Il dolore cervicale è un disturbo alquanto comune.
E’ il risultato di una vita veloce, piena di stress e tensioni, una mancanza d’esercizio ed una pessima postura,
e l’uso di cuscini inappropriati e di letti troppo morbidi.
Può essere causato anche da traumi tipo colpi di frusta.
Alcuni pazienti sviluppano una rigidità del collo a causa di una scorretta posizione della testa a letto, special-
mente se giacciono proni con la testa ruotata da un lato.
Talvolta il dolore al collo dura parecchi giorni e va via da solo, ma quando perdura è recidivo e ricorrente:
è ora che andiate a trovare il vostro osteopata.
Le vertebre cervicali hanno molte peculiarità.
Esse proteggono il midollo spinale che trasporta in pratica tutti i nervi del corpo.
Una patologia del tratto cervicale può avere più ampi effetti e conseguenze di una stessa patologia lungo il
tratto lombare o dorsale.
Il collo deve avere un’ampia mobilità e non ha supporti come le coste per il tratto dorsale o la pelvi per
quello lombare.
Esso deve sopportare la testa ed una tensione maggiore insorge quando i muscoli degli arti superiori de-
vono svolgere un lavoro importante.
Fra l’altro nel collo passano dei vasi venosi ed arteriosi importantissimi senza dimenticare i plessi nervosi.
E’ vero che alcuni di questi vasi sono protetti dai processi traversi delle vertebre, ma ciò non li esime dal
grosso stress meccanico.
Il problema principale è la limitazione del movimento, esso può avvenire a causa di Osteoartrite della
cervicale, che viene chiamata spondilosi.
Man mano che una persona invecchia ci sono sempre dei cambiamenti a livello muscolo scheletrico, com-
preso il tratto cervicale.
Il disturbo più comune è quello che ha come sintomo principale l’irrigidimento del collo.
Questo generalmente avviene all’altezza delle ultime 3 vertebre cervicali.
I pazienti hanno difficoltà nel ruotare la testa lateralmente.
Ed un dolore s’irradia posteriormente tra le spalle e nella parte alta della schiena, può talvolta non esserci
dolore al collo.
Spesso specialmente le donne hanno un gonfiore alla base del collo all’altezza della settima cervicale il co-
siddetto gibbo di bisonte.
Appena viene risolto questo gibbo, il dolore e la mobilità migliorano notevolmente.
In queste condizioni, vi è una degenerazione del disco intervertebrlale.
Ai raggi x poco si riesce a vedere dell’impegno articolare.
Spesso questi problemi riducono il forame intervertebrale, causando pressione sui nervi cervicali.
Possono esservi formicolii, perdita di sensibilità agli arti ed alle mani, e punti dolorosi sui muscoli del col-
lo, e spesso un rumore come di sabbia nel collo, quando lo si muove, accompagna i suddetti sintomi.
Il risultato terapeutico della manipolazione non può essere evidenziato dai raggi x, sono comunque inne-
gabili i miglioramenti: del tipo guadagno del movimento e riduzione del dolore.
Il paziente comunque non viene mai manipolato in fase acuta.
E deve essere fatta una distinzione tra il problema meccanico e quello infiammatorio.
In condizioni infiammatorie il movimento in qualsiasi direzione sarà doloroso.
Casi di artrite reumatoide non vengono manipolati.
Test preliminari ed un’accurata diagnosi sono essenziali per una riuscita del trattamento osteopatico.
In ogni modo nella stragrande maggioranza dei casi il trattamento è possibile con il risultato di un grosso
miglioramento dal punto di vista del dolore e del movimento.
Degli esercizi di mantenimento vengono prescritti al paziente per consolidare i risultati raggiunti.
CERVICOBRACHIALGIA
Talvolta dei dolori alle braccia ed alle spalle sono lancinanti, corrono giù lungo l’arto raggiungendo le dita
della mano lasciando una sensazione di formicolio ed addormentamento.
Tutto ciò è dovuto all’irritazione delle radici dei nervi che fuoriescono tra la quarta vertebra cervicale e la
seconda toracica.
Vi sono due fattori che causano questo dolore lancinante:
• Il primo, la pressione del disco intervertebrale sulla radice del nervo;
• Il secondo, l’infiammazione della guaina del nervo o dei tessuti contenuti nel forame intervertebrale.
Il dolore può essere dell’intero braccio o di una porzione di esso dipende da dove avviene la pressione.
Può essere un dolore sordo o lancinante, comunque aumenta quando il paziente fa certi movimenti del col-
lo, perfino ridendo.
Anche in condizione di riposo a letto il dolore è presente l’unico sollievo è quello di porre una mano sotto
la testa.
Il paziente usualmente lamenta una rigidità del collo e dolore tra le spalle per anni prima che nel disco avven-
ga una protusione.
Quando il dolore si fa acuto, raggiungendo gli arti superiori, ed il movimento e ristretto è allora che viene fat-
ta la diagnosi di protusione discale.
Altri due test clinici possono confermare la diagnosi:
• Quando la parte bassa del collo è coinvolta, il movimento verso il lato dolente del collo aumenta, fino
ad arrivare ad un addormentamento del braccio.
• Quando una trazione assiale del collo dona una diminuzione del dolore, tutto ciò conferma la diagnosi
precedente.
Un sintomo che spesso accompagna il dolore è una debolezza dei muscoli del collo.
Talvolta il dolore è così forte che il paziente deve sorreggersi la testa mentre siede.
Perfino quando è a letto deve avere un supporto per la testa.
Il lato del dolore, formicolio, addormentamento, sensazione di punture di aghi, debolezza dei muscoli del
collo, diminuisce la forza del muscolo ed altera i riflessi: tutto dipende dal livello di lesione del disco.
Un esame clinico e neurologico può determinare il lato del livello della protusione discale.
TRATTAMENTO
In molti casi di cervicobrachialgia l’Osteopatia è efficace.
Solo quando c’è un dolore acuto ed in più nessun movimento con il collo è possibile, le manipolazioni
sono controindicate.
Prima di fare le manipolazioni, devono essere provate l’immobilizzazione del collo con un collare, rispo-
so e correnti ad onde corte, diatermia.
Se vi è la possibilità di un po’ di movimento nel collo, si possono fare delle manovre per rilassare i mus-
coli contratti, per arrivare poi ad una mobilizzazione.
Le manipolazioni vengono applicate solo quando vi è una considerevole possibilità di movimento nel collo.
Talvolta a causa dell’impegno delle vertebre toraciche è bene trattare anche le medesime.
In alcuni casi la manipolazione può essere applicata subito.
Il trattamento deve essere fatto gentilmente, e questo vale specialmente per il collo.
E’ meglio applicare un trattamento gentile e mirato piuttosto che ad ampio raggio, e per fare ciò si seguo-
no questi due punti:
• Rilassamento del tratto cervicale, spalle,e muscoli dell’alta schiena.
• La mobilizzazione prima della manipolazione.
Prima della manipolazione, è auspicabile fare delle trazioni, ma nel caso in cui la trazione non dia il risulta-
to, la manipolazione deve seguirla.
Di solito dopo la riduzione di un disco protuso od erniato, il paziente può indossare un collare onde evi-
tare stiramenti e tensioni.
Una volta che il muscolo torna ad un tono normale il collare può essere tolto.
I pazienti dovrebbero dormire su di un letto duro e senza guanciale.
Ed una volta scomparso il dolore può eseguire degli esercizi specifici per mantenere il risultato ottenuto
grazie all’Osteopatia.
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BIOMECCANICA DEL RACHIDE CERVICALE
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E’ importante conoscere la biomeccanica del rachide cervicale per capire il meccanismo di qualsiasi trau-
ma in questo tratto della colonna vertebrale.
La biomeccanica è basicamente una scienza che applica le leggi fisiche e meccaniche alle strutture biolo-
giche come muscoli, legamenti, articolazioni e varie altre.
Quindi, essendo la colonna vertebrale umana una rete complessa di queste strutture è possibile che dei
cambiamenti in queste strutture o nella posizione del cranio (Occipite o C0) in cima al tratto cervicale af-
fliggano il movimento normale in questo livello.
Inoltre, a causa della prossimità ad elementi anatomici vitali come nervi craniali, midollo spinale, tronco
encefalico, arterie ed altri vasi sanguigni è ovvio capire che qualsiasi cambiamento della biomeccanica
del rachide cervicale avrà effetti negativi su queste strutture vitali creando conseguentemente seri pro-
blemi alla salute della persona.
Sappiamo le conseguenze disastrose di una persona che si rompe il collo o che frattura o disloca una
vertebra cervicale, sicuramente possono essere invariabilmente fatali o possono essere neurologicamen-
te nocive.
Quali possono essere le conseguenze, sintomi o altri problemi che questa persona sperimenta quando non
ci sono segni visibili (come quelli visti dai RX, risonanza o TAC) di dislocamenti o fratture del tratto
cervicale?
E che cosa può succedere quando una persona riceve un significativo colpo alla testa, che risulta o no in
perdita della coscienza?
Solo perché l’analisi radiografica normale risulta in una diagnosi “Dentro dei limiti normali”, ciò non signi-
fica necessariamente che non ci sia stato alcun danno ai biomeccanismi del tratto cervicale.
Non è plausibile che niente è avvenuto alle strutture che mantengono la stabilità biomeccanica.
Si evince che come minimo i legamenti vengono stirati brevemente se non completamente lassi o perfino
strapatti.
In questi casi molto può fare la differenza anatomica della persona, l’età e la loro forza fisica che determi-
nano se essi sono fatalmente colpiti o se subiscono appena un dolore al collo.
Tra questi due estremi vi sono chiaramente molte persone che soffrono di dolore cronico e di disfunzioni
per anni prima che i dottori possano trovare realmente la causa.
Tutte le cose che sono influenzate dalla forza di gravità sono normalmente stabili quando il centro di gra-
vità è in sincronizzazione con le forze e i pesi che gli affliggono.
E’ evidente che la struttura della colonna vertebrale dell’essere umano con in cima la testa poggiata sul
tratto cervicale è meccanicamente stabile quando la testa è direttamente allineata sopra la pelvi.
Un rachide biomeccanicamente stabile è caratterizzato da una testa poggiata verticalmente sul tratto cer-
vicale e gli occhi, la mandibola, le spalle e la pelvi che sono allineati con l’orizzonte.
Non dovrebbero esserci né rotazioni della testa, delle spalle e della pelvi, né alcuna flessione anteriore o
posteriore del rachide, dalla cervicale fino a L5.
Qualsiasi deviazione dal centro indurrà un carico di forze assiali e altererà la distribuzione dei pesi della
struttura attraverso tutto il corpo.
Tutto ciò è molto evidente nel tratto cervicale.
Cambiamenti nelle strutture biomeccaniche che sostengono il cranio sull’Atlante altereranno la capacità
di distribuzione dei pesi nel tratto cervicale.
Il cambiamento risultante, nel centro di gravità, può causare asimmetrie posturali che rappresentano uno
squilibrio meccanico e psicologico nel rachide.
I traumi ai legamenti che si attaccano all’Atlante o al cranio possono portare ad un completo spostamen-
to del cranio sull’Atlante.
Le strutture anatomiche che provvedono la stabilità dell’articolazione Atlante-Occipitale sono: le membra-
ne Atlante-Occipitale anteriore o posteriore, le membrane del tentorio, i legamenti alari ed i legamenti api-
cali, i legamenti Sub-Occipitali come il Rectus Capitis Posterior Minor (RCPMI) e Maior, Obliquus
Capitis Superior e Inferior.
Il RCPMI si attacca all’arco posteriore dell’Atlante e arriva fino all’Occipite e tramite il Ponte Miodurale
alla Dura-Madre.
CHE PROBLEMI PUO' CAUSARE UN DISALLINEAMENTO
DEL TRATTO CERVICALE?
1. I muscoli e i legamenti del tratto cervicale possono causare una diretta irritazione meccanica ai nervi
che passano vicino o attraverso di loro.
Vi può anche essere una diretta irritazione causata dagli scaleni alla base del collo e anche una irritazio.
ne del nervo frenico che scorre attraverso gli scaleni.
2. Vi può essere una diretta irritazione, compressione o trazione dei nervi vitali e dei vasi sanguigni alla ba-
se del cranio, tutti passano attraverso il forame nella base del cranio all’altezza della giunzione cranio-cer
vicale.
In particolare, i nervi cranici Glossofaringeo (IX), Spinale Accessorio (XI), Vago (X) eIpoglosso (XII),
e le arterie carotidee e vertebrali.
E’ stato messo in evidenza che traumi all’altezza di C0-C1 hanno comportato anche traumi ai nervi crania-
li: Abducente (VI), Facciale (VII),Glossofaringeo (IX), Spinale Accessorio (XI), Vago (X) e Ipoglosso
(XII).
3. L’arteria vertebrale passa attraverso il forame vertebrale da C6 a C1, dopo di che perfora la membrana
Atlante-Occipitale posteriore e gira per entrare nel cervello attraverso il Forame Magno.
Cambiamenti nella posizione del cranio metteranno in tensione questa membrana ed irriteranno l’arteria.
Inoltre, l’arteria potrebbe essere occlusa a causa di una significante componente rotatoria dell’Atlante in
relazione all’Occipite e/o all’Asse.
4. Vi potrebbe essere uno stress meccanico che agisce direttamente nel midollo spinale per via dei legamenti
dentati che legano il midollo spinale al perimetro del canale neurale.
Vi potrebbe anche essere uno stress meccanico della Dura-Madre del tronco encefalico e del cervelletto
attraverso il legamento del Ponte Miodurale dall’arco posteriore dell’Atlante che va alla Dura-Madre.
5. Uno de risultati dello spostamento dell’Occipite rispetto l’Atlante ed il seguente cambiamento nel centro
di gravità è la scoliosi.
Una delle conseguenze della scoliosi può essere un’irritazione meccanica diretta dei nervi che fuoriescono
dal canale spinale in entrambi i lati della colonna vertebrale.
In un lato il nervo spinale può subire compressione e, simultaneamente, uno stretching dall’altro lato.
Un leggero stretching e la compressione dei nervi spinali possono cambiare le proprietà di conduzione di
questi nervi con la risultante attenuazione dei segnali del sistema nervoso o la loro amplificazione.
Poiché questi nervi controllano varie funzioni del corpo, non è difficile prevedere il mal funzionamento degli
organi e/o di altre strutture a causa dei cambiamenti dei segnali nervosi.
6. L’arteria carotide, che si trova al di sotto del muscolo sternocleidomastoideo, può essere compressa o sti-
rata da questo e/o da altri muscoli a causa delle forze attivate per cercare di mantenere il cranio in posizio-
ne corretta in cima al tratto cervicale e durante la rotazione della testa.
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CURA DEL TRATTO CERVICALE
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La manipolazione del tratto cervicale è una procedura Osteopatica di grande precisione e poco cono-
sciuta.
Questa manipolazione corregge la posizione delle vertebre della parte superiore del rachide che com-
prende le prime due vertebre, l’Atlante (C1) e l’Asse (C2), e l’Occipite (C0).
Correggendo l’inclinazione, lo spostamento o la rotazione di queste vertebre, il corpo diventa capace
di far fronte in maniera migliore ai vari problemi o ad eliminare completamente le numerose condizioni
patologiche innescate dal mal posizionamento dei due suddetti segmenti vertebrali.
L’Atlante è una vertebra dalla forma particolare rispetto tutte le altre del peso di circa 55 gr.
Decine di miliardi di fibre nervose dal Tronco Encefalico “viaggiano” attraverso la piccola apertura
nell’Atlante e scorrono giù nella colonna spinale.
A causa delle misure ridotte del forame dell’Atlante in stretta vicinanza con il tronco encefalico, se
l’Atlante si sposta dalla sua posizione anche se solo la frazione di un grado, come conseguenza pos-
sono risultare due cose molto gravi:
SQUILIBRIO DEL CORPO
Quando l’Atlante e/o l’Asse, rispetto all’Occipite, sono fuori dalla loro posizione anatomica, la testa
si sposta fuori dal centro del corpo.
Questo crea uno squilibrio corporeo dalla testa alla punta delle dita dei piedi. La maggior parte del pe-
so viene trasferito su un lato del corpo piuttosto che l’altro.
Se queste vertebre sono inoltre ruotate dalla loro posizione esse possono ruotare l’intera struttura spi-
nale, includendo anche la pelvi, così che una gamba diventerà più corta rispetto l’altra.
Continuare a mantenere l’Atlante in posizione scorretta è una situazione pericolosa per tutto l’intero
organismo non solo quello Osteo-muscolare-articolare ma anche per tutti quelli aspetti neurologici e
di funzionalità viscerale, perché i volumi interni (micro e macro) sono tutti alterati a causa dello squilibrio
del corpo reiterato nel tempo.
Quando le vertebre, che nel loro insieme costituiscono la colonna vertebrale, sono nella corretta posizione,
i pesi sono distribuiti in modo equanime fra i vari elementi scheletrici.
Quando l'Atlante non si trova nella sua corretta, naturale posizione, e questo è sempre dimostrabile, abbia-
mo una differenza nella distribuzione dei pesi fra le diverse parti simmetriche dello scheletro che causa uno
spostamento dell'asse verticale del corpo rispetto a quello imposto dalla forza di gravità.
Nel tentativo di mantenere l'equilibrio, sviluppiamo delle tensioni muscolari permanenti che assorbono una
considerevole quantità di energia, con conseguente comparsa di sintomi di diverso genere.
Con il passare degli anni i sintomi diventano sempre più evidenti.
RESTRIZIONE O DISTORZIONE DEI MESSAGGI CEREBRALI
ALLE DIFFERENTI PARTI DEL CORPO
Il secondo grave risultato di un Atlante e/o Asse fuori posto rispetto all’Occipite, è la restrizione o distor-
sioni dei messaggi critici dal cervello a tutte le parti del corpo.
Ogni cellula, organo, tessuto che non riceve un’adeguata energia nervosa e comunicazione dal cervello
soffrirà e degenererà.
Un Atlante che ha perso la propria posizione anatomica può costringere o distorcere gli appropriati mes-
saggi del cervello verso gli organi e gli arti attraverso tutto il corpo.
Voi potreste avere mal di piedi o soffrire di reni, ma le cause del problema non sono queste due zone,
ma se avete un Atlante sublussato è lui la causa.
Se l’Atlante rimane sublussato per anni può portare alla degenerazione degli organi, muscoli e cellule
tissutali.
Nel tempo, ciò può diventare molto grave, tutte quelle sintomatologie minime che negli anni avete sotto-
valutato vi avevano indicato che c’era un problema.
L’UNICA SOLUZIONE E' LA RIDUZIONE DELLA SUBLUSSAZIONE
DELL'ATLANTE E DELL'ASSE RISPETTO ALL'OCCIPITE
Il ripristinare la posizione anatomica dell’Atlante è eseguita attraverso una precisa e delicata manovra
osteopatica che solo mani esperte possono fare ed è consigliato a fidarsi.
Negli anni vari sono stati i metodi utilizzati per cercare di ridurre la sublussazione dell’Atlante e dell’Asse
rispetto all’Occipite, se ne contano più di quindici ma nessuno di questi alla fine è riuscito a dare risultati
in tutti i pazienti sofferenti e stabili nel tempo.
Per fortuna ora vi è una nuova metodologia che è poco diffusa ma di cui il nostro centro offre a tutti i suoi
pazienti la possibilità di trovare sollievo totale alla loro problematica.
Vi ricordiamo di non sottovalutare la delicatezza di questa zona del corpo umano e quindi di farvi esami-
nare e trattare solo da osteopati qualificati.
Per informazioni sentitevi liberi di contattarci.
I MESSAGGI DEL CERVELLO
DIRIGONO TUTTE LE FUNZIONI DEL CORPO
Come il risultato del ripristino dell’equilibrio del corpo e dell’appropriata comunicazione tra le differenti
parti del corpo e del tronco encefalico, la correzione del Tratto Cervicale Superiore spesso è stata effica-
ce in migliorare in qualche modo, e talvolta eliminare, numerosi disturbi.
Lo squilibrio del corpo e la conseguente non corretta comunicazione tra il cervello e corpo possono cau-
sare o complicare molti tipi di patologie e disturbi.
Le seguenti patologie sono elencante non perché questa procedura possa curarle tutte, ma perché dimos-
tra che il corpo può guarirsi in tanto modi diversi se è dato quello di cui necessita per guarire.
Le patologie elencate qui di seguito hanno dimostrato di migliorare, o essere talvolta eliminate, quando i
differenti pazienti si sono sottoposti alla correzione del loro Atlante e/o Asse.
Ciò non significa che queste condizioni saranno eliminate in tutte le persone che hanno il loro tratto cervi-
cale superiore riallineati.
Ciò significa che se la condizione è stata causata o complicata dall’Atlante/Asse fuori posizione, probabil-
mente la condizione migliorerà o potrà anche essere eliminata una volta che le vertebre sono riposizionate.
Le vertebre sottostanti l’Atlante assumono a loro volta una collocazione scorretta.
In alcune persone si ha una torsione di tutta la colonna vertebrale.
Intorno al midollo spinale, racchiuso da una membrana, scorre il liquido cerebrospinale, con funzione
nutritiva, protettiva e di cuscinetto per il midollo stesso.
Il liquido cerebrospinale inoltre nutre i dischi intervertebrali.
La sua libera circolazione è compromessa dalla posizione non corretta dell’Atlante con le prevedibili
conseguenze.
Le patologie per poter effettivamente beneficiare del trattamento Manipolativo Osteopatico della ridu-
zione dell’Atlante e/o Asse rispetto l’Occipite o, ancor meglio, avere remissione totale devono essere
causate o complicate da una distorsione o blocco della comunicazione cervello-corpo o da uno squili-
brio posturale.
Se tali patologie sono causate da qualcos’altro (problemi genetici, infezioni, o altro...) possono be-
neficiare solo in parte del trattamento suddetto.
Inoltre, è possibile anche avere l’Atlante sublussato e non accusare alcun sintomo; ciò non significa, in
questo caso, che la riduzione della sublussazione non apporti comunque dei benefici all’intero organismo.
Quando è eseguita una correzione del Tratto Cervicale Superiore, l’equilibrio del corpo è ripristinato.
Lo stress, la tensione e la pressione dall’area al di sotto del tronco encefalico vengono rimossi.
Ciò riattiva il flusso dei messaggi di guarigione dal cervello all’area del corpo affetta ristabilendo il pro-
cesso di auto-guarigione intrinseco in ogni organismo sano.
Anche se il disturbo o la patologia di cui soffrite non è nell’elenco qui sotto, è imperativo che voi vi fa-
ciate esaminare e diagnosticare il vostro Atlante.
Il suo ruolo su tutta la salute è così cruciale che è sempre bene, comunque, indipendente dalla propria
sofferenza, correggerlo se ve ne fosse bisogno.
ANATOMIA DELLA BASE CRANICA
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Allo scopo di far capire i tipi di problemi e di sintomi di cui uno può fare esperienza come risultato di
una Sublussazione dell’Atlante rispetto l’Occipite è necessario dare uno sguardo ravvicinato alla giun-
zione tra il cranio e la prima vertebra cervicale o Atlante.
Al primo sguardo è chiaro che non v’è abbastanza spazio alla giunzione della base cranica, in effetti è
molto simile ad una mappa stradale di nervi, vasi sanguigni e legamenti che s’incrociano nell’area.
Così non è difficile immaginare che un disallineamento tra l’Occipite e l’Atlante può avere un signifi-
cante effetto negativo sulle strutture critiche neurologiche e vascolari che si immettono e provengono
da/al cervello intorno a questa area.
LA BASE CRANICA
Questa figura mostra la base cranica e la sua anatomia, questa è un’im- magine inferiore.
Le seguenti strutture o cavità possono essere identificati, Forame Magno e vari forami.
Questi forami e quindi le strutture neurologiche e vascolari, che passano attraverso di essi, sono in stretta vicinanza con l’Atlante e con i muscoli e i legamenti attaccati all’Atlante e che lo circondano.
1. Forame Magno: questo è il buco di uscita dal cervello per il midollo spinale e l’entrata al cervello per le arterie vertebrali provenienti dal tratto cervicale.
2. Condili Occipitali: queste strutture articolari dalla forma di reni si con nettono alle facete articolari dell’Atlante.
Per usare un’analogia questi condili occipitali si equilibrano sull’Atlante proprio come uno può mettere i propri piedi nelle staffe quando va a cavallo.
Le staffe sono le facete dell’Atlante e i piedi i condili occipitali.
3. Canale Carotideo: questo canale è dove l’arteria carotidea interna passa attraverso il cranio nel- l’osso temporale petroso.
L’osso temporale è colui che ospita il meccanismo uditivo - le strutture dell’orecchio interno.
L’arteria carotidea corre attraverso questo osso molto vicino al tubo di Eustacchio.
E’ possibile che l’alterato flusso sanguigno nell’arteria carotidea sia percepito dal vostro meccanismo dell’orecchio interno.
Una compressione delle arterie compresa la carotidea al livello dell’Atlante cervicalerisulta in un difet-toso apporto di sangue e ossigeno al cervelletto e al ganglio basale del cervello.
Tra i vari effetti sono vi è una diminuita secrezione di dopomina al livello del putamen, che produce i sintomi del morbo di Parkinson etc.
4. Canale dell’Ipoglosso: qui è dove il nervo Ipoglosso o nervo craniale XII fuoriesce dal cranio dopo aver fatto il proprio percorso dal midollo (la porzione inferiore del tronco encefalico).
L’Ipoglosso è un nervo motore e fornisce un controllo motore dei muscoli della lingua.
5. Canale Giugulare: questo canale contiene tre nervi craniali maggiori e una vena, che sono:
a. Il Glossofaringeo o nervo craniale IX, che è sia un nervo motorio che sensorio, responsabile per la sensazione motoria e viscerale e di gusto. Esso innerva la parte posteriore della lingua, le pareti della faringe e l’orecchio medio. Il muscolo stilofaringeo è anche innervato dal Glossofaringeo; è una connessione interessante giacché i muscoli stilofaringei aprono e chiudono il tubo faringotimpanico influenzando il rimbalzo della cartilagine intorno al tubo. Ecco la possibile implicazione dei disturbi uditivi.
b. Il Nervo Vago o nervo craniale X, è il più vasto nervo craniale. Vago dal latino significa “vagabondo” e questo perché il vago, essendo un nervo motorio e sensorio viscerale, ha le maggiori responsabilità da un capo all’altro del corpo e quindi “vagabonda” per tutto l’organismo. Questo nervo manda controlli motori e riceve feedback sensori dalla bile e dai dotti della cistifellea attaccati al fegato, pancreas, milza, stomaco, intestini, polmoni, cuore e alle strutture bronchiali. Il Vago fornisce sensazioni al meato acustico esterno, che è il canale dell’orecchio.
c. Lo Spinale Accessorio o nervo craniale XI è un nervo motorio che controlla i muscoli del collo e delle spalle come il trapezio e lo sternocleidomastoideo, inoltre si unisce al Vago per innervare i muscoli della laringe e della faringe.
d. La Vena Giugulare.
6. Canale Stilomastoideo: il nervo facciale o (nervo craniale) VII passa attraverso questo forame per innervare i muscoli espressivi della faccia. Esso inoltre innerva il muscolo stapedio dell’orecchio medio, che agisce per smorzare la risposta degli ossicini dell’orecchio medio ai rumori e suoni troppo alti e forti.
7. Canale Condilare.
LA BASE CRANICA CON L'ATLANTE SOVRAPPOSTO
In questa figura l’Atlante è sovrapposto per mostrare la sua posizione relativa al forame e da ciò le strutture critiche che fuoriescono o entra- no nel cranio.
In una posizione non sublussata il forame è molto vicino, ricordate che ci sono molti muscoli e legamenti tra l’Atlante ed il cranio dove le strut- ture neurologiche e vascolari devono passare attraverso.
Così, quando una sublussazione, anche minima, esiste in questo livello probabilmente ci saranno gravi conseguenze all’individuo.
E’ alquanto possibile che i legamenti, “stirati” per mantenere la stabilità del tratto cervicale superiore e sostenere la testa perpendicolare, eser- citino forze compressive o di trazione sui nervi craniali e sui vasi sangui gni e intorno questi legamenti o muscoli.
Il risultato può essere segnali del sistema nervoso attenuati o un’attenua ta circolazione sanguigna.
Quale può essere il risultato se il Vago non invia impulsi a pieno ritmo e potenziale?
Non è difficile prevedere il mal funzionamento degli organi che ne conseguono.
Che cosa porterà la riduzione del flusso sanguigno al cervello?
Il risultato potrebbe essere una miriade di sintomi neurologici ed altro che si aggiunge ai disturbi che il paziente soffriva anteriormente.
SUBLUSSAZIONE DI C1-C2 ED OCCLUSIONE
DELL'ARTERIA VERTEBRALE
Un fenomeno classico di sublussazione è quando l’Atlante è ruotato in relazione al C2 e la faccetta ar- ticolare inferiore dell’Atlante entra in contatto e compromette l’arteria vertebrale.
Dato che l’arteria vertebrale trasporta il sangue al midollo spinale cervicale e alle porzioni posteriori del cervelletto, questo tipo di sublussazione potrebbe avere avverse se non gravi conseguenze all’individuo.
SOMMARIO
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La base del cranio, cioè, la giunzione tra il cranio e il tratto cervicale superiore, è impacchettata con strutture neurologiche e vascolari molto critiche.
Queste strutture fanno il loro percorso dal e al cervello attraverso il forame magno e i forami che si tro- vano nella base del cranio e passa attraverso i legamenti e muscoli responsabili in mantenere la testa in cima al tratto cervicale (collo).
Quando una persona riceve un colpo o uno scossone alla testa, il risultato può essere uno spostamento del cranio rispetto la prima vertebra cervicale (o Atlante o C1).
Questo spostamento fa sì che i legamenti e i muscoli che tengono la testa perpendicolare rispetto la co-lonna vertebrale vanno in spasmo, portando come risultato una compressione e/o trazione dei nervi vitali o dei vasi sanguigni che passano tramite essi sulla loro strada verso gli organi e le altre parti del corpo.
Effetti a lungo termine in questa situazione sul corpo fra le altre cose sono: cambiamenti biomeccanici del rachide, evidenti cambi posturali e atrofia dei muscoli chiave tipo trapezio e sternocleidomastoideo e dis-funzioni degli organi.
Si può manifestare una tensione nella parte inferiore del tronco encefalico o sulla parte alta del midollo spi-nale, portando a conseguenze che si conoscono benissimo.
INSUFFICIENZA VERTEBROBASILARE
Il Sistema Vertebrobasilare comprende le due arterie vertebrali e la loro unione che forma l’arteria ba-silare.
Questo sistema fornisce approssimativamente il 20% del rifornimento sanguigno intracranico.
Il flusso sanguigno nell’arteria vertebrale può essere influenzato da fattori intrinseci e estrinseci.
I fattori intrinseci sono Aterosclerosi, restringimento del lume dei vasi, aumentato o ridotto flusso sangui- gno.
I fattori estrinseci comprimono o urtano le pareti esterne delle arterie vertebrali.
Vi sono tre aree dove l’arteria vertebrale è vulnerabile a compressione esterne:
• A livello del forame vertebrale C6 a causa della contrazione del muscolo longus colli e/o il muscolo scaleno anteriore.
• Dentro il forame trasverso tra C6 e C2.
• A livello di C1 e C2.
La capacità di riconoscere i sintomi che possono indicare un’Insufficienza Vertebro basilare (IVB) è essenziale per una pratica manipolativa sicura del tratto cervicale. I sintomi di IVB avvengono a causa di una
ischemia nelle strutture rifornite dal sistema vertebrobasilare. Vi sono una serie di segni e sintomi che possono suggerire un’IVB: Segni di IVB
• Nistagmo • Disturbo dell’andatura • Sindrome di Horner
Sintomi di IVB
• Vertigine • Diplopia • Tinnito (acufeni) • Disfagia • Disartria • Nausea • Mal di testa occipitale • Parestesia facciale • Pallore e sudorazione • Svenimento • Cefalea da luce • Visione offuscata • Mancamento La vertigine è un disturbo comune presente in molte eziologie che deve essere distinto dalla vertigine causata da IVB. La presenza di nausea insieme alla vertigine sono un importante indicativo, durante i test, di IVB. La diagnosi di IVB è un’assoluta controindicazione per le manipolazioni del tratto cervicale ad alta velo- cità ed a bassa altezza.
INFLUENZA DEL MOVIMENTO SULL’IRRORAZIONE
DELL’ARTERIA VERTEBRALE
Il movimento esercita una certa e incostante influenza sul lume dell’arteria. Si può dire che ogni movimento massimo del cranio e del collo determina una riduzione dell’irrorazione da una o da entrambe le arterie di un individuo sano. La comparsa di disturbi, però, dipende dalla presenza di alterazioni patologiche che riducono l’elasticità del vaso. Flesso/Estensione: quasi nessuna influenza sull’irrorazione delle arterie. Le arterie vengono allungate, vengono però compresse solo dalla presenza di osteofiti. Inclinazione laterale: modesta influenza sull’arteria del lato in cui il capo è inclinato. Rotazione: durante la rotazione verso sinistra l’arteria destra viene compressa e viceversa. Movimenti combinati: ossia la circonduzione della testa (flesso/estensione, inclinazione laterale e rotazione). Comprimono notevolmente l’arteria sul lato della rotazione.
UNA POSIZIONE ERRATA DELL’Atlante PUÒ DETERMINARE,
DURANTE UNA TRAZIONE,
LA SOVRADISTENSIONE DELL’ARTERIA VERTEBRALE.
ANATOMIA DELLA SUBLUSSAZIONE DELL’ATLANTE
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La sublussazione dell’Atlante è così comune che è facilmente trascurata nel mare magnum della me- dicina.
Vi sono due ragioni per cui la maggior parte dei medici non diagnostica questo fenomeno.
Il primo potrebbe essere quello che loro dubitano completamente l’esistenza di tale sublussazione e un altro potrebbe essere quello che il loro training è focalizzato nel cercare patologie maggiori come frat-ture, tumori etc.
Lo scopo di questo articolo è di dare sommariamente le indicazioni di cosa è la sublussazione e cosa succede al corpo quando si mantiene nel tempo tale disallineamento dell’Atlante.
Il termine “sublussazione” significa “disallineamento minore”, tuttavia gli effetti conseguenti sul corpo umano come risultato della sublussazione della prima vertebra cervicale (C1 o Atlante) rispetto al- l’Occipite sono altro che “minore”.
A tutt’oggi, comunque, Anatomisti, Osteopati e Chiropratici hanno ancora aperta la discussione se è più corretto affermare che l’Atlante è sublussato o lussato, cioè dislocato; questo dubbio è ancora vivo per- ché, obbiettivamente, la morfologia anatomico-meccanica ed articolare dell’Atlante è diversa da quelle delle altre vertebre e, quindi, probabilmente più predisposta a lussarsi piuttosto che a sublussarsi.
Indipendentemente, se è più corretto affermare se un Atlante è sublussato o lussato, ciò che veramente conta, sia per il paziente che per l’Osteopata, è l’importanza di riconoscere la delicatezza di questo bre- ve tratto del rachide cervicale superiore.
La sua anatomia vascolare, nervosa e linfatica, fanno sì che la pur minima variazione dell’Atlante dalla sua sede anatomico-fisiologica comporti compressioni, trazioni, stiramenti e veri e propri blocchi alle va rie suddette vie che scorrono nei suoi passaggi limitati e stretti.
L’Atlante slogato provoca, in relazione all’angolo di rotazione, un restringimento dell’apertura del cra- nio, detto Forame Magno, e del canale vertebrale.
In seguito a questa situazione, il midollo spinale, i diversi nervi cerebrali ed altri funicoli nervosi, come pu re le arterie vertebrali, la carotide, diversi vasi e canali linfatici vengono sottoposti ad una stress per- manente.
Per capire che cosa è la “sublussazione” dell’Atlante è innanzitutto capire l’anatomia dell’Atlante stesso.
L’Atlante (C1 o prima vertebra cervicale) si articola sulla vertebra sottostante, l'Asse (C2).
Il midollo spinale con i nervi spinali che fuoriescono sono legati dai legamenti dentati ai margini interni del forame vertebrale.
Il cranio umano, grazie ai condili occipitali alla base del cranio, si articola con i condili articolari superiori dell’Atlante.
“Questa articolazione è un’articolazione a condiloidea doppia”.
I suoi legamenti sono il legamento Atlante-Occipitale Anteriore, Atlante-Occipitale Posteriore, due Atlanti-Occipitali Laterali e due “Capsulari”.
Vi è un passaggio in ogni parte del legamento Atlante-Occipitale anteriore che permette la penetrazione delle arterie vertebrali e del primo nervo cervicale.
Le arterie vertebrali entrano nel forame passando attraverso i processi trasversi dell’Atlante, penetrano il legamento, dopo di che fanno un giro verso l’alto per entrare nel cervello.
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Un numero di forti legamenti sostiene e supporta il cranio e il suo contenuto e lo attacca al tratto cer- vicale.
Molti altri legamenti e muscoli danno la capacità al movimento, flessione, estensione, rotazione, latero-flessione.
Vi sono altre strutture chiave nelle vicinanze dell’Atlante e nel legamento di supporto.
Queste sono quattro coppie di nervi cranici rispettivamente il Vago, lo Spinale accessorio, il Glossofa-ringeo e l'Ipoglosso.
Le arterie carotidi che scorrono al di sotto del muscolo sternocleidomastoideo e le vene giugulari sono anche presenti nei tessuti del collo.
Alla base del collo vicino la giunzione delle spalle vi sono dei muscoli profondi chiamati Scaleni che si dividono in anteriore, mediano e posteriore.
Gli scaleni anteriori sono di particolare interesse perché essi sono molto vicini al plesso brachiale dei nervi e all’origine delle arterie vertebrali dove loro lasciano le arterie succlavie.
Anche se l’Atlante è in cima del tratto cervicale e le suddette strutture sono vicine alla base del collo, una sublussazione dell’Atlante rispetto l’Occipite può causare una compressione del presso brachiale e/o delle arterie vertebrali tramite gli scaleni. Questo è dovuto dall’alterata distribuzione dei pesi, da uno slittamento del centro di gravità del cranio che porta in causa i muscoli della testa e del collo a sforzarsi per cercare di mantenere la testa in posizione corretta rispetto il tratto cervicale. Anche il nervo frenico che scorre tra lo scaleno anteriore e medio nel suo percorso verso il diaframma può essere coinvolto dalla compressione o trazione del legamento e del muscolo.
Nell’articolazione cervicale superiore tra Occipite (C0), Atlante (C1) e Asse (C2) possiamo eviden-ziare il posizionamento perfettamente centrale del dente dell’Asse.
Quando viene applicata una forza laterale al cranio, l’anatomia fisiologica della regione intorno all’Atlan- te è alterata.
La causa di questo trauma può essere di varie origini: una caduta giocando al pallone battendo la faccia sul terreno; un incidente automobilistico etc.
La forza è sufficiente abbastanza a spingere il cranio lateralmente facendolo scivolare sui condili dello Atlante, tuttavia l’anatomia e i legamenti di contenimento limitano in parte questo evento traumatico.
Il risultato, nel caso di un trauma subito a sinistra, è una testa piegata lateralmente a sinistra con un Atlan te elevato verso destra; il dente dell’Asse non è più centrale nel forame magno.
L’effettiva inclinazione dei condili dell’Atlante determinerà se e quanto l’Atlante ruoterà rispetto l’Occi- pite e l’Asse.
La mutata morfologia articolare dei condili porterà alla rotazione dell’Atlante, mentre i condili in posizio- ne anatomica corretta non producono un grande gioco di rotazioni.
Il cranio è alquanto pesante cosicché ogni cambiamento nel centro di gravità produrrà degli stress inde- siderabili sulle strutture all’interno dei tessuti del tratto cervicale.
Questa situazione ha importanti implicazioni per il midollo spinale, che lascia il forame magno e viaggia attraverso i forami dell’Atlante e delle altre vertebre fino alla base del rachide.
Ciò anche ha importanti implicazioni per le arterie vertebrali, che viaggiano attraverso il tratto cervicale da C6 all’Atlante, per le arterie carotidee che scorrono al di sotto dei muscoli sternocleidomastoidei e, per i nervi cranici che lasciano il forame alla base del cranio.
Tutte queste strutture potenzialmente possono essere intrappolate, compresse, stirate o comunque pos- sono subire traumi dai muscoli contratti e legamenti coinvolti per cercare di mantenere il cranio e il suo contenuto in posizione corretta.
Gli stress risultanti sulle arterie possono produrre una riduzione di apporto di sangue ossigenato al cer- vello, e sui nervi cranici può risultare in un’attenuazione del segnale del Sistema Nervoso da e al cer- vello.
Come abbiamo detto i nervi cranici che possono essere potenzialmente coinvolti sono il Vago, lo Spi- nale accessorio, il Glossofaringeo e l’Ipoglosso; ovviamente queste arterie e nervi sono di massima im- portanza per l’appropriato funzionamento e mantenimento del corpo umano.
GLI EFFETTI DELLA SUBLUSSAZIONE DELL'ATLANTE
La figura in basso a destra fornisce informazione sull’effetto che la sublussazione dell’Atlante avrà sui le- gamenti e muscoli circostanti.
In questo caso la testa sarà inclinata a sinistra, il mento sarà ruotato a destra e il collo sarà piegato a des tra. I legamenti e i muscoli della zona Sub-Occipitale e quelli che tengono la testa attaccata al tratto cer- vicale saranno quindi sotto stress e/o subiranno spasmo.
Il midollo spinale (tronco encefalico appena sopra C1) sarà “annodato” all’articolazione cranio-cer- vicale (dal cranio all’articolazione dell’Atlante).
Il cranio umano medio e il suo contenuto pesa circa 4.5 a 6 kg e sotto circostanze normali una persona può piegare e ruotare il collo senza compromettere le strutture neurologiche critiche in questo livello.
Tuttavia, quando questa “palla da bowling” di circa 5 kg è spostata, l’intero centro di gravità in ogni parte del tratto cervicale cambia e questo alterato sostegno di peso causerà effetti negativi alle strutture neurologiche e vascolari alla base del cranio e in tutto il collo, in specie in quelle strutture che sono mol- to vicine ai muscoli sotto stress.
Ricordate che le arterie vertebrali e i primi nervi cervicali sono in stretto contatto con il legamento Atlan- te-Occipitale Posteriore ed è molto possibile che questo ed altri legamenti possano irritare entrambe queste strutture.
I legamenti Sub-Occipitale e Cervicale coinvolti in questa situazione includono ma non si limitano al mus colo rectus capitus posteriore minore e maggiore, obliquus capitis superiore, obliquus capitis inferio- re, sternocleidomastoideo, scapola elevator, trapezio e scaleni (in particolare gli scaleni anteriori).
Andate ad un bowling e prendete una palla da bowling.
Bilanciatela tra le vostre dita ed allora inclinate la vostra mano così che il centro di gravità si alteri; voi vi accorgerete quanto è difficile mantenere la posizione per molto tempo.
I muscoli del trapezio sono così dolorosi che uno trova sollievo nel permettere la postura della testa di andare in avanti, nonostante nel tempo l’unico sollievo è posare la testa giù su un letto.
I muscoli stressati e quelli che subiscono spasmi cominciano a sfibrarsi e nel tempo questo è molto visibi le in una persona malata.
La loro postura è lo specchio della loro salute.
Ci sono tante atrofie nei muscoli del collo e delle spalle, nelle persone con l’Atlante sublussato, che par- te del processo di guarigione, dopo la correzione dell’Atlante, deve includere riabilitazione di questi mus coli. Queste atrofie sono molto evidenti in persone con il Morbo di Parkinson, sclerosi multipla e altre patologie neurologiche.
Un trauma alla testa può causare lo spostamento del cranio sulle vertebre sottostanti risultando in una sublussazione dell'Atlante.
Le ramificazioni della sublussazione possono stendersi a tutte le parti del corpo, nella sublussazione più benigna si sente solo un poco di dolore alla bassa schiena e nelle più gravi l’intero corpo può subire dolori disfunzioni.
I legamenti Sub-Occipitali stretti e i muscoli del tratto cervicale possono essere responsabili per i mal di testa o emicranie così come per il dolore al collo.
IL PONTE MIODURALE
Alcuni anni fa Gary Hack D. D. S. nel 1995 (“Il rapporto anatomico tra il muscolo rectus capitus posteriore minore e la dura-madre”) scoprì un legamento precedentemente sconosciuto che si attac- ca direttamente all’arco posteriore dell’Atlante e alla dura-madre del tronco encefalico e del cerveletto. Ciò viene oggi definito come il PONTE MIODURALE.
Non è difficile di immaginare che qualsiasi disallineamento dell’Atlante rispetto al cranio potrebbe con- trarre il dura-madre della zona del tronco encefalico e del cerveletto.
Gli effetti di tale contrazione probabilmente potrebbero essere mal di testa, emicranie ma anche altre conseguenze.
I ricercatori dell’Università di Michigan; “College of Osteopathic Medicine” suggeriscono che “la fun- zione dei muscoli RCPMI è quella di fornire feedback propriocettivo statico e dinamico al Sistema Ner- voso Centrale (SNC), monitorando il movimento della testa e influenzando il movimento della musco- latura circostante”.
In effetti, tra le altre articolazioni, quelle del tratto cervicale superiore sono ricche in propriocettori che forniscono il feedback posizionale al cervello per far sì che esso capisca dove le articolazioni, e quindi la testa, si trovino nello spazio, e per fare aggiustamenti appropriati durante il movimento.
TEST
Chiudete gli occhi e puntate le prime dita in entrambe le mani.
Ora provate a toccare le punta di queste dita senza aprire gli occhi.
La vostra abilità di toccare le punta delle dita è un’indicazione delle vostre abilità propriocettive.
Qualsiasi problema in questa zona potrebbe essere responsabile di sopra e sotto correzioni fatte dal vos tro cervello e si manifesterebbe come vertigini o disturbi d’equilibrio.
Le sublussazioni dell’Atlante, specialmente perché esse passano di mano in mano con alcune atrofie di questi muscoli Cervicali Sub-Occipitali, possono manifestarsi come vertigini e/o problemi di equilibrio. La Sindrome di Meniere è stata associata a disfunzioni cervicali in numerose pagine mediche.
Se il cranio è piegato, la pelvi da un lato sarà più alta per compensare lo squilibrio del corpo sollevando con sé una gamba dal terreno.
Ciò è quello che viene conosciuto come gamba corta funzionale che è opposta ad una gamba corta ana tomica.
Ovviamente la gamba non rimane sollevata dal terreno a causa del peso del corpo che la tiene per terra durante il passo.
Con la pelvi che tira su da un lato la colonna vertebrale prenderà ora un atteggiamento scoliotico.
Ora i muscoli della schiena sono contratti da un lato che manifesta dei trigger point, specialmente nei punti dove si forma la “S” della scoliosi; la lombalgia anch’essa diventa evidente ed ora il risultato di questa postura può portare a seri problemi dell’anca.
Il trascurare questa situazione porterà nel tempo ad una protesi di anca.
Problemi al ginocchio, caviglia, inguine e al polpaccio possono essere il risultato diretto di questa disfun- zione, dove le persone normalmente ci passano sopra giustificandola come un problema di invecchia- mento o un incidente.
Il cervello è la chiave che innesca questa risalita della pelvi, per cercare di allineare la pelvi e lo scheletro al di sotto del cranio.
Vi sono casi di scoliosi che sono stati completamente risolti o comunque, come mini- mo, migliorati considerevolmente risistemando e ripristinando la posizione e il movi- mento biomeccanico corretto dell’Atlante al tempo sublussato.
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Dott. Giovanni Turchetti DO
Membro della British Osteopathic Association (BOA) Membro del Australian Osteopathic Association (AOA) Membro del Deutscher Verband für Osteopathische Medizin (DVOM)
V.le Nervi 154 04100 LATINA - Tel. 0773/606316 339/6641830 - Email: info@osteopata.it
Fine 2ª Parte
Pubblicato su Blogger oggi 12 Giugno 2012 alle ore 21,10 da: Giuseppe Pinna de Marrubiu
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