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martedì 24 aprile 2012

(Scheda 30) Non tutti gli ammalati di OSTEOMIELITE sanno che lo Staphylococcus aureus è un batterio immobile.

Staphylococcus aureus 
                    http://www.kimicontrol.com/microorg/staphylococcus%20aureus.jpg
Lo Staphylococcus aureus è un batterio spesso presente sulla pelle e nelle mucose delle persone sane. Alcuni ceppi dello Staphilococcus aureus causano infezioni come setticemia, polmonite, meningite, endocardite. 
Le tossine prodotte da questo microrganismo possono causare avvelenamenti se ingerite con alimenti contaminati.
Alimenti nei quali è possibile riscontrare la presenza di tossine possono essere prodotti cotti (come la carne) o preparazioni alimentari come prodotti a base di crema. Se la conservazione degli alimenti non è idonea; alcuni ceppi di questo batterio sono in grado di produrre tossine termoresistenti.
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Articolo informativo di Giuseppe Pinna de Marrubiu, S. O. S. - “Osteomielitici d’Italia” - Onlus  «Centro Servizi Informativi On-line per Pazienti Osteomielitici».http://pdg.molig.com/img/i1095.jpg
 Ricerca tramite immagine MRSA. Che cosa è lo stafilococco aureo?
 Le Fotografie hanno descritto un ascesso cutaneo, che era stato causato dai batteri meticillina.
http://www.news-medical.net/image.axd?picture=2010%2F1%2Fmrsa_abscess_moran1.jpg
 This 2005 photograph (low resolution version) depicted a cutaneous abscess located on the hip of a prison inmate, which had begun to spontaneously drain, releasing its purulent contents. The abscess was caused by methicillin-resistant Staphylococcus aureus bacteria, referred to by the acronym MRSA.
 Le informazioni qui riportate hanno solo un fine illustrativo: non costituiscono e non provengono né
da prescrizione né da consiglio medico. 
Stafilococchi
Staphylococcus
S. aureus
Lo Staphylococcus aureus è un batterio Gram-positivo, asporigeno, della famiglia delle Staphylococ- caceae, compreso nel genere Staphylococcus.
  http://www.my-personaltrainer.it/salute/img/staphylococcus-aureus.jpgLo Staphylococcus aureus è un batterio gram-positivo di forma sferica, asporigeno, che si dispone in colonie dando origine ad ammassi batterici a forma di catenella, talvolta simili ad un grappolo d'uva. Lo Staphylococcus aureus è considerato un saprofita piuttosto comune: colonizza soprattutto le mucose nasofaringee e può essere isolato anche a livello della pelle e delle sue ghiandole, e più raramente nella vagina, nell'intestino e nel perineo.
Lo Staphylococcus aureus, così chiamato per la colorazione dorata delle sue colonie, è il più virulento dei batteri appartenenti al genere degli stafilococchi. In genere, l'organismo umano riesce a controllarne agevolmente la crescita, tanto che le colonizzazioni asintomatiche sono di gran lunga più frequenti rispetto alle infezioni; tuttavia, in presenza di un calo delle difese immunitarie lo Staphylococcus aureus può prendere il sopravvento: i soggetti più a rischio sono in neonati, in particolare prematuri, e gli anziani.
                Malattie Causate da Staphylococcus aureus Lo Staphylococcus aureus è il più comune agente eziologico delle infezioni cutanee e dei tessuti molli; si tratta in particolare di infezioni piogeniche (quindi formanti pus) che appaiono come foruncoli e ascessi. Tra le altre infezioni piogeniche correlate allo Staphylococcus aureus figurano alcune forme di gastroenterite (intossicazione alimentare), ma anche patologie più gravi, come osteomielite, artrite settica, borsite, sindrome da shock tossico, necrolisi epidermica tossica, polmonite, meningite ed endocardite. Lo Staphylococcus aureus è anche un comune responsabile di infezioni nosocomiali, e può interessare pazienti sottoposti ad interventi chirurgici o a manovre invasive, complicando la guarigione. Alcuni ceppi di Staphylococcus aureus producono tossine responsabili di due tipiche sindromi cliniche: a) la sindrome da shock tossico, caratterizzata da febbre, vomito, diarrea, stato confusionale e rash cutaneo, insufficienza multi-organo e desquamazione cutanea; b) la sindrome della cute (pseudo) ustionata, che colpisce soprattutto i bambini durante la primissima infanzia caratterizzandosi per il distacco di ampie zone di epidermide (non a caso la tossina chiamata in causa è nota come esfoliatina).
La trasmissione da uomo ad uomo avviene per via aerogena tramite la dispersione nell'area di goccioline infette emesse attraverso la tosse o gli starnuti, ma anche per contatto diretto, ad esempio attraverso le mani di un individuo infetto.
Le tossi-infezioni alimentari da Staphylococcus areus (stafiloenterotossicosi) - caratterizzate dalla comparsa, entro alcune ore dal consumo di cibo contaminato da ceppi produttori di enterotossina, di vomito incoercibile, talvolta associato a brividi, lieve rialzo termico e diarrea, - avvengono abitualmente per il consumo di alimenti contaminati, ad esempio manipolati da persone con infezioni dermatologiche stafilococciche. L'alimento più a rischio rimane il latte crudo munto da vacche con patologia mastitica, mentre la pastorizzazione e gli altri trattamenti termici distruggono il microrganismo, ma non le sue tossine. Ad esempio, la bollitura del latte appena munto o la sua conservazione in frigorifero rappresentano un valido aiuto nel controllare la moltiplicazione batterica, poiché lo Staphylococcus aureus non cresce a temperature inferiori a 5-6°C e produce tossine soltanto a temperature superiori ai 12-13°C.
Lo Staphylococcus aureus riesce a svilupparsi anche in presenza di elevate concentrazioni saline (NaCl 7,5%) e di bassa umidità, condizioni capaci di inibire la crescita della maggior parte delle specie batteriche; di conseguenza, il microorganismo può svilupparsi anche in alimenti con elevate concentrazioni di sale, come prosciutti e carni lavorate, nonché in prodotti essiccati. Oltre al latte e ai suoi derivati, sono proprio i cibi ad alto contenuto proteico, come la carne, il pesce e le uova, a rappresentare i generi alimentari più a rischio di contaminazione da Staphylococcus aureus.
Trattamento e resistenza agli antibiotici
L'uso indiscriminato di antibiotici ha portato, come spesso accade, allo sviluppo di ceppi meticillino resistenti, quindi insensibili all'azione delle penicilline e delle cefalosporine, e in epoca più recente di altri ceppi a resistenza multipla, sviluppata anche nei confronti della vancomicina, uno dei pochi farmaci, insieme alla teicoplanina, ancora capaci di debellare le infezioni di questo batterio. Dei circa due miliardi di esseri umani colonizzati da Staphylococcus aureus, è stato stimato che nel 2006 i portatori di ceppi MRSA erano compresi tra i 2 e i 53 milioni, ma altri studi attribuiscono al fenomeno una portata maggiore.
Ne consegue l'importanza di una corretta diagnosi, che preveda l'isolamento del battere - tramite esami colturali e microscopici diretti o attraverso le moderne tecniche genetiche di amplificazione del DNA - seguito da test di sensibilità agli antibiotici (antibiogramma). Dal momento che le mani rappresentano un importante mezzo con cui può essere trasmessa l'infezione da Staphylococcus aureus, è importante che il personale sanitario o chi è a contatto con persone affette provveda ad un accurato lavaggio delle mani con sapone disinfettante o con preparati a base di alcool, dopo essere entrato a contatto con i pazienti colonizzati. Tra gli antibiotici di nuova generazione attivi contro lo Staphylococcus aureus segnaliamo il quinupristin/dalfopristin, una streptogramina, e il linezolid, appartenente alla classe degli oxazolidinoni.            
                           This scanning electron micrograph shows the methicillin-resistant Staphylococcus aureus. Image credit: NIAID
       This scanning electron micrograph shows the methicillin-resistant Staphylococcus aureus. Image credit: NIAID.
Indice
Caratteristiche
È un batterio immobile che non presenta una capsula evidente ed è catalasi-positivo. 
Tali batteri crescono bene in comuni terreni di coltura, sono aerobi-anaerobi facoltativi, con la possibilità d'utilizzo del sistema dei citocromi in presenza di ossigeno e, invece, della fermentazioni in anaerobiosi.
Presentano una notevole alofilia risultando, infatti, in grado di procedere allo sviluppo anche in ambienti che vedono un'elevata concentrazione (7,5%) di NaCl (sale). 
Il nome della specie, "aureus", deriva dal fatto che le sue colture assumono una pigmentazione color giallo oro, dovuta principalmente alla sintesi di carotenoidi. 
La presenza del pigmento dipende da numerosi fattori e per il riconoscimento del batterio è necessario considerare altre peculiarità.  
S. aureus è un batterio normalmente presente a livello della cute, della mucosa della porzione anteriore del naso e della faringe nella maggioranza dei soggetti adulti. 
Di conseguenza, un'infezione da parte degli stessi è possibile in ogni momento.
La capsula polisaccaridica è fondamentalmente composta da un polimero di acidi uronici
Il suo potere antifagocitario protegge i batteri dall'azione dei neutrofili
Sono almeno 13 i polisaccaridi distinguibili, dei quali i tipi capsulari 5 e 8 sono posseduti dalla maggioranza (85%) dei batteri isolati nell'uomo.
Alla superficie della cellula batterica sono presenti diverse proteine. 
Esse possiedono la capacità di interagire con altre strutture proteiche dell'organismo umano (per esempio il fibrinogeno, il plasminogeno, la laminina ecc.).  
Queste proteine, proprio per la capacità posseduta, fungono da adesine
Tra queste va ricordata una proteina denominata clumping factor che interagisce con il fibrinogeno, legan- dolo e inducendone la precipitazione sulla superficie della cellula batterica. 
Sul vetrino, in conseguenza di ciò è possibile notare ammassi di cellule batteriche (da cui deriva il termine clump).
Per osservarli si deve mescolare su un apposito vetrino portaoggetti una goccia di plasma con un'altra goccia di una sospensione densa di stafilococchi. 
Altra proteina di notevole significato è la proteina A, situata nella parete cellulare, che può legare la porzione (Fc) di alcune immunoglobuline provocando diverse conseguenze, quali l'inibire la fagocitosi del batterio, attivare il sistema del complemento e provocare delle reazioni di stimolazione della moltiplicazione linfoci- taria.
Patogenesi
S. aureus è responsabile di infezioni suppurative acute che possono essere dislocate in diversi distretti dell'organismo.
Possibili localizzazioni:
·                     pelle
·                     apparato scheletrico
·                     apparato respiratorio
·                     apparato urinario
·                     sistema nervoso centrale
Alcuni stipiti batterici possono provocare inoltre intossicazioni e manifestazioni morbose di vario tipo a causa di alcune caratteristiche esotossine che sono in grado di produrre.
Gli strumenti dell'azione patogena di S. aureus sono vari. 
Alcuni di questi favoriscono la sua moltiplicazione, come la sopracitata azione antifagocitaria della capsula, le adesine e la proteina A
Altri sono legati all' azione di particolari esotossine ed enzimi capaci di danneggiare altre cellule o diffondersi ai tessuti limitrofi (ma anche distanti) al luogo dell'infezione primaria.
Nelle infezioni suppurative le tossine prodotte sono delle citolisine o emolisine α (la più diffusamente prodotta), β, γ e δ e la leucocidina-PV. A queste vanno aggiunte alcune peculiari tossine prodotte da specifici stipiti di S. aureus quali:
·                     la tossina epidermiolitica (detta anche esfoliatina stafilococcica A o B). 
           Essa provoca la "sindrome della cute ustionata da stafilococco" o malattia di Ritter (neonato).
·             L'enterotossina, che provoca delle gastroenteriti in seguito ad una intossicazione di tipo alimentare  causata da assunzione di cibi, ricchi di lipidi (come crema o panna, favorenti la crescita dei batteri) nei quali sia stata prodotta una certa quantità di enterotossina.
·                   La tossina dello shock tossico, causa del cosiddetto shock tossico da stafilococco che vede la com- parsa di sintomi gravi generalizzati, manifestazioni eritematose e sintomi da shok emodinamico. 
La mortalità è molto elevata.
Tra gli enzimi prodotti da S. aureus vanno ricordati:
·                    La coagulasi stafilococcica che agisce sul fibrinogeno trasformandolo in fibrina (senza calcio).
Significato ancora incerto, ma prodotta praticamente sempre nelle infezioni in atto.
·                    La stafilochinasi che trasforma plasminogeno in plasmina. 
Il significato è di aumentare la capacità invasiva (superamento di ostruzioni meccaniche come coaguli nei capillari).
·                     Le lipasi che consentono l'utilizzo di lipidi e le nucleasi per l'idrolisi di acidi nucleici.
·                     La ialuronidasi (aumenta l'invasività del batterio). 
 Abbatte, infatti, le barriere di ialuronati del tessuto connettivo.
·                     Ureasi e serino-proteasi.
Metodi di identificazione
Esame colturale
24-48 ore alla temperatura di 37 °C. 
Cresce bene nei normali terreni: il terreno base è l'agar sangue, o Columbia blood agar base. 
Tuttavia è meglio utilizzare piastre di agar agar-sangue di coniglio che evidenziano aloni di emolisi intorno alle colonie di stafilococco. 
In alternativa, sfruttando l'alofilia del batterio, si utilizzano piastre di agar in cui NaCl sia concentrato al 7,5% in modo da inibire la maggioranza degli altri batteri. 
Si può poi aggiungere uno zucchero (generalmente mannitolo) e un indicatore di pH rosso fenolo (Terreno di Chapman o Mannitol salt agar) ottenendo così il viraggio dell'indicatore in seguito alla produzione di acidi a causa della fermentazione dello zucchero operata dallo stafilococco.
La colorazione da utilizzare, allestendo preparati delle colonie, è quella di Gram
Si potrà così osservare, in caso di colonie effettivamente di S. aureus, la classica disposizione a grappolo e la colorazione Gram positiva.
La differenziazione è richiesta rispetto agli streptococchi e ai micrococchi
Dai primi S. aureus si distingue per la produzione di catalasi
Dai micrococchi, poiché questi ultimi non sono in grado di fermentare gli zuccheri, essendo aerobi obbligati.
Altre prove utilizzabili sono quelle di agglutinazione passiva mirate verso la proteina A e il clumping factor. Infine è possibile anche l'identificazione precisa degli stipiti produttori di una determinata tossina, ricercando appunto la stessa nel liquido di coltura del campione in esame. 
Per fare ciò si utilizzano tecniche di agglutinazione passiva (con l'impiego di piccole particelle di lattice la cui superficie viene ricoperta previamente di anticorpi anti-tossina), ma anche attraverso l'impiego di tecniche immunoenzimatiche.
Terapia
L'antibiotico-resistenza è una caratteristica spesso frequente di questi batteri, specie nelle cosiddette infezioni nosocomiali (vedi sotto), costituendo un problema da non sottovalutare. 
Il fenomeno della resistenza è sempre più diffuso e in rapida ascesa. 
Cefalosporine e penicilline non sono più efficaci. 
Ceppi resistenti a Vancomicina e Meticillino-resistenti sono frequenti. 
La determinazione della corretta scelta terapeutica deve basarsi necessariamente sull'antibiogramma.
Metodi di immunizzazione
Segnali incoraggianti nella direzione di un vaccino sono arrivati dal tentativo di allestirne uno nei confronti degli stipiti capsulari di tipo 5 e di tipo 8. 
La sperimentazione ha dato buoni risultati. 
L'applicazione sarebbe soprattutto la prevenzione nei soggetti a rischio, esposti per esempio al pericolo di infezioni nosocomiali.
L'autovaccino è utilizzato in individui non in grado di creare una risposta immunitaria efficace e soggetti ad infezioni di tipo cronico.
Nel 2001 è stato sequenziato il genoma di S. aureus.
Stafilococchi ed infezioni nosocomiali
Gli agenti di queste infezioni che trovano sfogo in ambiente ospedaliero sono, sempre con maggiore fre- quenza, un gruppo di batteri definiti stafilococchi coagulasi-negativi
Le cause delle infezioni sono di norma iatrogene
Sono frequentemente individuabili nel sangue di soggetti con impianti protesici ma anche intravascolari. Queste infezioni costituiscono un problema che può spesso risultare di difficile soluzione, a causa di una dif- fusa farmaco-resistenza, rivolta in molti casi a più farmaci che ha dato origine al cosiddetto MRSA (meti- cillin resistant Staphylococcus aureus).

Bibliografia 
·       La Placa, 2005, Principi di Microbiologia Medica. Decima Ed.
·   Davis Bernard D., Dulbecco Renato, Eisen Hermann N., Ginsebrg Harold S., 1993, MicrobiologiaQuarta edizione.

Staphylococcus aureus






http://depts.washington.edu/hivaids/images/derm/DM6_c01.png



http://img.medscape.com/fullsize/migrated/editorial/conferences/2006/5142/neville.fig1.jpg



RegnumBacteria • PhylumFirmicutes • ClassisBacilli • OrdoBacillales • FamiliaStaphylococcaceae • GenusStaphylococcus • Species: Staphylococcus aureus

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Pubblicato su Blogger oggi 24 Aprile 2012 alle ore 22,20 da: Giuseppe Pinna de Marrubiu

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