L'OSTEOMIELITE
nelle antiche popolazioni della Toscana:
stile di vita ed eredità genetica
Articolo informativo di Giuseppe Pinna per S. O. S. - “Osteomielitici d’Italia” - Onlus «Centro Servizi Informativi On-line per Osteomielitici e Pazienti dell’Ospedale CODIVILLA-PUTTI di Cortina d’Ampezzo.
Osteomielite
Processo infiammatorio che interessa contemporaneamente un osso e il midollo osseo che vi è contenuto è di natu- ra infettiva, provocato da germi che giungono all’osso per via sanguigna da focolai di infezione localizzati altrove (per es. infezioni urinarie, infezioni dentarie, polmoniti), o nel corso di malattie infettive generali del- l’organismo (per es. setticopiemie, tifo, brucellosi), o per propagazione di processi infettivi vicini (per es. ascessi, artriti purulente), o per infezione diretta dell’osso dall’esterno (per contaminazione di fratture ossee aperte, ferite da arma da fuoco ecc.) a volte la fonte dell’infezione rimane inapparente (osteomielite primitiva).
Può colpire a qualsiasi età ma è molto più frequente nell’età infantile o nell’adolescenza può verificarsi anche nel lattante o più raramente nell’adulto.
Gli agenti eziologici di questo processo infiammatorio sono i comuni piogeni e in particolare gli stafilococchi.
La porta di ingresso attraverso cui i germi entrano in circolo nel sangue, per andarsi poi a fissare nell’osso, può essere riconosciuta in una tonsillite, in un foruncolo cutaneo, in una infezione del cordone ombelicale (nel neonato), ma il più delle volte è inapparente.
Iniziatasi nella metafisi, l’infezione tende poi ad estendersi verso la diafisi dove trova minor resistenza per la presenza del canale midollare che invade infettando il midollo (mielite) non si estende invece quasi mai verso l’epifisi risparmiando quindi generalmente l’articolazione vicina.
Una volta giunti nell’osso, i germi formano dei piccoli ascessi che, nel giro di qualche settimana, tendono a espan- dersi e a confluire.
Il pus tende a invadere tutta la struttura ossea: i canali di Havers, il canale midollare, gli spazi vuoti della spu- gnosa scolla il periostio sotto il quale si raccoglie (ascesso sottoperiosteo) invade i piccoli vasi sanguigni che obli- tera attraverso la formazione di piccoli tappi (trombi), in modo che vaste zone di tessuto osseo restano private del- l’apporto sanguigno nutritizio per cui cadono in necrosi.
Si creano così delle zone di osso morto che si staccheranno dal segmento scheletrico restando immerse in una raccolta di pus (sequestri).
Il tessuto osseo sano circostante reagisce allo stimolo irritativo provocato dall’infezione in atto, si ispessisce e si addensa nel tentativo di creare una barriera ossea che si opponga alla espansione dell’infezione.
Succede così che i sequestri e il pus restano racchiusi dentro a questa camicia di osso spesso e denso che, per con- tenere tessuto osseo necrotico, è stata anche chiamata sarcofago o cassa da morto.
Nelle forme più gravi il pus perfora la parete ossea del sarcofago, supera il periostio, invade tessuti molli sovras- tanti, ulcera la cute, e si scarica all’esterno.
Si forma così una fistola cioè un tragitto serpiginoso che, attraversando le zone dove trova minore resistenza, si apre all’esterno anche lontano dal focolaio di infezione ossea.
Attraverso la fistola possono eliminarsi oltre al pus piccoli frammenti dei sequestri necrotici sotto forma di formazioni ossee frastagliate e giallastre.
Osteomielite di una tibia l’osso appare ingrossato in corrispondenza del focolaio di infezione, che si presenta come una zona tondeggiante ripiena di pus. |
Se il materiale purulento riesce spontaneamente o chirurgicamente ad essere tutto eliminato, l’osteomielite primitiva evolve verso la guarigione altrimenti diventa cronica.
La fistola garantisce l’eliminazione del materiale purulento che man mano si forma a livello del focolaio di infe- zione, l’osso di reazione neoformato continua ad aumentare per cui anche lunghi tratti del segmento scheletrico interessato si ispessiscono e si addensano.
All’interno si formano grossi sequestri a margini frastagliati che a volte possono essere grandi come tutta una diafisi.
I sintomi, all’inizio della malattia, sono febbre alta che sale con brividi, cefalea, scadimento delle condizioni generali.
La pelle sovrastante è calda, arrossata quando il pus tende a fuoriuscire all’esterno si ha tumefazione anche im- ponente di tutta la regione.
La funzione articolare è di solito scarsamente compromessa.
Nelle forme croniche resta solo la fistola con arrossamento della cute circostante.
L’arto, che può essere ingrossato per ispessimento dell’osso sottostante, è più o meno dolente alla pressione diretta.
L’esame radiografico è positivo solo dopo 2-4 settimane dall’inizio della malattia, quando permette di rilevare i primi segni di lesione dello scheletro sotto forma di zone di osteoporosi a chiazze e di un addensamento del pe- riostio a strati esili sovrapposti.
In fase subacuta o cronica si apprezzano sia l’addensamento ed ispessimento del segmento scheletrico sia i se- questri.
Confronto dell’osso spugnoso di un soggetto sano e di un soggetto affetto da osteoporosi. |
La terapia delle forme acute si basa sull’immediato impiego diantibiotici ad ampio spettro di azione ed elevato do- saggio.
L’arto interessato deve essere tenuto in assoluto riposo impedendo il carico (paziente a letto) o immobilizzandolo in apparecchi gessati.
Gli antibiotici, efficacissimi all’inizio della malattia, perdono validità a mano a mano che passa il tempo e il pro- cesso tende a cronicizzarsi perché si creano barriere di tessuti privi di vasi sanguigni che impediscono il passag- gio del farmaco a livello del focolaio di infezione.
Se le cure antibiotiche non riescono a dominare la forma acuta è necessario incidere la cute e il periostio onde mantenere aperta una strada al pus perché fuoriesca senza intaccare l’osso.
Se il trattamento è corretto la guarigione è rapida e sicura.
Nella forma cronicizzata e nelle osteomieliti croniche secondarie se vi sono grossi sequestri facilmente agre- dibili chirurgicamente è opportuno asportarli, previa apertura ampia del canale midollare, resezione dell’osso eburneo, svuotamento degli ascessi ossei e delle parti molli, e infine asportazione dei tragitti fistolosi.
In alcuni casi è meglio lasciare alla natura il compito di continuare lentamente la battaglia contro l’infezione finché si raggiunge uno stato di inattività, anche permanente, del focolaio settico.
Questi tumori, meno frequenti di altri tumori maligni ossei quali gli osteosarcomi o i condrosarcomi, insorge specialmente nelle ossa lunghe (femore e tibia), soprattutto in età adulta.
Si manifestano in genere con la comparsa di un dolore osseo e in molti casi sono preceduti da una malattia del- l’osso che si può considerare come causa predisponente, quale la malattia di Paget, l’osteoclastoma, l’osteomie- lite, la cisti ossea aneurismatica, la displasia fibrosa dell’osso ecc. ...
Rottura di un osso prodotta da un trauma.
Le fratture si distinguono in traumatiche e in patologiche o spontanee.
Le fratture traumatiche sono quelle che si producono per azione di un trauma violento e intenso che superi la re- sistenza dell’osso le spontanee o patologiche sopravvengono invece a seguito di traumi di modesta o lieve entità in zone d’osso indebolito da vari processi morbosi. ...
FRATTURA Frattura del piede. Gravissima frattura-lussazione del collo del piede per caduta dall’alto: la lacerazione del legamento tibio-peronale ha permesso alle due ossa di allontanarsi mentre l’astragalo si è incuneato fra di esse.
FRATTURA Principali tipi di frattura. A) Frattura “a legno verde”. Tipica dell’infanzia, l’osso si rompe solo parzialmente
.
FRATTURA B) Frattura chiusa. I frammenti ossei restano all’interno della struttura cutanea intatta.
FRATTURA Frattura pluriframmentaria di femore trattata mediante sintesi endomidollare.
FRATTURA Fratture del gomito. Avviene quasi sempre per caduta sul braccio esteso e può verificarsi senza spostamento dei due monconi (C) o con un inclinazione del capitello lieve (D) o più accentuata (E). Nei bambini è facile che l’epifisi del capitello risulti separata e dislocata (F).
FRATTURA C) Frattura esposta, la cute è lacerata e l’osso è fuoriuscito con pericolo di infezione ossea.
FRATTURA D) Frattura comminuta la rottura riduce l’osso a schegge.
FRATTURA Frattura del capitello radiale. A) Lo schema mostra una frattura dell’olecrano (indicata in rosso)
FRATTURA B) ridotta chirurgicamente mediante un cerchiaggio metallico (in blu).
FRATTURA Frattura sottocapitata del collo del femore.
FRATTURA F) Frattura per trauma diretto dovuto alla caduta su un oggetto duro
FRATTURA B) Frattura trasversale dell’omero.
FRATTURA B, C e D) Fratture determinate da traumi diretti.
La frattura comminuta e la bifocale sono particolarmente gravi e richiedono trattamenti assai complessi e accurati.
FRATTURA E) Frattura per trauma diretto a causa della caduta di un oggetto.
FRATTURA B) Frattura bifocale di gamba.
FRATTURA G) Frattura per trauma indiretto come conseguenza di un movimento errato
FRATTURA Le fratture del rachide. A) Fratture per flessione.
= 8% comminute instabili lesione della faccia posteriore del corpo vertebrale con o senza lesione del complesso legamentoso posteriore (con o senza paraplegia).
Malattia infettiva provocata dallo Pseudomonas pseudomallei, un bacillo Gram-negativo diffuso nelle regio- ni tropicali può essere isolato nel terreno e nell’acqua, e in particolare è endemico nell’Asia sudorientale, nel Viet- nam in Australia nell’Africa centrale, occidentale e orientale, in India e in Cina. ...
Sono forme che possono essere soltanto motorie, sensitive o sensitivo-disautonomico.
Le prime sono assimilabili alle atrofie muscolari spinali, descrivibili nell’ambito delle patologie del motoneurone spinale.
Neuropatie ereditarie sensitivo-motorie (HSMN) Tale definizione risale alla classificazione proposta da Dick (1975) delle Hereditary Sensory-Motor Neuropathies o HSMN. ...
Processo infiammatorio del tessuto osseo.
In pratica tale condizione non si osserva mai in forma pura, in quanto il tessuto osseo viene interessato solo se- condariamente a infiammazioni che iniziano nel periostio (periostite) o nel midollo osseo (osteomielite).
Spesso il termine osteomielite primitiva viene impiegato per indicare dei processi che in realtà non sono delle infiammazioni, quali la malattia ossea di Paget (o. ...
Processo infiammatorio che interessa contemporaneamente un osso e il midollo osseo che vi è contenuto è di natura infettiva, provocato da germi che giungono all’osso per via sanguigna da focolai di infezione localizzati altrove (per es. infezioni urinarie, infezioni dentarie, polmoniti), o nel corso di malattie infettive generali dell’or- ganismo (per es. ...
Sono oggi le più frequenti per l’altissimo numero di lesioni traumatiche degli arti da incidenti stradali o del lavoro.
Si verifica per innesto diretto dei germi a livello dell’osso in caso di fratture esposte, cioè associate a lacerazioni dei tessuti molli che permettono la fuoriuscita dei frammenti ossei, di ferite d’arma da fuoco che sono sempre contaminate per la penetrazione in profondità di frammenti di stoffa e di terriccio, per interventi chirurgici sull’osso, specie se prolungati e associati all’uso dei mezzi di sintesi o di endoprotesi che agiscono come materiale estraneo. ...
Processo infiammatorio che interessa il periostio (periostite) e il tessuto osseo sottostante.
Colpisce solitamente le ossa lunghe di soggetti giovani e la sua insorgenza è favorita da traumi è determinato da germi, che giungono al periostio direttamente, o da processi infettivi vicini, o per via sanguigna provenendo da focolai infettivi localizzati altrove o in caso di malattie infettive generali dell’organismo. ...
Processo infiammatorio della dura madre.
Il processo infiammatorio può interessare la dura madre cranica (p. cranica) o spinale (p. spinale).
Il termine p. si riferisce anche ad un alcuni processi patologici della dura madre a evoluzione cronica, nei quali non sempre è chiara la natura infiammatoria: la p. ...
Termine impiegato in patologia per indicare la parte di un tessuto o di un organo che risulta isolata rispetto alle parti adiacenti.
Così per esempio nell’osteomielite acuta il sequestro è il frammento di tessuto osseo necrotico che, non potendo venir eliminato, rimane racchiuso entro l’osso....
Le sinusiti acute comprendono l’infiammazione acuta di uno o più seni paranasali non colpiti da precedenti episodi infiammatori.
Il più delle volte originano da un’infezione nasale anche banale, ma, indipendentemente dall’andamento di questa, assumono una loro evoluzione che può essere benigna (s. ...
Uso di un farmaco a scopo terapeutico che abbia le caratteristiche della compulsorietà.
Il soggetto tossicomane, cioè, non può fare a meno dell’assunzione del farmaco, pena l’astinenza fisica e/o psi- chica.
È da chiarire la differenza fra tossicomania e tossicodipendenza. ...
Fine
Pubblicato su Blogger oggi 17 Settembre 2012 alle ore 10,30 da: Giuseppe Pinna de Marrubiu
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