Un medico aquilano in guerra contro le infezioni ossee
Articolo informativo di Giuseppe Pinna per S. O. S. - “Osteomielitici d’Italia” - Onlus «Centro Servizi Informativi On-line per Osteomielitici e Pazienti dell’Ospedale CODIVILLA-PUTTI di Cortina d’Ampezzo.
L’AQUILA. Personaggi aquilani che si sono fatti onore fuori Regione con le loro storie e i loro legami con la terra d’origine.
Uno di questi è Francesco Centofanti, tra i più importanti chirurghi ortopedici d’Italia, nato all’Aquila da una famiglia di commercianti molto nota.
Il musicologo Francesco Sanvitale, suo amico da anni, ne racconta la storia fra passato e presente.
Articolo originale di Francesco Sanvitale*
- ripreso e adattato da Giuseppe Pinna de Marrubiu per S. O. S. - “Osteomielitici d’Italia” - Onlus
Francesco Centofanti pur restando tra i maggiori chirurghi ortopedici italiani si dedica sempre più ormai al “Quinto cavaliere dell’Apocalisse”: l’infezione ossea, nelle sue varie e subdole forme.
Il Professor Francesco Centofanti, aquilano, classe 1945, è il Primario dell’Istituto Codivilla-Putti di Cortina d’Ampezzo: il centro italiano di eccellenza per la cura delle malattie infettive dell’apparato scheletrico e centro di alta chirurgia ortopedica e di interventi per traumatologia, riconosciuto dal Ministero della Salute e soprat- tutto disposto in una rete internazionale con le sue ricerche ed apprezzatissimo nel mondo accademico per la sua gloriosa storia di studi e sperimentazioni legati al sistema osteoarticolare.
Centofanti, che proviene da una facoltosa famiglia di commercianti abruzzesi (con radici, le sue, all’Aquila e a Lanciano, legate con il ramo dei celebri musicisti attivi per oltre un secolo nel mondo delle bande musicali), ebbe da ragazzo le idee chiare: fare il medico.
In questo sostenuto appieno dal padre, don Vittorio, un’istituzione all’Aquila almeno tra gli ultracinquantenni.
In questo sostenuto appieno dal padre, don Vittorio, un’istituzione all’Aquila almeno tra gli ultracinquantenni.
Era un affermato imprenditore nel settore del commercio alimentare di alta qualità: torrefazione, panificio, bar e caffè come il Gran Caffè Eden e poi il celebre negozio di “droghe e coloniali” sotto i portici della Cassa di Rispar- mio con un angolo per la mescita soprattutto della celebre “China Centofanti” versata con amichevole ritualità da don Vittorio e che era parte di un’altra fiorente attività: la distillazione di liquori come centerbe o punch.
I Centofanti erano perfettamente inseriti in quel notabilato di provincia, fiorente agli inizi del 900 e spazzato via dalla nuova organizzazione sociale sorta in Italia alla fine degli anni 60.
I notabili erano professionisti, proprietari terrieri e immobiliari, alti funzionari dello Stato, gli ufficiali delle guarnigio- ni cittadine, i superstiti delle famiglie aristocratiche e i commercianti ma da un certo livello in su.
Frequentavano il Circolo Aquilano, non ostentavano ma contavano.
Don Vittorio non era pago dei guadagni e del raggiunto status sociale ed economico.
Intuiva che gli affari fiorenti non dovessero soltanto servire ad accumulare i danari, né ad assicurare l’agiatezza di una vita sicura, ma dovevano far crescere il prestigio familiare attraverso il sapere, la conoscenza: insomma non essere schiavi del danaro ma asservirlo al miglioramento, non solo materiale, della famiglia.
Dunque, studiare.
E così il nostro Francesco, che altro non cercava, dopo la maturità conseguita nel celeberrimo Liceo-Ginnasio “Cotugno”, andò via verso l’Alma Mater Studiorum dove conseguirà la laurea a spron battuto e a pieni voti nel luglio del 1969.
Subito si avvia alla specializzazione in ortopedia, specialità di cui seguiva le lezioni già dal quinto anno.
Intanto sorge il dubbio se tornare o meno specializzato all’Aquila.
Ma il dubbio è risolto dal servizio militare: prima l’Accademia di Sanità di Firenze, poi il servizio come sotto- tenente comandante della Sezione di Sanità della Brigata Alpina Cadore a Belluno.
Quando si dice il destino.
Mentre continua a studiare, consolida anche un’esperienza straordinaria, benché dolorosa dal punto di vista umano, facendo il medico condotto a Longarone i cui superstiti dal disastro del Vajont di qualche anno prima vivono esistenze distrutte.
Affetti, abitazioni secolari, tradizioni, lavoro e ogni esperienza di vita: tutto è svanito.
Nel 1972 vince il concorso come aiuto all’Ospedale di Castelfranco Veneto ed è l’aiuto più giovane di un ospedale italiano.
Ma non basta, deve saperne di più.
E va a studiare negli Stati Uniti vincendo borse di studio e specializzandosi in tre anni in tre diverse università.
Nel 1982 approda al Codivilla-Putti di Cortina come aiuto, e già nel 1990 è responsabile del servizio di ar- troscopia. Notturno innevato dell'Istituto Codivilla ↓
In quegli anni è il medico dei vip.
Passano per il Codivilla Edda Ciano, Sandro Pertini, Alberto Moravia, Mario Sironi, Indro Montanelli, Paolo Fraje se, Ias Gravonsky, Paolo Villaggio, Adriano Celentano, Pierferdinando Casini, Giorgio Napolitano.
E tanti altri. Notturno innevato dell'Istituto Vittorio Putti ↓
Ma la ricerca non si abbandona: dopo aver usato tra i primi l’artroscopia, nel 1984 impianta il primo legamen- to artificiale in goretex per la ricostruzione del legamento crociato anteriore, intervento che risolve egre- giamente una delle più diffuse e invalidanti conseguenze da incidenti con gli sci.
Nel 1994 preparandosi ad assumere la direzione dell’Istituto Codivilla consegue presso l’Università Bocconi di Milano il diploma di manager ospedaliero.
Nel 1998 il Presidente della Repubblica Ciampi lo nomina Commendatore dell’Ordine al Merito della Repub blica Italiana.
Giorno dopo giorno i suoi interessi trasmigrano dagli interventi per i vip alla cura dei nip: (cioè) verso quelle perso- ne che di importante hanno solo una malattia ...(le infezioni ossee) cui il nostro Francesco Centofanti ha dichiarato guerra da trenta anni, e nella quale ogni vittoria vale la pena di tante sconfitte.
Attualmente insegna all’Università di Trieste.
Ai suoi giovani colleghi insegna tutto ciò che sa, ma soprattutto che a volte il senso d’impotenza non è segnale di sicura sconfitta.
Tra gli altri cura i carcerati con infezioni ossee da ferite per incidenti... professionali.
La sua disponibilità è leggendaria ma senza smancerie, discreto, quasi timido e senza presunzione tiene i senti- menti per sé, ma un sorriso complice, uno sguardo dolce dice al paziente che combattono la stessa battaglia.
Non gli chiedo nulla perché ho raccontato la sua storia come le altre: senza interviste ma dopo lunghi e numerosi colloqui: esercizi di memoria comune per capire e poi raccontare.
Se gli facessi una domanda so che mi risponderebbe e saprei anche la risposta.
Rimpianti?
...«Non aver fatto molto come medico per la mia terra».
Se gli facessi una domanda so che mi risponderebbe e saprei anche la risposta.
Rimpianti?
...«Non aver fatto molto come medico per la mia terra».
Non sentiresti un’inflessione veneta anche se parlasse per ore.
E questo è il segno che le radici non sono né dimenticate, né tantomeno recise.
E questo è il segno che le radici non sono né dimenticate, né tantomeno recise.
*Musicologo e Direttore Onorario dell’Istituto Tostiano
Il Messaggero Bellunese, 5 dicembre 2005
PADIGLIONE CODIVILLA
ORTOPEDIA TRAUMATOLOGIA Iˆ E SEZIONE DI RIABILITAZIONE
ORTOPEDIA TRAUMATOLOGIA IIˆ E SEZIONE DI RIABILITAZIONE
Padiglione Vittorio Putti
per la cura delle Infezioni Osteoarticolari
ORTOPEDIA – OSTEOMIELITE
Vista frontale del primordiale Padiglione Vittorio Putti di Cortina d'Ampezzo
a
In questo padiglione, sorto dal 1936 al 1939 per volere di Vittorio Putti, allora medico cortinese dell'Istituto Rizzoli di Bologna e a lui dedicato alla sua morte avvenuta nel 1940, ha sede il Reparto delle infezioni osteoarticolari.
L'Istituto vanta la più grande casistica italiana, ed una della maggiori d'Europa, di pazien ti trattati per infezioni al sistema scheletrico e a quello delle articolazioni. E' specializzato per accertamento e cura di patologie settiche dell’apparato loco- motore: | ||
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L'Amico del Popolo, 16 dicembre 2005
Veduta dell'eliporto dei Padiglioni CODIVILLA-PUTTI di Cortina d'Ampezzo ↓
Particolare della Cartina Stradale per raggiungere il complesso Ospedaliero Istituto CODIVILLA-PUTTI di Cortina d'Ampezzo ↓
CARTA DEI SERVIZI E INFORMAZIONI SANITARIE
Amministratore Delegato è il Dott. Massimo Miraglia.
Direttore Amministrativo è la Sig.ra Maria Lucia Cella De Dan.
Direttore Sanitario è il Dott. Carlo Brusegan.
Primario del Complesso Ospedaliero Codivilla-Putti è il Prof. Francesco Centofanti.
Lo Sportello Amico della S. O. S. - Osteomielitici d’Italia - Onlus «Centro Servizi Informativi On-line per Osteomielitici e Pazienti dell’Ospedale CODIVILLA-PUTTI di Cortina d’Ampezzo», qui presente e su Facebook, EVIDENZIA che i numeri telefonici utili sono:
Centralino
Centro Unico Prenotazioni
Studio Medici del Vittorio PUTTI dalle 13,00 alle 14,00 dal lunedì al Ven.
Capo Sala - Infermiere Coordinatore Esperto, Signora Lena Nerella
Fax 0436 883289 dalle ore 13,00 alle ore 14,00 dal lunedì al Ven.
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Infermieri: dalle 13,00 alle 14,00
L'istituto è dotato di un sito internet: www.codivillaputti.it
...e di un'indirizzo di posta elettronica all'e-mail: info@codivillaputti.it
Mentre gli uffici Amministrativi sono informatizzati.
L'indirizzo postale è: Istituto Codivilla Putti di Cortina Spa
Via Codivilla, 1
32043 - Cortina d'Ampezzo (BL) Fine
Pubblicato su Blogger oggi 31 Agosto 2012 alle ore 2,09 da:
Giuseppe Pinna de Marrubiu
Giuseppe Pinna de Marrubiu
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