsi di una coscienza medica, con tutte le necessità didat tiche e culturali ad essa attinenti.
Se in un primo tempo l'indirizzo della Scuola Salernitana fu essenzialmente monastico, successivamente divenne laico
L'iniziale elemento medico monastico fu la conseguenza dell'obbligo della carità cristiana as sunto dai monaci, tra cui quello di ricoverare i poveri e i pellegrini malati. 
Poi, con i Concili della Chiesa del 1130 e del 1139 che proibivano definitivamente a mona ci e canonici regolari di praticare la medicina, questa passò sempre più nelle mani dei laici.
Secondo una leggenda per molto tempo accreditata, la Scuola Salernitana sarebbe stata fondata da ben quattro Maestri: Helinus ebreo, Pontus greco, Adela arabo e Saler- nus latino.
Ma c'è anche chi ne ha ascritto la fondazione a Carlo Magno.
Almeno agli inizi, però, il concetto di "scuola" non va inteso come un'istituzione scolastica mente organizzata, ma come la spontanea confluenza di persone desiderose di imparare dai medici che vi esercitavano, e che in seguito avrebbero scritto espressamente per loro dei libri di testo veri e propri.
La leggenda della fondazione
La fondazione della scuola risale all'Alto Medioevo e non ci risulta nessun documento che possa certi ficare con precisione una data di riferimento. 
La tradizione tuttavia lega la nascita della scuola all'evento narrato da una leggenda.
Difatti si racconta che un pellegrino greco di nome Pontus si fermò nella città di Salerno e trovò rifu gio per la notte sotto gli archi dell'antico acquedotto dell'Arce. 
                                            
                                                            L'acquedotto medioevale di Salerno
Scoppiò un forte temporale e un altro viandante malandato si riparò nello stesso luogo, si trattava del latino Salernus; costui era ferito e il greco, dapprima sospettoso, si avvicinò per osservare da vicino le medicazioni che il latino praticava alla sua ferita. 
Nel frattempo erano giunti altri due viandanti, l'ebreo Helinus e l'arabo Abdela
Anche essi si dimostrarono interessati alla ferita e alla fine si scoprì che tutti e quattro si occupavano di medicina
Decisero allora di creare un sodalizio e di dare vita a una scuola dove le loro conoscenze potessero es sere raccolte e divulgate.
La Scuola di Salerno può essere distinta in tre grandi periodi:
I periodo dalle origini all'anno 1000 
II periodo (di massimo splendore) tra il 1100 e il 1300 
III periodo (di decadenza) dopo il 1300 sino al 1811 
IL PRIMO PERIODO viene anche detto "pre-costantiniano", perché precede di fat to l'arrivo a Salerno di Costantino l'Africano, massimo esponente del periodo successivo.
.....Costantino l'Africano (in latino Constantinus Africanus) (Cartagine1020 circa - Montecassino 1087) fu un medicoletterato e monaco arabo.
                                                Constantine the African examines patients' urine
               
Nella sua vita Costantino compì numerosi viaggi che gli consentirono di apprendere diverse lingue e di acquisire le conoscenze del mondo arabo ed orientale. 
Ancora giovane partì per Babilonia (antico nome del Cairo), quindi in Persia, in Etiopia e forse in India.
Ritornato in Egitto fu oggetto di persecuzioni, in ragione del suo insegnamento, ispirato alla varietà di tradizioni con le quali era venuto in contatto. 
Dovette rifugiarsi in Italia (ma una tradizione parla di un suo naufragio), accolto presso la corte di Roberto il Guiscardo, a Salerno. Soggiornò nella città probabilmente tra il 1075 e il 1077 e, verosimilmente, fu maestro della celebre Scuola Medica Salernitana.
Francobollo sulla Scuola Medica Salernitana emesso il 17/09/2007
                                       File:FrancobolloScuolaMedicaSalernitana.jpg
Di certo è evidente la notevole influenza che le sue traduzioni ebbero nell'attività e nelle opere dei medici di Salerno.
Entrò nell'ordine benedettino e terminò la sua vita nell'abbazia di Montecassino ai tempi in cui era abate Desiderio, futuro papa Vittore III.
Dettagli della sua vita e della sua opera ci vengono dalla biografia di Pietro Diacono, un altro monaco di Montecassino, che lo descrive così:
«Costantino l'Africano, monaco dello stesso monastero [di Montecassino], fu dottissimo negli studi filosofici, maestro dello Oriente e dell'Occidente, un nuovo luminoso Ippocrate. 
Partito da Cartagine di cui era originario, si recò a Babilonia e qui fu istruito compiutamente in grammatica, dialettica, geometria, aritmetica, scienza magica (mathematica), astronomia, negromanzia, musica e scienza della natura (phy-sica) dei Caldei, dei Persiani, dei Saraceni.
Partito di qui raggiunse l'India, e ivi si gettò ad apprendere il loro sapere. 
Padroneggiate completamente le arti degli Indi, si diresse in Etiopia, dove ancora si imbevve delle discipline etiopiche; una volta ricolmo completamente di queste scienze, raggiunse l'Egitto e si impadronì a fondo delle arti degli Egizi.
Dopo aver dedicato dunque trentanove anni all'apprendimento di queste conoscenze, tornò in Africa: quando lo videro così ricolmo del sapere di tutte le genti, meditarono di ucciderlo. 
Costantino se ne accorse, balzò su una nave e arrivò a Salerno dove per un po' si tenne nascosto, fingendosi povero.
Fu poi riconosciuto dal fratello del re di Babilonia, anch'egli giunto lì, e fu tenuto in grande onore presso il duca Roberto. 
Di qui però Costantino se ne andò, raggiunse il monastero di Cassino e, accolto assai di buon grado dall'abate Desiderio, si fece monaco. 
Sistematosi nel monastero, tradusse moltissimi testi da diverse lingue. 
Tra questi, rilevanti sono: Pantegni (diviso da lui in dodici libri) in cui espose ciò che il medico deve sapere; Practica (in dodici libri), dove scrisse come il medico conserva la salute e cura la malattia; 
il Librum duodecim graduum; Diaeta ciborum; Librum febrium (tradotto dall'arabo); De urina, De interioribus membris; De coitu; Viaticum […], Tegni; Megategni; Microtegni; Antidotarium; Disputationes Platonis et Hippo cratis in sententiis; De simplici medicamine; De Gynaecia […]; De pulsibus; Prognostica; De experimentis; Glossae herbarum et specierum; Chirurgia; De medicamine oculorum».  (Pietro Diacono, De viris illustribus archimonasterii Casinensis)
 Costantino l'Africano sbarcato a Salerno in incognito, fu riconosciuto dal fratello del re di Babilonia che come (nel dipinto) venne presentato alla corte di Roberto il Guiscardo-Guiscardus.
Dopo la sua morte nel 1087, la sua opera fu proseguita dal suo allievo Johannes Afflacius, probabil mente un convertito il cui nome era Yahyà al-Falakī.
Constantine the African lecturing to the school of Salerno - published by Christian Egenolf Erben in Frankfurt 1573
                          File:Art-nf468452.fig11.jpg
De dietis particularibus des Isaak ben Salomon Israeli in der lateinischen Übersetzung von Constantinus Africanus
                     File:De dietis particularibus.jpeg
Constantine the African examines patients' urine
               File:ConstantineTheAfrican examines patients urine, full size image.jpg
Tra i vari esponenti del I periodo (Petrus, Garioponto), figurano anche alcune donne/medi-co, come Rebecca, Costanza e Trotula.
Trotula de Ruggiero, conosciuta anche con il nome di TrottulaTrottaTrocta o Troctula (... – ...) è stata un medico italiano che, nell'XI secolo, operò nell'ambito della scuola medica salernitana.
A lei è attribuito, pur con qualche controversia, il trattato De passionibus mulierum ante in et post partum, edito a stampa solo nel 1544, a Strasburgo, nell'edizione tarda di George Krant
                         
Il De passionibus segna la nascita dell'ostetricia e della ginecologia come scienze mediche. 
Tra le importanti nozioni in esso contenute, vi è la necessità di suturare chirurgicamente le lesioni perineali.
                       
Quest'ultima, che visse nell'anno 1000 era una bellissima donna, i cui insegnamenti sono rac colti nel libro De mulierum passionibus, in cui sono esposti numerosi consigli sulla gravi danza, il parto, il puerperio, la cura e l'alimentazione del bambino; ma tratta anche dell'epi lessia e delle malattie dei denti e delle gengive
Questo libro fece testo fino al secolo XV.
Altro libro celebre di questo periodo è l'Antidotarium, la fonte di tutti i ricettari e antidotari successivi. 
Furono queste collezioni le opere classiche per le cure mediche: erano basate sulla "materia medica" araba, con i suoi pesi e le sue misure.
Di questo periodo e sua allieva fu: 
Sichelgaita di Salerno (1036-16 aprile 1090) una principessa longobarda e seconda moglie di Roberto il Guiscardo che si dedicò allo studio della medicina e dell'erboristeria presso la Scuola medica saler nitana, che all'epoca rappresentava un polo di eccellenza nel campo medico-officinale. 
Sichelgaita e Roberto il Guiscardo alla corte di Salerno
                             
                                    
Il SECONDO PERIODO è quello di massimo splendore per la Scuola Salerni tana
(LA)
«Si tibi deficiant medici,
medici tibi fiant

haec tria:
mens laeta, requies, moderata diaeta».
(IT)
«Se ti mancano i medici,
siano per te medici queste tre cose:
l'animo lieto, la quiete e la moderata dieta».
(Scuola Medica Salernitana, Regimen Sanitatis Salernitanum)

Già nel 1130 Ruggero II aveva emanato una legge che obbligava chi volesse esercitare la medicina di sostenere una prova di abilitazione dinanzi ad una speciale commissione da lui eletta, fatta eccezione per chi proveniva dalla Scuola di Salerno
Successivamente 1224Federico II emise una serie di leggi per regolamentare la medicina e la chirurgia, prima tra le quali quella secondo cui nessuno poteva esercitare l'arte medica se non dietro esplicita autorizzazione di una pubblica commissione di Maestri di Salerno.
Strumentazione medica (particolari)

                              

                                                                      

               
                         




Come "ricaduta" di queste leggi, la Scuola Salernitana in breve acquisì sempre maggiore importanza, che rispecchiava la fama dei suoi insegnanti.
Primi tra questi come già detto fu Costantino l'Africano, così chiamato perché proveniente da Cartagine, dove aveva rischiato di essere ucciso dietro l'accusa di magia.
Costantino aveva una vastissima cultura in musica, grammatica, dialettica, fisica, geometria e medicina; conosceva bene alcune lingue orientali; divenne uno dei medici più qualificati e degli insegnanti più celebri della Scuola di Salerno
Morì nel 1087 nell'Abbazia di Montecassino.
La Scuola Medica Salernitana così come appare in una miniatura del Canone di Avicenna.
L'immagine rappresenta la storia leggendaria di Roberto, duca di Normandia. Ferito mortalmente da una freccia, fu salvato eroicamente dalla moglie che ne succhiò il veleno come era stato prescritto dai medici di Salerno.
File:ScuolaMedicaMiniatura.jpg
Costantino l'Africano dedicò gran parte della sua vita alla traduzione dei testi originali di medicina araba, oltre che delle versioni arabe degli Aforismi di Ippocrate, dell'Articella e dei Commenti di Galeno, contribuendo così in modo determinante all'inserimento e all'affer mazione della medicina araba in Italia, accanto a quella di derivazione greca, romana e bi zantina.
Nel 1537 venne pubblicata a Basilea, in sette volumi, l'intera opera di questo Autore, chiama to sin nel tardo Medioevo con l'appellativo di Magister orientis et occidentis.
Nonostante tanta influenza della medicina araba, tuttavia, la Scuola medica di Salerno non si abbandonò -come altre Scuole- completamente all'arabismo, ma mantenne sempre una sua caratteristica neutralità, originalità e indipendenza.
Un altro aspetto meritevole della Scuola fu quello di dare nuovo impulso a discipline che erano completamente dimenticate o che erano cadute nelle mani di praticoni o mestieranti.
Per quanto riguarda l'anatomia, quasi completamente abbandonata dopo Galeno, si ricomin ciò con le dissezioni anatomiche, anche se non ancora sul cadavere umano. 
Anche la chirurgia venne nuovamente valorizzata e nobilizzata, con la rivisitazione dei testi sin'allora pubblicati, la compilazione di nuovi trattati e l'insegnamento nelle aule scolastiche.
I medici salernitani si occuparono a fondo anche dell'esame dell'urina (uroscopia), che di venne così un utile strumento di indagine diagnostica; è di questo periodo il De urinis di Mauro, rimasto sino al '500 un classico di questa disciplina.
Anche l'oculistica fece buoni progressi. 
Ma il maggiore lo compì la terapia: non v'è chi, anche profano, non abbia almeno sentito par lare del Regimen sanitatis salernitanum (detto anche Flos Medicinae Salerni), che ha for se conferito il maggior lustro alla Scuola. 
Ne furono pubblicate circa 300 edizioni, molte delle quali con correzioni ed aggiunte. 
Il testo ha carattere prevalentemente igienico-curativo, e detta norme per la conservazione della salute, distinte a seconda delle età e le stagioni dell'anno: dietetica, salasso, bevande, condizioni ambientali, vestiario, rapporti sessuali, ecc. 
Migliaia di medici di varie generazioni hanno studiato a memoria quei versi.
Tra i medici di questo periodo ricordiamo:
Rebecca Guarna (... – ...) è stata un medico italiano del XIV secolo.
Operò nell'ambito della Scuola Medica Salernitana e fu autrice di opere sulle febbri, sulle orine e sull'embrione.
Viene spesso menzionata nel gruppo delle Mulieres Salernitanae, ovvero tra quelle medichesse che resero celebre la Scuola Medica Salernitana
Scrisse sulle febbri e sull'embrione.
Abella di Castellomata detta Abella Salernitana (Salerno, ... – ...) è stata un medico italiano attivo nel XIV secolo, che insegnò nella Scuola Medica Salernitana.
Abella pubblicò due trattati:
  • De atrabile (Sulla bile nera),
  • De natura seminis humani (Sulla natura del seme umano).
Di queste opere si è perso traccia e il contenuto non è sopravvissuto fino ai nostri giorni.
Abella figurava tra le donne medico appartenenti al gruppo delle Mulieres Salernitanae.
                                   
Nei secoli XII e XIII il termine Universitas equivaleva a corporazione o arte: un aggregato di persone legate dalla stessa condizione professionale e dagli stessi interessi. 
Il termine sopravvisse solo per la consorteria studentesca, e sta ad indicare la riunione di stu denti che eleggevano tra loro i Priori e il Rettore. 
Nel senso moderno, la parola Università sarebbe stata impiegata per la prima volta a Peru gia soltanto nel 1316, come Universitas Studii.
Le prime Università sorsero per lo più in sordina, senza alcuna ufficialità, spesso come tras formazione di vecchie scuole di maestri privati, i quali, per assicurare alla città ospite conti nuità di insegnamento, richiedevano alti compensi e particolari privilegi. 
Avevano spesso sedi quantomai modeste, come ad esempio a Parigi, dove l'Università fu dapprima ospitata in una serie di case malfamate, e poi nel Vico degli Strami, dove Dante Alighieri riferisce di aver visto gli studenti seduti su covoni di paglia e il maestro far lezione da quello più alto.
Ancora nel 1376 a Parigi era consigliato agli studenti di sedere non sugli scanni, ma in terra a che non avessero "ragione di insuperbire".
In molte Università, specie non italiane, le lezioni si tenevano a casa dei professori, ai quali gli studenti pagavano una tassa oltre che per l'insegnamento anche per gli scanni che occu pavano; in taluni casi gli studenti rimanevano a pensione dai professori. 
Da questa usanza nacquero -ampliandosi- i collegi, specie in Inghilterra, in cui v'erano veri e propri ostelli per gli studenti. 
A Bologna, invece, gli studenti abitavano negli ospizi, specie di locande per mangiare e dor mire.
Ben presto le Università si moltiplicarono, come indicano qui di seguito le date di inizio e le varie sedi: Francia Spagna Italia Inghilterra
  • 738 Montpellier 980 Cordova 1110 Bologna 1167 Oxford 1347 Praga
  • 1110 Parigi 1209 Valencia 1213 Salerno 1229 Cambridge
  • 1145 Reims 1243 Salamanca 1214 Vicenza
  • 1231 Orleans 1250 Valladolid 1222 Padova
  • 1233 Tolosa 1254 Siviglia 1225 Napoli
  • 1241 Siena
  • 1248 Piacenza
  • 1226 Perugia
  • 1320 Firenze
  • 1338 Pisa
  • 1361 Pavia
Tra i numerosi esponenti di queste Università ci limitiamo a citare -per ragioni di spazio- Pietro d'Abano, medico del '200 dell'Università di Pavia, rimasto celebre per il suo libro Conciliator, nel quale cerca di conciliare la medicina araba con quella greca, tentando di raggiungere una specie di compromesso tra i punti di contrasto anche a rischio di far preva lere il ragionamento sulle prove concrete.
                 Trattato di chirurgia di Charaf ed-Din, 1465                           
Per quanto riguarda il numero degli studenti che nel Medioevo frequentavano queste Uni versità, alla fine del XII secolo Bologna aveva circa 10.000 studenti. 
A Oxford ve n'erano tra i 30.000 e i 60.000, a Parigi e a Bologna non oltre 6000-7000, a Cambridge un massimo di 3.000. 
Vercelli avrebbe ospitato anche fino a tremila studenti, transfughi dall'Università di Pado va.
* * *
Una figura che domina in quest'epoca, e che continuerà a primeggiare anche nei secoli suc cessivi, è quella del barbiere-chirurgo. 
Una figura che nasce in pratica intorno all'anno 1000, quando nei monasteri v'era anche bi sogno di qualcuno (generalmente il barbiere) in grado di depilare le parti da operare, e, alla bisogna, di mettere un clistere o applicare sanguisughe, tutte pratiche profondamente disde gnate dai medici. 
Con l'andar del tempo, questi aiutanti acquisirono una tale specializzazione anche in altre pratiche più complesse come il taglio della vena (flebotomia) per il salasso e l'estrazione di denti o corpi estranei, da divenire in breve tempo gli esecutori esclusivi.
                Medicina - Chirurgia - 1779 - Operazione Chirurgica - Oftalmologia - Cataratta
Si ebbero in tal modo veri specialisti nell'asportazione dei calcoli, nel trattamento delle frattu re e delle lussazioni, nella riduzione delle ernie e nell'ostetricia, alcuni dei quali anche capaci di effettuare interventi chirurgici di una certa portata.
Era quindi inevitabile che i barbieri-chirurghi assumessero via via sempre maggiore dignità e considerazione sociale. 
A Parigi fondarono nel 1210 il Collegio di S. Cosma, i cui membri indossavano una veste lunga o corta a seconda che fossero o meno autorizzati ad operare, in base alla loro prepa razione pratica e teorica.
I medici parigini strinsero un patto di non aggressione con i barbieri-chirurghi che porta-vano la veste corta, sostenendoli nella loro contestazione verso quelli dalla veste lunga, che accusavano di monopolio della chirurgia.
In segreto, i medici cominciarono a tenere lezioni di anatomia e di tecnica dissettoria a quelli dalla veste corta, i quali accettarono come contropartita di sottomettersi a loro e di sostenerli in qualsiasi rivendicazione. 
Non passò così molto tempo che questi barbieri-chirurghi divennero molto più bravi e nume- rosi di quelli dalla veste lunga, e formarono una corporazione molto unita e compatta. 
Nel 1499 riuscirono finalmente ad ottenere cadaveri tutti per sé per le loro dimostrazioni ana tomiche. 
Ma questo eccessivo atto di indipendenza non fece che indispettire i medici, che ne recisero l'antico patto di collaborazione.
La lotta tra chirurghi e medici si fece sempre più aspra, continuando sino al 1600, quando i primi riconobbero ufficialmente la superiorità dei secondi. 
I barbieri-chirurghi cominciarono allora a perdere di valore e di prestigio.
Uno di essi, C. F. Felix, divenne oggetto di alta considerazione per aver felicemente operato re Luigi XIV, il Re Sole, di una fastidiosissima fistola anale, ideando per l'occasione un bistu ri tutto speciale (Bistouri à la Royale).
In Inghilterra i chirurghi si organizzarono in corporazione nel 1368; si unirono ai medici nel 1421, ed ebbero il riconoscimento ufficiale di Edoardo IV nel 1462
Nel 1540 la Corporazione dei Chirurghi si fuse con la Compagnia dei barbieri, costi-tuendo la United Barber-Surgeons Company, che sarebbe durata sino al 1745, quando le due categorie si scissero nuovamente: e mentre i chirurghi, ormai educati nelle Università, acquisirono dignità professionale e sociale sempre maggiore, i barbieri persero gradualmen te ogni prerogativa "medica", e a molti di essi non rimase che fare i cavadenti girando per le fiere. 
Del ruolo "medico" da loro svolto nei secoli non resta oggi che un'insegna rossa e blu fuori dal negozio dei barbieri, a significare il colore del sangue arterioso e venoso che sgorgava dagli abbondanti salassi che essi sapevano praticare con indubbia perizia.
Nel TERZO PERIODO la Scuola Salernitana perde via via di prestigio e di im portanza, causa anche il fiorire un po' dovunque delle prime Università. 
Pian piano di essa non resterà che l'antica fama, poi solo il ricordo. 
Sinché nel 1811 un editto di Napoleone Bonaparte non l'abolisce del tutto.
Essa ha comunque rappresentato il primo esempio di una scuola laica nella quale era possi bile studiare medicina indipendentemente dalla religione e dal Paese di origine. 
Fu a Salerno che convennero arabi ed ebrei, che fu probabilmente introdotto per la prima volta il termine di magister e istituita una cerimonia ufficiale per la "laurea"
Fu a Salerno che si concentrò l'attività degli studiosi che interpretavano gli antichi testi; e fu infine a Salerno che venne codificato l'insegnamento clinico dal quale doveva poi nascere la nuova Medicina del Rinascimento.
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        E... non finisce qui
Pubblicato su Blogger oggi 07 luglio 2013 alle ore 14,20 da: Giuseppe Pinna de Marrubiu

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