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giovedì 27 settembre 2012

(Scheda 108) ...Parliamo ancora di Coccigodinia!

COSA E' LA COCCIGODINIA, PARLIAMONE ANCORA!
Articolo informativo di Giuseppe Pinna per S. O. S. - “Osteomielitici d’Italia” - Onlus «Centro Servizi Informativi On-line per Osteomielitici e Pazienti dell’Ospedale CODIVILLA-PUTTI di Cortina d’Ampezzo».
               
               Che cos'è la Coccigodinia?
                         
Il dolore nella zona del coccige è chiamato coccigodinia
La coccigodinia può essere un sintomo (dolore e bruciore) che può variare tra le persone e che 
può variare con il tempo. 
Il dolore al coccige descrive un insieme di sintomi (dolore indotto o aggravato dalla posizione se-
duta), pertanto il sintomo è costituito da una serie di condizioni che possono avere eziopatologie 
diverse e che richiedono, trattamenti manuali diversi. 
La coccigodinia può essere conseguenza di traumi, nel 60–70 per cento è la caduta sulle natiche,
l’instabilità del coccige o lussazione è la causa più frequente di coccigodinia, il coccige si può 
lussare o diventare ipermobile. 
In particolare quando il paziente è in posizione seduta, il coccige, tende a curvare più in alto del 
normale, oppure l’articolazione può sublussare, scivolando indietro. 
Lo slittamento del coccige trascina e lacera i tessuti circostanti, e causa dolore e infiammazio-
ne
       
A volte, il dolore coccigeo, può dipendere da squilibri della colonna vertebralecomuna patolo-
gia lombosacrale, da sforzi ripetuti (negli sportivi) o da interventi chirurgici, e può essere la con
conseguenza di un’infezione anorettale o di un tumore.
In letteratura sono descritti dolori al coccige dovuti a cause psichiche, che rientrano nelle cocci
godinie essenziali, più frequenti nella donna, infine, può avere una causa sconosciuta in circa un
terzo dei casi. 
                        
Nel caso di un disallineamento del coccige, è possibile che il sintomo sia causato da una “cattiva”
posizione del coccige tra i muscoli del pavimento pelvico, cosi come una rigidità può comportare 
un danneggiamento dei tessuti circostanti, spesso la disfunzione del coccige in avanti è fonte di 
dolore. 
Il dolore è circa 5 volte più frequente nelle donne che negli uomini, forse perchè nella pelvi della 
donna il coccige è maggiormente esposto. 
Il paziente può riferire dolore intestinale e nei rapporti sessuali. 
        
In alcuni casi il dolore al coccige può essere causato da una sporgenza ossea (spigolo) sul cocci-
ge, solitamente la sporgenza è invisibile alle normali radiografie, spesso la diagnosi è costituita dal-
la RM (verticale) e dall’esame clinico.
La sporgenza ossea è posta posteriormente sulla punta del coccige e può essere facilmente pal-
pabile attraverso la pelle e in particolare nei soggetti magri.
Uno dei fattori che predispongono alla coccigodinia, oltre
all’evento traumatico, possiamo ricercarli tra le disfunzioni
muscolari dell’insieme perineale del piccolo bacino e da pa-
tologie muscolari relativamente frequenti, come la Sindro-
me del grande gluteo e la Sindrome del piriforme.
Il coccige
Anatomicamente il coccige descrive una curva in avanti,
un arco, che può flettere in posizione seduta, è un’artico
lazione che rientra nella diartrosi con trenta gradi di mo-
bilità, il coccige è composto di un gruppo di vertebre rudi-
mentali, che rappresentano, forse, i resti della nostra co-
daè formato da due o tre segmenti, solo meno del 10% sono fusi in un pezzo, la maggior parte ha
due o tre segmenti e in alcuni casi addirittura quattro.
Diagnosi
La diagnosi di coccigodinia è costituita dall’esame clinico e radiologico, radiologicamente può esse
re presente una dislocazione dell’osso superiore al 25 per cento e flessione maggiore di venticinque
gradi (angolo intercoccigeo), quest’alterazione è più evidente se la radiografia è effettuata in posi-
zione seduta. 
La diagnosi nei soggetti giovani può giovare di un’ecografia anche per escludere altre cause, come 
una cisti ossea sacro-coccigea
Bacino
                   
Il pavimento pelvico
Nel trattamento della coccigodinia è fondamentale l’esame rettale dei muscoli e del sistema fascia
le che costituiscono il pavimento pelvico per localizzare un gruppo muscolare teso o punti trigger
miofasciali. 
Il diaframma pelvico è rappresentato da una lamina muscolare, incompleta nella porzione media-
na, la quale chiude parzialmente in basso il piccolo bacino inserendosi in vicinanza dello stretto in-
feriore. 
Appare come una cupola rovesciata presentando una faccia superiore concava e una faccia infe-
riore convessa. 
E’ costituito dai muscoli ischio coccigei e dai muscoli elevatori dell’ano e dalle relative fasce. 
Il muscolo elevatore dell’ano, rappresenta la porzione principale del diaframma pelvico, esso ha
una lunga origine laterale che si estende dalla superficie interna del pube, fino alla spina ischiatica
Il diaframma pelvico è rivestito nella sua faccia superiore dalla fascia superiore del diaframma 
pelvico, dipendente dalla fascia pelvica parietale ed ha rapporto con gli organi del piccolo bacino
i quali trovano in tale muscolo un valido sostegno. 
Anche nella faccia inferiore esso è rivestito da una fascia connettivale, la fascia inferiore del dia-
framma pelvico
                
Tra quest’ultima e la parete laterale della piccola pelvi, occupata dal muscolo otturatore interno, 
rimane bilateralmente uno spazio a sezione frontale di forma triangolare, detta fossa ischio rettale
In avanti, questo spazio si spinge tra l’elevatore dell’ano e il trigono urogenitale, formando un re-
cesso anteriore o pubico che si riduce progressivamente, sino a terminare in zona pubica.
Posteriormente, la fossa ischio rettale continua nello spazio compreso tra l’elevatore dell’ano e il 
muscolo grande gluteo. 
Nella parete laterale della fossa ischio rettale, decorrono il nervo e i vasi sanguigni. 
L’innervazione è garantita dal plesso pudendo, il diaframma, contraendosi solleva il pavimento pel-
vico e agisce come costrittore del retto. 
Il diaframma pelvico forma una sorta di amaca che dà sostegno ai visceri del piccolo bacino, con
sente il passaggio dell’uretra, della vagina e del canale anale
Esiste una relazione funzionale tra il diaframma pelvico e il diaframma urogenitale attraverso
le diverse strutture miofasciali situate nella cavità pelvica inferiore.
Trattamento osteopatico
Il trattamento manuale di questa zona pelvica consiste nel trovare dei trigger points delle struttu-
re miofasciali e in particolare del muscolo elevatore dell’ano o dei muscoli coccigei
Il trattamento dei punti trigger include un rilasciamento mio fasciale, un’inibizione e siderazione mus
colare attraverso un trattamento manuale. 
La Sindrome del grande gluteo è dovuta a uno spasmo o a una tensione di questo muscolo che può 
tirare sul coccige e causare dolore, il dolore può avvenire durante i passaggi posturali dalla posizio-
ne seduta alla posizione eretta
                             
La diagnosi avviene attraverso un esame clinico e manuale che permetterà di localizzare lo spasmo
muscolare e l’ipomobilità dell’articolazione lombosacrale dallo stesso lato del dolore. 
Il trattamento manuale è mirato al recupero della mobilità articolare del segmento vertebrale lomba-
re e dell’articolazione sacroiliaca, e da un trattamento posturale globale. 
La Sindrome del piriforme può causare dolore lombosacrale, irradiazione in zona inguinale, nel peri-
neo, nelle natiche e nell’anca
La diagnosi della Sindrome del piriforme avviene attraverso un esame palpatorio dell’aponeurosi del
del muscolo piramidale e con test muscolari e di allungamento. 
Il trattamento manuale prevede un lavoro d’inibizione muscolare con dei pompages. 
La lussazione del coccige, oltre a creare una sintomatologia in zona lombosacrale e del piccolo ba-
cino, può condizionare negativamente il funzionamento del sistema cranio sacrale e può essere la 
causa di una serie di sintomi e disfunzioni del sistema nervoso autonomo. 
                 
La lussazione traumatica del coccige può rappresentare una causa di squilibri neurovegetativi del-
la zona pelvica, visti gli importanti rapporti con gli organi viscerali circostanti (retto, prostata, ve-
scica, Fondo di Douglas nella donna), alterare l’equilibrio fisiologico del canale durale che può tras-
mettersi su altre strutture della dura madre e interessare addirittura le membrane intracraniche. 
La tensione della dura può raggiungere la membrana cerebellare e generare una cefalea di tipo oc-
cipitale, esiste una relazione di causa ed effetto tra la disfunzione somatica del coccige e il sinto-
mo cefalgico. 
Iltrattamento manuale e osteopatico della coccigodinia deve considerare il sintomo algico in un 
ambito globale e mai analitico, cosi come può prevedere, da caso a caso, una tecnica osteopatica
anorettale diretta, che spesso produce ottimi risultati con un meccanismo di azione legato all’inter-
ruzione di un arco doloroso riflesso a livello locale. 
                      
La manovra, se è il caso, può essere ripetuta altre due o tre volte a distanza di qualche giorno.
L’efficacia della manipolazione diretta del coccige è dovuta a un rilasciamento della contrattura dei
muscoli elevatori, che sono considerati un elemento importante della coccigodinia
Inoltre questa manipolazione del coccige agisce secondariamente sull’articolazione sacroiliaca, che 
gioca un ruolo fondamentale in questa patologia.




 
  


            Neuromodulazione Sacrale: il “gps” dei nervi nelle disfunzioni pelviche
      Postura e disfunzioni delle pelvi: ecco come si curano
                
In Italia sono oltre 6 milioni le persone che soffrono di disfunzioni pelviche, 15 milioni quelle che 
convivono con posture errate.
Nella maggior parte dei casi il collegamento tra le due condizioni non è così evidente per il singolo 
specialista, ma può determinare un cortocircuito che dà vita a dolore pelvico, disfunzioni erettili, 
incontinenza urinaria o fecale, stipsi e molti altri disturbi di diversa importanza, tutti con pesanti 
ripercussioni sulla qualità della vita, sulla psiche e sulla socialità. 
               
Postura, pavimento pelvico, leve e scompensi, parole sconosciute diventano velocemente familiari 
per chi è in cerca di una cura definitiva. 
Troppo spesso, però, manca un’adeguata integrazione tra discipline diverse capace di mettere in 
relazione difetti posturali e disfunzioni pelviche: il lavoro del medico resta circoscritto alla patolo-
gia d'organo e vengono così trascurati problemi che torneranno in futuro a far sentire la loro “dolo
rosa” presenza. 
Ogni caso è, infatti, un caso a sé, perché complessa e particolare è la distribuzione dei rapporti 
delle alterazioni. 
Ne riportiamo uno, cercando di far comprendere il processo che porta alla liberazione dal dolore, 
ma soprattutto al consolidamento dei risultati.
Il caso: perché è necessario analizzare la postura - ravidanze e posture lavorative o sportive, scor
rette e prolungate, possono essere causa di profonde alterazioni del funzionamento della pelvi. 
È il caso di una donna di 42 anni, infermiera, con due figli, che avvertiva dolore pelvico e soffriva 
di stipsi e prolasso. 
In una prima fase è stato tracciato l’identikit neurofisiologico e posturale.
La diagnostica ha messo in luce una neuropatia bilaterale del nervo Pudendo e ha evidenziato i di-
fetti della postura caratterizzata da una modificazione delle curve vertebrali della lordosi lombare, 
della cifosi dorsale, del sacro, una eccessiva rigidità delle ginocchia. 
Evidenti, infine,l’addome atonico e prolassato. Nella storia della paziente vi erano stati numerosi in
terventi chirurgici di isterectomia e per correggere il prolasso vaginale e rettale.
Il metodo: un cruscotto con le “spie” giuste – Analizzare a fondo la causa di una disfunzione per 
poi curarla significa interpretare bene le “spie” rosse che si accendono sul cruscotto, un lavoro che 
può essere svolto soltanto da una équipe multidisciplinare. 
Cosa che non accade quasi mai. 
             
Il metodo Malaguti Lamarche è il primo in grado di interpretare questi segnali su due fronti, da una 
parte analizzando il corretto funzionamento dei segnali nervosi attraverso il costante monitoraggio
diagnostico dei test neurofisiologici, dall’altra attraverso la Biomeccanica ricostruendo il modello fun
zionale del corpo com’è adesso e come dovrebbe essere. 
Passi decisivi verso la personalizzazione della cura.
La soluzione del caso – Grazie al metodo è stato possibile elaborare un programma terapeutico che 
avesse come obiettivo quello di ricostruire una postura efficace: attraverso il recupero della quali-
tà delle curve vertebrali, del sacro e del pavimento pelvico, dell’appoggio corretto del piede e del-
la capacità di ammortizzazione delle ginocchia
È stato possibile comprendere la causa del problema: il metodo ha permesso di consolidare il cambia
mento posturale e di riguadagnare una pelvi funzionante.
                

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