LA MEDICINA PROTOSTORICA SUMERA
Articolo informativo di Giuseppe Pinna per S. O. S. - “Osteomielitici d’Italia” - Onlus «Centro Servizi Informativi On-line per Osteomielitici e Pazienti dell’Ospedale CODIVILLA-PUTTI di Cortina d’Ampezzo»; che ci addentra in un per- corso storico narrandoci che: "durante il corso dei secoli la medicina ha attraversato diversi stadi che, secondo gli storici, sono i seguenti: medicina istintiva, medicina sacerdotale, medicina magica, medicina empirica, medicina scientifica".
STORIA DELLA MEDICINA
ANTICA, MEDIEVALE E MODERNA
LA MEDICINA NELLA CIVILTA' SUMERA
(dal 3600 a.C.)
L’approccio empirico è il punto di partenza per l’evoluzione della medicina.
Tuttavia, nelle prime fasi persistono residui della concezione magico-demoniaca e di quella teistica; i pri- mi grandi medici sono divinizzati.
I Sumeri e le origini dell'uomo
Da più parti, si ritiene che la civiltà dei Sumeri sia la prima civiltà, fra l’altro una civiltà mol-to evoluta.
I Sumeri avevano una religione politeista che aveva le proprie origini sul concetto di mito.
Allorché il regno celeste venne sulla terra, esso fiorì in Eridu.
Così recita la più antica lista reale sumerica, scritta in caratteri cuneiformi alla fine del III millennio a.C..
In questa lista sono contenuti nomi mitici di re di Eridu, Alulim e Alagar che vissero rispetti-vamente 28.800 e 36.000 anni, cioè prima del Diluvio Universale, conosciuto anche nella tradizione sumerica.
La prima città sacra fu Eridu che conobbe una grande importanza in un epoca arcaica.
Si osserva dunque che l'Antico Testamento della Bibbia (quella da noi conosciuta) e la tradi-zione sumerica si muovono nella stessa direzione.
Dunque la mitologia di Eridu ha le sue origini in epoca protosumera.
I Sumeri alle radici della storia!
Si parla di prima cosmologia,
di primi princìpi morali,
di prime leggi,
di prime ricette mediche, ecc.
Ci sono però anche alcune tesi differenti che asseriscono che la civiltà dei Sumeri, per quan to antica, non sia stata la prima civiltà: ed essa è oggi costretta a cedere il passo alla più antica India.
In realtà si può affermare che (e noi che oggi scriviamo, condividiamo) per quanto concerne la zona europea del Mediterraneo, la civiltà più antica fu quella Sumera ma dire quale sia la ci viltà più antica in assoluto non è semplice sia per le divergenze delle tesi in materia sia per- ché potrebbero crearsi confusioni anche sulla provenienza dei vari popoli.
La civiltà Sumera è stata indubbiamente molto evoluta per il periodo in cui è sorta, i Sumeri occupavano il territorio della Mesopotamia, a sud dell’attuale Iraq.
Le più antiche testimonianze scritte (tavolette d’argilla) risalgono al 3.500 a.C.
In questo periodo in Mesopotamia sorgevano già delle piccole città stato come Ur, Lagash, Nippur e Eridu con a capo un lugal, cioè un principe locale.
Frammento d'argilla iscritto di Urukagina (o Uruinimgina), lugal (principe) di Lagash.
Terracotta, ca 2350 a.C., trovato a Telloh (antica Girsu).
L'iscrizione recita:“Uruinimgina ha scavato… il canale nella città-di-NINA. All'inizio, costruì l'Eninnu;
alla fine costruì l'Esiraran".
Vaso dedicato da Entemena, re di Lagash, a Ningirsu. Argento e rame, ca. 2400 a.C. Trovato a Telloh (antica Girsu)
Non bisogna confondere la cultura Sumera con quella degli Assiro-babilonesi che vennero a posteriori, vale a dire attorno al IV millennio a.C.
Oltre ai Sumeri vi erano altre civiltà ugualmente evolute nello stesso territorio ma non ebbe- ro la loro medesima importanza storica.
Il primo re di cui si hanno iscrizioni certe fu tale Enmebaragesi di Kish e siamo già nel 2.650 a.C. circa.
La città che emergeva su tutte fu Lagash, su cui ruotò per diversi decenni tutta la politica del tempo, considerando per esempio che un suo lugal, Urukagina, fu conosciuto anche come grande legislatore.
Egli detenne il potere sul territorio fino allo avvento della fiorente città di Umma il cui capo Lugalzaggisi sconfisse Urukagina.
Eannatum è famoso in quanto le sue gesta sono incise sulla Stele degli avvoltoi, ora al Louvre, la quale può essere considerata il primo monumento conosciuto che raffigura fatti storici. Il monumento fu eretto per la vittoria di Eannatum di Lagash su Enakalle di Umma, e su di esso vengono rappresentati i vari avvenimenti della guerra. In una scena il re è in piedi sul suo carro mentre impugna nella destra un'arma ricurva formata da tre barre di metallo tenute insieme da anelli, mentre i suoi seguaci - in gonnellino, elmetti sulle teste e lance nelle mani - marciano dietro di lui.
Lugalzaggisi pensava in grande, egli volse il suo sguardo tanto ad occidente, verso le regio-ni mediterranee, quanto ad oriente e, con lui si ebbe il primo pensiero di “monarchia univer-sale” che la storia conosca e questo determinò una grande evoluzione nella vita sociale, eco nomica ed istituzionale.
Il sistema di numerazione sumero era sessagesimale cioè in base 60.
Le tavolette del 3.000 a.C. dimostrano che era presente un simbolo per l’1 e uno per il 10, uno per il 60, uno per il 600 e uno per il 3.600.
Il sistema era posizionale, dunque il numero si evinceva in base alla posizione dei simboli stessi.
A partire dal 2.000 a.C. si affermò un nuovo sistema di numerazione che utilizzava solo due simboli: uno per rappresentare l’1 e l’altro per il 10.
Il sistema era sempre posizionale (in parte anche additivo, usato ad esempio per scrivere nu meri grandi) e sessagesimale.
Lo svantaggio di questo sistema numerico era costituito dal fatto che mancavano sia lo zero, sia un simbolo per separare i numeri (tipo la nostra virgola), dunque le cifre potevano dare adito ad ambiguità.
In realtà il separatore c’era ma non veniva utilizzato.
Come mai il popolo della Mesopotamia aveva scelto proprio un sistema sessagesimale?
Probabilmente perché era un sistema piuttosto semplice da utilizzare, non soltanto per le fra zioni quanto in campo astronomico.
L’evoluzione di questo sistema numerico è attestato dalle tavolette d’argilla e da testi mate-matici che contengono nozioni di carattere commerciale e legale.
Da questo sistema di numerazione nacquero, dal 2.400 a.C., le prime tabelle per la moltipli- cazione, la divisione ed altre operazioni.
In seguito si sviluppò l’algebra e lo studio dell’astronomia.
Riguardo la disciplina astronomica sono state scritte da parte di questo popolo opere di una certa importanza.
La scrittura sumera (e babilonese) era di tipo cuneiforme ed è molto difficile decifrarne i ca-ratteri.
Statua dell'intendente reale Ebih-Il, rinvenuta nel tempio di Ištar
Verso il 2.400 a.C. i Sumeri furono assaliti dagli Accadi, un popolo proveniente dal deserto vicino e guidato da Sargon I il quale istituì un vasto impero i cui centri di potere erano Ur e Agade. Maschera di Sargon
Gli Accadi assimilarono molti tratti della cultura sumera come la scrittura e il sistema numeri- co. Tuttavia già dal II millennio a.C. le città stato tornarono ad essere indipendenti.
Intorno al 2.460 a.C. nuove popolazioni sopraggiunsero: quella dei Semiti, proveniente dal deserto arabo e guidata successivamente dal grande Sargon di Akkad che sconfisse Lugal-zaggisi e divenne fondatore dell’impero; poi (intorno al 2.300-2.100 a.C.) i Gutei che por tarono distruzione e fame e sconfissero i Semiti.
Lentamente, sotto la sovranità di tal Gudea, Lagash rinacque e poi anche Ur con la sua di-nastia che regnò sulle quattro parti del mondo ma in cui il monarca assume un titolo molto significativo: “Re di Sumer e di Akkad” vale a dire che i due popoli, Sumeri e Semiti, si era-no uniti storicamente.
Gudea, principe di Lagash. Statua seduta in diorite dedicata al dio Ningishzida ("signore dell'albero buono") 2120 a.C.
(periodo neo-sumerico), ritrovata tra le rovine di Girsu, Tellō (Iraq meridionale).
«Il pastore costruisce il tempio con metallo prezioso... Egli costruisce l'Eninnu con pietre preziose... Egli costruisce il tempio con rame e stagno» (Cilindro A - Gudea)
Il vaso di Gudea, dedicato a Ningishzida (XXI secolo a.C.cronologia breve).
Il caduceo viene interpretato come rappresentazione del dio stesso.
Ningishzida è il primo esempio conosciuto di simbolo di serpenti avvolti attorno ad un bastone.
Anticipa il caduceo di Ermes, il bastone di Asclepio e il bastone di Mosè di oltre un millennio.
I successivi invasori dei Sumeri furono gli Ittiti che affidarono il ruolo di capitale a Babilonia.
Tra il 1.793 e 1.750 a.C. la città di Babilonia estese il suo dominio sotto la guida di Hammu rabi, videro così la luce le prime impostazioni giuridiche codificate.
Stele di Hammurabi
Vennero poi gli Assiri (885 a.C.) che furono a loro volta conquistati dai Caldei, una popola-zione della Mesopotamia meridionale.
Nel 311 a.C. si stabilì la dinastia dei Seleucidi, chiamata così da Seleuco, uno dei generali di Alessandro Magno.
Fu così che i Sumeri entrarono in contatto con la cultura greca.
OSMOLOGIA E MITOLOGIA
I Sumeri non avevano una filosofia vera e propria ma avevano riflettuto ed indagato sulla natura dell’universo ed erano talmente convinti delle loro idee che non hanno mai sentito il bisogno di formularle per iscritto infatti il loro modo di vedere l’universo e la vita si devono estrapolare dai miti e dagli inni.
La religione dei Sumeri era politeista.
Essi avevano circa un centinaio di dei, alcuni più importanti, altri meno.
Secondo il popolo sumero l’universo visibile si presentava sotto forma di semisfera, alla cui base c’era la terra e sopra il cielo.
Questa semisfera si chiamava An-Ki (An= cielo, Ki= terra).
Intorno alla terra c’era il mare e al di sotto di questo mare, nella parte diametralmente op-posta del cielo, vi erano gli inferi che loro denominavano Kur.
Oltre al mare, tra il cielo e la terra, loro posizionavano il vento, lil, vocabolo che significa anche soffio, aria, spirito.
Di questo universo, i Sumeri sostenevano che il primo elemento ad essere creato fosse il mare (l’Oceano primigenio infinito).
Dal mare nacquero il cielo e la terra e dal cielo e la terra nacquero gli dei.
Gli dei più importanti erano quattro: An (dio del cielo), Enlil (dio dell’aria), Enki (dio dell’abisso e dell’oceano) e Ninhursag (dea nota come la signora maestosa. Si sostiene che in origine il suo nome fosse Ki, terra, la sposa di An, cielo).
Molto probabilmente in epoca arcaica il dio più importante era An, ritenuto il supremo re del pantheon, tuttavia già da fonti che risalgono al 2.500 a.C. possiamo apprendere che questo ruolo sia stato successivamente assolto da Enlil che venne considerato il Padre degli dei.
I motivi di questa sostituzione ci sono ignoti.
Per i Sumeri gli dei erano immortali ma vivevano comunque come gli uomini: avevano biso-gno di mangiare, di bere e potevano anche essere uccisi.
Essi sostenevano che gli dei si comportassero in modo virtuoso ma che, allo stesso tempo, questi stessi dei avessero introdotto il male, la violenza, la menzogna e l’oppressione nel mondo al fine di mantenere l’ordine cosmico.
Il male quindi viene visto dai Sumeri come un principio necessario e questo stesso assunto lo ritroviamo nel vedismo e nel taoismo.
Gli inni per gli dei esaltano bontà, rettitudine e giustizia, questo testimonia che la civiltà dei Sumeri era una civiltà con grandi ideali morali infatti essi avevano un dio Utu (dio del sole) il quale aveva come compito proprio quello di mantenere l’ordine morale.
Oltre a Utu anche la dea Nanshe non tollerava offese alla verità e alla giustizia.
Alcuni elementi della mitologia sumera li ritroviamo anche in quella greca, ad esempio il fatto che il dio del Sole viaggiasse su di un carro.
I Sumeri inoltre credevano, come generalmente tutti i popoli antichi, in una perduta età del-l’oro, un’età di abbondanza e di pace e in cui tutti parlavano una lingua comune.
Per i Sumeri questa età dell’oro sarebbe terminata a causa della gelosia del dio Enki nei confronti del dio Enlil.
Enki, a causa della sua rabbia, sostituì il linguaggio comune con la molteplicità delle lingue, tema analogo a quello delle torre di Babele.
E ORIGINI DEI SUMERI SECONDO SITCHIN
Decifrare le tavolette d’argilla non è impresa facile.
Uno dei pochi che possiede questa capacità è il famoso studioso e professore Zecharia Sitchin, autore di libri sulla civiltà sumera, tra cui Il pianeta degli dei e Le astronavi del Sinai.
Sitchin sostiene che i Sumeri siano il prodotto dell’accoppiamento con una razza aliena di as petto simile al nostro (perché noi siamo “a loro immagine e somiglianza”).
Si tratterebbe di esseri intelligenti che i Sumeri chiamavano Anunnaki (figli del dio An) e che la Bibbia chiama Nephilim.
Erano giganti (Genesi 6,4) e venivano da un pianeta che ha un’orbita ellittica simile a quella delle comete, che transita tra Marte e Giove ogni 3.600 anni: il dodicesimo pianeta.
Praticamente secondo il professor Sitchin la selezione naturale di Darwin c’è stata ed ha prodotto i primati superiori dai quali discendiamo.
Poi, grazie agli Anunnaki, c’è stato il salto verso l’Homo sapiens.
Secondo la sua teoria le cose sarebbero andate così: gli Anunnaki avrebbero iniziato a visita re la terra mezzo milione di anni fa e le loro gesta sono quelle che leggiamo nell’Antico Testamento o nel poema di Gilgamesh.
In seguito avrebbero colonizzato la terra.
Avendo bisogno di persone che lavorassero nelle miniere in Africa avrebbero creato “l’uo- mo” che corrisponde all’Homo sapiens, il quale fu generato appositamente per lavorare nel- le miniere.
L’uomo sarebbe nato quindi nella attuale Africa, in corrispondenza con la teoria darwiniana.
Una volta creato, l’uomo avrebbe avuto due opportunità:
1) avrebbe carpito agli alieni il segreto per evolvere, cioè per non essere solo un lavoratore;
2) le donne terrestri si sarebbero accoppiate con gli extraterrestri, infatti la Bibbia riporta che: “gli dei si innamorarono delle figlie degli uomini”.
In (Genesi 6, 2) leggiamo che “i figli di Dio, vedendo che le figlie degli uomini erano adatte, si presero in moglie tutte quelle che loro piacevano”.
Da questo accoppiamento sarebbero nati i giganti, cioè una razza perfetta (gli atlantidei erano dei giganti e forse anche i lemuri) e molti di questi esseri divini (alieni) sarebbero anco ra qui sulla terra.
Alcuni sostengono che dallo accoppiamento tra un essere divino e un uomo nasca un indivi-dividuo biondo con gli occhi azzurri.
Altri, di contro, sostengono che questo tipo di individuo nasca dallo accoppiamento di due se midei, cioè:
alieno + uomo= semidio 1
altro alieno + altro uomo= semidio 2
semidio 1 + semidio 2= essere biondissimo con gli occhi azzurri.
(Naturalmente ciò non deve portarci a supporre che tutte le persone bionde con gli occhi azzurri siano semidei, anche se in questi ultimi anni, avvicinandoci alla quarta dimensione, stanno nascendo molti individui con queste caratteristiche).
Qui si rendono necessarie alcune riflessioni.
Sul libro Antropologia degli alieni, vi è una parte (scheda 9) in cui si parla di una tipologia di alieni descritti come esseri biondi e asessuati, simili agli angeli.
Troviamo anche un’immagine ed è sorprendente constatare come l’espressione del viso di questi alieni e in particolare i loro occhi (molto grandi) somiglino alle raffigurazioni dei Sumeri presenti nel libro di Kramer.
Le foto riportate nel saggio di Kramer, nonché i miti dei Sumeri, lasciano molto spazio per pensare che la teoria di Sitchin non sia affatto fantasiosa.
Drunvalo Melquizedeq invece, in L’antico segreto del fiore della vita propone una visione si-mile a quella di Sitchin ma con una leggera variante: per lui noi siamo nati dallo accoppia- mento di due razze aliene: gli Anunnaki (tridimensionali) e i Siriani (quadrimensionali); an-che questi ultimi erano dei giganti.
Duemila anni dopo questo accoppiamento sarebbero nati i primi individui umani, precisa-mente a Gondwana, isola o area (non si sa di preciso se fosse un isola o un insieme di terre) posta ad ovest dell’Africa e che oggi non esiste più.
Non a caso i miti della creazione di popoli occidentali africani asseriscono che essi hanno avu to origine da un’isola, Gondwana, appunto.
Ciò troverebbe conferma ancora una volta nella tesi che sostiene che la razza umana sia nata in Africa.
Secondo Sitchin la razza umana è nata 300.000 anni fa.
Secondo Melquizedeq 200.207 anni fa.
Nel testo di Kramer leggiamo che “alla base delle idee e dell’ideale etico dei Sumeri era il ‘dogma’ che l’uomo fosse stato fatto di argilla per servire gli dei”.
I Sumeri hanno due poemi mitici che rispecchiano pienamente l’assunto di Sitchin.
Di questi poemi uno è interamente dedicato alla creazione dell’uomo,
l’altro illustra perché l’uomo è stato creato e parla di un contrasto tra due divinità minori.
Il primo poema spiega che prima della nascita dell’uomo furono creati sei tipi di esseri imper-fetti: gli ultimi due tipi erano una femmina sterile ed un essere asessuato.
Questi esseri imperfetti potrebbero essere quelli che noi conosciamo come uomini primitivi?
Il secondo poema mitico invece parla di due dei (il dio del bestiame Lahar e sua sorella Ash-nan, dea del grano) che furono creati nella sala di creazione degli dei affinchè gli Anunnaki avessero di che nutrirsi e vestirsi.
Questo poema ha dunque portato i Sumeri a ritenere che l’uomo fosse nato per servire gli dei e da ciò scaturì la loro devozione verso le divinità.
Come possiamo notare, quindi, i miti dei Sumeri lasciano largo spazio affinché le teorie di Sitchin e di Melquizedeq circa la creazione dell’uomo non vengano accantonate come frutto di pura fantasia, anzi, comparando le varie fonti possiamo notare che tutti i pezzetti del puz- zle coincidono.
I SUMERI
Due furono le grandi popolazioni che apparvero nelle valli del Tigri e dell’Eufrate nel IV e III millennio a.C.: gli Accadi a Nord e i Sumeri a Sud.
A partire dalla più remota civiltà di Sumer, per secoli convissero nei territori della Mesopota- mia avvicendando tra loro supremazia e prestigio sotto l’egida di grandi re, nonostante il loro costante isolamento iniziale in quanto semplici comunità dedite all’agricoltura e all’alle-vamento ovino e bovino, finché, successivamente allo avvento dei Gutei, un popolo barbaro di origine nomade, la popolazione sumerica, ormai dedita ai grandi traffici commerciali, ebbe il predominio sull’altra diffondendo in tutta l’area mesopotamica la sua influenza culturale e le sue abitudini, tra le quali il culto del vestire, già radicate dai primordi del loro insediamen- to.
Colossale lancia con il nome di "Lugal, re di Kish".
Rame, periodo protodinastico II, ca. 2600 a.C. Trovata a Telloh (antica Girsu).
Tutte le informazioni ottenute sui costumi di questa antica civiltà sono frutto di una conoscen za recepita dagli studi effettuati sui ritrovamenti archeologici reperiti nelle tombe di perso-naggi della nobiltà, quindi statue e bassorilievi, in cui i morti venivano sotterrati con tutti i loro averi affinchè potessero usufruirne nella loro vita futura, segno di prosperità per i mede-simi, poiché essendo il territorio molto fertile e ricco d’acqua sarebbe stato impossibile recu-perare indumenti soggetti all’erosione del tempo e sopravvissuti alla distruzione dei millenni. Anche se tali reperti sono estremamente stilizzati gli studiosi sono riusciti a identificare la presenza di un tipologia del vestire sumero dalle fogge ben definite.
Complessivamente si individua uno stile prettamente semplice caratterizzato da forme rite-nute povere ipotizzando che, secondo le varie testimonianze riportate, l’abbigliamento fosse una delle prerogative meno importanti su cui soffermarsi, sia per la raffinatezza dei gusti spesso sofisticati, specie nei monili d’oro, sia per l’acuto ingegno testimoniato dalle enormi ri-sorse tecniche che consentirono la costruzione di edifici perfetti e la produzione di macchinari altamente progrediti.
Per entrambi i sessi il vestire sumero consisteva in una gonna lunga e pelosa sino alla cavi- glia, stretta in vita e avvolta intorno ai fianchi, realizzata in un tessuto a fiocchi, ciocche o frange definita propriamente a falpalà, mentre il torso rimaneva completamente scoperto.
Potrebbe probabilmente trattarsi di pelle di pecora o montone con i ciuffi di lana rivolti verso l’esterno.
I riccioli della lana erano disposti a balze regolari e sovrapposte, tagliati e pettinati.
Alcuni frammenti di tessuto rinvenuti nelle tombe fanno supporre invece che il materiale usa- to non fosse in realtà pelle, in considerazione del clima abbastanza caldo, ma kaunakès, un tessuto dalla trama annodata con ciuffi di lana, che potevano far alludere a ricci e probabil-mente realizzato con un procedimento simile alla confezione dei tappeti.
I Sumeri, antico popolo asiatico originario forse dei monti dello Zagros, tra Turchia e Iran, dalla metà del IV millennio a.C. diedero vita nella bassa Mesopotamia alla prima cultura ur-bana.
In una fase iniziale 3500 - 3000 a.C., dominata dalla città di Uruk, i Sumeri conobbero un fiorente sviluppo demografico e commerciale, con la fondazione di insediamenti coloniali in area elamitica, assira e anatolica orientale.
I Sumeri sono penetrati con ogni probabilità in Mesopotamia attraverso una migrazione: o per la via del nord o del nord-est, oppure, come sembra accennare il mito di Oannes, per la via del sud (Golfo Persico), in un momento non ancora precisato del Calcolitico.
Il mito di Oannes
Le antiche religioni sumeriche avevano un olimpo di dei ampio e ricco di figure che veicola-vano conoscenze e saperi agli uomini, consentendo l'evoluzione verso forme più raffinate di civiltà.
Tra queste figure interessante e curiosa è quella di Oannes, essere anfibio, che partecipava quindi del mare, che per noi moderni è notoriamente origine della vita sulla terra, e della ter-ra, accomunando così le più ancestrali pulsioni degli esseri umani.
Per la sua doppia natura di acqua e terra ha avuto il compito di trasmettere i saperi delle let- tere, delle arti e delle scienze, nonché delle tecniche: in particolare l'agricoltura, segno della raggiunta capacita dell'uomo di forzare i cicli produttivi della terra e di irreggimentare le ac-que, di dominare cioè entrambe le forze primigenie della vita.
L'etimologia del nome è misteriosa e ciò ha permesso anche interpretazioni fantasiose come quella di collegarla, per assonanza, a Joannes (Giovanni) Battista, non a caso colui che an-nunciò una superiore fase della condizione umana attraverso l'immersione rituale e battesi- male nelle acque.
Raffigurazioni di Oannes come divinità assira sono sul palazzo di re Sargon II, in Iraq, risa-lente al 721-705 a.C..: una anche altre culture, quella sumerica, conoscono la divinità cui fanno cenno cronisti ellenici, dicendola sorgente dalle acque del Golfo Persico.
E stata notata la presenza di figure riconducibili a Oannes anche in un tempio della religione cristiana presso l'abbazia di San Miniato al Monte a Firenze, nel timpano della facciata, sotto la croce patente.
Anche nel cristianesimo viene infatti accreditata la funzione veicolare di esseri semi-divini portatori di conoscenza.
Un certo immaginario collettivo contemporaneo si è impadronito del mito minore di Oannes, attribuendo a tale ambiguo personaggio una derivazione extraterrestre.
Esso istituisce paralleli tra diverse culture primitive o protostoriche che conoscevano, almeno secondo certi studiosi, o partecipavano delle medesime mitologie, e dedicavano particolari ce rimonie rituali alle stelle, tra le quali Sirio, sito di origine degli alieni Oannes, esseri superiori scesi sulla terra per impartire agli uomini ogni sorta di conoscenza: scrittura, scienze, arti, tecniche di costruzione di case e templi, cure e medicine.
L'invenzione della scrittura cuneiforme
circa 5400 anni fa i Sumeri realizzarono una scrittura dotata di grammatica e sintassi proprie
In Mesopotamia meridionale (la parte sud dell'attuale Iraq), nella seconda metà del IV mil- lennio a.C., i Sumeri furono i primi a esprimere le parole di una lingua parlata con segni visi- vi, inventando la scrittura poi definita cuneiforme.
Essa deve il suo nome alla forma dei segni che la compongono, che assomigliano appunto a cunei.
Ma come nacque la scrittura?
Le opinioni si dividono su due tesi.
Secondo la prima, che ha le sue origini in Aristotele e nei filosofi del XVIII secolo, l'uomo avrebbe cominciato a mettere a punto un sistema di comunicazione visiva inizialmente privo, o quasi, di rapporti con il linguaggio: esso ricorreva, per esprimersi, a immagini di oggetti o di esseri viventi del mondo circostante, veri e propri disegni figurativi o pittogrammi, che riprodu cevano, riducendolo ad alcuni dei suoi dati essenziali, il contenuto di un messaggio; si trat-tava, in un certo senso, di un promemoria, che evolvette verso una vera scrittura solo nel mo mento in cui divenne fonetico.
La seconda tesi, che ha come principale sostenitrice Denise Schmandt-Besserat propone che la genesi della scrittura sia da ricercare nelle tecniche contabili, e più esattamente nei gettoni tridimensionali utilizzati da tutte le società del Vicino Oriente fin dall'epoca neolitica allo scopo di contabilizzare e simboleggiare vari beni.
Per affrontare il problema dell'origine, si pone una domanda preliminare: le testimonianze più antiche della scrittura sono contemporanee alla sua invenzione?
Alcuni ritengono che scritti precedenti alle tavolette d'argilla siano esistiti ma, vergati su sup-porti deperibili come legno, corteccia, cuoio o papiro, abbiano finito con lo scomparire.
Grazie all'archeologia, disponiamo però di un elemento non trascurabile che contrasta con questa teoria.
Ogni città era governata da un Ensi , signore locale, che spesso si proclamava anche sommo sacerdote, conosciuto come En, al fine di controllare anche il potere religioso che era molto forte presso i sumeri. Inoltre c'era il Lugal che esercitava una podestà sovraregionale. Uomo orante.
Nel corso della prima metà del IV millennio, i mesopotamici inventarono la busta-involucro in argilla entro la quale si raggruppavano sassolini per memorizzare quantità.
La scrittura non apparve che più tardi, assieme al suo supporto, la tavoletta in argilla.
Solo a partire da questo momento le buste-involucro cominciano a essere a loro volta coper-te di iscrizioni.
Se i mesopotamici avessero scritto su supporti deperibili precedentemente all'invenzione del- la tavoletta, non si vede perché non dovessero fare la stessa cosa con le buste-involucro.
Del resto, è logico separare la data dell'invenzione della scrittura da quella della sua prima comparsa, supponendo un periodo di gestazione che separerebbe il momento dell'invenzio- ne da quello del primo uso pratico?
La scrittura deriva da un lavoro concettuale che non può essere dissociato dalla sua applica-zione, se non a rischio di essere svuotato di significato.
Invenzione e prima attestazione devono essere necessariamente simultanee, dato che la seconda non è altro che la messa in atto della prima.
Es. di scrittura cuneiforme
Furono grandi conoscitori dell’astrologia: inventarono un calendario che non si discosta mol-to da quello impiegato attualmente, individuarono tutte le costellazioni.
Grandi matematici, risolvevano equazioni algebriche di terzo grado e sistemi vari.
Eseguivano calcoli complicati nel campo dell’ingegneria edile.
Furono i primi ad usare i numeri.
Inventarono la scrittura, anche se poi venne perfezionata dai Cretesi, attraverso il codice "lineare B".
Territorio ed Origini
Il primo problema che si affronta nell'analisi della Civiltà Sumera consiste nella sua sco-perta che è avvenuta solo agli inizi del 1900.
In precedenza si credeva che non esistesse una civiltà precedente a quella Assira.
Con pazienti scavi e costanti studi si è giunti all'accettazione di questa importantissima Ci viltà sia per cultura sia per religione.
Nel 3200 a.C. circa i Sumeri hanno inventato la scrittura.
La Civiltà dei Sumeri colloca le proprie origini in un periodo antecedente al 3000 a.C., prendendo il posto della cultura derivante dalla cosidetta "Gente di Obeid", popolazione nomade che si era stabilita nella parte sud-orientale della Mesopotamia (la terra tra i due fiumi), presso il villaggio di El Obeid, regione ricca di acqua, ma anche di inondazioni.
Tale regione è caratterizzata dalla presenza dello Shatt el-Havy, un canale che unisce i due fiumi mesopotamici.
La città più importante fu Eridu.
Il termine sumer (shumer in accadico) significa terra coltivata, da cui Sumeri che signifi-ca portatori di coltura.
Intorno al 3000 a.C. si assiste ad una migrazione del popolo sumero, proveniente dalla regione montuosa che comprende gli attuali Iran ed India, verso la regione meridionale me-sopotamica caratterizzata da frequenti inondazioni dei fiumi Tigri ed Eufrate le quali for-mavano paludi.
A questa si unisce anche un flusso migratorio proveniente dal Mar Caspio, dunque di estra-zione scita.
Viene fondata la città sacra di Uruk, che prese il posto di Eridu.
Si assiste dunque ad una fase in cui si passa da una tradizione nomade ad una stanziale con la fondazione di centri urbani che non sono difesi da mura.
Nel periodo che va dal 3000 al 2600 a.C. circa, la città di Uruk domina la scena politica sumera.
Nascono altre città come Ur, Lagash, Nippur, Kish, Eridu, Larsa, Umma, Isin.
Si tratta di principati che compongono la regione di Sumer.
Mesopotamia
Il territorio in cui si stabilì la popolazione era soggetto a diverse calamità naturali, ma no-nostante questo, si riuscì a piegare la forza della natura per avere un'insediamento stabi- le e le città raggiunsero un grande splendore ed un'importanza internazionale.
Statuetta votiva di un uomo inginocchiato, conosciuto come "il fedele di Larsa".
Dedicato da un abitante di Larsa al dio Amurru per la vita di Hammurabi.
Bronzo e oro, inizio secondo millennio a.C.
Lista dei re di Larsa. Terracotta, Larsa, ca. 2025–1763 a.C. (39º anno del regno di Hammurabi).
Il mistero della civiltà Sumera
L'origine dei Sumeri è ancora avvolta nel mistero.
Nella cultura sumera, possiamo riconoscere moltissime delle istituzioni proprie delle nostra “moderna” civiltà: le prime scuole, il sistema legislativo, il primo sistema di scrittura, la ruota, la medicina e la chirurgia, la prima moneta, la matematica e la cosmologia erano tutte di ori- gine sumere.
E proprio dai sumeri i babilonesi ereditarono il loro immenso sapere affinandolo ed amplian-dolo.
I sumeri furono i primi a lavorare la stagno e il rame.
In particolare il primo, difficilissimo da lavorare, richiede tecniche avanzatissime per essere estratto dalla cassiterite.
Come avevano i sumeri queste conoscenze avanzate?
Inoltre, non bisogna dimenticare, che i sumeri sono stati i primi a tramandare i racconti sul diluvio, quindi possono considerarsi i primi testimoni di questa antica consapevolezza del cataclisma avvenuto tra i 12 mila e i 14 mila anni fa.
L'Epopea di Gilgamesh narra la storia di Gilgamesh, mitico re dei Sumeri, per due terzi divi-no e per un terzo umano - un ibrido umano-alieno - , che regnò su una delle più antiche cit-tà: Uruk - "l'ovile", nel senso che gli "dei" (hanno allevato l'umanità come bestiame!), il più antico agglomerato urbano dell'odierno Iraq, nelle vicinanze del golfo Persico.
Mappa geografica del luogo preciso della Mesopotamia dove si trova Uruk
e dei principali insediamenti della civiltà sumerica
Frammento di una statua di un toro ritrovata ad Uruk e risalente al periodo di Gemdet-Nasr, circa 3000 a.C.
Durante uno di questi lunghi viaggi Gilgamesh raggiunse Utnapishtim, un vegliardo scampa-to al diluvio universale allo stesso modo di Noè, di cui riferisce il Vecchio Testamento.
Anche questo grande vecchio, secondo tali ricordi sumerici, si era costruito un'arca.
Utnapishtim, ricevuto Gilgamesh, gli raccontò delle sue peripezie con l'arca, della sua salvez za dal diluvio e gli riferì di quanto esisteva prima sulla terra.
Mazza da guerra dedicata a Gilgamesh (quinto re della dinastia di Uruk secondo la Lista dei re Sumeri)
da Urdun, funzionario di Lagash
Se, come si pensa, la civiltà sumera risale a circa 6 mila anni fa, che cosa è successo nel pe riodo tra i 13 mila e i 6 mila anni fa, cioè tra la "fine della glaciazione" (il cataclisma globa- e) e l'avvento della Civiltà Sumera?
Chi erano le "divinità" che abitavano il nostro pianeta e che hanno "donato" la civilizzazione all'Homo Sapiens?
Erano gli antichi abitanti dell'antica Civiltà Atlantidea che hanno risollevato le sorti dell'uma-nità, oppure si tratta di "divinità aliene", come affermano i teorici degli Antichi Astronauti?
I sumeri sono un popolo di origine sconosciuta, probabilmente asiatica, che si insedia in Me-sopotamia nella pianura compresa tra i fiumi Tigri ed Eufrate nel IV secolo a.C. e qui fonda le prime città monumentali della storia.
I Sumeri hanno costruito le prime città cinquemila anni fa.
I Sumeri usavano l’acqua del fiume Tigri e del fiume Eufrate per irrigare i campi.
Perciò i raccolti erano abbondanti.
Nel 2000 a.C. i Babilonesi hanno conquistato le città sumere.
Nel 1100 a.C. gli Assiri, che erano una popolazione che viveva a nord, hanno occupato ques ti territori.
I sumeri sono il primo popolo a sviluppare la cultura urbana che caratterizzerà tutte le altre civiltà a venire.
I sumeri dominano la Mesopotamia nel periodo tra il 3500 a.C. e il 1730 a.C. con alterne fortune.
La fertilità naturale della Mesopotamia consente ai sumeri un rapido sviluppo sia demografi-co che commerciale e la nascita di nuovi insediamenti coloniali in diverse aree della valle tra i fiumi Tigri ed Eufrate.
Dal 3500 al 3000 a.C. si sviluppa demograficamente ed economicamente la città di Ur.
Successivamente si sviluppano in città anche altri insediamenti sumeri come Lagash e Uruk.
Altre importanti sumere sono Eridu, Umma, Nippur, KisheEshnunna.
Nel periodo protodinastico si sono susseguite continue guerre tra le città-stato sumere nel tentativo di realizzare una maggiore egemonia regionale.
Il disegno di unificazione della Mesopotamia viene realizzato nel XXIV secolo a.C. dal re Lugalzagesi di Umma con l'assoggettamento e la distruzione delle città sumere di Lagash, di Ur, di Kish e di Uruk.
Mappa dei principali insediamenti della civiltà sumerica
L'egemonia di Lugalzagesi dura però molto poco.
Il suo regno è caratterizzato dalla violenza e dal terrore al punto che molti sumeri, pochi an-no dopo, accolgono l'invasore Sargon di Akkad come un liberatore.
Con la conquista dei territori sumeri da parte del popolo degli Accadi, di origine semitica, na-sce un grande impero nella Mesopotamia meridionale che non può però più definirsi sumero. Successivamente i sumeri riescono a riconquistare il potere dopo l'invasione dei gutei.
L’unificazione dell’impero dei Sumeri viene realizzata da Ur-Nammu, il governatore della cit-tà di Ur che compie l’opera di unificazione delle diverse città sumeriche facendole converge- re in un regno centralizzato.
La civiltà sumera si sviluppò tra il 3200 e il 2800 avanti Cristo nella zona compresa tra i due fiumi Tigri ed Eufrate ("terra tra i fiumi" = Mesopotamia).
La fertilità del suolo permise l'allevamento del bestiame, la coltivazione della palma da dat--teri e una vita stanziale.
Contratto di vendita di un campo e una casa. Shuruppak, ca 2600 a.C.
L'origine del popolo sumero è ancora incerta.
Forse provenienti da est, si sa soltanto che chiamavano se stessi "gente dalle teste nere".
La società dei sumeri era fondamentalmente statica e sorretta da rigide regole religiose.
Furono attenti osservatori della natura.
Catalogarono minuziosamente pietre, animali e piante del loro tempo in base alla loro forma esteriore.
Lo stesso spirito d'osservazione fu rivolto al cielo e allo studio degli astri.
Con i sumeri nacque l'astronomia.
Dalla pratica commerciale, maggiormente seguita rispetto agli antichi egizi, si sviluppò anche l'aritmetica decimale, dall'esigenza di misurare i campi e gli edifici la geometria.
A differenza del vicino Egitto, la Mesopotamia era priva di barriere naturali e continuamente preda di migrazioni e invasioni da parte di altri popoli conquistatori.
Al centro di ogni città-stato sumera sorgeva un tempio monumentale eretto da una piramide a piattaforme (ziqqurat) dedicato alla venerazione del dio protettore della città e allo svolgi-mento delle pratiche religiose da parte del re-sacerdote.
Ziqqurat é un nome femminile assiro-babilonese costruito sulla radice zqr, che significa "cos truire alto".
Il tempio era anche il centro politico ed economico della comunità urbana.
L'area era consacrata al dio della città.
Senza dubbio erano templi e non tombe come le piramidi egiziane.
Erano invece più simili sia come struttura che come uso culturale, alle piramidi a gradoni me soamericane. Il tempio vero e proprio in cui, sotto forma di statua, abitava la divinità non era quello rela-tivamente modesto che stava in alto; era invece a livello del suolo, gli alti basamenti servi-vano ad impedire che le acque dei fiumi invadessero la sacra cella in caso d'inondazione. L'ipotesi più plausibile riguardante lo scopo della costruzione delle ziqqurat è che queste al-
tro non fossero che un'enorme scala, che serviva davvero a raggiungere il cielo.
Ma non perché gli uomini potessero scalarle, bensì perché fosse favorita la discesa del dio sulla terra; era quindi un legame tra terra e cielo, tra uomo e dio.
Ziqqurat di Ur
Ziqqurat di Uruk
Ziqqurat di Uruk
Ecco una breve cronologia dell'area riguardante la bassa Mesopotamia, che copre il periodo di tempo durante il quale si è originata, sviluppata ed è decaduta la civiltà sumerica.
Periodo di 'Ubaid (4500-3500 a.C.)
Antico 'Ubaid (4500-4000 a.C.)
Tardo 'Ubaid (4000-3500 a.C.)
Periodo di Uruk (3500 a.C.-3100 a.C.)
Antico Uruk (3500-3300 a.C.)
Tardo Uruk (3300-3100 a.C.)
Gemdet Nasr (3100-2900 a.C.)
Periodo proto-dinastico (2900-2200 a.C.)
Periodo proto-dinastico I (2900-2750 a.C.)
Periodo proto-dinastico II (2750-2600 a.C.)
Periodo proto-dinastico IIIa (2600-2450 a.C.)
Periodo proto-dinastico IIIb (2450-2350 a.C.)
Periodo di Akkad (2350-2200 a.C.)
Periodo dei Gutei (2200-2120 a.C.)
Periodo di Ur III (2120-2000 a.C.)
La Mesopotamia (3600-2000 a.C.) può essere considerata la culla dell’anatomia.
Questa disciplina si sviluppò a partire dall’Aruspicina, l’arte di prevedere il futuro dall’esame dei visceri degli animali sacrificati agli dei.
I primi a praticare l’Aruspicina furono i Sumeri; anche i loro successori, Assiri e Babilonesi, usarono questa tecnica divinatoria.
Non sono arrivati fino a noi testi di medicina mesopotamici.
Tuttavia, informazioni sulle pratiche mediche dell’epoca sono frequenti nelle tavolette di argilla rinvenute nelle biblioteche dei sovrani assiri e babilonesi.
Come per i popoli antichi l’eziologia di una certa malattia è legata al soprannaturale e precisamente alla ira di un certo demone specifico per quella affezione e la relativa cura è basata su rituali magici di scon-giurazione ed esorcismo.
Le pratiche dovevano essere incentrate sul rito espiatorio e su una certa forma di empirismo primitivo.
Spesso la malattia veniva considerata come un qualcosa d’impuro da cui ci si doveva liberare tramite un lavaggio e per cui erano prescritti abluzioni o bagni in determinati luoghi sacri o con rituali codificati.
Avvento dei Babilonesi
La civiltà babilonese lega le proprie origini ed il proprio splendore alla città di Babilonia, che letteralmente significa "porta del Dio", sulla cui fondazione aleggiano svariate ipotesi, secon do quanto ci hanno tramandato le fonti storiche più accreditate: Erodoto, Diodoro Siculo, Strabone, Flavio e Berosso, oltre ai vari libri della Bibbia e ai testi cuneiformi babilonesi.
E... non finisce qui
Pubblicato su Blogger oggi 02 gennaio 2013 alle ore 18,28 da: Giuseppe Pinna de Marrubiu
STORIA DELLA MEDICINA
ANTICA, MEDIEVALE E MODERNA
LA MEDICINA NELLA CIVILTA' SUMERA
(dal 3600 a.C.)
L’approccio empirico è il punto di partenza per l’evoluzione della medicina.
Tuttavia, nelle prime fasi persistono residui della concezione magico-demoniaca e di quella teistica; i pri- mi grandi medici sono divinizzati.
I Sumeri e le origini dell'uomo
Da più parti, si ritiene che la civiltà dei Sumeri sia la prima civiltà, fra l’altro una civiltà mol-to evoluta.
I Sumeri avevano una religione politeista che aveva le proprie origini sul concetto di mito.
Allorché il regno celeste venne sulla terra, esso fiorì in Eridu.
Così recita la più antica lista reale sumerica, scritta in caratteri cuneiformi alla fine del III millennio a.C..
In questa lista sono contenuti nomi mitici di re di Eridu, Alulim e Alagar che vissero rispetti-vamente 28.800 e 36.000 anni, cioè prima del Diluvio Universale, conosciuto anche nella tradizione sumerica.
La prima città sacra fu Eridu che conobbe una grande importanza in un epoca arcaica.
Si osserva dunque che l'Antico Testamento della Bibbia (quella da noi conosciuta) e la tradi-zione sumerica si muovono nella stessa direzione.
Dunque la mitologia di Eridu ha le sue origini in epoca protosumera.
I Sumeri alle radici della storia!
Si parla di prima cosmologia,
di primi princìpi morali,
di prime leggi,
di prime ricette mediche, ecc.
Ci sono però anche alcune tesi differenti che asseriscono che la civiltà dei Sumeri, per quan to antica, non sia stata la prima civiltà: ed essa è oggi costretta a cedere il passo alla più antica India.
In realtà si può affermare che (e noi che oggi scriviamo, condividiamo) per quanto concerne la zona europea del Mediterraneo, la civiltà più antica fu quella Sumera ma dire quale sia la ci viltà più antica in assoluto non è semplice sia per le divergenze delle tesi in materia sia per- ché potrebbero crearsi confusioni anche sulla provenienza dei vari popoli.
La civiltà Sumera è stata indubbiamente molto evoluta per il periodo in cui è sorta, i Sumeri occupavano il territorio della Mesopotamia, a sud dell’attuale Iraq.
Le più antiche testimonianze scritte (tavolette d’argilla) risalgono al 3.500 a.C.
In questo periodo in Mesopotamia sorgevano già delle piccole città stato come Ur, Lagash, Nippur e Eridu con a capo un lugal, cioè un principe locale.
Frammento d'argilla iscritto di Urukagina (o Uruinimgina), lugal (principe) di Lagash.
Terracotta, ca 2350 a.C., trovato a Telloh (antica Girsu).
L'iscrizione recita:“Uruinimgina ha scavato… il canale nella città-di-NINA. All'inizio, costruì l'Eninnu;
alla fine costruì l'Esiraran".
Vaso dedicato da Entemena, re di Lagash, a Ningirsu. Argento e rame, ca. 2400 a.C. Trovato a Telloh (antica Girsu)
Non bisogna confondere la cultura Sumera con quella degli Assiro-babilonesi che vennero a posteriori, vale a dire attorno al IV millennio a.C.
Oltre ai Sumeri vi erano altre civiltà ugualmente evolute nello stesso territorio ma non ebbe- ro la loro medesima importanza storica.
Il primo re di cui si hanno iscrizioni certe fu tale Enmebaragesi di Kish e siamo già nel 2.650 a.C. circa.
La città che emergeva su tutte fu Lagash, su cui ruotò per diversi decenni tutta la politica del tempo, considerando per esempio che un suo lugal, Urukagina, fu conosciuto anche come grande legislatore.
Egli detenne il potere sul territorio fino allo avvento della fiorente città di Umma il cui capo Lugalzaggisi sconfisse Urukagina.
Eannatum è famoso in quanto le sue gesta sono incise sulla Stele degli avvoltoi, ora al Louvre, la quale può essere considerata il primo monumento conosciuto che raffigura fatti storici. Il monumento fu eretto per la vittoria di Eannatum di Lagash su Enakalle di Umma, e su di esso vengono rappresentati i vari avvenimenti della guerra. In una scena il re è in piedi sul suo carro mentre impugna nella destra un'arma ricurva formata da tre barre di metallo tenute insieme da anelli, mentre i suoi seguaci - in gonnellino, elmetti sulle teste e lance nelle mani - marciano dietro di lui.
Lugalzaggisi pensava in grande, egli volse il suo sguardo tanto ad occidente, verso le regio-ni mediterranee, quanto ad oriente e, con lui si ebbe il primo pensiero di “monarchia univer-sale” che la storia conosca e questo determinò una grande evoluzione nella vita sociale, eco nomica ed istituzionale.
Il sistema di numerazione sumero era sessagesimale cioè in base 60.
Le tavolette del 3.000 a.C. dimostrano che era presente un simbolo per l’1 e uno per il 10, uno per il 60, uno per il 600 e uno per il 3.600.
Il sistema era posizionale, dunque il numero si evinceva in base alla posizione dei simboli stessi.
A partire dal 2.000 a.C. si affermò un nuovo sistema di numerazione che utilizzava solo due simboli: uno per rappresentare l’1 e l’altro per il 10.
Il sistema era sempre posizionale (in parte anche additivo, usato ad esempio per scrivere nu meri grandi) e sessagesimale.
Lo svantaggio di questo sistema numerico era costituito dal fatto che mancavano sia lo zero, sia un simbolo per separare i numeri (tipo la nostra virgola), dunque le cifre potevano dare adito ad ambiguità.
In realtà il separatore c’era ma non veniva utilizzato.
Come mai il popolo della Mesopotamia aveva scelto proprio un sistema sessagesimale?
Probabilmente perché era un sistema piuttosto semplice da utilizzare, non soltanto per le fra zioni quanto in campo astronomico.
L’evoluzione di questo sistema numerico è attestato dalle tavolette d’argilla e da testi mate-matici che contengono nozioni di carattere commerciale e legale.
Da questo sistema di numerazione nacquero, dal 2.400 a.C., le prime tabelle per la moltipli- cazione, la divisione ed altre operazioni.
In seguito si sviluppò l’algebra e lo studio dell’astronomia.
Riguardo la disciplina astronomica sono state scritte da parte di questo popolo opere di una certa importanza.
La scrittura sumera (e babilonese) era di tipo cuneiforme ed è molto difficile decifrarne i ca-ratteri.
Statua dell'intendente reale Ebih-Il, rinvenuta nel tempio di Ištar
Verso il 2.400 a.C. i Sumeri furono assaliti dagli Accadi, un popolo proveniente dal deserto vicino e guidato da Sargon I il quale istituì un vasto impero i cui centri di potere erano Ur e Agade. Maschera di Sargon
Gli Accadi assimilarono molti tratti della cultura sumera come la scrittura e il sistema numeri- co. Tuttavia già dal II millennio a.C. le città stato tornarono ad essere indipendenti.
Intorno al 2.460 a.C. nuove popolazioni sopraggiunsero: quella dei Semiti, proveniente dal deserto arabo e guidata successivamente dal grande Sargon di Akkad che sconfisse Lugal-zaggisi e divenne fondatore dell’impero; poi (intorno al 2.300-2.100 a.C.) i Gutei che por tarono distruzione e fame e sconfissero i Semiti.
Lentamente, sotto la sovranità di tal Gudea, Lagash rinacque e poi anche Ur con la sua di-nastia che regnò sulle quattro parti del mondo ma in cui il monarca assume un titolo molto significativo: “Re di Sumer e di Akkad” vale a dire che i due popoli, Sumeri e Semiti, si era-no uniti storicamente.
Gudea, principe di Lagash. Statua seduta in diorite dedicata al dio Ningishzida ("signore dell'albero buono") 2120 a.C.
(periodo neo-sumerico), ritrovata tra le rovine di Girsu, Tellō (Iraq meridionale).
«Il pastore costruisce il tempio con metallo prezioso... Egli costruisce l'Eninnu con pietre preziose... Egli costruisce il tempio con rame e stagno» (Cilindro A - Gudea)
Il vaso di Gudea, dedicato a Ningishzida (XXI secolo a.C.cronologia breve).
Il caduceo viene interpretato come rappresentazione del dio stesso.
Ningishzida è il primo esempio conosciuto di simbolo di serpenti avvolti attorno ad un bastone.
Anticipa il caduceo di Ermes, il bastone di Asclepio e il bastone di Mosè di oltre un millennio.
I successivi invasori dei Sumeri furono gli Ittiti che affidarono il ruolo di capitale a Babilonia.
Tra il 1.793 e 1.750 a.C. la città di Babilonia estese il suo dominio sotto la guida di Hammu rabi, videro così la luce le prime impostazioni giuridiche codificate.
Stele di Hammurabi
Vennero poi gli Assiri (885 a.C.) che furono a loro volta conquistati dai Caldei, una popola-zione della Mesopotamia meridionale.
Nel 311 a.C. si stabilì la dinastia dei Seleucidi, chiamata così da Seleuco, uno dei generali di Alessandro Magno.
Fu così che i Sumeri entrarono in contatto con la cultura greca.
OSMOLOGIA E MITOLOGIA
I Sumeri non avevano una filosofia vera e propria ma avevano riflettuto ed indagato sulla natura dell’universo ed erano talmente convinti delle loro idee che non hanno mai sentito il bisogno di formularle per iscritto infatti il loro modo di vedere l’universo e la vita si devono estrapolare dai miti e dagli inni.
La religione dei Sumeri era politeista.
Essi avevano circa un centinaio di dei, alcuni più importanti, altri meno.
Secondo il popolo sumero l’universo visibile si presentava sotto forma di semisfera, alla cui base c’era la terra e sopra il cielo.
Questa semisfera si chiamava An-Ki (An= cielo, Ki= terra).
Intorno alla terra c’era il mare e al di sotto di questo mare, nella parte diametralmente op-posta del cielo, vi erano gli inferi che loro denominavano Kur.
Oltre al mare, tra il cielo e la terra, loro posizionavano il vento, lil, vocabolo che significa anche soffio, aria, spirito.
Di questo universo, i Sumeri sostenevano che il primo elemento ad essere creato fosse il mare (l’Oceano primigenio infinito).
Dal mare nacquero il cielo e la terra e dal cielo e la terra nacquero gli dei.
Gli dei più importanti erano quattro: An (dio del cielo), Enlil (dio dell’aria), Enki (dio dell’abisso e dell’oceano) e Ninhursag (dea nota come la signora maestosa. Si sostiene che in origine il suo nome fosse Ki, terra, la sposa di An, cielo).
Molto probabilmente in epoca arcaica il dio più importante era An, ritenuto il supremo re del pantheon, tuttavia già da fonti che risalgono al 2.500 a.C. possiamo apprendere che questo ruolo sia stato successivamente assolto da Enlil che venne considerato il Padre degli dei.
I motivi di questa sostituzione ci sono ignoti.
Per i Sumeri gli dei erano immortali ma vivevano comunque come gli uomini: avevano biso-gno di mangiare, di bere e potevano anche essere uccisi.
Essi sostenevano che gli dei si comportassero in modo virtuoso ma che, allo stesso tempo, questi stessi dei avessero introdotto il male, la violenza, la menzogna e l’oppressione nel mondo al fine di mantenere l’ordine cosmico.
Il male quindi viene visto dai Sumeri come un principio necessario e questo stesso assunto lo ritroviamo nel vedismo e nel taoismo.
Gli inni per gli dei esaltano bontà, rettitudine e giustizia, questo testimonia che la civiltà dei Sumeri era una civiltà con grandi ideali morali infatti essi avevano un dio Utu (dio del sole) il quale aveva come compito proprio quello di mantenere l’ordine morale.
Oltre a Utu anche la dea Nanshe non tollerava offese alla verità e alla giustizia.
Alcuni elementi della mitologia sumera li ritroviamo anche in quella greca, ad esempio il fatto che il dio del Sole viaggiasse su di un carro.
I Sumeri inoltre credevano, come generalmente tutti i popoli antichi, in una perduta età del-l’oro, un’età di abbondanza e di pace e in cui tutti parlavano una lingua comune.
Per i Sumeri questa età dell’oro sarebbe terminata a causa della gelosia del dio Enki nei confronti del dio Enlil.
Enki, a causa della sua rabbia, sostituì il linguaggio comune con la molteplicità delle lingue, tema analogo a quello delle torre di Babele.
E ORIGINI DEI SUMERI SECONDO SITCHIN
Decifrare le tavolette d’argilla non è impresa facile.
Uno dei pochi che possiede questa capacità è il famoso studioso e professore Zecharia Sitchin, autore di libri sulla civiltà sumera, tra cui Il pianeta degli dei e Le astronavi del Sinai.
Sitchin sostiene che i Sumeri siano il prodotto dell’accoppiamento con una razza aliena di as petto simile al nostro (perché noi siamo “a loro immagine e somiglianza”).
Si tratterebbe di esseri intelligenti che i Sumeri chiamavano Anunnaki (figli del dio An) e che la Bibbia chiama Nephilim.
Erano giganti (Genesi 6,4) e venivano da un pianeta che ha un’orbita ellittica simile a quella delle comete, che transita tra Marte e Giove ogni 3.600 anni: il dodicesimo pianeta.
Praticamente secondo il professor Sitchin la selezione naturale di Darwin c’è stata ed ha prodotto i primati superiori dai quali discendiamo.
Poi, grazie agli Anunnaki, c’è stato il salto verso l’Homo sapiens.
Secondo la sua teoria le cose sarebbero andate così: gli Anunnaki avrebbero iniziato a visita re la terra mezzo milione di anni fa e le loro gesta sono quelle che leggiamo nell’Antico Testamento o nel poema di Gilgamesh.
In seguito avrebbero colonizzato la terra.
Avendo bisogno di persone che lavorassero nelle miniere in Africa avrebbero creato “l’uo- mo” che corrisponde all’Homo sapiens, il quale fu generato appositamente per lavorare nel- le miniere.
L’uomo sarebbe nato quindi nella attuale Africa, in corrispondenza con la teoria darwiniana.
Una volta creato, l’uomo avrebbe avuto due opportunità:
1) avrebbe carpito agli alieni il segreto per evolvere, cioè per non essere solo un lavoratore;
2) le donne terrestri si sarebbero accoppiate con gli extraterrestri, infatti la Bibbia riporta che: “gli dei si innamorarono delle figlie degli uomini”.
In (Genesi 6, 2) leggiamo che “i figli di Dio, vedendo che le figlie degli uomini erano adatte, si presero in moglie tutte quelle che loro piacevano”.
Da questo accoppiamento sarebbero nati i giganti, cioè una razza perfetta (gli atlantidei erano dei giganti e forse anche i lemuri) e molti di questi esseri divini (alieni) sarebbero anco ra qui sulla terra.
Alcuni sostengono che dallo accoppiamento tra un essere divino e un uomo nasca un indivi-dividuo biondo con gli occhi azzurri.
Altri, di contro, sostengono che questo tipo di individuo nasca dallo accoppiamento di due se midei, cioè:
alieno + uomo= semidio 1
altro alieno + altro uomo= semidio 2
semidio 1 + semidio 2= essere biondissimo con gli occhi azzurri.
(Naturalmente ciò non deve portarci a supporre che tutte le persone bionde con gli occhi azzurri siano semidei, anche se in questi ultimi anni, avvicinandoci alla quarta dimensione, stanno nascendo molti individui con queste caratteristiche).
Qui si rendono necessarie alcune riflessioni.
Sul libro Antropologia degli alieni, vi è una parte (scheda 9) in cui si parla di una tipologia di alieni descritti come esseri biondi e asessuati, simili agli angeli.
Troviamo anche un’immagine ed è sorprendente constatare come l’espressione del viso di questi alieni e in particolare i loro occhi (molto grandi) somiglino alle raffigurazioni dei Sumeri presenti nel libro di Kramer.
Le foto riportate nel saggio di Kramer, nonché i miti dei Sumeri, lasciano molto spazio per pensare che la teoria di Sitchin non sia affatto fantasiosa.
Drunvalo Melquizedeq invece, in L’antico segreto del fiore della vita propone una visione si-mile a quella di Sitchin ma con una leggera variante: per lui noi siamo nati dallo accoppia- mento di due razze aliene: gli Anunnaki (tridimensionali) e i Siriani (quadrimensionali); an-che questi ultimi erano dei giganti.
Duemila anni dopo questo accoppiamento sarebbero nati i primi individui umani, precisa-mente a Gondwana, isola o area (non si sa di preciso se fosse un isola o un insieme di terre) posta ad ovest dell’Africa e che oggi non esiste più.
Non a caso i miti della creazione di popoli occidentali africani asseriscono che essi hanno avu to origine da un’isola, Gondwana, appunto.
Ciò troverebbe conferma ancora una volta nella tesi che sostiene che la razza umana sia nata in Africa.
Secondo Sitchin la razza umana è nata 300.000 anni fa.
Secondo Melquizedeq 200.207 anni fa.
Nel testo di Kramer leggiamo che “alla base delle idee e dell’ideale etico dei Sumeri era il ‘dogma’ che l’uomo fosse stato fatto di argilla per servire gli dei”.
I Sumeri hanno due poemi mitici che rispecchiano pienamente l’assunto di Sitchin.
Di questi poemi uno è interamente dedicato alla creazione dell’uomo,
l’altro illustra perché l’uomo è stato creato e parla di un contrasto tra due divinità minori.
Il primo poema spiega che prima della nascita dell’uomo furono creati sei tipi di esseri imper-fetti: gli ultimi due tipi erano una femmina sterile ed un essere asessuato.
Questi esseri imperfetti potrebbero essere quelli che noi conosciamo come uomini primitivi?
Il secondo poema mitico invece parla di due dei (il dio del bestiame Lahar e sua sorella Ash-nan, dea del grano) che furono creati nella sala di creazione degli dei affinchè gli Anunnaki avessero di che nutrirsi e vestirsi.
Questo poema ha dunque portato i Sumeri a ritenere che l’uomo fosse nato per servire gli dei e da ciò scaturì la loro devozione verso le divinità.
Come possiamo notare, quindi, i miti dei Sumeri lasciano largo spazio affinché le teorie di Sitchin e di Melquizedeq circa la creazione dell’uomo non vengano accantonate come frutto di pura fantasia, anzi, comparando le varie fonti possiamo notare che tutti i pezzetti del puz- zle coincidono.
I SUMERI
Due furono le grandi popolazioni che apparvero nelle valli del Tigri e dell’Eufrate nel IV e III millennio a.C.: gli Accadi a Nord e i Sumeri a Sud.
A partire dalla più remota civiltà di Sumer, per secoli convissero nei territori della Mesopota- mia avvicendando tra loro supremazia e prestigio sotto l’egida di grandi re, nonostante il loro costante isolamento iniziale in quanto semplici comunità dedite all’agricoltura e all’alle-vamento ovino e bovino, finché, successivamente allo avvento dei Gutei, un popolo barbaro di origine nomade, la popolazione sumerica, ormai dedita ai grandi traffici commerciali, ebbe il predominio sull’altra diffondendo in tutta l’area mesopotamica la sua influenza culturale e le sue abitudini, tra le quali il culto del vestire, già radicate dai primordi del loro insediamen- to.
Colossale lancia con il nome di "Lugal, re di Kish".
Rame, periodo protodinastico II, ca. 2600 a.C. Trovata a Telloh (antica Girsu).
Tutte le informazioni ottenute sui costumi di questa antica civiltà sono frutto di una conoscen za recepita dagli studi effettuati sui ritrovamenti archeologici reperiti nelle tombe di perso-naggi della nobiltà, quindi statue e bassorilievi, in cui i morti venivano sotterrati con tutti i loro averi affinchè potessero usufruirne nella loro vita futura, segno di prosperità per i mede-simi, poiché essendo il territorio molto fertile e ricco d’acqua sarebbe stato impossibile recu-perare indumenti soggetti all’erosione del tempo e sopravvissuti alla distruzione dei millenni. Anche se tali reperti sono estremamente stilizzati gli studiosi sono riusciti a identificare la presenza di un tipologia del vestire sumero dalle fogge ben definite.
Complessivamente si individua uno stile prettamente semplice caratterizzato da forme rite-nute povere ipotizzando che, secondo le varie testimonianze riportate, l’abbigliamento fosse una delle prerogative meno importanti su cui soffermarsi, sia per la raffinatezza dei gusti spesso sofisticati, specie nei monili d’oro, sia per l’acuto ingegno testimoniato dalle enormi ri-sorse tecniche che consentirono la costruzione di edifici perfetti e la produzione di macchinari altamente progrediti.
Per entrambi i sessi il vestire sumero consisteva in una gonna lunga e pelosa sino alla cavi- glia, stretta in vita e avvolta intorno ai fianchi, realizzata in un tessuto a fiocchi, ciocche o frange definita propriamente a falpalà, mentre il torso rimaneva completamente scoperto.
Potrebbe probabilmente trattarsi di pelle di pecora o montone con i ciuffi di lana rivolti verso l’esterno.
I riccioli della lana erano disposti a balze regolari e sovrapposte, tagliati e pettinati.
Alcuni frammenti di tessuto rinvenuti nelle tombe fanno supporre invece che il materiale usa- to non fosse in realtà pelle, in considerazione del clima abbastanza caldo, ma kaunakès, un tessuto dalla trama annodata con ciuffi di lana, che potevano far alludere a ricci e probabil-mente realizzato con un procedimento simile alla confezione dei tappeti.
I Sumeri, antico popolo asiatico originario forse dei monti dello Zagros, tra Turchia e Iran, dalla metà del IV millennio a.C. diedero vita nella bassa Mesopotamia alla prima cultura ur-bana.
In una fase iniziale 3500 - 3000 a.C., dominata dalla città di Uruk, i Sumeri conobbero un fiorente sviluppo demografico e commerciale, con la fondazione di insediamenti coloniali in area elamitica, assira e anatolica orientale.
I Sumeri sono penetrati con ogni probabilità in Mesopotamia attraverso una migrazione: o per la via del nord o del nord-est, oppure, come sembra accennare il mito di Oannes, per la via del sud (Golfo Persico), in un momento non ancora precisato del Calcolitico.
Il mito di Oannes
Le antiche religioni sumeriche avevano un olimpo di dei ampio e ricco di figure che veicola-vano conoscenze e saperi agli uomini, consentendo l'evoluzione verso forme più raffinate di civiltà.
Tra queste figure interessante e curiosa è quella di Oannes, essere anfibio, che partecipava quindi del mare, che per noi moderni è notoriamente origine della vita sulla terra, e della ter-ra, accomunando così le più ancestrali pulsioni degli esseri umani.
Per la sua doppia natura di acqua e terra ha avuto il compito di trasmettere i saperi delle let- tere, delle arti e delle scienze, nonché delle tecniche: in particolare l'agricoltura, segno della raggiunta capacita dell'uomo di forzare i cicli produttivi della terra e di irreggimentare le ac-que, di dominare cioè entrambe le forze primigenie della vita.
L'etimologia del nome è misteriosa e ciò ha permesso anche interpretazioni fantasiose come quella di collegarla, per assonanza, a Joannes (Giovanni) Battista, non a caso colui che an-nunciò una superiore fase della condizione umana attraverso l'immersione rituale e battesi- male nelle acque.
Raffigurazioni di Oannes come divinità assira sono sul palazzo di re Sargon II, in Iraq, risa-lente al 721-705 a.C..: una anche altre culture, quella sumerica, conoscono la divinità cui fanno cenno cronisti ellenici, dicendola sorgente dalle acque del Golfo Persico.
E stata notata la presenza di figure riconducibili a Oannes anche in un tempio della religione cristiana presso l'abbazia di San Miniato al Monte a Firenze, nel timpano della facciata, sotto la croce patente.
Anche nel cristianesimo viene infatti accreditata la funzione veicolare di esseri semi-divini portatori di conoscenza.
Un certo immaginario collettivo contemporaneo si è impadronito del mito minore di Oannes, attribuendo a tale ambiguo personaggio una derivazione extraterrestre.
Esso istituisce paralleli tra diverse culture primitive o protostoriche che conoscevano, almeno secondo certi studiosi, o partecipavano delle medesime mitologie, e dedicavano particolari ce rimonie rituali alle stelle, tra le quali Sirio, sito di origine degli alieni Oannes, esseri superiori scesi sulla terra per impartire agli uomini ogni sorta di conoscenza: scrittura, scienze, arti, tecniche di costruzione di case e templi, cure e medicine.
L'invenzione della scrittura cuneiforme
circa 5400 anni fa i Sumeri realizzarono una scrittura dotata di grammatica e sintassi proprie
In Mesopotamia meridionale (la parte sud dell'attuale Iraq), nella seconda metà del IV mil- lennio a.C., i Sumeri furono i primi a esprimere le parole di una lingua parlata con segni visi- vi, inventando la scrittura poi definita cuneiforme.
Essa deve il suo nome alla forma dei segni che la compongono, che assomigliano appunto a cunei.
Ma come nacque la scrittura?
Le opinioni si dividono su due tesi.
Secondo la prima, che ha le sue origini in Aristotele e nei filosofi del XVIII secolo, l'uomo avrebbe cominciato a mettere a punto un sistema di comunicazione visiva inizialmente privo, o quasi, di rapporti con il linguaggio: esso ricorreva, per esprimersi, a immagini di oggetti o di esseri viventi del mondo circostante, veri e propri disegni figurativi o pittogrammi, che riprodu cevano, riducendolo ad alcuni dei suoi dati essenziali, il contenuto di un messaggio; si trat-tava, in un certo senso, di un promemoria, che evolvette verso una vera scrittura solo nel mo mento in cui divenne fonetico.
La seconda tesi, che ha come principale sostenitrice Denise Schmandt-Besserat propone che la genesi della scrittura sia da ricercare nelle tecniche contabili, e più esattamente nei gettoni tridimensionali utilizzati da tutte le società del Vicino Oriente fin dall'epoca neolitica allo scopo di contabilizzare e simboleggiare vari beni.
Per affrontare il problema dell'origine, si pone una domanda preliminare: le testimonianze più antiche della scrittura sono contemporanee alla sua invenzione?
Alcuni ritengono che scritti precedenti alle tavolette d'argilla siano esistiti ma, vergati su sup-porti deperibili come legno, corteccia, cuoio o papiro, abbiano finito con lo scomparire.
Grazie all'archeologia, disponiamo però di un elemento non trascurabile che contrasta con questa teoria.
Ogni città era governata da un Ensi , signore locale, che spesso si proclamava anche sommo sacerdote, conosciuto come En, al fine di controllare anche il potere religioso che era molto forte presso i sumeri. Inoltre c'era il Lugal che esercitava una podestà sovraregionale. Uomo orante.
Nel corso della prima metà del IV millennio, i mesopotamici inventarono la busta-involucro in argilla entro la quale si raggruppavano sassolini per memorizzare quantità.
La scrittura non apparve che più tardi, assieme al suo supporto, la tavoletta in argilla.
Solo a partire da questo momento le buste-involucro cominciano a essere a loro volta coper-te di iscrizioni.
Se i mesopotamici avessero scritto su supporti deperibili precedentemente all'invenzione del- la tavoletta, non si vede perché non dovessero fare la stessa cosa con le buste-involucro.
Del resto, è logico separare la data dell'invenzione della scrittura da quella della sua prima comparsa, supponendo un periodo di gestazione che separerebbe il momento dell'invenzio- ne da quello del primo uso pratico?
La scrittura deriva da un lavoro concettuale che non può essere dissociato dalla sua applica-zione, se non a rischio di essere svuotato di significato.
Invenzione e prima attestazione devono essere necessariamente simultanee, dato che la seconda non è altro che la messa in atto della prima.
Es. di scrittura cuneiforme
Furono grandi conoscitori dell’astrologia: inventarono un calendario che non si discosta mol-to da quello impiegato attualmente, individuarono tutte le costellazioni.
Grandi matematici, risolvevano equazioni algebriche di terzo grado e sistemi vari.
Eseguivano calcoli complicati nel campo dell’ingegneria edile.
Furono i primi ad usare i numeri.
Inventarono la scrittura, anche se poi venne perfezionata dai Cretesi, attraverso il codice "lineare B".
Territorio ed Origini
Il primo problema che si affronta nell'analisi della Civiltà Sumera consiste nella sua sco-perta che è avvenuta solo agli inizi del 1900.
In precedenza si credeva che non esistesse una civiltà precedente a quella Assira.
Con pazienti scavi e costanti studi si è giunti all'accettazione di questa importantissima Ci viltà sia per cultura sia per religione.
Nel 3200 a.C. circa i Sumeri hanno inventato la scrittura.
La Civiltà dei Sumeri colloca le proprie origini in un periodo antecedente al 3000 a.C., prendendo il posto della cultura derivante dalla cosidetta "Gente di Obeid", popolazione nomade che si era stabilita nella parte sud-orientale della Mesopotamia (la terra tra i due fiumi), presso il villaggio di El Obeid, regione ricca di acqua, ma anche di inondazioni.
Tale regione è caratterizzata dalla presenza dello Shatt el-Havy, un canale che unisce i due fiumi mesopotamici.
La città più importante fu Eridu.
Il termine sumer (shumer in accadico) significa terra coltivata, da cui Sumeri che signifi-ca portatori di coltura.
Intorno al 3000 a.C. si assiste ad una migrazione del popolo sumero, proveniente dalla regione montuosa che comprende gli attuali Iran ed India, verso la regione meridionale me-sopotamica caratterizzata da frequenti inondazioni dei fiumi Tigri ed Eufrate le quali for-mavano paludi.
A questa si unisce anche un flusso migratorio proveniente dal Mar Caspio, dunque di estra-zione scita.
Viene fondata la città sacra di Uruk, che prese il posto di Eridu.
Si assiste dunque ad una fase in cui si passa da una tradizione nomade ad una stanziale con la fondazione di centri urbani che non sono difesi da mura.
Nel periodo che va dal 3000 al 2600 a.C. circa, la città di Uruk domina la scena politica sumera.
Nascono altre città come Ur, Lagash, Nippur, Kish, Eridu, Larsa, Umma, Isin.
Si tratta di principati che compongono la regione di Sumer.
Mesopotamia
Il territorio in cui si stabilì la popolazione era soggetto a diverse calamità naturali, ma no-nostante questo, si riuscì a piegare la forza della natura per avere un'insediamento stabi- le e le città raggiunsero un grande splendore ed un'importanza internazionale.
Statuetta votiva di un uomo inginocchiato, conosciuto come "il fedele di Larsa".
Dedicato da un abitante di Larsa al dio Amurru per la vita di Hammurabi.
Bronzo e oro, inizio secondo millennio a.C.
Lista dei re di Larsa. Terracotta, Larsa, ca. 2025–1763 a.C. (39º anno del regno di Hammurabi).
Il mistero della civiltà Sumera
L'origine dei Sumeri è ancora avvolta nel mistero.
Nella cultura sumera, possiamo riconoscere moltissime delle istituzioni proprie delle nostra “moderna” civiltà: le prime scuole, il sistema legislativo, il primo sistema di scrittura, la ruota, la medicina e la chirurgia, la prima moneta, la matematica e la cosmologia erano tutte di ori- gine sumere.
E proprio dai sumeri i babilonesi ereditarono il loro immenso sapere affinandolo ed amplian-dolo.
I sumeri furono i primi a lavorare la stagno e il rame.
In particolare il primo, difficilissimo da lavorare, richiede tecniche avanzatissime per essere estratto dalla cassiterite.
Come avevano i sumeri queste conoscenze avanzate?
Inoltre, non bisogna dimenticare, che i sumeri sono stati i primi a tramandare i racconti sul diluvio, quindi possono considerarsi i primi testimoni di questa antica consapevolezza del cataclisma avvenuto tra i 12 mila e i 14 mila anni fa.
L'Epopea di Gilgamesh narra la storia di Gilgamesh, mitico re dei Sumeri, per due terzi divi-no e per un terzo umano - un ibrido umano-alieno - , che regnò su una delle più antiche cit-tà: Uruk - "l'ovile", nel senso che gli "dei" (hanno allevato l'umanità come bestiame!), il più antico agglomerato urbano dell'odierno Iraq, nelle vicinanze del golfo Persico.
Mappa geografica del luogo preciso della Mesopotamia dove si trova Uruk
e dei principali insediamenti della civiltà sumerica
Frammento di una statua di un toro ritrovata ad Uruk e risalente al periodo di Gemdet-Nasr, circa 3000 a.C.
Durante uno di questi lunghi viaggi Gilgamesh raggiunse Utnapishtim, un vegliardo scampa-to al diluvio universale allo stesso modo di Noè, di cui riferisce il Vecchio Testamento.
Anche questo grande vecchio, secondo tali ricordi sumerici, si era costruito un'arca.
Utnapishtim, ricevuto Gilgamesh, gli raccontò delle sue peripezie con l'arca, della sua salvez za dal diluvio e gli riferì di quanto esisteva prima sulla terra.
Mazza da guerra dedicata a Gilgamesh (quinto re della dinastia di Uruk secondo la Lista dei re Sumeri)
da Urdun, funzionario di Lagash
Se, come si pensa, la civiltà sumera risale a circa 6 mila anni fa, che cosa è successo nel pe riodo tra i 13 mila e i 6 mila anni fa, cioè tra la "fine della glaciazione" (il cataclisma globa- e) e l'avvento della Civiltà Sumera?
Chi erano le "divinità" che abitavano il nostro pianeta e che hanno "donato" la civilizzazione all'Homo Sapiens?
Erano gli antichi abitanti dell'antica Civiltà Atlantidea che hanno risollevato le sorti dell'uma-nità, oppure si tratta di "divinità aliene", come affermano i teorici degli Antichi Astronauti?
I sumeri sono un popolo di origine sconosciuta, probabilmente asiatica, che si insedia in Me-sopotamia nella pianura compresa tra i fiumi Tigri ed Eufrate nel IV secolo a.C. e qui fonda le prime città monumentali della storia.
I Sumeri hanno costruito le prime città cinquemila anni fa.
I Sumeri usavano l’acqua del fiume Tigri e del fiume Eufrate per irrigare i campi.
Perciò i raccolti erano abbondanti.
Nel 2000 a.C. i Babilonesi hanno conquistato le città sumere.
Nel 1100 a.C. gli Assiri, che erano una popolazione che viveva a nord, hanno occupato ques ti territori.
I sumeri sono il primo popolo a sviluppare la cultura urbana che caratterizzerà tutte le altre civiltà a venire.
I sumeri dominano la Mesopotamia nel periodo tra il 3500 a.C. e il 1730 a.C. con alterne fortune.
La fertilità naturale della Mesopotamia consente ai sumeri un rapido sviluppo sia demografi-co che commerciale e la nascita di nuovi insediamenti coloniali in diverse aree della valle tra i fiumi Tigri ed Eufrate.
Dal 3500 al 3000 a.C. si sviluppa demograficamente ed economicamente la città di Ur.
Successivamente si sviluppano in città anche altri insediamenti sumeri come Lagash e Uruk.
Altre importanti sumere sono Eridu, Umma, Nippur, KisheEshnunna.
Nel periodo protodinastico si sono susseguite continue guerre tra le città-stato sumere nel tentativo di realizzare una maggiore egemonia regionale.
Il disegno di unificazione della Mesopotamia viene realizzato nel XXIV secolo a.C. dal re Lugalzagesi di Umma con l'assoggettamento e la distruzione delle città sumere di Lagash, di Ur, di Kish e di Uruk.
Mappa dei principali insediamenti della civiltà sumerica
L'egemonia di Lugalzagesi dura però molto poco.
Il suo regno è caratterizzato dalla violenza e dal terrore al punto che molti sumeri, pochi an-no dopo, accolgono l'invasore Sargon di Akkad come un liberatore.
Con la conquista dei territori sumeri da parte del popolo degli Accadi, di origine semitica, na-sce un grande impero nella Mesopotamia meridionale che non può però più definirsi sumero. Successivamente i sumeri riescono a riconquistare il potere dopo l'invasione dei gutei.
L’unificazione dell’impero dei Sumeri viene realizzata da Ur-Nammu, il governatore della cit-tà di Ur che compie l’opera di unificazione delle diverse città sumeriche facendole converge- re in un regno centralizzato.
La civiltà sumera si sviluppò tra il 3200 e il 2800 avanti Cristo nella zona compresa tra i due fiumi Tigri ed Eufrate ("terra tra i fiumi" = Mesopotamia).
La fertilità del suolo permise l'allevamento del bestiame, la coltivazione della palma da dat--teri e una vita stanziale.
Contratto di vendita di un campo e una casa. Shuruppak, ca 2600 a.C.
L'origine del popolo sumero è ancora incerta.
Forse provenienti da est, si sa soltanto che chiamavano se stessi "gente dalle teste nere".
La società dei sumeri era fondamentalmente statica e sorretta da rigide regole religiose.
Furono attenti osservatori della natura.
Catalogarono minuziosamente pietre, animali e piante del loro tempo in base alla loro forma esteriore.
Lo stesso spirito d'osservazione fu rivolto al cielo e allo studio degli astri.
Con i sumeri nacque l'astronomia.
Dalla pratica commerciale, maggiormente seguita rispetto agli antichi egizi, si sviluppò anche l'aritmetica decimale, dall'esigenza di misurare i campi e gli edifici la geometria.
A differenza del vicino Egitto, la Mesopotamia era priva di barriere naturali e continuamente preda di migrazioni e invasioni da parte di altri popoli conquistatori.
Al centro di ogni città-stato sumera sorgeva un tempio monumentale eretto da una piramide a piattaforme (ziqqurat) dedicato alla venerazione del dio protettore della città e allo svolgi-mento delle pratiche religiose da parte del re-sacerdote.
Ziqqurat é un nome femminile assiro-babilonese costruito sulla radice zqr, che significa "cos truire alto".
Il tempio era anche il centro politico ed economico della comunità urbana.
L'area era consacrata al dio della città.
Senza dubbio erano templi e non tombe come le piramidi egiziane.
Erano invece più simili sia come struttura che come uso culturale, alle piramidi a gradoni me soamericane. Il tempio vero e proprio in cui, sotto forma di statua, abitava la divinità non era quello rela-tivamente modesto che stava in alto; era invece a livello del suolo, gli alti basamenti servi-vano ad impedire che le acque dei fiumi invadessero la sacra cella in caso d'inondazione. L'ipotesi più plausibile riguardante lo scopo della costruzione delle ziqqurat è che queste al-
tro non fossero che un'enorme scala, che serviva davvero a raggiungere il cielo.
Ma non perché gli uomini potessero scalarle, bensì perché fosse favorita la discesa del dio sulla terra; era quindi un legame tra terra e cielo, tra uomo e dio.
Ziqqurat di Ur
Ziqqurat di Uruk
Ziqqurat di Uruk
Ecco una breve cronologia dell'area riguardante la bassa Mesopotamia, che copre il periodo di tempo durante il quale si è originata, sviluppata ed è decaduta la civiltà sumerica.
Periodo di 'Ubaid (4500-3500 a.C.)
Antico 'Ubaid (4500-4000 a.C.)
Tardo 'Ubaid (4000-3500 a.C.)
Periodo di Uruk (3500 a.C.-3100 a.C.)
Antico Uruk (3500-3300 a.C.)
Tardo Uruk (3300-3100 a.C.)
Gemdet Nasr (3100-2900 a.C.)
Periodo proto-dinastico (2900-2200 a.C.)
Periodo proto-dinastico I (2900-2750 a.C.)
Periodo proto-dinastico II (2750-2600 a.C.)
Periodo proto-dinastico IIIa (2600-2450 a.C.)
Periodo proto-dinastico IIIb (2450-2350 a.C.)
Periodo di Akkad (2350-2200 a.C.)
Periodo dei Gutei (2200-2120 a.C.)
Periodo di Ur III (2120-2000 a.C.)
La Mesopotamia (3600-2000 a.C.) può essere considerata la culla dell’anatomia.
Questa disciplina si sviluppò a partire dall’Aruspicina, l’arte di prevedere il futuro dall’esame dei visceri degli animali sacrificati agli dei.
I primi a praticare l’Aruspicina furono i Sumeri; anche i loro successori, Assiri e Babilonesi, usarono questa tecnica divinatoria.
Non sono arrivati fino a noi testi di medicina mesopotamici.
Tuttavia, informazioni sulle pratiche mediche dell’epoca sono frequenti nelle tavolette di argilla rinvenute nelle biblioteche dei sovrani assiri e babilonesi.
Come per i popoli antichi l’eziologia di una certa malattia è legata al soprannaturale e precisamente alla ira di un certo demone specifico per quella affezione e la relativa cura è basata su rituali magici di scon-giurazione ed esorcismo.
Le pratiche dovevano essere incentrate sul rito espiatorio e su una certa forma di empirismo primitivo.
Spesso la malattia veniva considerata come un qualcosa d’impuro da cui ci si doveva liberare tramite un lavaggio e per cui erano prescritti abluzioni o bagni in determinati luoghi sacri o con rituali codificati.
Avvento dei Babilonesi
La civiltà babilonese lega le proprie origini ed il proprio splendore alla città di Babilonia, che letteralmente significa "porta del Dio", sulla cui fondazione aleggiano svariate ipotesi, secon do quanto ci hanno tramandato le fonti storiche più accreditate: Erodoto, Diodoro Siculo, Strabone, Flavio e Berosso, oltre ai vari libri della Bibbia e ai testi cuneiformi babilonesi.
E... non finisce qui
Pubblicato su Blogger oggi 02 gennaio 2013 alle ore 18,28 da: Giuseppe Pinna de Marrubiu
L’approccio empirico è il punto di partenza per l’evoluzione della medicina.
Tuttavia, nelle prime fasi persistono residui della concezione magico-demoniaca e di quella teistica; i pri- mi grandi medici sono divinizzati.
I Sumeri e le origini dell'uomo
Da più parti, si ritiene che la civiltà dei Sumeri sia la prima civiltà, fra l’altro una civiltà mol-to evoluta.
I Sumeri avevano una religione politeista che aveva le proprie origini sul concetto di mito.Allorché il regno celeste venne sulla terra, esso fiorì in Eridu.
Così recita la più antica lista reale sumerica, scritta in caratteri cuneiformi alla fine del III millennio a.C..
In questa lista sono contenuti nomi mitici di re di Eridu, Alulim e Alagar che vissero rispetti-vamente 28.800 e 36.000 anni, cioè prima del Diluvio Universale, conosciuto anche nella tradizione sumerica.
La prima città sacra fu Eridu che conobbe una grande importanza in un epoca arcaica.
Si osserva dunque che l'Antico Testamento della Bibbia (quella da noi conosciuta) e la tradi-zione sumerica si muovono nella stessa direzione.
Dunque la mitologia di Eridu ha le sue origini in epoca protosumera.
I Sumeri alle radici della storia!
Si parla di prima cosmologia,
di primi princìpi morali,
di prime leggi,
di prime ricette mediche, ecc.
Ci sono però anche alcune tesi differenti che asseriscono che la civiltà dei Sumeri, per quan to antica, non sia stata la prima civiltà: ed essa è oggi costretta a cedere il passo alla più antica India.
In realtà si può affermare che (e noi che oggi scriviamo, condividiamo) per quanto concerne la zona europea del Mediterraneo, la civiltà più antica fu quella Sumera ma dire quale sia la ci viltà più antica in assoluto non è semplice sia per le divergenze delle tesi in materia sia per- ché potrebbero crearsi confusioni anche sulla provenienza dei vari popoli.
La civiltà Sumera è stata indubbiamente molto evoluta per il periodo in cui è sorta, i Sumeri occupavano il territorio della Mesopotamia, a sud dell’attuale Iraq.
Le più antiche testimonianze scritte (tavolette d’argilla) risalgono al 3.500 a.C.
In questo periodo in Mesopotamia sorgevano già delle piccole città stato come Ur, Lagash, Nippur e Eridu con a capo un lugal, cioè un principe locale.
Frammento d'argilla iscritto di Urukagina (o Uruinimgina), lugal (principe) di Lagash.
Terracotta, ca 2350 a.C., trovato a Telloh (antica Girsu).
L'iscrizione recita:“Uruinimgina ha scavato… il canale nella città-di-NINA. All'inizio, costruì l'Eninnu;
alla fine costruì l'Esiraran".
Vaso dedicato da Entemena, re di Lagash, a Ningirsu. Argento e rame, ca. 2400 a.C. Trovato a Telloh (antica Girsu)
Non bisogna confondere la cultura Sumera con quella degli Assiro-babilonesi che vennero a posteriori, vale a dire attorno al IV millennio a.C.
Oltre ai Sumeri vi erano altre civiltà ugualmente evolute nello stesso territorio ma non ebbe- ro la loro medesima importanza storica.
Il primo re di cui si hanno iscrizioni certe fu tale Enmebaragesi di Kish e siamo già nel 2.650 a.C. circa.
La città che emergeva su tutte fu Lagash, su cui ruotò per diversi decenni tutta la politica del tempo, considerando per esempio che un suo lugal, Urukagina, fu conosciuto anche come grande legislatore.
Egli detenne il potere sul territorio fino allo avvento della fiorente città di Umma il cui capo Lugalzaggisi sconfisse Urukagina.
Eannatum è famoso in quanto le sue gesta sono incise sulla Stele degli avvoltoi, ora al Louvre, la quale può essere considerata il primo monumento conosciuto che raffigura fatti storici. Il monumento fu eretto per la vittoria di Eannatum di Lagash su Enakalle di Umma, e su di esso vengono rappresentati i vari avvenimenti della guerra. In una scena il re è in piedi sul suo carro mentre impugna nella destra un'arma ricurva formata da tre barre di metallo tenute insieme da anelli, mentre i suoi seguaci - in gonnellino, elmetti sulle teste e lance nelle mani - marciano dietro di lui.
Lugalzaggisi pensava in grande, egli volse il suo sguardo tanto ad occidente, verso le regio-ni mediterranee, quanto ad oriente e, con lui si ebbe il primo pensiero di “monarchia univer-sale” che la storia conosca e questo determinò una grande evoluzione nella vita sociale, eco nomica ed istituzionale.
Il sistema di numerazione sumero era sessagesimale cioè in base 60.
Le tavolette del 3.000 a.C. dimostrano che era presente un simbolo per l’1 e uno per il 10, uno per il 60, uno per il 600 e uno per il 3.600.
Il sistema era posizionale, dunque il numero si evinceva in base alla posizione dei simboli stessi.
A partire dal 2.000 a.C. si affermò un nuovo sistema di numerazione che utilizzava solo due simboli: uno per rappresentare l’1 e l’altro per il 10.
Il sistema era sempre posizionale (in parte anche additivo, usato ad esempio per scrivere nu meri grandi) e sessagesimale.
Lo svantaggio di questo sistema numerico era costituito dal fatto che mancavano sia lo zero, sia un simbolo per separare i numeri (tipo la nostra virgola), dunque le cifre potevano dare adito ad ambiguità.
In realtà il separatore c’era ma non veniva utilizzato.
Come mai il popolo della Mesopotamia aveva scelto proprio un sistema sessagesimale?
Probabilmente perché era un sistema piuttosto semplice da utilizzare, non soltanto per le fra zioni quanto in campo astronomico.
L’evoluzione di questo sistema numerico è attestato dalle tavolette d’argilla e da testi mate-matici che contengono nozioni di carattere commerciale e legale.
Da questo sistema di numerazione nacquero, dal 2.400 a.C., le prime tabelle per la moltipli- cazione, la divisione ed altre operazioni.
In seguito si sviluppò l’algebra e lo studio dell’astronomia.
Riguardo la disciplina astronomica sono state scritte da parte di questo popolo opere di una certa importanza.
La scrittura sumera (e babilonese) era di tipo cuneiforme ed è molto difficile decifrarne i ca-ratteri.
Statua dell'intendente reale Ebih-Il, rinvenuta nel tempio di Ištar
Verso il 2.400 a.C. i Sumeri furono assaliti dagli Accadi, un popolo proveniente dal deserto vicino e guidato da Sargon I il quale istituì un vasto impero i cui centri di potere erano Ur e Agade. Maschera di Sargon
Gli Accadi assimilarono molti tratti della cultura sumera come la scrittura e il sistema numeri- co. Tuttavia già dal II millennio a.C. le città stato tornarono ad essere indipendenti.
Intorno al 2.460 a.C. nuove popolazioni sopraggiunsero: quella dei Semiti, proveniente dal deserto arabo e guidata successivamente dal grande Sargon di Akkad che sconfisse Lugal-zaggisi e divenne fondatore dell’impero; poi (intorno al 2.300-2.100 a.C.) i Gutei che por tarono distruzione e fame e sconfissero i Semiti.
Lentamente, sotto la sovranità di tal Gudea, Lagash rinacque e poi anche Ur con la sua di-nastia che regnò sulle quattro parti del mondo ma in cui il monarca assume un titolo molto significativo: “Re di Sumer e di Akkad” vale a dire che i due popoli, Sumeri e Semiti, si era-no uniti storicamente.
Gudea, principe di Lagash. Statua seduta in diorite dedicata al dio Ningishzida ("signore dell'albero buono") 2120 a.C.
(periodo neo-sumerico), ritrovata tra le rovine di Girsu, Tellō (Iraq meridionale).
«Il pastore costruisce il tempio con metallo prezioso... Egli costruisce l'Eninnu con pietre preziose... Egli costruisce il tempio con rame e stagno» (Cilindro A - Gudea) |
Il vaso di Gudea, dedicato a Ningishzida (XXI secolo a.C.cronologia breve).
Il caduceo viene interpretato come rappresentazione del dio stesso.
Ningishzida è il primo esempio conosciuto di simbolo di serpenti avvolti attorno ad un bastone.
Anticipa il caduceo di Ermes, il bastone di Asclepio e il bastone di Mosè di oltre un millennio.
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Tra il 1.793 e 1.750 a.C. la città di Babilonia estese il suo dominio sotto la guida di Hammu rabi, videro così la luce le prime impostazioni giuridiche codificate.
Stele di Hammurabi
Vennero poi gli Assiri (885 a.C.) che furono a loro volta conquistati dai Caldei, una popola-zione della Mesopotamia meridionale.
Nel 311 a.C. si stabilì la dinastia dei Seleucidi, chiamata così da Seleuco, uno dei generali di Alessandro Magno.
Fu così che i Sumeri entrarono in contatto con la cultura greca.
OSMOLOGIA E MITOLOGIA
I Sumeri non avevano una filosofia vera e propria ma avevano riflettuto ed indagato sulla natura dell’universo ed erano talmente convinti delle loro idee che non hanno mai sentito il bisogno di formularle per iscritto infatti il loro modo di vedere l’universo e la vita si devono estrapolare dai miti e dagli inni.
La religione dei Sumeri era politeista.
Essi avevano circa un centinaio di dei, alcuni più importanti, altri meno.
Secondo il popolo sumero l’universo visibile si presentava sotto forma di semisfera, alla cui base c’era la terra e sopra il cielo.
Questa semisfera si chiamava An-Ki (An= cielo, Ki= terra).
Intorno alla terra c’era il mare e al di sotto di questo mare, nella parte diametralmente op-posta del cielo, vi erano gli inferi che loro denominavano Kur.
Oltre al mare, tra il cielo e la terra, loro posizionavano il vento, lil, vocabolo che significa anche soffio, aria, spirito.
Di questo universo, i Sumeri sostenevano che il primo elemento ad essere creato fosse il mare (l’Oceano primigenio infinito).
Dal mare nacquero il cielo e la terra e dal cielo e la terra nacquero gli dei.
Gli dei più importanti erano quattro: An (dio del cielo), Enlil (dio dell’aria), Enki (dio dell’abisso e dell’oceano) e Ninhursag (dea nota come la signora maestosa. Si sostiene che in origine il suo nome fosse Ki, terra, la sposa di An, cielo).
Molto probabilmente in epoca arcaica il dio più importante era An, ritenuto il supremo re del pantheon, tuttavia già da fonti che risalgono al 2.500 a.C. possiamo apprendere che questo ruolo sia stato successivamente assolto da Enlil che venne considerato il Padre degli dei.
I motivi di questa sostituzione ci sono ignoti.
Per i Sumeri gli dei erano immortali ma vivevano comunque come gli uomini: avevano biso-gno di mangiare, di bere e potevano anche essere uccisi.
Essi sostenevano che gli dei si comportassero in modo virtuoso ma che, allo stesso tempo, questi stessi dei avessero introdotto il male, la violenza, la menzogna e l’oppressione nel mondo al fine di mantenere l’ordine cosmico.
Il male quindi viene visto dai Sumeri come un principio necessario e questo stesso assunto lo ritroviamo nel vedismo e nel taoismo.
Gli inni per gli dei esaltano bontà, rettitudine e giustizia, questo testimonia che la civiltà dei Sumeri era una civiltà con grandi ideali morali infatti essi avevano un dio Utu (dio del sole) il quale aveva come compito proprio quello di mantenere l’ordine morale.
Oltre a Utu anche la dea Nanshe non tollerava offese alla verità e alla giustizia.
Alcuni elementi della mitologia sumera li ritroviamo anche in quella greca, ad esempio il fatto che il dio del Sole viaggiasse su di un carro.
I Sumeri inoltre credevano, come generalmente tutti i popoli antichi, in una perduta età del-l’oro, un’età di abbondanza e di pace e in cui tutti parlavano una lingua comune.
Per i Sumeri questa età dell’oro sarebbe terminata a causa della gelosia del dio Enki nei confronti del dio Enlil.
Enki, a causa della sua rabbia, sostituì il linguaggio comune con la molteplicità delle lingue, tema analogo a quello delle torre di Babele.
Sitchin sostiene che i Sumeri siano il prodotto dell’accoppiamento con una razza aliena di as petto simile al nostro (perché noi siamo “a loro immagine e somiglianza”).
Si tratterebbe di esseri intelligenti che i Sumeri chiamavano Anunnaki (figli del dio An) e che la Bibbia chiama Nephilim.
Erano giganti (Genesi 6,4) e venivano da un pianeta che ha un’orbita ellittica simile a quella delle comete, che transita tra Marte e Giove ogni 3.600 anni: il dodicesimo pianeta.
Praticamente secondo il professor Sitchin la selezione naturale di Darwin c’è stata ed ha prodotto i primati superiori dai quali discendiamo.
Poi, grazie agli Anunnaki, c’è stato il salto verso l’Homo sapiens.
Secondo la sua teoria le cose sarebbero andate così: gli Anunnaki avrebbero iniziato a visita re la terra mezzo milione di anni fa e le loro gesta sono quelle che leggiamo nell’Antico Testamento o nel poema di Gilgamesh.
In seguito avrebbero colonizzato la terra.
Avendo bisogno di persone che lavorassero nelle miniere in Africa avrebbero creato “l’uo- mo” che corrisponde all’Homo sapiens, il quale fu generato appositamente per lavorare nel- le miniere.
L’uomo sarebbe nato quindi nella attuale Africa, in corrispondenza con la teoria darwiniana.
Una volta creato, l’uomo avrebbe avuto due opportunità:
1) avrebbe carpito agli alieni il segreto per evolvere, cioè per non essere solo un lavoratore;
2) le donne terrestri si sarebbero accoppiate con gli extraterrestri, infatti la Bibbia riporta che: “gli dei si innamorarono delle figlie degli uomini”.
In (Genesi 6, 2) leggiamo che “i figli di Dio, vedendo che le figlie degli uomini erano adatte, si presero in moglie tutte quelle che loro piacevano”.
Da questo accoppiamento sarebbero nati i giganti, cioè una razza perfetta (gli atlantidei erano dei giganti e forse anche i lemuri) e molti di questi esseri divini (alieni) sarebbero anco ra qui sulla terra.
Alcuni sostengono che dallo accoppiamento tra un essere divino e un uomo nasca un indivi-dividuo biondo con gli occhi azzurri.
Altri, di contro, sostengono che questo tipo di individuo nasca dallo accoppiamento di due se midei, cioè:
alieno + uomo= semidio 1
altro alieno + altro uomo= semidio 2
semidio 1 + semidio 2= essere biondissimo con gli occhi azzurri.
(Naturalmente ciò non deve portarci a supporre che tutte le persone bionde con gli occhi azzurri siano semidei, anche se in questi ultimi anni, avvicinandoci alla quarta dimensione, stanno nascendo molti individui con queste caratteristiche).
Qui si rendono necessarie alcune riflessioni.
Sul libro Antropologia degli alieni, vi è una parte (scheda 9) in cui si parla di una tipologia di alieni descritti come esseri biondi e asessuati, simili agli angeli.
Troviamo anche un’immagine ed è sorprendente constatare come l’espressione del viso di questi alieni e in particolare i loro occhi (molto grandi) somiglino alle raffigurazioni dei Sumeri presenti nel libro di Kramer.
Le foto riportate nel saggio di Kramer, nonché i miti dei Sumeri, lasciano molto spazio per pensare che la teoria di Sitchin non sia affatto fantasiosa.
Drunvalo Melquizedeq invece, in L’antico segreto del fiore della vita propone una visione si-mile a quella di Sitchin ma con una leggera variante: per lui noi siamo nati dallo accoppia- mento di due razze aliene: gli Anunnaki (tridimensionali) e i Siriani (quadrimensionali); an-che questi ultimi erano dei giganti.
Duemila anni dopo questo accoppiamento sarebbero nati i primi individui umani, precisa-mente a Gondwana, isola o area (non si sa di preciso se fosse un isola o un insieme di terre) posta ad ovest dell’Africa e che oggi non esiste più.
Non a caso i miti della creazione di popoli occidentali africani asseriscono che essi hanno avu to origine da un’isola, Gondwana, appunto.
Ciò troverebbe conferma ancora una volta nella tesi che sostiene che la razza umana sia nata in Africa.
Secondo Sitchin la razza umana è nata 300.000 anni fa.
Secondo Melquizedeq 200.207 anni fa.
Nel testo di Kramer leggiamo che “alla base delle idee e dell’ideale etico dei Sumeri era il ‘dogma’ che l’uomo fosse stato fatto di argilla per servire gli dei”.
I Sumeri hanno due poemi mitici che rispecchiano pienamente l’assunto di Sitchin.
Di questi poemi uno è interamente dedicato alla creazione dell’uomo,
l’altro illustra perché l’uomo è stato creato e parla di un contrasto tra due divinità minori.
Il primo poema spiega che prima della nascita dell’uomo furono creati sei tipi di esseri imper-fetti: gli ultimi due tipi erano una femmina sterile ed un essere asessuato.
Questi esseri imperfetti potrebbero essere quelli che noi conosciamo come uomini primitivi?
Il secondo poema mitico invece parla di due dei (il dio del bestiame Lahar e sua sorella Ash-nan, dea del grano) che furono creati nella sala di creazione degli dei affinchè gli Anunnaki avessero di che nutrirsi e vestirsi.
Questo poema ha dunque portato i Sumeri a ritenere che l’uomo fosse nato per servire gli dei e da ciò scaturì la loro devozione verso le divinità.
Come possiamo notare, quindi, i miti dei Sumeri lasciano largo spazio affinché le teorie di Sitchin e di Melquizedeq circa la creazione dell’uomo non vengano accantonate come frutto di pura fantasia, anzi, comparando le varie fonti possiamo notare che tutti i pezzetti del puz- zle coincidono.
I SUMERI
Due furono le grandi popolazioni che apparvero nelle valli del Tigri e dell’Eufrate nel IV e III millennio a.C.: gli Accadi a Nord e i Sumeri a Sud.
A partire dalla più remota civiltà di Sumer, per secoli convissero nei territori della Mesopota- mia avvicendando tra loro supremazia e prestigio sotto l’egida di grandi re, nonostante il loro costante isolamento iniziale in quanto semplici comunità dedite all’agricoltura e all’alle-vamento ovino e bovino, finché, successivamente allo avvento dei Gutei, un popolo barbaro di origine nomade, la popolazione sumerica, ormai dedita ai grandi traffici commerciali, ebbe il predominio sull’altra diffondendo in tutta l’area mesopotamica la sua influenza culturale e le sue abitudini, tra le quali il culto del vestire, già radicate dai primordi del loro insediamen- to.
Colossale lancia con il nome di "Lugal, re di Kish".
Rame, periodo protodinastico II, ca. 2600 a.C. Trovata a Telloh (antica Girsu).
Tutte le informazioni ottenute sui costumi di questa antica civiltà sono frutto di una conoscen za recepita dagli studi effettuati sui ritrovamenti archeologici reperiti nelle tombe di perso-naggi della nobiltà, quindi statue e bassorilievi, in cui i morti venivano sotterrati con tutti i loro averi affinchè potessero usufruirne nella loro vita futura, segno di prosperità per i mede-simi, poiché essendo il territorio molto fertile e ricco d’acqua sarebbe stato impossibile recu-perare indumenti soggetti all’erosione del tempo e sopravvissuti alla distruzione dei millenni. Anche se tali reperti sono estremamente stilizzati gli studiosi sono riusciti a identificare la presenza di un tipologia del vestire sumero dalle fogge ben definite.
Complessivamente si individua uno stile prettamente semplice caratterizzato da forme rite-nute povere ipotizzando che, secondo le varie testimonianze riportate, l’abbigliamento fosse una delle prerogative meno importanti su cui soffermarsi, sia per la raffinatezza dei gusti spesso sofisticati, specie nei monili d’oro, sia per l’acuto ingegno testimoniato dalle enormi ri-sorse tecniche che consentirono la costruzione di edifici perfetti e la produzione di macchinari altamente progrediti.
Per entrambi i sessi il vestire sumero consisteva in una gonna lunga e pelosa sino alla cavi- glia, stretta in vita e avvolta intorno ai fianchi, realizzata in un tessuto a fiocchi, ciocche o frange definita propriamente a falpalà, mentre il torso rimaneva completamente scoperto.
Potrebbe probabilmente trattarsi di pelle di pecora o montone con i ciuffi di lana rivolti verso l’esterno.
I riccioli della lana erano disposti a balze regolari e sovrapposte, tagliati e pettinati.
Alcuni frammenti di tessuto rinvenuti nelle tombe fanno supporre invece che il materiale usa- to non fosse in realtà pelle, in considerazione del clima abbastanza caldo, ma kaunakès, un tessuto dalla trama annodata con ciuffi di lana, che potevano far alludere a ricci e probabil-mente realizzato con un procedimento simile alla confezione dei tappeti.
I Sumeri, antico popolo asiatico originario forse dei monti dello Zagros, tra Turchia e Iran, dalla metà del IV millennio a.C. diedero vita nella bassa Mesopotamia alla prima cultura ur-bana.
In una fase iniziale 3500 - 3000 a.C., dominata dalla città di Uruk, i Sumeri conobbero un fiorente sviluppo demografico e commerciale, con la fondazione di insediamenti coloniali in area elamitica, assira e anatolica orientale.
I Sumeri sono penetrati con ogni probabilità in Mesopotamia attraverso una migrazione: o per la via del nord o del nord-est, oppure, come sembra accennare il mito di Oannes, per la via del sud (Golfo Persico), in un momento non ancora precisato del Calcolitico.
Il mito di Oannes
Le antiche religioni sumeriche avevano un olimpo di dei ampio e ricco di figure che veicola-vano conoscenze e saperi agli uomini, consentendo l'evoluzione verso forme più raffinate di civiltà.
Tra queste figure interessante e curiosa è quella di Oannes, essere anfibio, che partecipava quindi del mare, che per noi moderni è notoriamente origine della vita sulla terra, e della ter-ra, accomunando così le più ancestrali pulsioni degli esseri umani.
Per la sua doppia natura di acqua e terra ha avuto il compito di trasmettere i saperi delle let- tere, delle arti e delle scienze, nonché delle tecniche: in particolare l'agricoltura, segno della raggiunta capacita dell'uomo di forzare i cicli produttivi della terra e di irreggimentare le ac-que, di dominare cioè entrambe le forze primigenie della vita.
L'etimologia del nome è misteriosa e ciò ha permesso anche interpretazioni fantasiose come quella di collegarla, per assonanza, a Joannes (Giovanni) Battista, non a caso colui che an-nunciò una superiore fase della condizione umana attraverso l'immersione rituale e battesi- male nelle acque.
Raffigurazioni di Oannes come divinità assira sono sul palazzo di re Sargon II, in Iraq, risa-lente al 721-705 a.C..: una anche altre culture, quella sumerica, conoscono la divinità cui fanno cenno cronisti ellenici, dicendola sorgente dalle acque del Golfo Persico.
E stata notata la presenza di figure riconducibili a Oannes anche in un tempio della religione cristiana presso l'abbazia di San Miniato al Monte a Firenze, nel timpano della facciata, sotto la croce patente.
Anche nel cristianesimo viene infatti accreditata la funzione veicolare di esseri semi-divini portatori di conoscenza.
Un certo immaginario collettivo contemporaneo si è impadronito del mito minore di Oannes, attribuendo a tale ambiguo personaggio una derivazione extraterrestre.
Esso istituisce paralleli tra diverse culture primitive o protostoriche che conoscevano, almeno secondo certi studiosi, o partecipavano delle medesime mitologie, e dedicavano particolari ce rimonie rituali alle stelle, tra le quali Sirio, sito di origine degli alieni Oannes, esseri superiori scesi sulla terra per impartire agli uomini ogni sorta di conoscenza: scrittura, scienze, arti, tecniche di costruzione di case e templi, cure e medicine.
Furono grandi conoscitori dell’astrologia: inventarono un calendario che non si discosta mol-to da quello impiegato attualmente, individuarono tutte le costellazioni.
Grandi matematici, risolvevano equazioni algebriche di terzo grado e sistemi vari.
Eseguivano calcoli complicati nel campo dell’ingegneria edile.
Furono i primi ad usare i numeri.
Inventarono la scrittura, anche se poi venne perfezionata dai Cretesi, attraverso il codice "lineare B".
Il primo problema che si affronta nell'analisi della Civiltà Sumera consiste nella sua sco-perta che è avvenuta solo agli inizi del 1900.
In precedenza si credeva che non esistesse una civiltà precedente a quella Assira.
Con pazienti scavi e costanti studi si è giunti all'accettazione di questa importantissima Ci viltà sia per cultura sia per religione.
Nel 3200 a.C. circa i Sumeri hanno inventato la scrittura.
La Civiltà dei Sumeri colloca le proprie origini in un periodo antecedente al 3000 a.C., prendendo il posto della cultura derivante dalla cosidetta "Gente di Obeid", popolazione nomade che si era stabilita nella parte sud-orientale della Mesopotamia (la terra tra i due fiumi), presso il villaggio di El Obeid, regione ricca di acqua, ma anche di inondazioni.
Tale regione è caratterizzata dalla presenza dello Shatt el-Havy, un canale che unisce i due fiumi mesopotamici.
La città più importante fu Eridu.
Il termine sumer (shumer in accadico) significa terra coltivata, da cui Sumeri che signifi-ca portatori di coltura.
Il termine sumer (shumer in accadico) significa terra coltivata, da cui Sumeri che signifi-ca portatori di coltura.
Intorno al 3000 a.C. si assiste ad una migrazione del popolo sumero, proveniente dalla regione montuosa che comprende gli attuali Iran ed India, verso la regione meridionale me-sopotamica caratterizzata da frequenti inondazioni dei fiumi Tigri ed Eufrate le quali for-mavano paludi.
A questa si unisce anche un flusso migratorio proveniente dal Mar Caspio, dunque di estra-zione scita.
Viene fondata la città sacra di Uruk, che prese il posto di Eridu.
Si assiste dunque ad una fase in cui si passa da una tradizione nomade ad una stanziale con la fondazione di centri urbani che non sono difesi da mura.
Si assiste dunque ad una fase in cui si passa da una tradizione nomade ad una stanziale con la fondazione di centri urbani che non sono difesi da mura.
Nel periodo che va dal 3000 al 2600 a.C. circa, la città di Uruk domina la scena politica sumera.
Nascono altre città come Ur, Lagash, Nippur, Kish, Eridu, Larsa, Umma, Isin.
Si tratta di principati che compongono la regione di Sumer.
Nascono altre città come Ur, Lagash, Nippur, Kish, Eridu, Larsa, Umma, Isin.
Si tratta di principati che compongono la regione di Sumer.
Mesopotamia
Il territorio in cui si stabilì la popolazione era soggetto a diverse calamità naturali, ma no-nostante questo, si riuscì a piegare la forza della natura per avere un'insediamento stabi- le e le città raggiunsero un grande splendore ed un'importanza internazionale.
Statuetta votiva di un uomo inginocchiato, conosciuto come "il fedele di Larsa".
Dedicato da un abitante di Larsa al dio Amurru per la vita di Hammurabi.
Bronzo e oro, inizio secondo millennio a.C.
Lista dei re di Larsa. Terracotta, Larsa, ca. 2025–1763 a.C. (39º anno del regno di Hammurabi).
Inoltre, non bisogna dimenticare, che i sumeri sono stati i primi a tramandare i racconti sul diluvio, quindi possono considerarsi i primi testimoni di questa antica consapevolezza del cataclisma avvenuto tra i 12 mila e i 14 mila anni fa.
Durante uno di questi lunghi viaggi Gilgamesh raggiunse Utnapishtim, un vegliardo scampa-to al diluvio universale allo stesso modo di Noè, di cui riferisce il Vecchio Testamento.
Se, come si pensa, la civiltà sumera risale a circa 6 mila anni fa, che cosa è successo nel pe riodo tra i 13 mila e i 6 mila anni fa, cioè tra la "fine della glaciazione" (il cataclisma globa- e) e l'avvento della Civiltà Sumera?
I sumeri sono un popolo di origine sconosciuta, probabilmente asiatica, che si insedia in Me-sopotamia nella pianura compresa tra i fiumi Tigri ed Eufrate nel IV secolo a.C. e qui fonda le prime città monumentali della storia.
I Sumeri hanno costruito le prime città cinquemila anni fa.
I Sumeri usavano l’acqua del fiume Tigri e del fiume Eufrate per irrigare i campi.
Perciò i raccolti erano abbondanti.
Nel 2000 a.C. i Babilonesi hanno conquistato le città sumere.
Nel 1100 a.C. gli Assiri, che erano una popolazione che viveva a nord, hanno occupato ques ti territori.
I sumeri sono il primo popolo a sviluppare la cultura urbana che caratterizzerà tutte le altre civiltà a venire.
Il tempio era anche il centro politico ed economico della comunità urbana.
L'area era consacrata al dio della città.
Senza dubbio erano templi e non tombe come le piramidi egiziane.
Erano invece più simili sia come struttura che come uso culturale, alle piramidi a gradoni me soamericane. Il tempio vero e proprio in cui, sotto forma di statua, abitava la divinità non era quello rela-tivamente modesto che stava in alto; era invece a livello del suolo, gli alti basamenti servi-vano ad impedire che le acque dei fiumi invadessero la sacra cella in caso d'inondazione. L'ipotesi più plausibile riguardante lo scopo della costruzione delle ziqqurat è che queste al-
tro non fossero che un'enorme scala, che serviva davvero a raggiungere il cielo.
Ma non perché gli uomini potessero scalarle, bensì perché fosse favorita la discesa del dio sulla terra; era quindi un legame tra terra e cielo, tra uomo e dio.
Ziqqurat di Ur
Ziqqurat di Uruk
Ziqqurat di Uruk
Ecco una breve cronologia dell'area riguardante la bassa Mesopotamia, che copre il periodo di tempo durante il quale si è originata, sviluppata ed è decaduta la civiltà sumerica.
Periodo di 'Ubaid (4500-3500 a.C.)
Antico 'Ubaid (4500-4000 a.C.)
Tardo 'Ubaid (4000-3500 a.C.)
Periodo di Uruk (3500 a.C.-3100 a.C.)
Antico Uruk (3500-3300 a.C.)
Tardo Uruk (3300-3100 a.C.)
Gemdet Nasr (3100-2900 a.C.)
Periodo proto-dinastico (2900-2200 a.C.)
Periodo proto-dinastico I (2900-2750 a.C.)
Periodo proto-dinastico II (2750-2600 a.C.)
Periodo proto-dinastico IIIa (2600-2450 a.C.)
Periodo proto-dinastico IIIb (2450-2350 a.C.)
Periodo di Akkad (2350-2200 a.C.)
Periodo dei Gutei (2200-2120 a.C.)
Periodo di Ur III (2120-2000 a.C.)
La Mesopotamia (3600-2000 a.C.) può essere considerata la culla dell’anatomia.
Questa disciplina si sviluppò a partire dall’Aruspicina, l’arte di prevedere il futuro dall’esame dei visceri degli animali sacrificati agli dei.
I primi a praticare l’Aruspicina furono i Sumeri; anche i loro successori, Assiri e Babilonesi, usarono questa tecnica divinatoria.
Ecco una breve cronologia dell'area riguardante la bassa Mesopotamia, che copre il periodo di tempo durante il quale si è originata, sviluppata ed è decaduta la civiltà sumerica.
Periodo di 'Ubaid (4500-3500 a.C.)
Antico 'Ubaid (4500-4000 a.C.)
Tardo 'Ubaid (4000-3500 a.C.)
Periodo di Uruk (3500 a.C.-3100 a.C.)
Antico Uruk (3500-3300 a.C.)
Tardo Uruk (3300-3100 a.C.)
Gemdet Nasr (3100-2900 a.C.)
Periodo proto-dinastico (2900-2200 a.C.)
Periodo proto-dinastico I (2900-2750 a.C.)
Periodo proto-dinastico II (2750-2600 a.C.)
Periodo proto-dinastico IIIa (2600-2450 a.C.)
Periodo proto-dinastico IIIb (2450-2350 a.C.)
Periodo di Akkad (2350-2200 a.C.)
Periodo dei Gutei (2200-2120 a.C.)
Periodo di Ur III (2120-2000 a.C.)
Periodo di 'Ubaid (4500-3500 a.C.)
Antico 'Ubaid (4500-4000 a.C.)
Tardo 'Ubaid (4000-3500 a.C.)
Periodo di Uruk (3500 a.C.-3100 a.C.)
Antico Uruk (3500-3300 a.C.)
Tardo Uruk (3300-3100 a.C.)
Gemdet Nasr (3100-2900 a.C.)
Periodo proto-dinastico (2900-2200 a.C.)
Periodo proto-dinastico I (2900-2750 a.C.)
Periodo proto-dinastico II (2750-2600 a.C.)
Periodo proto-dinastico IIIa (2600-2450 a.C.)
Periodo proto-dinastico IIIb (2450-2350 a.C.)
Periodo di Akkad (2350-2200 a.C.)
Periodo dei Gutei (2200-2120 a.C.)
Periodo di Ur III (2120-2000 a.C.)
Non sono arrivati fino a noi testi di medicina mesopotamici.
Tuttavia, informazioni sulle pratiche mediche dell’epoca sono frequenti nelle tavolette di argilla rinvenute nelle biblioteche dei sovrani assiri e babilonesi.
Come per i popoli antichi l’eziologia di una certa malattia è legata al soprannaturale e precisamente alla ira di un certo demone specifico per quella affezione e la relativa cura è basata su rituali magici di scon-giurazione ed esorcismo.
Le pratiche dovevano essere incentrate sul rito espiatorio e su una certa forma di empirismo primitivo.
Spesso la malattia veniva considerata come un qualcosa d’impuro da cui ci si doveva liberare tramite un lavaggio e per cui erano prescritti abluzioni o bagni in determinati luoghi sacri o con rituali codificati.
Avvento dei Babilonesi
La civiltà babilonese lega le proprie origini ed il proprio splendore alla città di Babilonia, che letteralmente significa "porta del Dio", sulla cui fondazione aleggiano svariate ipotesi, secon do quanto ci hanno tramandato le fonti storiche più accreditate: Erodoto, Diodoro Siculo, Strabone, Flavio e Berosso, oltre ai vari libri della Bibbia e ai testi cuneiformi babilonesi.
E... non finisce qui
Pubblicato su Blogger oggi 02 gennaio 2013 alle ore 18,28 da: Giuseppe Pinna de Marrubiu
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