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domenica 16 settembre 2012

(Scheda 98) Chiariamo alcuni punti sulla Osteotomia Percutanea Distale, ovverossia: Alluce Valgo.

L'Alluce Valgo e la... 
Osteotomia Percutanea Distale
Articolo informativo di Giuseppe Pinna per S. O. S. - “Osteomielitici d’Italia” - Onlus  «Centro Servizi Informativi On-line per Osteomielitici e Pazienti dell’Ospedale CODIVILLA-PUTTI di Cortina d’Ampezzo.
           
Una delle patologie più frequenti a carico del piede, specialmente nelle donne è l’alluce valgo una deformazione del 1° dito.
La caratteristica comparsa della deviazione laterale della falange è spesso accompagnata con la lussazione delle ossa sesamoidi e da una tumefazione dolente della parte interna del piede, detta semplicemente “cipolla”.
Questa deformità dal punto biomeccanico modifica l’appoggio del piede il quale si deve riadattare adagiandosi su di uno spazio minore rispetto alla normale dimensione della sua pianta comportando altresì ripercussioni sia sul ginocchio sia sulla colonna vertebrale.
La ricerca delle cause ha portato allo studio diverse ipotesi, sembrerebbe molto probabile una matrice genetica, ma occorre anche considerare la patologia come il risultato di una postura alterata.
Il fisioterapista dovrà quindi analizzare il paziente nella globalità della struttura ed è per questo motivo che oltre a verificare la correttezza dell’appoggio podalico si dovrebbe effettuare un’analisi posturale.
Il kinesiotaping tecnica già ampiamente introdotta, è stata di valido aiuto. 
Nelle foto che seguono possiamo evidenziare una specifica del trattamento il quale affiancandosi alla fisioterapia, in sole 4 sedute effettuate con un ritmo settimanale, ha dato ottimi risultati.

1° giorno

2^ seduta

Ultimo giorno dopo aver tolto il taping
L’alluce valgo è una deformazione che interessa il piede, caratterizzata dall’allontanamento del primo metatar- so, cioè l’osso lungo presente prima delle falangi, ossia le piccole ossa che formano lo scheletro delle dita dei piedi. 
Colpisce in prevalenza le donne e si sviluppa nell’età della crescita.
Il problema dell’alluce valgo causa un forte dolore al piede, che può aumentare o diminuire, tumefazione e ar-rossamento; quando la deformazione del dito è molto evidente vuol dire che la malattia si trova in uno stato avan- zato.
La principale causa del problema sembrerebbe essere un modello di calzatura inadeguato alla relativa fisionomia del piede: scarpe col tacco troppo alto o strette nella punta
Le prime costringono il piede a stare in una posizione anormale, accorciando il tallone e causando il bilancia-mento del peso del corpo in avanti, così che il piede non riesce a tenere una giusta ripartizione del peso, che ri-cade, invece, solo in un’area minore della pianta del piede; ciò, delle volte, porta addirittura alla distorsione della caviglia. 
Bisogna quindi prestare attenzione alla scarpa da indossare.                         
E’ molto importante anche saper camminare bene: appoggiando completamente il piede a terra, sollevando il cal-cagno e spingendo il piede.
L’alluce valgo si presenta sotto forma di una piccola sporgenza nella testa del primo metatarso, che s’infiamma soprattutto con lo sfregare del piede alla scarpa.
La sporgenza ossea dovuta all’alluce valgo richiede la necessità di indossare calzature comode e fatte su mi-sura, in maniera che le dita non si accavallino tra di loro. 
Il disturbo può peggiorare in caso di predisposizione naturale.
Il problema viene studiato attraverso una radiografia, da eseguire col piede sotto carico.
E’ essenziale avere cura dei propri piedi. 
Sono consigliabili scarpe morbide e con la punta larga e un tacco che non superi i 4 cm.            
Il trattamento più risolutivo per correggere il problema è l’intervento chirurgico, eseguito in day hospital: tutti gli ortopedici concordano in questo. 
Si tratta dell’osteotomia percutanea distale: permette la correzione della deviazione del metatarso tramite una sezione dell’osso, che avviene attraverso una incisione cutanea. 
Già il giorno successivo all’intervento, il paziente può camminare, indossando una scarpa precisa da portare per circa un mese.     
Naturalmente, è bene, dopo l’intervento, effettuare le medicazioni e non sforzare il piede, ma lasciarlo a riposo, per esempio non appoggiandolo a terra prima delle 24 ore, usare le stampelle per almeno una decina di giorni e guidare solo dopo il primo mese.
                                                    
COME SI CURA L’ALLUCE VALGO
L’alluce valgo è una patologia consistente nell’allontanamento della testa del metatarso dell’alluce dalle tes- te degli altri metatarsi. 
Si ha in questo modo un allargamento a ventaglio delle dita dei piedi e la punta dell’alluce tende a convergere verso l’interno. 
Ciò fa si che il primo metatarso e l’alluce non risultino più allineati ma formino un angolo detto angolo di val-gismo
Le cause sono genetiche; tuttavia, alcuni ancora oggi erroneamente credono che questa deformazione possa essere causata dall’uso di calzature troppo strette. 
    
Le conseguenze dell’alluce valgo possono essere localizzate (borsite, degenerazioni articolare, deformità, lussazione delle dita) ma possono ripercuotersi anche a livello della postura dell’intera persona: in particolare, chi è colpito da valgismo compie normalmente una rotazione anomala del piede, detta pronazione, che si ri-percuote lungo le ossa delle gambe fino ad arrivare ad interessare la colonna vertebrale, causando dolori al dorso e alle ginocchia.
                                                     
La risoluzione del problema avviene di solito per via chirurgica; nel passato si effettuavano interventi piuttosto invasivi che consistevano in una distruzione dell’articolazione e talvolta nell’asportazione dell’osso. 
Oggi si preferisce una chirurgia più conservativa, in particolare non si ricorre più all’esportazione dell’osso ma al riallineamento del primo metatarso con il secondo, sempre nel rispetto dell’articolazione naturale. 
Allo scopo si ricorre ad una serie di piccole osteotomie estremamente precise e delicate che permettono di correggere l’angolo di valgismo
                                       
L’articolazione viene dunque conservata ma modificata per riallinearla con il secondo metatarso. 
Più in dettaglio, si effettua solitamente un’incisione a coda di rondine della parte distale del primo metatarso in modo da poterlo traslare verso il secondo. 
L’incastro così ottenuto è molto stabile ed è uno dei grandi vantaggi di questa tecnica, che presenta inoltre la particolarità di essere molto poco invasiva: viene infatti effettuata solo una minima incisione cutanea. 
Tutto ciò fa si che il recupero post-operatorio sia estremamente rapido e che sia possibile appoggiare il pie-de anche subito dopo l’intervento. 
Qualora la deformità sia molto grave, è possibile operare anche l’asportazione di un piccolo cuneo osseo del metatarso. 
In questo caso, verranno poi utilizzate delle microviti (spesso in materiale riassorbibile) per la stabilizzazione del nuovo assetto articolare.
Per i casi meno gravi è possibile anche utilizzare una tecnica che prevede l’utilizzo di strumenti simili a ferri odontoiatrici utilizzati attraverso un foro percutaneo. 
La tecnica prevede l’utilizzo di una piccola fresa per eliminare la protuberanza ossea; non vengono inserite viti di supporto e la posizione corretta è ottenuta mediante l’applicazione di stretti bendaggi nella fase succes-siva all’intervento.
Molto semplice e rapida è anche la tecnica di Bosch, in cui la posizione corretta viene ottenuta applicando un ferretto che tiene in trazione l’osso precedente operato per 40 giorni. 
Questa tecnica ha però lo svantaggio di essere piuttosto invasiva e di creare disagio e rigidità articolare nel paziente a causa della presenza del ferretto metallico.
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                         Correzione dell'alluce valgo secondo la tecnica di Chevron
                                  Correzione dell’alluce valgo secondo la tecnica di Chevron
                            Correzione dell'alluce valgo secondo la tecnica di Chevron
                                   Correzione dell’alluce valgo secondo la tecnica di Chevron
                              Correzione dell'alluce valgo secondo la tecnica di Chevron
                      
                                   Correzione dell’alluce valgo secondo la tecnica di Chevron
                             
                                                                Alluce valgo
            Alluce valgo
Il dolore dopo l'operazione? Un ricordo del passato
Quando l'alluce "deraglia" è necessario il chirurgo per ricollocarlo sui binari. 
Una circostanza comune, specie nei piedi femminili: l'alluce, lentamente devia verso le altre dita mentre alla sua base si crea una sporgenza laterale rossa e dolente. 
Una deformità chiamata dagli specialisti alluce valgo, ma a tutti nota come "patata" o "cipolla" del piede.
Quando si sviluppa questa dolorosa deformità è necessario ricorrere al bisturi: non esiste plantare, tutore o fisioterapia in grado di restituire all'alluce la sua forma e funzionalità. 
C'è una spiegazione: la corretta flessione dell'alluce verso l'alto e il basso che si compie durante la deambu-lazione e la corsa, è assicurata da due ossicini ovali (sesamoidi per gli addetti ai lavori) grandi quanto un pi-sello. Sono alloggiati sotto l'articolazione, alla base dell'alluce in due appositi solchi e funzionano come bina-ri: durante il movimento impediscono all'articolazione di sbandare.
Calzature inadatte (tacchi alti e punta stretta), piedi piatti o estremità con ligamenti troppo elastici per cos-tituzione, possono rendere l'articolazione instabile.
                             Occhio ai tacchi alti: alluce valgo e altre patologie del piede sono favorite e in aguato
                Occhio ai tacchi alti, alluce valgo e altre patologie del piede sono favorite...
Si sviluppano allora tensioni che spingono verso l'esterno la base dell'alluce, cui si oppongono con efficacia i due sesamoidi. 
C'è tuttavia un limite: se le forze deformanti sono eccessive l'articolazione perde i giusti rapporti con i due ossicini, li scavalca e infine altera il profilo del piede. 
Tanto basta a causare la deviazione dell'articolazione verso l'esterno, in un primo tempo lenta, perché i sesa-moidi ancora in sede si oppongono alla deformazione e poi rapida, quando i due sesamoidi si lussano. 
Di quì l'osservazione comune a molte donne, che riferiscono di un inestetismo dell'alluce modesto e non do-lente per anni e di una fase veloce di peggioramento, con comparsa di dolori, che si compie in pochi mesi.
E' allora necessario intervenire con la chirurgia.
La maggior parte dei candidati al bisturi preferisce tuttavia convivere con la dolorosa deformità.
Complice di questa tendenza l'opinione errata chirurgia del piede = dolore e risultati deludenti.
     
Equazione valida un tempo, oggi è diverso: nuove tecniche operatorie e speciali anestesie locali permettono di operare senza ricovero e consentono di camminare immediatamente.
Il dolore un ricordo dei tempi passati.
Protagonisti di questa rivoluzione le tecniche chirurgiche triplanari.
Due tagli angolati tra loro a 60°, praticati nell'osso subito dietro la "patata" permettono al chirurgo di spostare a piacimento l'articolazione deragliata e di ricollocarla con precisione sui due sesamoidi.
Spostamento millimetrico, che viene pianificato prima dell'intervento grazie ad un preciso calcolo trigonome-trico.
Non solo: il doppio taglio a 60°, per la sua stessa geometria, risulta stabile come l'incastro di un falegname e permette subito dopo l'intervento di stare in piedi e di camminare.
L'alluce riprende così la sua funzione e la sua forma senza che nessuna parte sia stata sacrificata o danneg-giata dall'intervento.
         
Ben diversa la chirurgia di un tempo (ancora troppo spesso praticata): la "cipolla" viene segata ed eliminata insieme ad un pezzo di articolazione (più spesso la base della falange).
Un intervento molto semplice, ma demolitivo, che richiede poi mesi di cure fisioterapiche, doloroso e gravato da una forte percentuale di recidive a distanza di pochi anni.
La nuova chirurgia, al contrario, rispetta l'integrità dell'articolazione: annodato l'ultimo punto di sutura il pa-ziente, con il piede ben fasciato, scende dal tavolo operatorio e può muovere i primi passi con un apposito sandalo.
Dopo venti giorni, il paziente, abbandona il sandalo per calzare scarpe da jogging, al quarantesimo giorno dall'intervento, torna alle sue abituali calzature.
Le recidive, anche a distanza di molti anni sono quasi nulle.
Non sempre i risultati sono così favorevoli.
Chi ha rimandato l'intervento per troppi anni aggiunge altri problemi: l'alluce, che è il dito più robusto, spinge sulle altre dita fino a farle deviare tutte.
               Intervento chirurgico mininvasivo per l’alluce valgo
Non solo.
l'alluce valgo dolente e deformato, perde durante il passo la sua funzione di leva e spinta.
Ne risulta compromesso il modo di camminare.
Dolori a ginocchio, colonna vertebrale e sciatalgie, che sopravvengono, sono proprio espressione di queste alterazioni.
Tutti fattori che complicano l'intervento e allungano i tempi di convalescenza.
ANESTESIA
Anestetico quanto ne impiega un dentista per una estrazione: basta a rendere il piede completamente insen-sibile.
Una possibiltà che rende sicura la chirurgia del piede anche ai pazienti anziani o con problemi cardiaci e res-piratori.
Si tratta di una recente tecnica di anestesia periferica: alcune iniezioni superficiali praticate a corona intorno alla caviglia bloccano la funzione dei nervi sensitivi, tanto che anche gli interventi di correzione per alluce valgo possono essere compiuti senza spiacevoli sensazioni per tutta la durata dell'operazione.
C'è di più: a fine intervento una seconda anestesia compiuta con un nuovo anestetico locale ad azione prolungata permette di rendere insensibile il piede per quasi un giorno.
Si evitano in questo modo i dolori post-operatori altrimenti violenti nelle prime ore successive all'intervento.
Non solo: l'anestesia locale e l'efficace controllo del dolore rendono superfluo il ricovero, obbligatorio in ca-so di anestesie generali o spinali.
                                                  La carta di identità dell'intervento
- durata dell'intervento: 30 minuti
- anestesia: tronculare (eseguita dietro il polpaccio)
- tecnica: triplanare
- dolore post-operatorio: da modesto ad assente
- deambulazione: immediata ( con apposita calzatura post-operatoria)
- rimozione punti: in quattordicesima giornata
- fisioterapia: non necessaria
- guidare l'automobile: 25 giorni
- attività lavorativa: 30 giorni, lavori pesanti 60 giorni
- attività sportiva: 90 giorni
L’alluce valgo
Alluce valgo: la chirurgia estetica non basta

Alluce valgo- interventi

Alluce valgo- interventi

Alluce valgo- interventi

Alluce valgo- interventi


Alluce valgo- interventi

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                                      Fine

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