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martedì 25 settembre 2012

(Scheda 97) Il Problema e trattamento della Spina Calcaneare.

     Spina calcaneare e sindrome di Haglund
Articolo informativo di Giuseppe Pinna per S. O. S. - “Osteomielitici d’Italia” - Onlus  «Centro Servizi Informativi On-line per Osteomielitici e Pazienti dell’Ospedale CODIVILLA-PUTTI di Cortina d’Ampezzo.
                                           
La spina calcaneare e la sindrome di Haglund sono due patologie responsabili di problemi al tal lone; purtroppo c'è una diffusa tendenza ad attribuire a esse gran parte dei dolori al calcagno.
Questo comune errore è molto diffuso fra quei terapeuti che tendono a riportare ogni problema or-topedico del piede ad alterazioni anatomiche del soggetto. 
Prima di esaminare le due patologie vediamo come la diagnosi di un problema al calcagno di uno sportivo possa essere mal indirizzata dalle "preferenze" del medico.
                                                                  L'errore tipico
                                             
Chi è per esempio affetto dalla sindrome di Haglund (prominenza del calcagno che ipersollecita il tendine d'Achille) avrà problemi all'achilleo pochi mesi, al massimo un anno, da quando ha comin-ciato a correre seriamente. 
Se sono dieci anni che corre allenandosi sei giorni alla settimana e ha una tendinopatia inserziona-le, è alquanto azzardato attribuirla al profilo calcaneare. 
Le cause anatomo-fisiologiche colpiscono in fretta e devono pertanto essere prese in considera-zione nel principiante e in chi ricomincia dopo tanto tempo. 
Nel runner ormai consolidato, spesso, dar troppa importanza a queste cause significa nascondere il vero problema.  

Nei casi di spina calcaneare o di sindrome di Haglund è incredibile come alcuni medici riescano a vedere nelle radiografie spine che non ci sono o prominenze eccessive laddove sono normali, pur di arrivare a una veloce diagnosi che spesso porta alla sospensione dell'attività fisica: "sa, la-unica possibilità sarebbe l'operazione; se non se la sente, deve smettere di correre"
Inoltre è comune parlare a sproposito di spina calcaneare quando si "vede" una qualche promi-nenza del calcagno (come vedremo la spina ha una collocazione ben precisa e riguarda più il fa-scio plantare che l'inserzione del tendine d'Achille).

Questo articolo ha proprio l'intento di fare chiarezza su cosa siano queste due patologie per da-re al paziente la possibilità di sapere veramente come stanno le cose.
                     
                                           La spina calcaneare
È presente in soggetti sportivi e in soggetti sedentari (generalmente di età superiore a 40 anni, in sovrappeso, portatori di piede cavo)
Si riconosce facilmente perché basta una presso-palpazione al centro del tallone per avere un do lore molto vivo, pungente. 
In genere le radiografie confermano la diagnosi mostrando uno sperone lungo alcuni millimetri che parte dal centro del tallone con la punta orientata in avanti verso le dita.
                          
La spina calcaneare si forma per le trazioni del tendine d'Achille o della fascia plantare sul pe riostio del calcagno, poiché questi movimenti favoriscono la formazione di nuovo tessuto osseo per la riparazione di microlesioni. 
Secondo alcuni autori anche problemi nel metabolismo dell'acido urico possono favorire il formarsi della spina.
Non sempre la spina calcaneare provoca problemi; infatti il 20% dei portatori di spina calca-neare convive asintomaticamente con essa. 
Nel caso dello sportivo tale convivenza asintomatica è più difficile perché la spina fa aumentare le probabilità che si infiammi la fascia plantare che si inserisce sul tallone.
                  
Il riposo sportivo è vivamente consigliato trattandosi di patologia strettamente legata al movimen- to della struttura interessata; se nei sedentari sono possibili terapie conservative (antinfiammato- ritecarterapia,plantari per ridurre la tensione della fascia e il peso sul punto critico, crioterapia, infiltrazioni cortisoniche locali), nello sportivo e nel runner in particolare non si può che consigliare l'eliminazione meccanica della spina, pena una netta riduzione del carico allenante. 
Le tecniche vanno dalle onde d'urto alla chirurgia secondo tecniche più o meno invasive.
  
                                      La sindrome di Haglund
L'osteocondrosi dell'apofisi posteriore del calcagno è una forma di osteocondrosi che colpisce generalmente i soggetti di età compresa fra gli 8 e i 13 anni. 
La malattia ha decorso benigno e non è causa di deformità, ma la guarigione completa può richie- dere fino a due anni di tempo. 
In molti adulti resta una parte posteriore superiore del calcagno sporgente e allargata, spesso ac compagnata da un'infiammazione della borsa sottocutanea, dovuta al continuo trauma contusi- vo del calcagno contro la scarpa. 
Nelle fasi acute il dolore provocato dall'infiammazione impedisce di indossare scarpe; inizialmen- te si ha un arrossamento cutaneo, seguito da tumefazione associata alla borsite.
            
Con una radiografia si verifica la sporgenza abnorme del calcagno, mentre l'ecografia identifica la presenza di un'eventuale borsite
Se l'atleta vuole condurre una vita atletica lunga e positiva, la soluzione migliore resta l'intervento di correzione del profilo calcaneare
Nei casi meno gravi, è possibile convivere con la situazione alternando periodi di stop a periodi di attività, in cui comunque il carico non può essere portato oltre un certo limite. 
Sconsigliato l'uso frequente delle infiltrazioni per tamponare la situazione.
            
                                        Gli errori diagnostici
Quello più comune riguarda lo scambiare le due patologie oggetto di questo articolo con una nor-male tendinite inserzionale che, nello sportivo, è spesso causata da sovraccarico qualitativo o quantitativo e magari aggravata da una mancata sospensione degli allenamenti. 
L'errore diagnostico è reso più probabile dal fatto che nell'operazione di rigenerazione del tendine d'Achille si effettua comunque un rimodellamento del calcagno
Tale tecnica ha diffuso il concetto che una gran parte delle tendiniti inserzionali sia causata dal la sindrome di Haglund o da una spina calcaneare (errore questo ancora più grave, visto che al più la spina causa una fascite).
              
In presenza di tendinite inserzionale è pertanto consigliabile:
  • sospendere gli allenamenti (vedasi metodo Stop&Go);
  • in caso di diagnosi di calcagno di Haglund verificarla con pareri di diversi ortopedici spor tivi;
  • se i pareri non sono concordi, probabilmente la forma del calcagno non è responsabile del problema; quindi curare la patologia fino a remissione (se ciò è possibile, se il tendi- ne è degenerato e affetto da grave tendinosi non resta che l'intervento);
  • riprendere molto gradualmente senza ripetere gli eccessivi quantitativi o qualitativi pre- cedenti.

                               

Cura della spina calcaneare

Il trattamento della spina calcaneare


            
                                   Spina Calcaneare 
La Spina o Sperone calcaneare è una neoformazione ossea benigna situata nella zona inferiore del tallone.
Questa formazione ossea ha la punta rivolta verso le dita, e si trova generalmente nella parte infero-mediale del calcagno, il dolore che si avverte è di tipo puntiforme.
È causata dall'infiammazione dell'inserzione della fascia plantare sul tallone con conseguente deposito di sali di calcio.
     
A lungo termine questo accumulo di sali di ossidato di calcio a livello del tallone porta alla formazione della Spina calcaneare.
Durante la giornata i pazienti soffrono di più al mattino scendendo dal letto, dopo essere stati seduti per molto tempo oppure la sera dopo aver camminato molto o essere stati molto in piedi. 
 
Il dolore viene avvertito come una fitta molto intensa che obbliga a zoppicare, ma in circa mezz'ora sparisce, per ripresentarsi alla fine giornata.
Va sottolineato che alcuni soggetti hanno la spina calcaneare, ma sono asintomatici cioè non avvertono dolore, si stima una percentuale intorno al 30%. 
Come terapia primaria è consigliabile il riposo. 
Per eliminare il dolore inoltre è consigliabile effettuare un ciclo di terapia fisica o di Ultrasuoni oltre ad esercizi di stretching.
              
Una terapia innovativa che sta dando ottimi risultati nel trattamento della spina calcaneare è quella con le Onde d'Urto.
Quella delle onde d'urto è una metodica non invasiva, estremamente efficace per il trattamento di molte patologie tra cui quello della spina calcaneare e viene praticata dallo studio fisioterapico dove è eseguita con macchinari all'avanguardia che non rompono lo sperone, ma causano neoangiogenesi (formazione di nuovi vasi sanguigni all'interno di un tessuto) e microemorragie che migliorano molto o risolvono del tutto la situazione.
            
Per esperienza diretta, sono dell'avviso che se le hai, le spine calcaneari te le tieni. 
La terapia con onde d'urto può risolvere l'infiammazione e quindi la sintomatologia dolorosa. 
Eventuali vizi di appoggio del piede che possono essere causa dell'infiammazione vanno corretti con plantari, (nel mio caso peggio che andar di notte).
L'intervento chirurgico di asportazione della spina calcaneare è l'ultima opzione sia per i rischi che per le scarse possibilità di guarigione. 
     
La soluzione chirurgica infatti, di questi casi, spesso non da risultati soddisfacenti al contrario della terapia fisica che migliorano di molto la sintomatologia.
                                                                                                              Gino Saracino
   
          
  
  

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