sabato 16 giugno 2012

(Scheda 65) 1ª Parte - Gli Antiossidanti e i problemi Osteo-Articolari.

     ANTIOSSIDANTI E PROBLEMI OSTEO-ARTICOLARI
a cura del Dott. Giovanni Turchetti
Articolo informativo di Giuseppe Pinna per S. O. S. - “Osteomielitici d’Italia” - Onlus  «Centro Servizi Informativi On-line per Osteomielitici e Pazienti dell’Ospedale CODIVILLA-PUTTI di Cortina d’Ampezzo».
                     1ª Parte 

                                ANTIOSSIDANTI E PROBLEMI OSTEO-ARTICOLARI

                                INTEGRATORI DI SINTESI O FRUTTA E VERDURA?
FRUTTA E VERDURA CRIO-EVAPORATE
L'IMPORTANZA DI FRUTTA E VERDURA
ASTAXANTINA: L'IMBATTIBILE ANTIOSSIDANTE
INFIAMMAZIONE CRONICA: IL KILLER SILENZIOSO DELLA NOSTRA SALUTE


I problemi osteo-articolari non hanno solamente un’origine biomeccanica, ossia un conflitto artico lare e nel caso di protusioni o peggio di ernie discali un conflitto vertebrale; spesso vi è una si-nergia di coofattori “negativi” che impedisce al nostro organismo di ritrovare in maniera sponta- nea la soluzione al problema.

La vita sedentaria, l’automobile, la posizione scorretta da seduti, lo stress e l’alimentazione sbaglia ta, il fumare etc.; mettono il nostro corpo sempre più sotto pressione liberando così in circolo altis simi quantitativi di Radicali Liberi, che bloccano la risposta sana dell’intelligenza intrinseca in tut- te le nostre cellule. 
In effetti, le manipolazioni sono fondamentali ma se le nostre cellule, già sofferenti e danneg-giate, non vengono aiutate con l’assunzione di Antiossidanti (vedi l’articolo FRUTTA E VERDURA CRIO-EVAPORATE), i dolori si ripresenteranno entro breve termine.
L’artrosi non è un problema dovuto solo all’età, la causa è molto più profonda, un fenomeno a li- vello molecolare che colpisce l’intero organismo: è la formazione di legami anomali tra le molecole che, invece, di scivolare tra loro, si ritrovano ad avere attrito.
La causa di questo legame anomalo tra le molecole (cross-link) è lo Stress Ossidativo, esso è causato da diversi fattori. 
Radicali Liberi sono come la ruggine, danneggiano tutto ciò che incontrano. 
Sono così potenti che l’organismo è costretto a produrre a sua volta radicali liberi superossidi per difendersi da loro. 
Però, nel caso di patologie osteo-articolari, ciò peggiora la situazione aggravando lo stato infiam matorio.
Ad aggravare la situazione l’articolazione sofferente secerne istamina, che provoca una vasodilata zione venosa; così da creare una stasi venosa nei corpi vertebrali, nei legamenti che circondano il midollo, nelle articolazioni, impedendo così una buona circolazione arteriosa. 
A causa della scarsa irrorazione sanguigna le vertebre ed i tessuti adiacenti sono malnutriti, diven-tando più sensibili alle pressioni ed alla gravità manifestando così dolore.
Ricapitolando:
• articolazioni mal irrorate +
• scarso ricambio +
• legamenti gonfi +
• edema, causato dalla sovreccitazione globuli bianchi +
• basso apporto di Antiossidanti =
Dolorose Artralgie, Discopatie, Nevralgie
Usualmente in questi casi vengono prescritti antinfiammatori ma il loro effetto è solo temporaneo, senza contare poi gli effetti collaterali. 
Nel qual caso si fosse in sovrappeso, la massa grassa oltre a gravare su tutte le nostre articolazioni, intrappolerà tutte le vitamine liposolubili, tipo vitamina E od il betacarotene, neutralizzando così una buona parte delle sos- tanze antiossidanti a noi necessarie. 
Le degenerazioni patologiche indotte da un alto tasso di Radicali Liberi sono sempre lente e subdole ed in spe-cial modo a livello osteo-articolare.
Cosa fare per arrestare questo processo degenerativo? 






• Dobbiamo innanzitutto mangiare più frutta e verdura fresca e cruda.
• Curare l’alimentazione evitando grassi saturi che causano un eccessiva produzione di prostaglan-     dine, che favoriscono l’infiammazione.
• Fare del moto quotidiano, attività fisica, costante ma leggera.
• Quando abbiamo problemi osteo-articolari dobbiamo trattarli nell’immediato con manipolazioni Os-teopatiche, in modo da recuperare il movimento.
• Assumere gli antiossidanti a base di frutta e verdura disidratate a basse temperature (leggere il nostro articolo FRUTTA E VERDURA CRIO-EVAPORATE), una miscela completa di frutta e verdura, scelte per il loro valore antiossidante (Vitamine, Antiossidanti, Minerali, enzimi, Bioflavo- noidi, Probiotici, ecc.), il tutto in un ideale equilibrio. 
La Biodisponibilità di questo eccellente prodotto, ossia la capacità di essere assimilato dal nostro organismo, è altissima oltre il 90%, più di ogni altro “integratore” sul mercato.
I risultati che ho ottenuto sui miei pazienti grazie a questo integratore fitonutriceutico, assunto in maniera corretta ed a lungo termine, sono sorprendenti.
INTEGRATORI DI SINTESI O FRUTTA E VERDURA?
L’Organizzazione Mondiale della Sanità e tutti i Ministeri della Salute Europei raccomandano di man- giare, come minimo, quotidianamente 5 porzioni di frutta fresca e cruda e 5 porzioni di verdura fresca e cruda. 
Il “National Cancer Institute” e tutte le Autorità Sanitarie Statunitensi consigliano un consumo di 7-9 porzioni di frutta, verdura e cereali, ogni giorno. 
Sinceramente quanti di noi seguono questi consigli? 
In realtà un numero veramente bassissimo, solo il 5-10% di noi lo fa, pensate che in Europa il consumo me- dio non raggiunge infatti nemmeno la metà dei livelli raccomandati.
Nell’impossibilità di prendere la quantità minima di frutta e verdura giornalmente e per potenziarne al massi- mo i loro effetti antiossidanti, esiste un prodotto naturale che serve come supplemento delle sostanze essen-ziali. 
Questo integratore di frutta e verdura crio-evaporate di cui parliamo può chiamarsi “naturale” prima perché è costituito di alimenti, poi perché mantiene la sua integrità rispetto al suo ambiente di sviluppo e crescita ed è per questo biodisponibile al 100%.
Questo integratore è fatto di frutta e verdura cruda e fresca, tutte “crio-evaporate”, selezionate a mano e lava te accuratamente in una soluzione ossidante per “ammazzare” lieviti, muffe e batteri che si trovano sempre nella frutta e verdura. 
Il processo di “crio-evaporazione” consiste nella disidratazione dei succhi a bassissime temperature, il che preserva tutte le proprietà naturali della frutta e verdura. 
In questo prodotto non elenchiamo le vitamine e i minerali individualmente, perché significherebbe elencare e conoscere circa 12.500 molecole tutt’oggi scoperte ma che ancora non sanno i loro effetti. 
Questo fitonutriceutico è un concentrato alimentare equilibrato, contenente vitamine, minerali, oligoelementi ed enzimi presenti in frutta e verdura fresca e matura. 
Poiché è un prodotto totalmente naturale, non può essere comparato ai classici integratori che sono sempre frammentati, perciò contengono un numero molto limitato di vitamine in rapporti totalmente artificiali.
FRUTTA E VERDURA CRIO-EVAPORATE
Le sostanze, che appartengono ai prodotti naturali e private del loro ambiente, cambiano la loro funzione e at tività predefinite dalla natura, in 3 maniere: Trasmutazione, Pro-ossidazione, Inefficacia.
Trasmutazione: La Legge di C. L. Kervran (scienziato francese) sulla Trasmutazione degli Elementi a De- bole Energia dimostra che l’assunzione di una singola vitamina o minerale può trasformarli nell’elemento com-plementare e opposto in virtù della Trasmutazione a Debole Energia
Per es., il manganese si trasmuta in ferro e viceversa; 
il sodio si trasmuta in potassio; 
il magnesio in calcio etc. 
In base alla scoperta di Kervran l’assunzione separata di minerali e vitamine può portare a risultati inversi a quelli desiderati comportando pericoli per la salute. 
Pro-ossidazione: Fattore negativo - le vitamine isolate dal loro contesto e dal loro ambiente favoriscono i processi ossidativi dei radicali liberi. 
Fattore positivo: Le vitamine antiossidanti, contenute nel loro contesto/ambiente, neutralizzano i radicali libe ri utilizzando altre migliaia di vitamine e fitonutrienti in sinergia.
Frutta e verdura disidratate a basse temperature apportano questi risultati.
Inefficacia: Le “vitamine” non esistono in natura, la vitamina prende questo nome quando la molecola che la rappresenta, contenuta nell’alimento, può provocare l’insorgere di malattie e fattori degenerativi proprio in relazione alla sua carenza nell’organismo. 
Queste molecole, contenute in frutta e verdura, sono circa 12.500. 
I ricercatori hanno dato questo nome solo a 14 di queste 12.500 molecole, lo 0.,0009%! 
Tutte queste molecole interagiscono fra loro e hanno funzione di vitamina o antiossidante.
Un integratore comprende, al massimo, le 14 vitamine conosciute e sintetizzate in laboratorio.
Questo integratore fitonutriceutico comprende le 12.500 molecole nel loro ambiente naturale; frutta e ver- dura. 
Queste molecole quando isolate in laboratorio ricevono l’epiteto di “vitamine”, “minerali” etc.
Sintesi:
Il nostro organismo estrae dalla frutta e verdura, che mangiamo, vitamine, minerali, enzimi, fibre e altre sos- tanze di cui ha bisogno.
Il nostro organismo estrae da questo supplemento alimentare vitamine, minerali, enzimi, fibre ed altre sostanze contenute nella frutta e verdura di cui è composto.
•Le vitamine non esistono in natura.
•La natura non ha previsto l’invenzione della “vitamina”.
•L’uomo ha “inventato” la definizione di vitamina.
L'IMPORTANZA DI FRUTTA E VERDURA
“La conoscenza a vantaggio dell’uomo”

Il rischio di sviluppare patologie degenerative, cancro e malattie cardiache è raddoppiato, spesso triplicato, se si è nella più bassa percentuale di consumo di frutta e verdura. 
Avendo determinati livelli di micronutrienti nel sangue (come alfa-tocoferolo, beta-carotene e alfa-caro tene), il rischio si riduce.
In Finlandia è stato fatto uno studio sulle vitamine con 29 mila persone, divise in 3 gruppi. 
Il primo gruppo prendeva placebo, il secondo vitamina E, e l’ultimo beta-carotene. 
La ricerca, che doveva durare 10 anni, si è fermata all’ottavo a causa dell’elevato numero di morti di per- sone che consumavano vitamina E e beta-carotene rispetto al gruppo di placebo.
Altre ricerche hanno dimostrato che non c’è stato alcun miglioramento nel tasso percentuale di cancro e cardiopatie con l’assunzione di questi elementi. 
Sembra che il processo metabolico funziona solo se si hanno determinati livelli precedenti di micronutrienti nel sangue.
Un altro studio epidemiologico sviluppato nel Massachusetts (USA) dopoguerra, fatto con oltre 10 mila pa zienti, ha messo in evidenza una corrispondenza diretta tra il consumo quotidiano di 3 porzioni di frutta e verdura e la riduzione del 22% dell’incidenza dell’ictus, di 6 porzioni diarie una riduzione del 44% e di 9 porzioni il 66%.
Pare evidente che la soluzione stia in un’alimentazione completa e naturale, di cui frutta e verdura fresca e cruda sono fonti fondamentali.
Il corpo è come una macchina intelligente dove tutte le parti funzionano in coordinamento reciproco.
L’alimento offre quello che gli serve e il corpo sa quello che gli serve, e userà quello che è disponibile a se- conda di ciò di cui ha bisogno. 
Le cellule sanno cosa fare, sanno in quali processi sono coinvolte, sanno infine quali fitonutrienti usare e non usare in ogni situazione.
Questi studi dimostrano che gli integratori isolati fanno più male che bene. 
L’organismo ha bisogno di un’alimentazione bilanciata, ricca in una grande varietà di sostanze nutrienti pre-senti principalmente in frutta e verdura.
Aggiungi un dubbio a tavola
Integratori vitaminici

Il mercato degli integratori cresce: secondo dati Nielsen, dal 1992 al 2003 in Italia il giro d’affari ha supera to 1,5 miliardi di euro l’anno. 
Ma negli ultimi vent’anni il copione sugli antiossidanti, nome che comprende gli integratori più gettonati, vitamina C, E, il betacarotene (precursore della A), oltre al selenio, è stato riscritto più volte. 
Con conclusioni talora a lieto fine, altre no. 
Un saliscendi. 
Un’ultima indagine, su Lancet, sembra dare un giudizio definitivo. 
Ha preso in esame 14 studi “randomizzati” e coinvolto 170.525 persone. 
La conclusione? 
Non solo gli integratori vitaminici non proteggono dai diversi tipi di cancro, ma sarebbero dannosi. 
“E’ questione di dosi e di forma. 
Le vitamine, preziose negli alimenti, possono diventare pericolose alle alte dosi tipiche dei supplementi” osserva Berrino
“Si è anche visto che il betacarotene a dosi elevate aumenta il rischio di cancro al polmone nei fumatori”
E altri studi hanno dimostrato che la vitamina E aumenta la mortalità cardiovascolare. 
Si riteneva avesse un ruolo chiave nella salute del cuore, poi studi epidemiologici, come il Gissi prevenzione nel 1998, suggerirono che non avesse effetti significativi sull’infarto. 
La vera soluzione sta in una dieta sana, con alimenti ricchi di queste sostanze. 
[Tratto da Panorama 15/6/2006 Anno XLIV N. 24 p. 37 Dirett. Pietro Calabrese - Gianna Milano e Daniela Ovadia]


ASTAXANTINA: L'IMBATTIBILE ANTIOSSIDANTE

Come sempre la natura è la nostra alleata nel prendersi cura del nostro benessere psicofisico, custodisce in sé risorse e segreti incredibili. 
Diverse ricerche scientifiche non fanno altro che confermare alcune delle tantissime potenzialità che la na- tura ci offre.
L’Astaxantina è una di queste preziose risorse. 
E’ un antiossidante della famiglia dei carotenoidi (ne sono stati identificati più di 600) il più potente che la scienza abbia fino ad oggi scoperto, molto di più di quelli conosciuti normalmente: licopene, luteina, beta carotene etc.
L’attività di “spazzino dei radicali liberi” dell’Astaxantina protegge i lipidi dalla perossidazione e riduce il danno ossidativo del colesterolo LDL (riducendo la formazione di placche nelle arterie), delle cellule, delle membrane cellulari e delle membrane mitocondriali. 
L’Astaxantina aumenta la forza e la resistenza, rinforza il sistema immunitario aumentando il numero di cellu le che producono anticorpi, le cellule T e le cellule T-helper.
I carotenoidi sono divisi in due classi:
Xantofille: di cui fa parte astaxantina, luteina, zeaxantina.
Caroteni: di cui fa parte ad esempio il beta carotene.
L’ASTAXANTINA naturale viene estratta dalla microscopica alga Haematococcus Algae che può conte nere fino a 40gr. per kilo di alga secca. 
Questa alga fa parte della alimentazione di vari animali, tra cui pesci, granchi, aragoste e non solo, ed è la responsabile del loro colore rosso.
La molecola di Astaxantina si differenzia da quella dei carotenoidi perché alla fine della sua molecola ha dei gruppi di Idrossile O e OH, e questo fa la piccola grande differenza in termini di capacità funzionali.
Le principali prerogative dell’Astaxantina rispetto gli altri carotenoidi sono:
• Attraversare la barriera ematoencefalica, apportando così antiossidanti ed una protezione anti-infiammat toria al cervello ed al SNC.
• Attraversare la barriera ematoretinica, apportando antiossidanti ed una protezione anti-infiammatoria agli occhi.
• Viaggia realmente attraverso tutto l’organismo, apportando una azione antiossidante ed anti-infiammato- ria in tutti gli organi e tessuti.
• Potenzia la membrana cellulare.
• Si lega al tessuto muscolare.
• Funziona come un super-antiossidante, che rapidamente elimina i Radicali Liberi e neutralizza la rior- ganizzazione elettronica dell’ossigeno.
Un questionario svolto tra 247 persone, che assumono Astaxantina, ha dimostrato che “oltre l’80% di lo- ro, che soffriva di mal di schiena, dall’osteoartrite all’artrite reumatoide, ha riportato un miglioramen- to. L’Astaxantina ha dimostrato di essere benefica, anche, nel migliorare i sintomi dell’asma e dell’ipertro fia prostatica. 
Tutte queste condizioni hanno l’infiammazione come componente, che è strettamente legata al danno ossi-
diativo”. (Guerin, et al, 2002). 
L’ossigeno è necessario per la produzione metabolica di energia nel nostro organismo. 
I mitocondri, attraverso la catena di trasporto di elettroni, usano l’ossigeno per ossidare certe molecole e generare, così, energia in forma di ATP (Adenosintrifosfato, la molecola chiave nel metabolismo energetico della cellula).
Durante questo processo l’ossigeno è ridotto in acqua, producendo numerosi Radicali Liberi derivanti dall’ossigeno o specie reattive dell’ossigeno (ROS), che sono i responsabili di molte malattie.
Normalmente, i Radicali Liberi derivanti dall’ossigeno sono neutralizzati dagli antiossidanti o dagli enzi- mi tipo la superossido-dismutasi SOD: enzima ad azione antiossidante in grado di trasformare i Radicali dell’ossigeno in perossido d’idrogeno (l’acqua ossigenata) che, anch’esso, a sua volta, può dare origine a  altri radicali; tuttavia, grazie all’enzima catalasi, il perossido di idrogeno viene trasformato in acqua.
Le ROS diventano un problema quando si ha una diminuzione della loro eliminazione o vi è una loro so- vrapproduzione, creando così lo Stress Ossidativo, che è la causa di moltissime e gravi malattie.
L’ASTAXANTINA ha dimostrato di essere un potentissimo antiossidante in numerosi studi, ci sono evi denze che l’Astaxantina può essere efficace nel potenziare il benessere generale e la qualità della vita.
Recenti studi hanno dimostrato un innalzamento della risposta immunitaria ed una diminuzione del danno del DNA nei soggetti umani a cui veniva somministrata l’Astaxantina.
E’ l’unico antiossidante capace di passare la barriera ematoencefalica, e questo permette di avere un’atti vità antiossidante sul sistema nervoso centrale, che è ricco di acidi grassi insaturi ed è altamente suscetti- bile al danno ossidativo delle ROS.
Questa molecola ha la capacità di limitare il danno prodotto dallo Stress Ossidativo indotto dalle ROS, e di migliorare la salute nei vari tessuti del corpo umano; tutto ciò è stato convalidato da varie ricerche scien- tifiche negli ultimi dieci anni.
ASTAXANTINA NATURALE O DI SINTESI?

La differenza chimica tra l’Astaxantina naturale e quella di sintesi è nell’orientazione stereochimica, cioè le proprietà spaziali delle molecole. 
Queste molecole sono chiamate “enanziomeri”
L’Astaxantina ha tre forme enanziomeriche principali, denominate 3S-3’S, 3R-3’S e 3R-3’R, dipend- endo dall’orientazione nello spazio dei gruppi idrossili (OH) in carbone chirale 3.
In poche parole, la differenziazione tra chiralità (chirale è una molecola che ammette una immagine spe culare non sovrapponibile a sé) e stereo sono fattori cruciali nella attività biologica in natura. 
Ciò perché in natura, a livello molecolare, l’asimmetria domina i processi biologici, tipo quelli enzimatici e la maggior parte delle reazioni immunitarie.
La chiralità non è un prerequisito per la bioattività, ma nelle molecole bioattive, dove uno o più centri chirali sono presenti, vengono osservate grandi differenze nelle attività dei differenti enanziomeri. 
Questo è un fenomeno generale che si può applicare a molte sostanze bioattive, come i medicinali, aroma- tizzanti, additivi alimentari etc.
La struttura molecolare dell’Astaxantina naturale è 3S, 3’S, è quella di un fitocomplesso, irriproducibile da qualsiasi laboratorio. 
Tutti gli studi hanno dimostrato che solo quella naturale, estratto dall’alga Haematococcus, ha effetti be-nefici alla salute senza alcun effetto negativo.
Il Fitocomplesso è sempre vincente rispetto a qualsiasi molecola di sintesi. 
Nel fitocomplesso ritroviamo non solo il principio attivo, bensì un’orchestra di tanti altri principi che la natura intelligentemente ha custodito in quel fitocomplesso, armonizzandolo al meglio.
L’ASTAXANTINA esiste in natura in alghe e pesce come mono- e di- esteri di acidi grassi. 
Nelle applicazioni nutriceutiche gli scienziati hanno provato che uno dei maggiori vantaggi degli esteri del- l’Astaxantina naturale è che la forma esterizzata è inerentemente più stabile che la forma libera, come è quella di sintesi, provvedendo ad una stabilità della vita nel tempo senza essere ossidata.
DISTURBI CHE POSSONO BENEFICIARE DELL’INTEGRAZIONE 
CON L’ASTAXANTINA NATURALE:
• Degenerazione della macula: la causa principale della cecità nella popolazione anziana.
• Morbo di Alzheimer e Parkinson: due delle più importanti malattie degenerative.
• Ipercolesterolemia.
• Malattie infiammatorie, virali croniche ed autoimmuni.
• Dispepsia.
• Miglioramento della fertilità maschile.
• Miglioramento delle funzioni muscolari.
• Protezione da scottature da raggi UV.
• Normalizzazione del ritmo cardiaco.
• Agente antidepressivo.
• Adattogeno.
• Iperplasia prostatica benigna.
• Ictus: ripara i danni causati dalla mancanza d’ossigeno.
• Infiammazione killer e Proteina C reattiva.
• Tendiniti.
• Sindrome del tunnel carpale.
• Traumi da stress ripetitivo.
• Artrite reumatoide.
• Intossicazione.
• Diabete.
L’ASTAXANTINA migliora la performance sportiva perché:
- Aumenta la potenza muscolare.
- Migliora la resistenza allo sforzo fisico.
- Fa recuperare più rapidamente dalla prestazione sportiva.
- Previene i dolori articolari e muscolari dopo l’attività fisica.
In uno studio a doppio cieco, condotto dal Dr. Chew ed il suo team, ha dimostrato che l’Astaxantina è un potente stimolatore del sistema immunitario.
Lo studio ha portato alla luce che l’Astaxantina:
• Stimola la proliferazione dei linfociti.
• Aumenta il numero totale di anticorpi produttori dei linfociti B.
• Aumenta il numero dei linfociti T.
• Amplifica l’attività citotossica delle cellule natural killer (NK).
• Aumenta la risposta di ipersensibilità ritardata (DTH).
• Diminuisce sostanzialmente il danno del DNA.
INFIAMMAZIONE CRONICA: 
IL KILLER SILENZIOSO DELLA NOSTRA SALUTE
Da alcuni anni i ricercatori riconoscono un altro tipo di infiammazione, la cosiddetta Infiammazione Silenziosa.
 Questo tipo di infiammazione interna ha una natura insidiosa ed è responsabile di molti disturbi cronici.
Tali disturbi sono causati principalmente da un inadeguato stile di vita e da inquinanti ambientali, portando ad uno squilibrio ormonale, che causerà l'Infiammazione Killer, infiammazione che agisce a livello siste- mico.
L’Infiammazione Cronica è dovuta principalmente al nostro stile di vita Occidentale, ed è giustamente de finita dai ricercatori come il “Killer Silenzioso”
Il Killer Silenzioso è associato ad un costante aumento delle sostanze biochimiche pro-infiammatorie nel nostro organismo.
Purtroppo, la nostra alimentazione moderna, in senso ampio, è carica di elementi che innescano tale pro- cesso. 
Perfino il Time Magazine se ne è interessato, pubblicando un articolo il 23 Febbraio 2004.
INFIAMMAZIONE ACUTA
Il processo infiammatorio è il primo dei meccanismi naturali del nostro organismo a far fronte ad un evento infettivo, virale o batterico, traumatico, intossicazione da farmaci, metalli pesanti etc. 
Esso è di vitale importanza, ed i suoi sintomi principali li conosciamo tutti, come il rossore, il gonfiore delle zone affette etc.
Indipendentemente dal tipo di causa scatenante, l’infiammazione è il primo mezzo di allerta che richiama in azione le cellule preposte alla sorveglianza e protezione, messe in moto per limitare il danno tissutale.
Queste cellule attaccano e distruggono gli agenti invasori, ripuliscono dalle cellule danneggiate, riparano i tessuti fino a che non viene ripristinato lo stato di salute. 
Questo appena descritto è lo stato infiammatorio acuto, comunque positivo per il nostro organismo.
INFIAMMAZIONE KILLER
L’Infiammazione Killer, invece, richiede al sistema di difesa dell’organismo un cronico e continuo inter- vento di basso livello infiammatorio, che, nel tempo, porta ad un vero e proprio esaurimento del sistema immunitario.
Nell’Infiammazione Killer non vi è la corretta progressione biochimica a cascata come avviene nell’in- fiammazione fisiologica, bensì ci sono reazioni caotiche che si ostacolano vicendevolmente.
Perfino i tessuti stessi perdono la loro capacità di riconoscere le loro stesse cellule da quelle che non lo so- no, identificandole come invasori e attaccandoli. 
Se questo processo perdura nel tempo, può causare grandi danni ad organi, vasi sanguigni e tessuti.
Questo non fa altro che innescare in continuazione la risposta immunitaria, predisponendo così, nel tempo, anche il terreno per malattie autoimmuni.
INFIAMMAZIONE KILLER E STRESS OSSIDATIVO
Un fattore importante nella formazione dell’Infiammazione Silente Sistemica nei tessuti è un’alta pre- senza di Radicali Liberi
Questa condizione di squilibrio è chiamata Stress Ossidativo
La presenza di Stress Ossidativo nei tessuti miofasciali può facilmente generare una risposta infiam- matoria, ad es. nei muscoli e nelle articolazioni.
La risposta infiammatoria, a sua volta, farà rilasciare nuovi Radicali Liberi nei tessuti coinvolti, innes- cando nuovamente il processo infiammatorio, e creando così un circolo vizioso.
Si è riscontrato che una dieta povera di nutrienti, l’inquinamento dell’aria, acqua dal ph acido, pesticidi, er- bicidi etc. sono pieni di Radicali Liberi.
Stress Ossidativo e Infiammazione vanno di pari passo. 
Questa coppia è implicata in vari disturbi: cardiaci (aterosclerosi, ipertensione, scompenso cardiaco), polmonari (asma, malattia ostruttiva cronica polmonare, trauma polmonare acuto), sanguigni, del sonno (insonnia,apnea notturna, etc.).
Quello che è importante capire sul dolore cronico, come quello muscolare ed articolare, è che si sviluppa principalmente da un’infiammazione gestita impropriamente e dallo stress ossidativo nei tessuti, entrambi causati da una dieta errata e da uno stile di vita scorretto.
Probabilmente, il più grande errore che può portare ad una cattiva gestione dell’infiammazione è l’assun- zione – anch’essa cronica – di FANs, cioè gli antinfiammatori non steroidei, che, dopo gli psicofarmaci, so no i farmaci più consumati dalle persone.
Nei disturbi cronici - muscolari ed articolari ma non solo – la presenza dell’Infiammazione Cronica e del lo Stress Ossidativo c’è sempre ed avviene sempre insieme, non si può avere uno senza l’altro.
Perciò, per curare correttamente questi disturbi, si deve sapere gestire i fattori metabolici che rientrano nel- l’Infiammazione Cronica e nello Stress Ossidativo.
Nonostante l’Infiammazione Cronica possa causare una moltitudine di disturbi, difficilmente ci si rende conto dei segni di avvertimento, o di quale sia il miglior modo per trattarla.
Di seguito, riportiamo una serie di fattori predisponenti, se avete almeno tre di questi fattori, avete una buo- na possibilità di essere nello stato d'Infiammazione Cronica:
1. Sovrappeso.
2. Uso di medicinali tipo statine e/o farmaci antipertensivi.
3. Senso di intontimento al risveglio.
4. Desiderio di carboidrati.
5. Senso di affaticamento costante.
6. Unghie fragili.
Ecco le principali conseguenze croniche dell’Infiammazione Killer, a livello dei vari sistemi:
Cervello e Sistema Nervoso Centrale: morbo di Alzheimer, Depressione etc.
Sistema Immunitario: Cancro, Fibromialgia, Sindrome da Stanchezza Cronica etc.
Organismo in generale: Diabete, Sindrome Metabolica, Dismetabolismo etc.
Pelle: Rughe, Cellulite etc.
Apparato genitale: Impotenza, Disfunzioni Organiche etc.
Sistema osseo: Osteoartrite, Osteopenia, Osteoporosi etc.
Apparato Cardio-Circolatorio: Infarto del miocardio, Aterosclerosi, Arteriosclerosi etc.
Vari esami, tra cui quello della Lipoproteina A, Omocisteina, Proteina C Reattiva (PCR) etc., possono in-dicarci lo stato dell’Infiammazione Cronica
Tra l’altro, alcuni di questi esami sono gli stessi che si utilizzano per diagnosticare malattie croniche come: artrite, malattia cronica delle arterie coronariche, morbo di Alzheimer, morbo di Parkinson e perfino il cancro. 
Anche da ciò si è dedotto il legame tra malattie croniche e Infiammazione Silente.
L’Infiammazione Silente è associata con una costante ed elevata quantità di ormoni pro-infiammatori: Cortisolo, Insulina, Eicosanoidi.
CORTISOLO è un importante ormone prodotto dalle ghiandole surrenali. 
E' il cortisone endogeno, le cui principali funzioni sono:
• Adeguato metabolismo del glucosio
• Regolazione pressione arteriosa
• Risposta infiammatoria
• Funzione anti-immunitaria
• Rilascio dell’insulina per mantenere i livelli di zucchero nel sangue.
Il Cortisolo viene definito come l’ormone dello stress perché viene secreto dall’organismo ad alti do- saggi durante la fase acuta di un evento stressante “attacca o fuggi” e, di conseguenza, è il responsabile di numerosi cambiamenti nel corpo legati allo stress. 
Piccole dosi di Cortisolo hanno i loro benefici effetti tipo: aumentare l’immunità, alzare la soglia del dolore etc.
Mentre il cortisolo è un’importante ed utile parte della risposta del corpo allo stress, altrettanto importante è che il corpo abbia la capacità di attivare la risposta di rilassamento, in modo tale che le funzioni del corpo possano ritornare ad un regime normale dopo l’evento stressante.
Purtroppo, la nostra civiltà super stressante ed il ritmo frenetico della vita moderna fanno in modo che il nostro organismo sia continuamente sollecitato a rispondere a degli stress, quindi è sempre sotto la fase reattiva, senza poter ritornare alla fase di recupero, portando ad uno stato di stress cronico.
Inoltre, elevati e prolungati livelli di cortisolo nel circolo sanguigno, come quelli associati allo stress cronico, hanno dimostrato avere effetti negati come:
• performance cognitiva alterata
• funzione tiroidea alterata
• squilibrio dei livelli di zucchero nel sangue (iperglicemia)
• diminuita densità ossea (osteopenia, osteoporosi)
• diminuito tessuto muscolare
• ipertensione arteriosa
• abbassamento delle difese immunitarie, alterata risposta infiammatoria, rallentamento della cicatrizzazione delle ferite etc.
• aumentato grasso addominale, sovrappeso e obesità, difficoltà nel dimagrire.
EICOSANOIDI, definiti anche “super ormoni”, sono i primi ormoni che l’organismo produce. 
Gli Eicosanoidi sono agenti biologici che governano la sintesi di tutti gli altri ormoni nel corpo, controllano il sistema immunitario, il cervello, il cuore.
Gli Eicosanoidi sono controllati dal regime alimentare dei grassi e dell’insulina, ergo possono essere con- trollati tramite l’alimentazione (omega 3, omega 6), regolando il rapporto tra insulina e glucagone.
Vi sono due tipi di Eicosanoidi: i pro-infiammatori e gli anti-infiammatori, che devono essere tenuti in equi librio se si vuole vivere in salute ed evitare malattie croniche. 
Uno squilibrio degli Eicosanoidi, ossia una maggiore produzione di pro-infiammatori, è responsabile del- l’Infiammazione Cronica che è la causa di molti disturbi: allergie, asma, artrite, attacco cardiaco, ictus, ipertensione arteriosa, cancro, depressione, infezioni croniche, morbo di Alzheimer etc.
INSULINA è l’ormone che guida i nutrienti nelle cellule. 
Esso è vitale per la sopravvivenza, in quanto permette alle cellule di immagazzinare i nutrienti o di utilizzarli per ottenere energia. 
Senza un adeguato livello di insulina, le cellule morirebbero.
In realtà, questo problema è molto raro, è molto più facile incontrare persone con il problema opposto, ossia, che producono troppa insulina, e questo non fa altro che creare sovrappeso od obesità e la quasi impossibilità di perdere peso in eccesso.
Man mano che invecchiamo, le nostre cellule diventano meno reattive all’insulina, e così il pancreas si trova a dover produrre sempre più insulina; l’aumento di insulina, a sua volta, stimola il trasporto e l’utilizzazione del glucosio e degli aminoacidi da parte dei tessuti periferici (in particolar modo il fegato ed i muscoli scheletrici).
Questa è l’insulino-resistenza, cioè una condizione caratterizzata da una diminuzione degli effetti biologici dell’insulina; in altri termini, è una condizione nella quale le quantità fisiologiche di insulina producono una risposta biologica ridotta, specie a livello dell’omeostasi glicemica.
L’iperglicemia persistente stimola il pancreas a secernere quantità maggiori di insulina, determinando co sì iperinsulinemia, che aumenta a sua volta l’Infiammazione Cronica
Una iperinsulinemia aumenta la produzione di acido arachidonico, la base di tutti gli eicosanoidi pro-infiammatori.
Più massa grassa vi è nel nostro organismo, più insulino-resistenza è presente, e di conseguenza più In- fiammazione Killer è in atto con tutta l’ampia gamma di rischi di malattie croniche. 
E se questo non fosse abbastanza, le ultime ricerche hanno portato alla luce che l’insulina induce l’infiammazione aumentando la produzione di Interleuchina-6, una citochina pro-infiammatoria, che causa la formazione della Proteina C Reattiva, uno dei marker dell’Infiammazione Killer.
L’ALIMENTAZIONE: 
IL PRIMO ALLEATO PER ABBASSARE L'INFIAMMAZIONE KILLER
Il primo metodo da applicare per far fronte all’Infiammazione Cronica è gestendo la propria l’alimenta- zione, che tutti possono applicare con del buon senso e costanza.
Brevi digiuni a solo acqua di 3 giorni sono un ottimo inizio per ridurre le tossine nell’organismo.
Fermando l’assunzione del cibo, il corpo si concentrerà nel pulire sangue e linfa, ancor meglio sostituendo l’acqua con una ottima tisana depurativa. 
Un breve digiuno aumenta, inoltre, il potere dei leucociti per distruggere i batteri che causano malattie.
Degli studi hanno dimostrato che livelli alti di glucosio ed insulina danneggiano il mitocondrio cellulare; digiu nare, invece, riduce lo stress ossidativo nel mitocondrio. 
Da sempre il digiuno è stato usato per stimolare l’abilità del fegato di rigenerarsi e ripulirsi dai rifiuti meta- bolici nel flusso sanguigno.
Il digiuno, inoltre, permette al fegato di ridurre la presenza dei messaggeri biochimici riciclati, tipo l’adrena- lina e gli altri ormoni dello stress. 
Il diminuito apporto calorico sembra avere anche un certo beneficio sul sistema immunitario, facendo ripo-sare l’intestino ed il fegato, entrambi organi chiave delle funzioni immunitarie. 
E’ risaputo che oltre il 60% del sistema immunitario è nel nostro intestino.
CONSIGLI ALIMENTARI PER RIDURRE L'INFIAMMAZIONE KILLER
- Alimentarsi con cibo fresco e della zona di dove vivete, in modo tale che non abbia viaggiato in convogli su e giù per il paese. 
Evitare quindi il cibo industriale, con conservanti, coloranti, aromatizzanti etc. 
Possibilmente, usare più cibo crudo o comunque cucinato in maniera molto veloce e non ad alta tempera- tura, ad es. a vapore.
- La colazione deve essere fatta con granaglie, noci, frutta fresca, frutti di bosco, yogurt, oatmeal etc.
- Spuntino di frutta, noci, semi oleaginosi e vegetali crudi.
- Evitare la carne e mangiare preferibilmente pesce fresco.
- Evitare i fritti e gli zuccheri.
- Alimentarsi con vegetali di colore verde, arancione, giallo di stagione.
- Bere se possibile acqua di sorgente, tisane depurative, tè verde e succhi di frutta fatti in casa di sola frut- ta, senza zucchero o latte aggiunto etc.
                                                                        Dott. Giovanni Turchetti

Dott. Giovanni Turchetti DO
Membro della British Osteopathic Association (BOA)
Membro del Australian Osteopathic Association (AOA)
Membro del Deutscher Verband für Osteopathische Medizin (DVOM)
V.le Nervi 154 04100 LATINA - Tel. 0773/606316 339/6641830 
- Email: info@osteopata.it 

                       downloadman  Fine 1ª Parte 

Pubblicato su Blogger oggi 16 Giugno 2012 alle ore 23,12 da: Giuseppe Pinna de Marrubiu




(Scheda 64) Infezione ospedaliera o Infezione nosocomiale (1ª Parte) L'Infezione ospedaliera.


Infezione ospedaliera o infezione nosocomiale
L'Infezione ospedaliera
Articolo informativo di Giuseppe Pinna per S. O. S. - “Osteomielitici d’Italia” - Onlus  «Centro Servizi Informativi On-line per Osteomielitici e Pazienti dell’Ospedale CODIVILLA-PUTTI di Cortina d’Ampezzo».
ATTENZIONE: Le informazioni qui sotto riportate hanno solo un fine illustrativo, non costituiscono e non provengono né da prescrizione né da consiglio medico. 
Una infezione ospedaliera o infezione nosocomiale è una patologia infettiva acquisita all'interno di  una struttura ospedaliera.
L'OMS le definisce "Infezioni Correlate all'Assistenza" (ICA), riunendo nel concetto due aspetti fondamentali:

queste infezioni avvengono anche in ambienti non ospedalieri come RSA (Residenze Per Anziani, Ambulatori Specialistici vari, Comunità terapeutiche psichiatriche ecc.
- L'infezione avviene quasi sempre tramite il contatto tra fonte-veicolo-ospite.
Il veicolo più frequente sono le
mani degli operatori, coinvolte in tutte le pratiche terapeutiche ed assis tenziali.



Le infezioni ospedaliere sono una delle cause dei disturbi iatrogeni e sono generalmente causate da micror-ganismi opportunistici, presenti nell’ambiente, che di solito non danno luogo ad infezioni, ma possono provo-carle in pazienti immunodepressi (immunicompressi) sia durante il ricovero sia dopo la dimissione. 
Per affrontare l’aumento delle infezioni ospedaliere e dell’inefficacia della terapia antibiotica verso tutti quei microrganismi multiresistenti impiegano nelle sale operatorie, in Svezia (come già ampiamente detto nella precedente SCHEDA nr. 62) è stato messo a punto un nuovo tipo di flusso laminare mobile - TOUL - che investe il sito chirurgico e il tavolo portaferri con un flusso d’aria "ultra-pulita" riducendo la carica batterica fino a 95% tramite filtri Hepa senza interferire con il sistema di ventilazione esistente. 
Nella clinica universitaria di Uppsala, il tasso di infezione dei pazienti operati è sceso da 5,5% a meno di 0,5%.



Una strada per combattere le infezioni ospedaliere è quella di ridurre o eliminare il numero dei microor- ganismi sulle superfici di oggetti che vengono toccati frequentemente, come maniglie, rubinetti, ringhiere, pias- tre, ecc. 
Infatti queste superfici possono ricevere e ospitare molti batteri patogeni, che poi giungerebbero ai pazienti semplicemente attraverso il contatto con uno di questi oggetti "contaminati"
Secondo alcune stime[1] l’80% delle infezioni nosocomiali si trasmette proprio in questa maniera. 
Sono in corso alcune prove all'interno di ospedali per misurare l'azione del rame e delle sue leghe, che sono materiali antibatterici; i risultati finora ottenuti sono molto promettenti: all'ospedale Selly Oak di Birmingham (Gran Bretagna) sugli oggetti in rame è stata registrata una diminuzione dell'90-100% dei batteri[2][3] e all'Hospital del Cobre di Calama (Cile) dell'84%[4].
Tre ospedali americani sono stati sede di un clinical trial, i cui dati preliminari hanno mostrato una diminu- zione del 97% dei batteri patogeni sugli oggetti in rame ed una riduzione del 40,4% del rischio di contrarre un'infezione nosocomiale da parte del paziente[5].

Tessera Sanitaria italiana
Stanza di un ospedale
Inattivazione microbica - Cinetica di inattivazione
IGIENE - Lavarsi le mani, una forma di igiene, è il metodo più efficace per evitare la diffusione delle malattie
Battericida Confezione di Ictammolo, un antisettico di origine naturale
Superfici di contatto antibatteriche in lega di rame



Note
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
  1. ^ Tierno, P., 2001: The Secret Life of Germs. Atria Books: New York, NY, USA
  2. ^ Role of copper in reducing hospital environment contamination
  3. ^ Ospedale Selly Oak - Comunicato stampa IIR
  4. ^ Effectiveness of copper contact surfaces in reducing the microbial burden (MB) in the intensive care unit (ICU) of Hospital del Cobre, Calama, Chile
  5. ^ Risk Mitigation of Hospital Acquired Infections Through the Use of Antimicrobial Copper Surfaces           
Voci correlate

PROPRIETÀ ANTIBATTERICHE



Il rame e le sue leghe sono batteriostatiche, cioè inibiscono la proliferazione dei batteri sulla loro superficie, quindi, indeneo nel combattere contro le INFEZIONI NOSOCOMIALI.
Rame e Salute
Questa utilissima proprietà viene sfruttata per le più svariate applicazioni, di cui ne citiamo qualcuna. Il tubo di rame per il trasporto dell'acqua potabile combatte la proliferazione della legionella pneumphila; le monete dell'euro sono state coniate in lega di rame, perché così diminuisce la possibilità che possano diventare veicolo di infezioni e malattie (infatti passano di mano in mano); le chiglie delle navi e i sostegni delle piattaforme off-shore ricoperti da lastre in leghe rame-nickel subiscono meno l'attacco del biofouling: in altre parole i molluschi e le alghe si attaccano su di esse con più difficoltà, o non riescono ad attaccarsi del tutto; infine ricordiamo che i funghi responsabili della peronospora delle viti vengono contrastati spargendo sulle foglie sali di rame.
Studi recenti hanno suggerito che il rame può risultare utile anche in ambiente ospedaliero, in particolare per contrastare le infezioni nosocomiali. Sono stati condotti dei clinical trial in tutto il mondo, nei quali è stata misurata la crescita batterica su come maniglie, lavabi, sponde dei letti, braccioli delle sedie, tavolini, piantane porta flebo, ecc. e facendo un confronto tra quelli realizzati in materiali convenzionali e quelli in rame e sue leghe. La scelta di questi oggetti non è casuale, dal momento che sono fortemente esposti al contatto di pazienti, visitatori e staff medico, e che i germi possono essere trasportati da un posto all'altro semplicemente toccandoli. I risultati sono stati eccezionali e confermano "sul campo" quanto osservato in laboratorio: per esempio all'Ospedale Selly Oak di Birmingham, è stato registrato un calo del 90-100% del numero di microrganismi. All'Ospedale del Cobre di Calama (Cile), in una ricerca condotta per 30 settimane in stanze di terapia intensiva, è stata osservata una diminuzione del 84% di batteri sulle superfici di rame. Uno studio condotto nei reparti di terapia intensiva di tre ospedali americani (il Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, il Medical University of South Carolina (MUSC) e il Ralph H. Johnson VA Medical Center, entrambi a Charleston) ha registrato una riduzione del 97% dei batteri patogeni sugli oggetti in rame. Lo stesso studio ha mostrato che l'applicazione del rame e delle sue leghe nelle camere di terapia intensiva ha ridotto del 40,4% il rischio di contrarre un'infezione nosocomiale. I benefici dovuti alla scelta di questo metallo possono trasferirsi non solo sulla salute dei degenti ma anche sull'intera collettività, che eviterà maggiori tempi e costi dovuti ad un prolungamento del ricovero.
presentazione
USA: IL RAME AGENTE ANTIMICROBICO
Dal 2008 la "US Environmetal Protection Agency" (EPA, l'Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti) ha approvato la registrazione del rame e delle sue leghe come agenti antimicrobici capaci di ridurre specifici batteri dannosi, responsabili di infezioni potenzialmente letali. Le prove dell'EPA sono state condotte su oltre 350 leghe di rame con un contenuto di rame superiore al 60% e hanno evidenziato che il 99,9% dei batteri è stato eliminato dalla loro superficie in meno di due ore. Si noti che è la prima volta che ad un materiale solido viene attribuito questo status; in precedenza questa registrazione era stata concessa solo a liquidi o aerosol o gas, usati come disinfettanti. In sostanza i prodotti in rame, ottone e bronzo possono essere messi legalmente in commercio negli Stati Uniti dichiarando i loro pregi sul piano della salute pubblica ed, in particolare, che essi possono giocare un ruolo chiave nel combattere le infezioni ospedaliere.

IL "BRACCIALETTO"


In molte occasioni, a margine di fiere, incontri, convegni, ci viene ripetutamente chiesto se i braccialetti in rame “, se tolgono le “energie negative”, se curano i dolori articolari, se per funzionare devono essere lavorati in una particolare maniera e così via.
Bisogna ammettere che le proprietà dei braccialetti non sono state mai effettivamente provate. Recentemente è stata però riportata la notizia di una indagine compiuta su 300 persone sofferenti di artrite, che hanno indossato …il rame: un “significativo numero” di essi ha dichiarato di aver avuto benefici dal braccialetto.
Oltretutto questi braccialetti sono stati pesati prima e dopo l’esperimento ed è risultato che avevano perso 50 mg in un periodo 50 giorni.
Il rame in conclusione può essere assimilato non solamente i cibi e l’acqua potabile, ma anche attraverso la pelle.


CORPO UMANO


Nel metabolismo umano il rame è necessario per la crescita e lo sviluppo ed è indispensabile per un buono stato di salute. Un adulto necessita di un assunzione quotidiana di 0.9 mg di rame al giorno (secondo quanto stabilito dalla National Academy of Science, USA). La quantità di rame per Kg di peso corporeo è addirittura superiore nei primi anni di vita e in condizioni fisiologiche particolari come la gravidanza e l’allattamento.
Fabbisogno giornaliero raccomandato di rame
Adulti0.9 mg
Donne incinte1.0 mg
Donne in allattamento1.3 mg
Fonte: International Copper Association
La ricerca scientifica ha evidenziato che almeno una ventina di enzimi contengono rame ed una decina di essi ne dipendono per il loro funzionamento. Il rame è necessario per lo sviluppo embrionale, la crescita infantile, la robustezza delle ossa, la maturazione dei globuli rossi e bianchi, il trasporto del ferro, il metabolismo del colesterolo e del glucosio, la contrazione del muscolo cardiaco e lo sviluppo del cervello.
Per contro la carenza di rame può comportare alcuni problemi per la salute quali: anemia, problemi cardiaci e circolatori anomalie ossee, complicazioni nel funzionamento del sistema nervoso ed immunitario, dei polmoni e dei reni, della tiroide e del pancreas.
E’ molto improbabile che la normale ingestione di rame attraverso gli alimenti o l’acqua potabile possa comportare problemi per la salute. Peraltro, nel caso non usuale che l’ingestione risulti così elevata da provocare effetti tossici, l’organismo provvede ad auto-proteggersi espellendone l’eccesso, prima che esso possa venire assorbito, attraverso il vomito.
Il rame è presente in numerosi organi del corpo umano, anche in notevoli concentrazioni, con una media generale di 1,0 mg/Kg.
Concentrazione mg Cu/Kg (persone adulte)
Fegato6.7
Cuore3.3
Cervello5.8
Scheletro0.72
Capelli16
Fonte: Landner& Lindestrom, Copper in society and environment
Non esistono malattie professionali legate al rame. La letteratura medica riporta due rame malattie riguardanti il rame: il morbo di Wilson che provoca un accumulo di metallo e il morbo di Menke, che determina al contrario una forte carenza. In entrambi i casi si tratta di disfunzionamenti del metabolismo umano di origine genetica.

RAME CONTRO LA LEGIONELLA


Il batterio della legionella può vivere in ambienti artificiali come tubazioni, serbatoi, impianti idrici e di condizionamento degli edifici; esso è responsabile della legionellosi, una grave forma di polmonite, a volte perfino letale, che si contrae solo inalando piccole goccioline "contaminate" da questi batteri, che poi si annidano nei polmoni.
Questa specie di "aerosol" è più comune di quanto si pensi: si forma durante il funzionamento di docce, grandi impianti centralizzati di condizionamento, vasche idromassaggio, apparecchiature medicali, ma anche fontane, torri di raffreddamento, sistemi antincendio ecc..
La prevenzione si effettua a partire dalla fase di progettazione: per gli impianti idrico-sanitari uno dei fattori chiave è la scelta del materiale delle tubazioni. Molte ricerche hanno infatti concluso che nei tubi di rame il numero di legionelle presenti è più basso rispetto ai tubi in plastica e in acciaio; anzi: il rame è l'unico materiale usato nell'impiantistica ad avere proprietà antibatteriche.
Le ricerche hanno anche evidenziato che le tubazioni di rame limitano lo sviluppo del biofilm: ciò è importante, poiché è proprio all'interno del biofilm che i batteri possono trovare nutrimento e protezione.
Le proprietà batteriostatiche del rame e delle sue leghe non sono ristrette solo alle tubazioni di acqua potabile, ma sono applicabili alle superfici con cui una persona viene spesso a contatto, come per esempio maniglie, corrimano, rubinetti ed altro ancora.
Un recente studio condotto all'interno di un ospedale ha misurato la sopravvivenza di batteri su superfici di diversi materiali: sugli oggetti in lega di rame c'era oltre il 90% di microrganismi in meno rispetto a oggetti simili, ma fatti in materiali più comuni, come l'acciaio inox.
RICERCA 2003 DEL KIWA WATER RESEARCH 
Il KIWA Water Research, un prestigioso istituto di ricerca e certificazione olandese specializzato in temi ambientali e relativi alle acque, ha condotto uno studio per esaminare l'influenza dei materiali delle tubazioni più diffuse (rame, acciaio inox e PE-X) sullo sviluppo della legionella. Ciò è stato effettuato attraverso tre impianti (uno per ciascun materiale) che simulavano il normale funzionamento di un impianto domestico di acqua potabile, con le relative fasi di ricircolo, circuito aperto, shock termici. La temperatura dell'acqua è stata mantenuta a 37°C, cioè quella di massimo sviluppo della legionella.
Uno dei dati più significativi per valutare l'influenza del materiale è la velocità di sviluppo del biofilm - che fornisce nutrimento e protezione ai batteri - misurato indirettamente attraverso il livello di ATP (l'adenosin-trifosfato), una molecola presente in tutti gli organismi viventi; la velocità media è stata di 3,4 pg di ATP per cm2 al giorno nel tubo di rame, 3,8 nel tubo d'acciaio e 14,8 nel tubo di PEX (cioè 4,3 volte maggiore rispetto al rame).
Un altro parametro importantissimo è la quantità di legionella all'interno del biofilm, che conferma l'influenza del materiale delle tubazioni: tenendo conto di tutte le misure effettuate, il massimo valore trovato per il tubo di rame è di 600 cfu/cm2, contro gli 8.000 cfu/cm2 dell'acciaio e i 20.000 cfu/cm2 del pex (cfu è acronimo inglese di unità formanti colonie, parametro che indica approssimativamente la quantità di batteri).
RICERCA 2007 DEL KIWA WATER RESEARCH 
La successiva ricerca effettuata dal KIWA Water Reseach ha esaminato più a fondo l'effetto combinato materiali-temperatura, studiando la proliferazione dei batteri anche a 25°, 55°C e 60°C, valori scelti in base a parametri normativi/legislativi olandesi.
In questa nuova ricerca è stato aggiunto un quarto impianto in PVC-c e la lunghezza delle tubazioni è stata aumentata a 15 m.
A 25° è stato osservato che la legionella poteva sopravvivere nell'acqua e nel biofilm negli impianti in PeX-a, PVC-C acciaio inox, ma non era rilevabile in quello con i tubi di rame. A 55°C la legionella subiva pochissime "perdite", o addirittura nessuna, nell'acqua dei tubi in PeX-a, PVC-C e acciaio, mentre in quelli rame scompariva completamente ( e già crollava a 50°C).
Bisognava giungere a fino a 60° C per osservare la completa disinfezione anche negli altri materiali.
Ma il rame ha contrastato lo sviluppo della legionella fin dal principio: la colonizzazione dell'impianto in rame ha richiesto molti sforzi; nel corso dello studio si sono dovute effettuare complessivamente 5 inoculazioni di legionelle in più rispetto agli impianti degli altri materiali: gli stessi ricercatori hanno sottolineato che "la lunghezza dei periodi di avviamento è stata determinata solamente dalla lenta crescita e a volte perfino dalla morte delle legionelle nei tubi di rame".

IL RAME IN CUCINA


Il rame non trova solamente un largo impiego in agricoltura e nell’alimentazione animale, ma anche in cucina. Come ben sanno i cuochi, questo metallo possiede una conduttività termica così alta da evitare i rischi di surriscaldamenti locali, che fanno “attaccare” i cibi. Oltretutto i fondi dei recipienti in rame non rischiano di rovinarsi o deformarsi.
Il rame può presentarsi naturale o stagnato.
In generale, il rame naturale può essere usato per cuocere, ma non per conservare gli alimenti. Inoltre deve essere utilizzato in assenza di sostanze quali acidi o acidi grassi che possono intaccare il metallo e, conseguentemente, deteriorare gli alimenti. In questi casi viene usato il rame stagnato. Qui, lo stato superficiale di stagno protegge il recipiente dall’attacco delle sostanze acide.
Recipienti in rame sono tradizionalmente usati per la produzione di alimenti, come polenta, formaggi, verdura, cioccolato, marmellata e dolciumi e nel caso della produzione di birra e nella distillazione. 
FORMAGGI 
Il rame viene largamente impiegato nel campo caseario: tra i formaggi più noti ricordiamo il comte, lo sbrinz, l’emmenthal, il gruviera, la fontina e il grana padano e soprattutto il parmigiano reggiano. Per questi ultimi il marchio impone l’uso di caldaie in rame. 
L’utilizzo delle caldaie in rame è fondamentale non solo per ragioni tecnologiche (trasmissione del calore, non adesione del latte alle pareti, diminuzione tempi di cottura) ma anche per fattori biologici: il rame influenza l’acidificazione, la maturazione e le reazioni biochimiche durante la caseificazione, a tutto vantaggio delle proprietà organolettiche del formaggio. 
DISTILLAZIONE 
La maggior parte degli elementi che costituiscono il corpo di una distilleria (la caldaia, il cappello, la serpentina di raffreddamento, il collo di cigno) sono in rame. 
L’utilizzo di alambicchi in rame è addirittura obbligatoria per la fabbricazione del Cognac e del Armagnac. La scelta del rame è dovuta non solo alla nota capacita di scambio termico, ma anche ad una ragione chimica: il rame si combina con alcune sostanze a base di zolfo contenute nelle vinacce, formando il solfuro di rame, insolubile, che precipita e non finisce nel distillato. In caso contrario, le proprietà organolettiche di quest’ultimo sarebbero compromesse. 
CONSERVE E MARMELLATE 
Il rame è utilizzato anche nell’industria conserviera, soprattutto in quelle produzioni che richiedono l’uso di recipienti aperti. Si noti che la conducibilità del rame, oltre a garantire una uniforme distribuzione del calore, permette di ridurre del 30% i tempi di cottura rispetto ai recipienti in inox; il rapido incremento della temperatura è molto importante perché permette di preservare il colore e gli aromi dei frutti.


RAME NEGLI ALIMENTI


Come si assume il rame nell'organismo? Semplice, con l'acqua e col cibo. Numerosi cibi contengono rame. Generalmente una dieta ricca di rame include crostacei, noci, fegato, legumi e cioccolato. Altri cibi fonti di rame sono per esempio i piselli e funghi.
Pollo e riso sono relativamente poveri in rame, ma essendo consumati in quantità più alta possono dare un contributo significativo. Anche l'acqua potabile contiene rame.
La quantità dipende dalle falde e dai suoli dai quali proviene.
In genere il fabbisogno giornaliero di rame si aggira dal milligrammo in su, e alle donne in gravidanza o in allattamento ne viene raccomandata una quantità maggiore.
Ecco la quantità di rame (in µg/Kg) contenuta in alcuni cibi:
 
Spinaci (foglie)21250-52200Fegato di animali20000
Patate2070Carni2500
Pomodori890Crostacei20000
Pane1630Salame440
Riso3550Cioccolato (amaro)8800
Formaggio750-7800Cioccolato (al latte)2120

RAME E SALUTE

Il rame è presente in natura e disponibile in varie forme e concentrazioni nella crosta terrestre, negli oceani, nei laghi e nei fiumi. La vita umana, come quella degli animali e delle piante, si è sviluppata assieme a questo metallo presente in natura e, pertanto, la maggior parte degli organismi possiede meccanismi interni atti ad utilizzarlo.
Gli esseri umani e gli animali assimilano il rame da numerose fonti. Trattandosi di un elemento naturale, il rame è contenuto in gran parte degli alimenti che mangiamo e dell'acqua che beviamo. L'apparato digerente del corpo assimila la quantità di rame necessaria per godere di una buona salute attraverso un efficiente sistema di assorbimento, l'omeostasi. Il rame assunto in quantità superiore al necessario viene espulso.
Il rame è indispensabile per un buono stato di salute: estremamente utile per lo sviluppo dei bambini, per la robustezza delle ossa, la formazione dei globuli rossi e bianchi, il trasporto del ferro, il metabolismo del colesterolo e del glucosio, la contrazione dei muscoli del cuore e lo sviluppo del cervello. Una carenza di rame, al contrario, può provocare problemi di salute come anemia, problemi cardiaci e circolatori, anomalie nello sviluppo osseo nonché complicazioni nel funzionamento dei sistemi nervosi ed immunitari, polmoni, tiroide, pancreas e reni.
Oltre a tutto questo, il rame fornisce un importantissimo contributo all’igiene pubblica: possiede naturale proprietà batteriostatiche e, pertanto, è in grado di prevenire la proliferazione degli organismi patogeni nell'acqua potabile e sulle superfici domestiche. Le tubazioni degli impianti idraulici in rame possono contribuire a combattere determinati virus e batteri come quello che provoca la Legionellosi. 

VRA


"Innovazione per noi significa anche sfruttare le conoscenze e la tecnologia per produrre rame nel modo più sicuro ed eco-compatibile. Ed è qui che entra in gioco la nostra recente valutazione volontaria del rischio per il rame (VRA): l'industria del rame è stata la prima in Europa a portare a termine un processo che ha dimostrato ai legislatori di ogni paese che noi abbiamo anticipato severe linee di condotta a tutela della salute, della sicurezza e dell'ambiente. Questa VRA è la prova che abbiamo già adempiuto al nostro dovere di sollecitudine e che siamo già pronti per REACH. Siamo e continueremo a essere innovativi, preparati. In una parola, avanguardia."
John Schonenberger, Direttore generale European Copper Institute

Nel corso dell'anno 2000 l'European Copper Institute, per conto della Industria europea del rame ha deciso volontariamente di presentare una valutazione dei rischi (Voluntary Risk Assessment, VRA) connessi alla produzione, utilizzo e fine vita del rame metallico, delle polveri di rame e di quattro suoi composti.
Il processo di valutazione è stato concordato con l'Istituto Superiore di Sanità, essendo l'Italia il paese incaricato della revisione per conto della Commissione Europea e degli Stati Membri dell'Unione; l'Istituto Superiore di Sanità ha esaminato le procedure, fornito una guida sulle metodologie e riveduto i risultati.
Nel maggio 2005 l'Italia, per conto dell'European Copper Institute, ha sottoposto alla revisione della Commissione Europea e degli Stati Membri una bozza di un documento di valutazione del rischio. Il processo di revisione è stato completato nell'Aprile del 2008, dopo tre anni di analisi dettagliate e migliorative.
Il dossier sulla valutazione del rischio è stato approvato dal Technical Committee for New and Existing Substances (TCNES) della Commissione Europea; lo Scientific Committee on Health and Environmental Risk (SCHER) della Commissione Europea ha svolto una valutazione finale ed ha ulteriormente approvato le conclusioni sulla caratterizzazioni dei rischi per l'ambiente e la salute umana.
La valutazione complessiva, che copre gli aspetti della produzione, utilizzo e fine vita della catena del valore del rame, mostra che il quadro legislativo vigente garantisce in generale l'ambiente, la salute degli addetti all'industria e la popolazione europea.
Le principali conclusioni raggiunte dalla Commissione Europea e dagli esperti degli Stati Membri sono le seguenti:
  • l'utilizzo dei prodotti di rame risulta, in generale, sicuro per l'ambiente e per la salute dei cittadini dell'Europa.
  • il valore soglia perché si verifichino effetti acuti è di 4.0 mg/l di rame nell'acqua potabile, mentre il livello cui il grande pubblico è in generale esposto risulta di 0.7 mg/l. Ciò è coerente con il livello guida del rame di 2.0 mg/l, stabilito dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.
  • per gli adulti, l'assunzione minima giornaliera di rame attraverso la dieta è di 1 mg, con una soglia massima di 11 mg. L'assunzione media reale si colloca tra 0.6 e 2 mg, suggerendo così che un aspetto problematico possa essere quello di una carenza.
  • in Europa i livelli di sicurezza per la presenza del rame nelle acque dolci e marine sono rispettivamente di 7.8 e 2.6 μg/l. Il livello di sicurezza per la presenza del rame nel suolo è di 79 mg/kg di peso secco. I livelli di sicurezza nei sedimenti delle acque dolci, di estuario e marine sono rispettivamente di 87, 144 e 338 mg di Cu per kg di peso secco. I livelli di rame effettivamente misurati in Europa nelle acque, nei sedimenti e nei suoli risultano generalmente molto al di sotto di queste soglie di sicurezza.
  • rischi ambientali sono possibili nel 14% dei siti industriali, laddove i trattamenti in loco delle acque sono insufficienti o dove gli effluenti nell'acqua presentano un basso livello di diluizione.
  • rischi professionali per la salute sono possibili in alcuni siti industriali, specialmente per i lavoratori occupati nella produzione di composti chimici e polveri di rame.
  • il rame non è un materiale CMR (cancerogeno, mutageno, dannoso per la riproduzione) o PBT (persistente, bio-accumulante, tossico).
Per accedere ad un riassunto della valutazione del rischio del rame, leggi la brochure dell'ECI (la traduzione in italiano è qui); il dossier completo di 1800 pagine (in inglese) è scaricabile dal sito dell'ECI e da quello dell'European Chemical Agency (ECHA).
Per accedere ai kit informativi, clicca qui.

Valutazione dei Rischi del Rame

Un’Industria Pioniera

Nell’aprile 2008, l’industria del rame ha completato una valutazione volontaria dei rischi del rame. L’esauriente valutazione, coprente gli aspetti produzione, uso e fine della value chain del rame, mostra che il quadro legislativo esistente in Europa tutela, in linea generale, l’ambiente, la salute dei lavoratori dell’industria e del pubblico generale.
La valutazione dei rischi è stata concordata dalla Commissione Europea e dagli Stati Membri dell’UE. Il Comitato Tecnico della Commissione Europea per Sostanze Nuove ed Esistenti e il Comitato Scientifico della Commissione Europea per i Rischi della Salute e dell’Ambiente (SCHER), hanno effettuato anch’essi una valutazione e avvallato le conclusioni sulle caratterizzazioni dei rischi per la salute dell’uomo e dell’ambiente. 
La “Copper Voluntary Risk Assessment” è la prima relazione dell’industria pubblicata sul sito web ufficiale dell’ European Chemical Agency (ECHA). Cliccate qui per accedere alla documentazione completa del sito web ECHA.





 


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Pubblicato su Blogger oggi 16 Giugno 2012 alle ore 15,03 da: Giuseppe Pinna de Marrubiu