lunedì 20 agosto 2012

(Scheda 73) L'INFIAMMAZIONE di TRAUMI TENDINEO-LEGAMENTOSI e dei PIEDI.

ANATOMIA E FISIOLOGIA DEL TRAUMA, 
IL DOLORE E LA SUA SOLUZIONE
Articolo informativo di Giuseppe Pinna per S. O. S. - “Osteomielitici d’Italia” - Onlus  «Centro Servizi Informativi On-line per Osteomielitici e Pazienti dell’Ospedale CODIVILLA-PUTTI di Cortina d’Ampezzo.



Il nostro corpo possiede circa 143 articolazioni. 
Le articolazioni sono unità complesse che funzionano da leve, cerniere, ammortizzatori.
Esse tengono vicine le ossa, le coordinano in modo da farle scorrere le une sulle altre senza creare attrito e ci permettono ogni genere di movimento grazie all’unità funzionale formata di legamenti e tendini.
Le ossa ed i muscoli del nostro corpo sono tenuti insieme da Tessuto Connettivo.
I legamenti e i tendini sono bande di tessuto connettivo costituite da vari aminoacidi in una matrice chiamata collagene.
I tendini attaccano i muscoli sulla superficie ossea, permettendo così il movimento articolare.
I legamenti collegano le ossa fra loro, mantenendo l’integrità articolare.
Quando tendini e/o legamenti, dentro o intorno alle articolazioni, subiscono un trauma le fibre di col lagene sono tirate e contorte oltre il loro limite fisiologico, creando la sensazione di dolore; l’orga- nismo comincia allora a produrre altro collagene per ripararli.
Il collagene costituisce il 70-90% del materiale di sostegno di ossa e articolazioni e non solo. 
Le malattie degenerative di diverse origini, la predisposizione genetica, l’invecchiamento e tanti altri fattori possono favori- re la perdita dell’abilità di sostegno e allo stesso tempo stira- mento/elasticità del collagene.
Se il corpo ha la possibilità di produrre fibre di collagene può di conseguenza, ringiovanire i tessuti molli aiutando, anche, ad eliminare il dolore.
Il problema dei tendini e legamenti è che questi ricevono po- co apporto di sangue (vitale al processo di guarigione del cor po) e quindi pochi nutrienti necessari alla ricostruzione di collagene, il che porta a poca o rallentata possibilità di guari- gione nel caso di traumi.
Al contrario, essi contengono una grande quantità di piccole terminazioni nervose.
Questi nervi sono di vario tipo: alcuni rispondono alla pressio
ne o stiramento per informare la nostra posizione e movimento; altri rispondono rapidamente al mo- vimento e alle vibrazioni; altri ancora informano il nostro cervello circa l’eccessivo stress da stira- mento in modo da proteggere l’articolazione. Infine altri segnalano l’eccessivo movimento articolare e ci allarmano col dolore.
A causa di questa ricca innervazione e dell’interconnessione di questi nervi con i muscoli circostanti, altri nervi ed il midollo spinale, traumi e stiramenti ai legamenti possono sviluppare moltissimi sinto- mi. Per es., un trauma ai legamenti del collo porta con sé vertigine e sbandamento etc.
Le strutture più sensibili (e che producono il dolore) nel nostro organismo sono i tessuti che forma- no il periostio, i tendini ed i legamenti; secondo una ricerca Statunitense, in una scala di dolore l’or- dine, dal più doloroso al meno, è questo:
periostio, legamenti, tendini, fascia, muscoli. La cartilagine articolare non ha nervi sensori.
Legamenti buoni e forti si stireranno molto poco se viene loro applicato un carico. 
Se i legamenti, invece, sono deboli, avverrà uno stretching eccessivo con lo stesso carico. 
Quanto maggiore è la lassità legamentosa, più rapidamente il legamento si allungherà o stirerà.
L’allungamento esagerato di legamenti deboli e super stirati permette uno strappo eccessivo delle ter minazioni nervose, che sono molto poco elastiche. 
Il risultato è dolore e/o intorpidimento nella zona dei legamenti o anche lontano, seguendo uno spe- cifico modello per ogni legamento.
Un trauma ad un legamento è molto doloroso. 
Questo è, in parte, dovuto ai nervi situati sui legamenti, ma anche perché il trauma di solito avviene dove il legamento s’attacca all’osso, una zona chiamata “giunzione fibro-ossea”, cioè, il periostio, anch’esso pieno di terminazioni nervose.
Quindi il dolore sarà provocato tanto dal periostio quanto dal legamento e dei suoi nervi. 
Quando, in alcune posizioni, il legamento non viene stirato eccessivamente, non viene percepito alcun dolore. 
Questo spiega perché il dolore può andare e venire.
Il periostio si compone di due strati: uno strato esterno, fibroso e povero di cellule, ma ricco di vasi e terminazioni nervose, e uno strato profondo estesamente vascolarizzato, ricco di cellule e alcune fibre elastiche. 
Le cellule dello strato profondo, normalmente quiescenti (indistinguibili dai comuni fibroblasti), pos- sono riprendere la loro attività proliferativa dando luogo ad uno strato epitelioide di osteoblasti nel corso di processi riparativi di fratture.
Un danno ai legamenti e/o ai tendini porterà ad una aumentata mobilità articolare ed alla stimola- zione nervosa che causerà dolore cronico.
Un danno legamentoso porterà al classico scroscio articolare durante il movimento, dimostrazione che l’articolazione è divenuta lassa e debole.
     
                                      
POSSIBILI SEGNI E SINTOMI DI UN TRAUMA LEGAMENTOSO
Dolore, debolezza, intorpidimento, spasmo muscolare, scroscio articolare, instabilità articolare, sublussazioni vertebrali, diminuito range di movimento, difficoltà di equilibrio, sbandamenti, ver- tigini, gonfiore.
IMPORTANZA DEGLI ORMONI, DELL'ALIMENTAZIONE CORRETTA, DEL SONNO E DEL L'ESERCIZIO FISICO NEL PROCESSO DI GUARIGIONE DI TRAUMI TENDINEO-LEGA MENTOSI
Il sistema endocrino è il responsabile della produzione e secrezione di ormoni dell’organismo, co- me gli ormoni adrenali come cortisolo, tiroidei, ormoni della crescita, melatonina, prostaglandina e insulina. 
Gli ormoni che regolano la crescita di tessuto sono la tirosina, testosterone e cortisolo. 
Un sistema endocrino inadeguato propaga debolezza tendineo-legamentosa. 
La guarigione di tessuto molle di legamenti e tendini sarà compromessa se qualsiasi di questi or- moni sono deficienti. 
Il livello di ormoni inoltre diminuiscono con l’età avanzata, lo stress etc.
Nella società moderna gli squilibri nutrizionali sono comuni, colpiscono la salute in generale, e lega menti e tendini in particolare. 
Questi ultimi consistono in acqua, proteoglicani e collagene. 
Una dieta carente in nutrienti adeguati come vitamina A, vitamina C, proteina etc. potrà rallentare il processo di guarigione e la formazione di collagene. 
Per questo motivo, ognuno dovrebbe curare la propria alimentazione, compresa una buona idra- tazione.
Il sonno è vitale per mantenere la salute. 
Il sonno stimola la ghiandola pituitaria anteriore a produrre l’ormone della crescita. 
Questo ormone è uno dei principali anabolici, responsabili della crescita o riparazione, ormoni nel corpo il cui ruolo è quello di riparare il danno fatto al corpo durante la giornata. 
Quotidianamente i tessuti molli sono danneggiati. 
E’ di vitale importanza avere un sonno profondo per permettere la secrezione dell’ormone della crescita.
Un modo naturale di riprendere ad incrementare la fase del sonno profondo è l’esercizio aerobico come bicicletta, camminata o corsa. 
Alcune sostanze come melatonina, L-triptofano (un aminoacido essenziale), radice di valeriana so no un beneficio naturale per aiutare la qualità del sonno.
Sicuramente il più potente di tutti gli stimolatori della proliferazione dei fibroblasti è l’ormone della crescita (GH) e il suo partner insulino-simile (IGF-1)
L’ormone della crescita è anche conosciuto come somatotropina, è una piccola molecola proteica che contiene 191 aminoacidi e viene secreto dalla parte anteriore della pituitaria e causa la crescita di tutti i tessuti del corpo.
Oltre a ciò ha altri effetti metabolici: aumenta il livello della sintesi proteica in tutte le cellule del corpo; aumenta la mobilizzazione degli acidi grassi dal tessuto adiposo, incrementando così gli aci- di grassi liberi nel sangue e aumentando l’uso degli acidi grassi per l’energia; inoltre diminuisce il tasso di glucosio utilizzandolo attraverso tutto il corpo.
L’insonnia o la deprivazione del sonno è il più potente inibitore dell’ormone GH.
                
Gli stimolatori della crescita dell’ormone GH sono:
- Esercizio fisico.
- Sonno profondo.
- Dieta altamente proteica.
- Digiuno prima di dormire.
- Ornitina.
- Arginina.
- Glicina.
- Leucina.
- Glutamina.
- Triptofano.
- Secretagoghi.

RITLA SOLUZIONE
La RIT è una tecnica per stimolare la crescita di tessuto connettivo forte e sano per eliminare così molte condizioni dolorose croniche.

Si consiglia che dopo un trauma si aspetti almeno otto settimane prima di intervenire con il trattamento della RIT.
SPRAIN E STRAIN

Un legamento o un tendine debole o lasso possono sollecitare in maniera eccessiva anche le fibre nervose che passano attraverso di esso. 
Questo mal funzionamento nei recettori del dolore può durare fintanto che il tendine o il legamento rimangono lassi. 
Esperti patologi hanno enfatizzato, per circa due decadi, che i cambiamenti negli strain e sprain cronici sono di natura degenerativa (-osi) non infiammatoria (-ite).


















Nella guarigione incompleta le fibre di collagene si alterano strutturalmente, e i vasi sanguigni sono 
insufficientemente formati. 
Questi cambiamenti portano a poca abilità di riparazione.
Questa condizione è più propriamente chiamata tendinosi ed è la ragione più probabile di traumi 
sportivi non guariti completamente e diventati cronici. 
In altre parole, il processo di guarigione normale non è andato a buon fine, magari è anche inficia-
to dall’uso di Fans o cortisone, da un’immobilizzazione prolungata etc.
Solo permettendo e stimolando la Cascata Biochimica dell’Infiammazione si potrà avere una com-
pleta remissione dal trauma.
Nella guarigione incompleta le fibre di collagene si alterano strutturalmente, e i vasi sanguigni sono 
insufficientemente formati. 
Questi cambiamenti portano a poca abilità di riparazione. 
Questa condizione è più propriamente chiamata tendinosi ed è la ragione più probabile di traumi 
sportivi non guariti completamente e diventati cronici. 
In altre parole, il processo di guarigione normale non è andato a buon fine, magari è anche inficia-
to dall’uso di Fans o cortisone, da un’immobilizzazione prolungata etc.
Solo permettendo e stimolando la Cascata Biochimica dell’Infiammazione si potrà avere una com-
pleta remissione dal trauma.
Un danno ai legamenti può portare a dolore cronico quando i nervi sono stimolati. 
Questi nervi spesso continuano a causare dolore anche dopo che l’Infiammazione è finita per-
ché rimangono attivati. 
Questo dolore può essere uno dei fattori che portano a usare sempre meno la parte interessata,
innescando così un circolo vizioso.
Nelle Scuole Osteopatiche Americane viene definito strain o “stiramento” un tendine traumatiz-
zato o stirato, mentre uno sprain è un legamento traumatizzato o stirato.
La stragrande maggioranza del dolore alla bassa schiena, ad es., è localizzato nella zona lombare,
quella più soggetta a traumi di tutta la colonna vertebrale. 
La causa più comune delle lombalgie croniche non risolte è un trauma o sprain al legamento sacro-
iliaco e ileo-lombare.
Sprain e strain cronici risultano in debolezza o lassità delle strutture che permanentemente stimo-
lano le fibre del dolore e causano dolore miofasciale e disfunzione segmentale (discopatia)
Questa patologia predispone un paziente ad artrite ed a degenerazioni discali fino ad ernie. 
Approcci di gestione del dolore che non correggono lo sprain e lo strain di origine avranno pochi 
benefici.
            
Quanto detto è supportato dagli scarsi risultati usando infiltrazioni con steroidi nel trattare sprain 
e strain cronici, e ci suggerisce che il dolore non proviene dall’infiammazione, ma piuttosto dai 
recettori nervosi del dolore stimolati dai tessuti deboli o lassi. 
Tendini e legamenti traumatizzati possono inoltre causare dolore e intorpidimento in altri distretti; 
spesso ciò viene erroneamente interpretato come un disordine dei nervi spinali (radiculopatia).
I legamenti sono responsabili per reggere i dischi e le strutture vertebrali nelle loro posizioni. 
Quando i legamenti nella colonna vertebrale sono stirati o lassi, questo può causare una disfun-
zione segmentale. 
Questo spiegherebbe perché almeno nel 50% dei casi i trattamenti manipolativi non sono risoluti-
tivi in quanto le vertebre non riescono, una volta manipolate, a mantenere la posizione corretta.
                                        
Gli Osteofiti sono una reazione del corpo per compensare una struttura lassa. 
Ciò può essere facilmente evinto dal fatto che gli osteofiti crescono nella direzione parallela a 
quella delle fibre tendinee o legamentose lasse. 
Gli osteofiti, che si osservano frequentemente sulle superfici articolari, sono una escrescenza di 
tessuto osseo sulla superficie dell’osso, in genere a forma di becco (detto becco osteofitico).
                                  
Fibroblasti 
I Fibroblasti sono le cellule tipiche e più numerose del tessuto connettivo, in grado di produr-
re le componenti della matrice extracellulare. 
Hanno un citoplasma vacuolizzato che circonda un nucleo ellittico e colorato con uno o due nu-
cleoli.
I fibroblasti attivi si riconoscono dall'abbondante reticolo endoplasmatico. 
I fibroblasti inattivi, chiamati anchefibrociti, sono più piccoli ed allungati, inoltre hanno un reti-
colo endoplasmatico ridotto.
I fibroblasti producono collagene, glicosaminoglicano, fibre elastiche e reticolari e le glicoproteine 
che si trovano nella materia extracellulare. 
Durante la crescita i fibroblasti si dividono e sintetizzano le sostanze di base. 
Un danno ai tessuti stimola i fibroblasti e ne induce la mitosi.
I fibroblasti possono dare origine ad altre cellule: cellule ossee, adipociti, cellule muscolari, tutte
di origine mesodermica. 
Si trovano anche nel tessuto cicatriziale, possiedono una modesta capacità migrante e possono
intervenire nell'Infiammazione.
Fibroblasti Fattore di Crescita, o FGFs, sono una famiglia di fattori di crescita coinvolti in angio-
genesi, guarigione delle ferite e sviluppo embriologico. 
I FGFs giocano un ruolo chiave nel processo di proliferazione e differenziazione cellulare.
SINDROME DEL DOLORE MIOFASCIALE
La Sindrome Dolorosa Miofasciale è uno dei disordini più frequenti che viene riferito nelle cli-
niche del dolore cronico.
Essa avviene quando il danno o trauma nel tessuto molle connettivo non guarisce adeguatamente.
Nella zona dove è avvenuto il danno si sviluppano quelli che si chiamano Trigger Point.
I Trigger Point sono fasci di fibre muscolari molto irritabili, legamenti o tessuto molle tendineo che producono dolore locale o riferito.
I Tender Point sono simili, ma non sviluppano dolore.
Trigger e Tender Point sono stati associati con tutti i tipi di traumi ai tessuti molli, che portano a soffrire di diversi sintomi muscolo-scheletrici come: mal di testa, dolore al collo, mal di schiena, gonalgia etc.
I pazienti con Trigger Point attivi lamentano dolore che può essere sia acuto che sordo, spasmi o debolezza muscolari, fatica generalizzata o malessere.
Questa sindrome spesso è dovuta a strain o sprain cronici di legamenti e tendini che sviluppano sindromi dolorose locali o riferite.
                                    INFIAMMAZIONE
MECCANISMO FISIOLOGICO DELL’INFIAMMAZIONE
Quando avviene una distorsione (o distrazione) tendineo e/o legamentosa, ecco che compa-
re l’Infiammazione
Il Processo Flogistico (Infiammazione Acuta) è uno dei pochi meccanismi naturali che consen-
tono – attraverso la vasodilatazione – di elevare volume e pressione di O2 e di drenare CO2 
aumentando la riserva alcalina locale tissutale con tutti i benefici che ne conseguono.
Subito dopo una distorsione (o distrazione), non appena i legamenti ed i tendini si stirano e si 
lacerano, il sangue che proviene dai vasi rotti s’intrappola nei tessuti molli locali che si trovano
intorno all’articolazione.
Il sangue ed i fluidi interstiziali dei tessuti fluiscono nell’area traumatizzata ed essa si gonfia.
Il risultato è che la zona traumatizzata è calda alla palpazione, rossagonfia e molto dolente.
Tutte queste reazioni indicano che il corpo ha iniziato il Processo di Guarigione, cioè, l’Infiamma-
zione. 
Il rossore e la sensazione di calore sono causati dalla dilatazione delle arteriole e di altri piccoli vasi 
e dall’aumentata permeabilità vascolare che serve ad aumentare l’apporto di sangue nella zona. 
Il sangue porta con sé i globuli bianchi per ripulire dai tessuti morti e combattere eventuali infezioni.
Vengono anche richiamati nutrienti di costruzione come i fibroblasti che cercano di iniziare il pro-
cesso di ricostruzione del tessuto danneggiato.
L’Infiammazione è importantissima nel processo di guarigione, infatti essa ne è l’inizio.
L’Infiammazione è, inoltre, un modo del corpo di “immobilizzare” l’articolazione per evitarle mo-
vimenti scorretti o un successivo trauma.
Se il Processo di Infiammazione viene lasciato svolgere porterà a formazione di tessuto granula-
re, che permetterà la creazione di nuovo tessuto collagene e quindi la rigenerazione tissutale. 
Se il ciclo dell’infiammazione non si completa o viene inibito (ad es. dall’uso di anti-infiammatori),
la guarigione non avverrà, ci sarà dolore cronico ed anche l’Infiammazione diverrà cronica.
Nel caso di sprain e strain è importante ridurre l’edema per permettere quanto prima il Tratta-
mento Mobilizzativo e Manipolativo Osteopatico dei tessuti traumatizzati, richiamando sangue
e accelerando/potenziando a livello biochimico il processo di riparazioni del corpo.
  

Il trattamento standard per una distorsione (o distrazione) qualsiasi sono di solito immobiliz- zazioneghiacciocompressione ed elevazione, raccomandato perché allevia il dolore in breve tempo. 
Il risultato di queste quattro procedure è la diminuzione del flusso sanguigno, apportando mino re produzione di cellule immunitarie necessarie a rimuovere i detriti dalla zona colpita.
Si è visto che questo tipo di trattamento ritarda se non inibisce del tutto la completa guarigio- ne ed inoltre contribuisce alla lassità cronica di tendini e legamenti, predisponendo la struttura a nuovi traumi e divenendo una sorgente di dolore cronico.

Immobilizzazione: è estremamente dannosa alla guarigione dei tessuti molli, tendini e lega- menti, ed è causa di cambiamenti all’interno delle articolazioni: proliferazione di tessuto connet tivo grasso all’interno dell’articolazione; danno alla cartilagine e necrosi; formazione di tessuto cicatriziale e strappo della cartilagine articolare; aumento a casaccio delle fibre di collagene al- l’interno dei legamenti e dei tessuti connettivi; indebolimento legamentoso con una diminuita resistenza allo stiramento.
Il movimento, in special modo quello terapeutico Osteopatico, è invece utilissimo perché au- menta l’Infiammazione della zona traumatizzata, accelerando così il processo di guarigione e richiamando i nutrienti riparatori prodotti dall’organismo stesso.
Ghiaccio: contrae i muscoli ed i vasi sanguigni della zona, riducendo il gonfiore ed il dolore e raffreddando il caldo dell’Infiammazione
Il gonfiore è la manifestazione fisica dell’Infiammazione, è l’evidenza che il corpo sta lavoran- do per guarirsi. 
L’uso del ghiaccio bloccherà questo processo naturale e aumenterà le probabilità di una guari- gione incompleta, rallentata dalla diminuzione del flusso sanguigno in tendini e legamenti.
Compressione: anch’essa limita il gonfiore. 
Di solito un bendaggio è avvolto intorno alla zona colpita per comprimere i tessuti, limitan- done il flusso sanguigno. 
Per la Medicina Tradizionale Cinese, la costri- zione causa la stagnazione e la coagulazione del sangue sopra e sotto il trauma, rallentando il riassorbimento nei vasi sanguigni.
Elevazione: è l’innalzamento della parte trau- matizzata sopra il livello del cuore per far sì che la forza della gravità aiuti a drenare l’eccesso di fluidi.
L’approccio più efficace sia nella qualità che nella rapidità per trattare traumi acuti ed in spe- cial modo cronici di tendini e legamenti è: esercizio fisicoRIT e trattamento Osteopatico.
Movimento Osteopatico ed esercizi leggeri aumentano il flusso sanguigno nella zona, rimuo- vendo detriti. 
Il calore (ad es. borsa di acqua calda) aumenta il flusso di sangue, ed è consigliato dopo un trauma acuto. 
Se il movimento dell’articolazione è doloroso, si possono eseguire esercizi isometrici, cioè la contrazione dei muscoli senza movimento dell’articolazione.
Il trattamento Osteopatico, insieme a quanto suddetto, favorisce il flusso sanguigno e la mi- grazione di cellule immunitarie alla zona danneggiata, accelerando il processo riparativo dei tes suti molli.
ANTI-INFIAMMATORI
La risposta di guarigione naturale del corpo è l’Infiammazione. L’Infiammazione Acuta è l’in- nesco di una cascata di eventi biochimici che segue la riparazione di una ferita o di un trau- ma.
L’uso di anti-infiammatori (FANS) e cortisone sono efficaci per alleviare il dolore, ma creano il rischio di portare ad una guarigione tardiva seguito da dolore cronico. 
Gli anti-infiammatori inibiscono il rilascio di prostaglandine, responsabile della vasodilatazione dei vasi sanguigni. 
Di conseguenza s'inibisce il processo di guarigione dei tessuti molli.
Anche i corticosteroidi, usati per il dolore cronico, avranno un effetto avverso sulle ossa e tes- suti molli perché riducono ed inibiscono la produzione di condrociti, che sono le cellule delle car tilagini articolari responsabili della sintesi di proteine, collagene e proteoglicani.
L’unica vera Infiammazione da combattere è quella cronica, quella acuta è da incentivare.
RIT: LA SOLUZIONE
                      






















Si stima che l’85% dei pazienti vanno dal medico a causa di un qualche tipo di dolore. 
La maggior parte di tali dolori ha origini muscolo-scheletriche, sia per traumi sportivi, lavora- tivi o semplicemente per età ed usura.
La RIT è un trattamento che risolve il problema che causa il dolore. 
Essa non è nuova, esiste dal 1835, ma è stata poi completamente sviluppata intorno al 1937. 
La RIT stimola la capacità di guarigione e riparazione naturale del corpo, di tendini, legamenti e articolazioni traumatizzati e deteriorati.
Quando tendini, legamenti e capsule articolari vengono sanate, il dolore va via e le strutture sono stabili nuovamente. 
Un forte tendine o legamento non faranno mai male quando sono stirati.
Di solito, convenzionalmente e quindi troppo facilmente, un dolore ad un arto, gamba o brac cio, viene riconosciuto come un Dermatoma e ne segue tale mappatura riferendolo quindi ad una qualche compressione di nervi, ad esempio un ernia discale ecc.
In realtà, vi sono 3 livelli di origine e riferimento del dolore; essi possono essere classificati dai tessuti embriologici.
Ci sono MiotomiSclerotomi e Dermatomi
E’ più frequente fare riferimento a Dermatomi che non a Miotomi e Sclerotomi.
Il Dermatoma embriologico si sviluppa sulla pelle e nervi.
Il Miotoma embriologico si sviluppa sui muscoli ed i suoi tendini. 
I massaggi in generale spesso aiutano questi problemi di dolore muscolare (compresi i Trigger Point).
Lo Sclerotoma è la parte dimenticata dell’anatomia ed è l’origine del dolore riferito. 
Lo Sclerotoma embriologico si sviluppa sulle ossa, articolazioni, capsule articolari, lega- menti e tendini. 
Nervi specifici arrivano a questi tessuti e specifici livelli di radice nervosa spinale sono desi- gnati a questi tessuti, proprio come i nervi e le radici nervose che sono designati alle varie zone della pelle o dei muscoli. 
Il trattamento di questi problemi è l’anello mancante nella cura convenzionale del dolore.
Le capsule articolari, tendini e legamenti riferiscono dolore lungo le braccia, le gambe, intorno al tronco o sulla testa in maniera diversa e in zone diverse da quelle dei nervi e dei muscoli. Lo sviluppo dell’embrione ci può aiutare a capire meglio il dolore riferito dello Sclerotoma (tendini e legamenti). 
Alla sesta settimana di vita l’embrione è lungo 5 mm, compaiano le gemme degli arti supe- riori ed inferiori e l’abbozzo di numerosi organi e ghiandole.
            






     










L’arto (gamba o braccio) ha origine dalla gemma embrionale, è sempre connesso nei suoi vari distretti ed è integrato con il suo Sistema Nervoso in specifici centri del cervello.
Nella percezione del dolore il cervello interpreta l’arto e percepisce il dolore nei suoi vari distretti, non la gemma, pur rimanendo essa il denominatore comune.
Così noi abbiamo un dolore riferito che ha un’origine centrale, però il cervello lo percepisce come se fosse in una struttura più distante, cioè periferica. 
La zona dove la gemma dell’arto incomincia a crescere, è e sarà connessa ad ogni distretto di quell’arto (braccio o gamba che sia), ed è integrata con il suo Sistema Nervoso in specifici centri cerebrali per quel distretto.
Quindi, un dolore, che è causato da un problema che s’origina dalla gemma dell’arto, viene interpretato dal cervello come esclusivamente periferico.
P. es. un dolore da epicondilite può essere originato da uno strain del tendine del muscolo sovraspinato dell’arto corrispondente.
Siccome a livello embrionale ogni parte dell’arto ha la sua innervazione specifica, ma si ori- gina dalla stessa gemma, un dolore originato da un tendine o legamento della spalla potreb- be anche essere percepito come un dolore del gomito o del polso, perché ogni parte del brac cio appartiene alla medesima gemma.
A livello di dolore il denominatore comune di tutta la gemma è lo Sclerotoma, quindi tendini e legamenti.
Un esempio di ciò nell’area pelvica include il legamento ilio-lombare. 
Questo è un piccolo legamento sopra il legamento sacro-iliaco, che connette l’ileo con la quinta vertebra lombare. 
Il dolore riferito da tale legamento si irradia al gluteo alto, all’anca, lo scroto, il testicolo o vagina e alla coscia interna. 
Un comune modello di riferimento del dolore al gluteo laterale (e diagonalmente in basso sulla coscia e polpaccio), può provenire dal legamento e/o dall’articolazione sacro-iliaca.
Più in basso, proveniente dalla stessa gemma embrionale, lateralmente al sacro e appena sopra il coccige abbiamo il legamento sacro-tuberoso. 
Esso riferisce il dolore al centro e sopra la superficie del calcagno. 
Si può trattare per anni una spina calcaneare senza alcun risultato, fino a quando non s’interviene nei pressi del sacro.
La RIT è semplicemente la creazione di una Infiammazione “controllata” di legamenti, ten- dini e capsula articolare dove ha origine il dolore, innescando così un Processo Biochimico a Cascata di Guarigione
Tale Infiammazione è simile, ma non uguale, alla risposta cellulare di un trauma tendineo-legamentoso acuto. 
Le cellule rispondono chimicamente con produzione di prostaglandine, acido arachidonico e fattori di crescita. 
Questo causa la riproduzione cellulare e la crescita di nuove cellule e nuove fibre per tendini, legamenti e capsula articolare.
Quando la struttura è fortificata dalle nuove fibre, prodotte dall’induzione creata dalla RIT, può resistere a stress ed essere libera dal dolore. 
Tutto ciò sarà potenziato con Trattamento Manipolativo Osteopatico, buona nutrizione e supplementi nutrizionali, esercizi di correzione.
LA RISPOSTA DI GUARIGIONE:
PROCESSO BIOCHIMICO A CASCATA DELL'INFIAMMAZIONE
Fase Infiammatoria (0-4 giorni)
A.
Inizia con il disturbo o l’invasione del tessuto tramite infiammazione “controllata” della RIT.
B.
Produzione di globuli rossi
Richiamo di leucociti e macrofagi verso le cellule danneggiate o morte, batteri etc.
Richiamo di fibroblasti dai polipeptidi rilasciati. 
Si forma un tessuto matrice di queste cellule.
C.
Membrane fosfolipidiche si convertono in acido arachidonico tramite la fosfolipasi nei tessuti.
L’acido arachidonico si converte, in loco, in prostaglandine E2 tramite la ciclo ossigenasi.
La lipossigenasi converte l’acido arachidonico in leucotrieni (fattori di crescita)
Questi elementi chimici locali stimolano, inoltre, l’attività dei globuli bianchi e del cAMP, che sono agenti vasoattivi.
I detriti cellulari e patogeni vengono, così, rimossi.
Fase di Riparazione (2 giorni - 6 settimane)
A. All’interno del tessuto matrice, vi è una continua attrazione e duplicazione di leucociti e fibrociti ed un’accumulazione di tropocollagene. 
Il tropocollagene forma un cross-linking covalente laterale e poi si aggrega in fibrille.
B. Le fibrille riempiono la zona traumatizzata indebolita, ricos- truendola con nuovo tessuto tendineo, legamentoso o capsulo -articolare e probabilmente formano anche fibrocartilagine allo interno dell’articolazione.
Fase di Rimodellamento (3 settimane – 1 anno)
A. La granulazione dei tessuti matura. Il collagene continua ad essere accumulato.
B. Viene rimosso il liquido accumulato, asciugando e rinforzando tendini e legamenti.
C. Il massimo della forza viene acquisita in circa un anno dopo l’inizio del trattamento della RIT.
                                                        Giovanni Turchetti



    Pubblicato su Blogger oggi  20 agosto 2012 alle ore 23,41 da: Giuseppe Pinna de Marrubiu

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