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martedì 25 settembre 2012

(Scheda 106) Parliamo dell'Ernia del Disco Cervicale ed Ernia del Disco Lombare.

       ERNIA DEL DISCO CERVICALE
Articolo informativo di Giuseppe Pinna per S. O. S. - “Osteomielitici d’Italia” - Onlus  «Centro Servizi Informativi On-line per Osteomielitici e Pazienti dell’Ospedale CODIVILLA-PUTTI di Cortina d’Ampezzo.
                    
L’ernia del disco cervicale è molto meno comune dall’ernia del disco lombare per due ragioni:
1. C’è molto meno materiale discale nel tratto cervicale
2. Ci sono sostanzialmente meno vettori forza lungo il tratto cervica le.
La maggior parte delle ernie del disco cervicale spingeranno in fuo ri lateralmente nel canale spinale urtando così la radice del nervo esistente al livello inferiore. (ad es. C6 tra C5-C6).
  
Erniazione del disco Cervicale
Se lo spazio della radice del nervo (forame) è già compromesso a causa del collasso dello spazio del disco associato o a causa di un becco dell’osso (osteofito), tutto ciò può causare irritazione alla radi ce del nervo, radiculopatia (dolore del braccio)
Se il forame non è eccessivamente compromesso, la radiculopatia può essere risolta in manie- ra eccellente con dei trattamenti Osteopatici.
                  
Il disco (o disco intervertebrale) è una struttura che si tro-va tra i corpi della colonna vertebrale dal collo all’osso sa cro
Il disco serve come un cuscino e aiuta il movimento del ra-chide
Un unico disco e i due corpi vertebrali non hanno molta capa cità di movimento, comunque, messi insiemi per tutta la lun-ghezza della colonna vertebrale, l’ammonto di movimento fornito è notevole. 
Ogni disco è composto di due parti, il nucleo polposo (la parte centrale) e l’annulus fibrosis che forma un anello in-torno al nucleo polposo e anche si attacca sopra e sotto i corpi vertebrali.
Diversi problemi con i dischi intervertebrali del collo (dis-chi cervicali) possono causare diversi sintomi nei pazienti.
I due problemi più comunemente visti sono le
ernie del dis- co (protrusioni anormali di una porzione del materiale di disco) e la degenerazione del disco (cambiamenti nel disco dovuto all’anzianità e/o traumi)
Ci sono vari corpi vertebrali nel tratto cervicale. 
                       
I due primi sono abbastanza particolari, mentre i rimanenti sono più simili l’uno all’altro. 
I livelli più comuni dove avvengono i problemi nel tratto cervicale sono, in ordine di discendenza: C6-C7 (C si riferisce a cervicale e la cifra al numero di corpo vertebrale a partire dall’alto), C5-C6, C7-T1 (qui la T si riferisce alla spina toracica, la parte alla quale le coste si attaccano), C4-C5 e molto raramente C3-C4. 
                         
La pressione sulla radice del nervo viene definita come radiculopatia cervicale.
Le ernie del disco cervicali possono spingere sul midollo spinale e causare un problema chia-mato mielopatia cervicale
Questo gruppo di sintomi differisce dai sintomi causati dalla pressione sulle radici del nervo
In genere, la mielopatia cervicale è un problema più urgente della radiculopatia cervicale.
Cause:
Il sintomo più comune dell’ernia del disco cervicale è il dolore del collo che s’irradia giù verso il braccio in vari distretti. 
Il distretto specifico del dolore nel braccio dipende da quale disco è stato coinvolto. 
    
Può anche essere associato a parestesia (sensazione di spilli e aghi) e in alcuni casi la debolez za di qualche muscolo del braccio. 
I pazienti scoprono che girare la testa dal lato opposto del dolore aiuta. 
L’estendere la testa fa sì che il dolore peggiori, così evitano di guardare in su. 
Il piegare la testa in giù usualmente da’ qualche sollievo. 
La maggior parte dei sintomi dell’ernia del disco sono relazionati alla pressione su una radice specifica del nervo. 
Raramente, ernie del disco grandi possono causare pressione sul midollo spinale; questo può diventare un problema chiamato mielopatia cervicale che, a sua volta, può causare tra l’altro la spasticità, che si presenta come problema nel deambulare.
Sintomi:
Livello C4-C5 C5-C6 C6-C7 C7-T1
Debolezza Spalla Flessione dell’avambraccio Estensione del polso Presa
Insensibilità Spalla Braccio superiore, pollice Dito medio, tutte le punte delle dita Dito anulare e mignolo
Questi sintomi possono presentarsi in diversi gradi e possono non presentarsi in tutti i pazienti.
Se i sintomi non migliorano con il trattamento Osteopatico entro le 12 settimane vuol dire che sono molto gravi; ed allora è bene fare, se già non lo si è fatto, uno studio dell’immagine. 
Una RMN del tratto cervicale è un test molto attendibile per l’ernia del disco cervicale
                 
In alcuni casi può essere necessario proseguire con un mielogramma cervicale ed una TAC post-mielogramma. 
Alcuni pazienti possono anche sottoporsi ad una elettromiografia e ad un test di conduzione di velocità del nervo (EMG/NCV).
Diagnosi:
Come sempre, una storia accurata e un esame fisico sono i primi passi nella diagnosi. 
I sintomi di un’ernia del disco cervicale sono sempre nello stesso lato dell’ernia del disco
In altre parole, un’ernia destra del disco tra la quinta e la sesta vertebra cervicale sempre causerà pressione sulla sesta radice destra del nervo cervicale.
Trattamento:
 



















Il trattamento dell’ernia del disco cervicale può essere diviso in due categorie: conservativo Osteopatico e chirurgico. 
In alcuni casi, rari, d’ernia del disco troppo grande (che causa una pressione significativa sul midollo spinale), la chirurgia può essere considerata l’opzione prudente.
In generale, il trattamento Osteopatico comprende manovre, mobilizzazioni e manipolazioni per ridurre la pressione sulla radice del nervo. 
                              
L’immobilizzazione, temporanea, del collo in una posizione piegata in avanti può essere d’aiuto. 
Spesso per ridurre l’infiammazione e l’edema la mesoterapia è consigliata. 
               
Gli sforzi dovrebbero esser evitati specialmente quelli con le braccia, e della Ginnastica Postu-rale Osteopatica può essere di grande aiuto. 
Tutto ciò può essere utilizzato in varie combinazioni, d’accordo con il paziente. 
Delle trazioni cervicali a casa possono essere anch’esse utili. 
                 
Più del 95% dei pazienti possono migliorare di molto senza l’intervento chirurgico.
Il trattamento chirurgico è riservato ai pazienti che presentano dei segni e sintomi che richie-dono decompressione urgente, e a quelli che non possono o non vogliono spendere tempo con gli approcci prudenti a causa del lavoro, e anche a quelli che hanno fallito la gestione prudente dopo un ragionevole investimento di tempo (dalle otto alle dieci settimane)
La chirurgia dell’ernia del disco cervicale è divisa in due approcci: anteriore e posteriore
Siccome il disco è sito di fronte al midollo spinale, l’approccio anteriore è il più diretto.
L’operazione anteriore più comune è la discectomia anteriore e la fusione (ACDF)
Il disco viene rimosso e di solito rimpiazzato con un piccolo frammento osseo (preso dall’anca del paziente o da un cadavere donatore)
Alcune volte, placche metalliche e viti possono essere usate per aiutare la fusione (ACDF).
Secondo il tipo di chirurgia eseguita, indossare un collare cervicale può essere necessario per qualche settimana. 
L’approccio posteriore è molto meno comunemente eseguito. 
                            
In quest’operazione, una piccola quantità d’osso è rimossa dalla parte posteriore del rachide so-pra la radice del nervo colpito. 
Una ritrazione leggera può permettere la rimozione di un disco molle. 
Pochi chirurghi realizzano questo tipo d’operazione. 
                    
E’ consigliabile, anche dopo l’intervento chirurgico, una visita Osteopatica per fare un esame posturale preciso e se ce ne fosse bisogno, dei trattamenti osteopatici per distribuire i carichi in maniera corretta ed evitare così delle pericolose recidive. 
                    

                   
         

          Cura dell'ernia del disco


                                                

L'Ernia del disco

ernia-discoChe cos’è l’ernia del disco?
Tra una vertebra e l’altra della colonna vi è il cosiddetto disco inter
 vertebrale, una sorta di ammortizzatore.
Questo cuscinetto è costituito da una parte esterna, a forma di anello fibroso, detta “anulus” e da una parte interna, di consis- tenza molle, costituita per il 90% di acqua, detta “nucleo polposo” che ha la funzione di distribuire a tutto il disco le forze che lo solle-citano.
L’ernia del disco è la fuoriuscita del nucleo polposo dall’anello che si può lacerare, solitamente a livello degli ultimi tre anelli lombari.
Per ernia del disco s’intende quindi la migrazione del nucleo pol-poso attraverso le fibre dell’anulus.
La migrazione del nucleo polposo comporta sia una compressione meccanica delle strutture nervose sia una reazione infiammatoria.
L’ernia discale può verificarsi in qualunque tratto della colonna vertebrale, ma la sua frequenza è nettamente prevalente nel tratto lombare, seguita dal tratto cervicale, mentre è rara l’ernia dor-sale
  
L’ernia lombare è la più comune è ed quella a cui faremo riferimento.
Ernia del disco e protrusione, differenze?
Tra protrusione ed ernia discale c’è una leggera differenza. 
Entrambe sono classificate come un'alterazione del disco intervertebrale, in cui il disco perde la sua consistenza originaria e le sue capacità di ammortizzare i carichi delle vertebre.
Nella protrusione però il disco si deforma, il nucleo polposo protrude, cioè deborda e invade lo spa- zio circostante ma le fibre dell’anulus, l’anello fibroso che circonda il nucleo polposo, rimangono integre. 
Nell’ernia, invece, c’è una rottura di queste fibre, che può essere quasi completa e si parla di ernia contenuta, o completa e si parla di ernia espulsa
                        
Nell’ernia la rottura di queste fibre fa sì che il nucleo polposo entri nel canale midollare
Una protrusione importante può essere definita come l'anticamera dell'ernia del disco.            
Perché si forma l’ernia del disco?
I motivi principali dell’erniazione sono o microtraumi ripetuti, dovuti a lavori fisicamente impegnativi compiuti male ma anche a posizioni sbagliate in un fisico predisposto, o ad uno sforzo eccessivo, per esempio durante l’attività lavorativa o nello sport. 
In questi casi si parla di ernia traumatica, più frequente nelle persone giovani.
Un’altra causa è quella degenerativa, legata cioè all’età: 
si tratta dell’artrosi lombare, che colpisce le persone dopo i 50-55 anni.
Non esiste però un’età considerata a rischio.
    
Quali sono i fattori di rischio di ernia del disco lombare?
Sono considerati fattori di rischio le occupazioni sedentarie e l'inattività fisica, il sovrappeso, l'alta statura, la guida di veicoli a motore prolungata e costante, le vibrazioni, i lavori a elevato impegno fisico, soprattutto se comportano abitualmente il sollevamento manuale di carichi, e le gravidanze.
Come si fa la diagnosi dell’ernia discale lombare? Quali sono i sintomi?
La diagnosi dell’ernia è sia strumentale sia clinica, cioè tramite l’esame obiettivo e test clinici di coin-volgimento radicolare.
      
Considerando l'alta frequenza di ernie del disco asintomatiche e la possibile regressione di ernie sintomatiche, è raccomandabile attendere almeno 4-6 settimane dall'insorgenza dei sintomi, i prin-cipali dei quali sono dolore lombare, radicolopatia e limitazione funzionale, prima di effettuare gli esami di diagnostica per immagini.
La sintomatologia dell'ernia del disco lombare inizia in genere con il cosiddetto "colpo della stre-ga", con dolore (lombalgia acuta) accompagnato da sciatalgia, compressione del nervo sciatico da parte dell’ernia e irradiazione del dolore alla gamba.
Nella maggior parte dei casi si ha la guarigione spontanea. 
Nei casi di deficit neurologici, con perdita di forza o di sensibilità, diminuzione del trofismo e difficoltà a stare fermi a lungo in piedi si ricorre poi all'intervento chirurgico (discectomia).
  
Nei casi in cui i sintomi non regrediscono, e prima dell’intervento chirurgico è opportuno fare una Tac e una Risonanza Magnetica.
Qual è il trattamento nei casi di diagnosi di ernia
Conservativo o Chirurgico?
L’intervento chirurgico di rimozione dell’ernia è riservato a quei malati nei quali il dolore e l’invalidita’ che compromettono le nomali attivita’ della vita quotidiana  persistono per due o più mesi dall'inizio- dei sintomi.
        
La sintomatologia associata all’ernia, infatti, regredisce di frequente con i trattamenti conservativi.
Il primo approccio è il trattamento è farmacologico. 
In questa prima fase il medico può prescrivere antinfiammatori e/o antidolorifici.
Se lo specialista lo ritiene opportuno, può anche prescrivere cortisonici per via iniettiva intramusco-lare che agiscono rapidamente, calmando sia il dolore che l’infiammazione.
                       
E’ opportuno anche un moderato riposo ma si è visto in questi ultimi anni che si deve evitare di met-tersi completamente a letto: si devono alternare momenti di riposo al movimento, evitando le posi-zioni che fanno aumentare il dolore e che caricano la schiena. 
In particolare spesso la posizione che fa più male è quella seduta.
Poi si possono trovare validi aiuti nelle mani di un fisioterapista esperto. 
Alla terapia farmacologica fa seguito quindi un trattamento fisioterapico e/o osteopatico.
                       
In cosa consiste il trattamento non chirurgico? 
Quali tecniche di rieducazione adottare?
E’ possibile utilizzare delle tecniche di terapia manuale per mobilizzare la colonna favorendo un mag gior spazio per il transito della radice nervosa.
Una delle tecniche più usate per il trattamento del dolore che si irradia lungo gli arti è costituita dalla rieducazione posturale che consiste in una serie di esercizi abbastanza semplici messi a punto da una terapista di origine francese (F. Mézierès) e dai suoi allievi (Souchard), metodiche che cerca no di ridurre la pressione del disco sul nervo spingendo la parte di disco che comprime nella sua po-sizione normale, oppure allungando le catene muscolari che imprigionano e fissano la sintomatolo-gia.
                   
Nelle cure fisioterapiche strumentali  associata al massaggio decontratturante.
Per ridurre la pressione sulla radice del nervo si possono effettuare manipolazioni della colonna e trazioni manuali con un osteopata, seguire un programma di esercizi per rinforzare i muscoli addo-minali e para-vertebrali, così da dare maggiore solidità alla colonna e ridurre le sollecitazioni mecca-niche sulla radice, fare un ciclo di massoterapia, e’ indicato il riposo a letto alternato dalla ripresa dell'attività fisica con delle passeggiate quotidiane ed eseguire dei semplici esercizi di scarico e relax come ad esempio: rimanere in una posizione sdraiata a pancia in su’ con le anche e le ginocchia piegate  spesso aiuta, perchè rilassa la colonna lombare.
 
Vi è forte prova che un programma intensivo di esercizi, effettuato come trattamento conservativo per il trattamento dell'ernia del disco lombare, iniziato ed eseguito per circa  6-8 settimane, faciliti il recupero funzionale e il rientro al lavoro, senza incrementare il rischio di intervento chirurgico.
                              
Nel caso invece di un primo intervento chirurgico è infine fondamentale sapere che il rischio di recidi-va è molto alto per i due anni successivi, specie per i soggetti giovani. 
La convalescenza dura due anni circa: in questo periodo è fondamentale fare la prevenzione.
              
                
                  
          
               

                        

                           Fine
Pubblicato su Blogger oggi 25 settembre 2012 alle ore 19,58 da: Giuseppe Pinna de Marrubiu       

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